Presentato a Roma il volume “Non ti scordar di me – Storia e oblio del Genocidio Armeno”

Importante presentazione a Palazzo Mancuso sul GENOCIDIO ARMENO
Alle ore 11, presso la Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto si svolge la presentazione del volume “Non ti scordar di me – Storia e oblio del Genocidio Armeno”, di Vittorio Robiati Bendaud, con saggio introduttivo di Paolo Mieli. Saluti del Presidente della Camera, Lorenzo Fontana.
Intervengono, oltre agli autori, il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, la deputata Chiara Gribaudo, i deputati Giulio Centemero e Maurizio Lupi, il professor Aldo Ferrari. Modera Nicola Porro.
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Vi è una sola risposta oppositiva al negazionismo: affermare la Memoria del Metz Yeghérn e testimoniare che questo è stato”.

 

L’evento tenutosi lunedì 7 maggio 2025 alla sala del refettorio di palazzo San Macuto alla Camera dei Deputati non è stata solo l’occasione per presentare il bel libro di Vittorio Robiati Bendaud “Non ti scordar di me”, prefazione di Paolo Mieli, Edizioni Liberilibri, dedicato al genocidio armeno.

Alla presenza del presidente della Camera, Lorenzo Fontana e del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, l’autore coadiuvato da Mieli e Nicola Porro  ha rimarcato ancora una volta la fondamentale importanza di coltivare la memoria del genocidio e ha invitato non a soffermarsi sulle conseguenze delle brutali azioni dell’uomo (genocidi e pulizie etniche) ma sulle cause a monte che portano a compiere tali efferatezze.

Grazie anche agli interventi di alcuni deputati presenti (citiamo fra gli altri Centemero, Gribaudo, Lupi, Bignami), questa mattina non sono state ascoltate solo frasi di circostanza e vuote parole ma si è avuta l’impressione di un comune sentire, di una sinergica azione tra il popolo italiano, le sue istituzioni e quelle armene rappresentate dall’ambasciatore Karapetyan e dalla diaspora.

Oggi, 7 maggio, ancora una volta l’Italia ha mostrato vicinanza e sensibilità alla causa armena. E lo ha fatto con la solennità e autorevolezza della sede ospitante e delle Istituzioni che hanno partecipato all’evento

Non scordiamoci il genocidio armeno: lo dobbiamo alla memoria delle vittime di allora, lo dobbiamo al futuro delle prossime generazioni.

CERIMONIA DI COMMEMORAZIONE DEL 110° ANNIVERSARIO DELA GENOCIDIO ARMENO A ROMA IN PIAZZA LORENZINI – GIARDINO DEL GENOCIDIO ARMENO IN PRESENZA DELLE ISTITUZIONI

