Ad Aliyev mancava solo la scusa delle “radici cristiane” per massacrare gli armeni (Tempi 21.05.25)
È una vergogna, rimando ancora la trattazione del film dedicato a Komitas, il genio musicale del cristianesimo del Novecento: armeno e perciò universale. Ma la realtà mi prende per la gola qui vicino al lago di Sevan, in attesa di probabile (non sono un allegrone, mi rendo conto) deportazione ad opera degli azeri. E questo trasloco forzato – di noi molokani e dei miei e vostri fratelli d’anima armeni – è diventato più probabile dopo un convegno purtroppo propagandistico che l’Università pontificia, la nobilissima Gregoriana, ha proposto con la collaborazione esclusiva (ed escludente) dell’Azerbaigian sull’antica comunità di Albània, che fiorì nelle terre più o meno corrispondenti all’attuale superficie dello Stato governato da Ilham Aliyev. Il popolo si convertì al cristianesimo nei primi secoli del primo millennio grazie alla predicazione di sant’Eliseo.
L’Albània rappresenta per molti versi ancora oggi un mistero. Ma che sia esistita, lasciando tracce della propria fede (prima di rin…