Il 29 aprile 2025, in occasione del 110° Anniversario del Genocidio Armeno, nel giardino intitolato al “Genocidio degli Armeni” a Roma, si è tenuta una cerimonia di commemorazione delle vittime di quel che viene definito il primo genocidio del XX secolo, il primo crimine contro l’umanità. L’evento è stato promosso dal Consiglio per la Comunità Armena di Roma in collaborazione con il Comune di Roma e le Ambasciate di Armenia in Italia e presso la Santa Sede.
Il giardino adiacente Piazza Augusto Lorenzini è stato inaugurato 15 anni fa il 28 maggio 2010, e da allora ha riunito diverse volte, attraverso l’impegno del Consiglio per la Comunità Armena di Roma, la società politica e civile della capitale per rendere omaggio ai martiri del Genocidio Armeno.
La commemorazione di ieri è iniziataa alle ore 19:15 con gli inni nazionali di Italia e Armenia, seguiti da una preghiera da parte dei Rappresentanti delle Chiese armena apostolica e cattolica e da un discorso di apertura del Rappresentante del Consiglio per la Comunità Armena a Roma. Sono poi intervenuti l’Ambasciatore armeno in Italia Vladimir Karapaetyan, il Rappresentante del Sindaco di Roma On.le Federico Rocca, il Rappresentante del Gruppo Parlamentare di Amicizia Italia-Armenia, l’Onorevole Andrea Casu, e l’ex eurodeputato e già vice presidente del Parlamento Europeo Fabio Massimo Castaldo.
I relatori hanno sottolineato in particolare:
– L’importanza della memoria storica per prevenire i crimini contro l’umanità, ricordando le parole di Papa Francesco nella Basilica di San Pietro dieci anni fa, quando, riferendosi al Genocidio Armeno, disse: “… laddove non sussiste la memoria significa che il male tiene ancora aperta la ferita; nascondere o negare il male è come lasciare che una ferita continui a sanguinare senza medicarla “.
– I lunghi mesi di assedio di oltre 120.000 armeni nel Nagorno-Karabakh nel 2023 e la successiva pulizia etnica degli armeni dalla loro terra natale abitata per millenni, cosi come la detenzione illegale dei leader dell’Artsakh e di altri prigionieri di guerra.
– L’importanza di una pace giusta, che in questo caso significa il ritorno degli armeni dell’Artsakh nella loro patria, che sono stati costretti ad abbandonare.
– Sono stati condannati i tentativi di distorcere la storia delle chiese armene, del patrimonio religioso e culturale armeno, la distruzione e la profanazione di chiese e monumenti armeni millenari, allo scopo di cancellare ogni traccia del cristianesimo armeno.
– Si è parlato dei pericoli del silenzio e dell’indifferenza, di come gli interessi e convenienze a volte prevalgono rispetto ai valori quali libertà, uguaglianza e fraternità.
– Ed è stata espressa gratitudine a tutti quei Paesi, e in particolare all’Italia e alla capitale Roma, che hanno dimostrato la loro vicinanza e solidarietà al popolo armeno e hanno riconosciuto e condannato quanto accaduto nel 1915.
– E’ stato anche sottolineata l’importanza degli attori del mondo politico, accademico, culturale e diplomatico nel mantenere viva la memoria, ringraziando tutti coloro che si sono adoperati in un modo o nell’altro per fare la loro parte.
Alla cerimonia di commemorazione ha partecipato anche l’Ambasciatore della Repubblica di Armenia presso la Santa Sede, Boris Sahakyan. All’evento hanno preso parte inoltre la Rappresentante del Gruppo Parlamentare di Amicizia Italia-Armenia, on. Federica Onofri, il Rettore del Pontificio Collegio Armeno Monsignor Khatchig Kouyoumjian, insieme ai seminaristi, il Rev Padre Bsag Tepirjian, il Rev P. Atanas Manvel Sargsyan , Arciprete della Chiesa Apostolica Armena, parlamentari italiani, i membri dello staff delle Ambasciate armene in Italia e presso la Santa Sede, rappresentanti della Comunità armena e amici italiani
La cerimonia si è conclusa con un inno dedicato al Martire del Genocidio Armeno, il Beato Ignazio Maloyan, la cui canonizzazione sarà decisa nei prossimi mesi, e con la deposizione di corone di fiori sotto la targa commemorativa del “Genocidio degli Armeni”, seguita da un minuto di silenzio in memoria delle vittime armene.
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ROMA – 29 aprile 2025 – Cerimonia di commemorazione del Genocidio Armeno.

LA CERIMONIA DI COMMEMORAZIONE DEL 110° ANNIVERSARIO DEL GENOCIDIO ARMENO SARA’ CELEBRATA IL PROSSIMO 29 APRILE 2025
La cerimonia di commemorazione del 110° anniversario del genocidio armeno che era stata annullata a seguito del decesso di Papa Francesco e della proclamazione di cinque giornate di lutto nazionale da parte del Consiglio dei Ministri sarà celebrata il prossimo martedì 29 aprile 2025 alle ore 19,15 sempre in P.zza Lorenzini a Roma in presenza delle Istituzioni Capitoline, dei rappresentanti della Chiesa Armena e degli Ambasciatori armeni presso il Quirinale e la Santa Sede.
La presente vale anche a titolo di invito.

 

 

Cerimonia di commemorazione

del 110° anniversario del genocidio armeno

alla presenza dei Responsabili delle Chiese Armene,

delle rappresentanze diplomatiche della Repubblica di Armenia

presso il Quirinale e presso la Santa Sede,

oltre ad esponenti del mondo politico, diplomatico, ecclesiastico e della società civile.

Mercoledì 29 aprile alle ore 19,15

presso il

“Giardino Genocidio degli Armeni”

Piazza Lorenzini (Portuense)

Il 24 aprile è la Giornata della Memoria del popolo armeno in cui si ricorda

 l’inizio di uno dei crimini più atroci contro l’umanità che fu definito

”Il primo genocidio del XX Secolo”

 

A 110 anni da quel crimine, saremo insieme,

per condannare ogni violenza

e ribadire il nostro “NO” alle guerre e al negazionismo

e il nostro “SI” al rispetto dei diritti fondamentali

di ogni essere umano.

Anche il Comune di Trevignano Romano ha riconosciuto il genocidio armeno

Il Comune di Trevignano Romano, nell’ambito del proprio impegno per la promozione dei diritti umani e della memoria storica, intende contribuire attivamente alla sensibilizzazione della cittadinanza su eventi che hanno profondamente segnato il Novecento.
All’unanimità, il Consiglio Comunale ha riconosciuto ufficialmente il genocidio armeno quale uno dei più gravi crimini contro l’umanità del XX secolo, esprimendo piena solidarietà alla comunità armena.

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Lettera al Ministro Giuli e risposta – Mostra Colosseo

Dopo la lettera indirizzata al Ministro Giuli abbiamo ricevuto una missiva dalla Segreteria del Direttore Parco Archeologico del Colosseo nella quale ci si comunica che “nella mappa geografica all’inizio del percorso è indicata la posizione dell’Armenia” con allegata la foto che trovate di seguito.

Non possiamo che ringraziare il Ministero della Cultura Italiana  per la sensibilità e per aver apportato le dovute modifiche.

Tanto dovevamo per una doverosa informazione.

 

 

 

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Cari connazionali e cari amici, abbiamo ricevuto e continuiamo a ricevere da diverse parti delle segnalazioni riguardo la mostra allestita presso il Colosseo dal titolo “Göbeklitepe: L’enigma di un luogo sacro”, dove la storia viene mistificata e l’Armenia addirittura cancellata dalla cartina geografica.

Abbiamo ritenuto opportuno inviare una missiva di protesta al Ministro Giuli il cui contenuto pubblichiamo di seguito.

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Egr. sig. ministro,
stiamo ricevendo da qualche giorno proteste provenienti da varie parti del mondo relative a una mostra, allestita al Colosseo, dal titolo “Göbeklitepe: L’enigma di un luogo sacro”.
L’evento è patrocinato dal Suo dicastero, dall’omologo ministero turco e dall’ambasciata di Turchia a Roma.
Ci viene segnalato che l’allestimento è stato utilizzato per manifestare le più deprecabili teorie nazionaliste genocidiarie e anti armene.
Nei pannelli illustrativi l’Armenia – la grande Armenia storica che si estendeva dal mar Caspio al Mediterraneo – è stata omessa. Così come l’attuale repubblica di Armenia.
Al suo posto i curatori hanno pensato bene di collocare un “grande Azerbaigian”, Paese inesistente fino al 1918 il cui autocratico Presidente continua ancora oggi a minacciare la repubblica di Armenia accampando pretese su fantomatiche “terre storiche azerbaigiane” (sic!).
Anche se l’evento terminerà a breve riteniamo opportuno, anzi indispensabile, un Suo autorevole sollecito intervento per allontanare subito qualsiasi sospetto che la mostra sul sito archeologico sia stato solo un pretesto per dar spazio alle più bieche teorie nazionaliste turche degne di un membro dei “Lupi grigi”.
Grazie per l’attenzione e per quanto vorrà fare.
Cordiali saluti e buon lavoro
CONSIGLIO PER LA COMUNITA’ ARMENA DI ROMA

COP29 – APPELLO PARLAMENTARE BIPARTISAN PER IL RILASCIO DEI PRIGIONIERI ARMENI

Appello Parlamentare

Premesso che dall’11 al 22 novembre 2024 l’Azerbaigian ospiterà COP29, conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico;

Considerato che l’Italia ha ottimi rapporti commerciali e politici con Baku e intrattiene una proficua collaborazione anche nel campo energetico, il che ci posiziona fra i primissimi partner europei dell’Azerbaigian;

Valutato che è interesse dell’Italia che l’area sud caucasica sia pacificamente stabilizzata e pertanto vengano incoraggiate tutte le azioni che promuovano un aumento di fiducia tra Armenia e Azerbaigian e la firma di un definitivo accordo di pace;

Preso atto che, dopo i recenti conflitti, risultano ancora trattenuti, con differenti motivazioni, a Baku, 23 prigionieri di guerra armeni e altri detenuti le cui famiglie attendono da tempo il ritorno a casa;

Considerato che il loro rilascio rappresenterebbe un segnale positivo nelle relazioni fra i due Paesi e avrebbe ulteriori positive ricadute su tutta l’area regionale e sulla stessa COP29;

i sottoscritti, deputati e senatori della repubblica italiana chiedono al Governo

• di sensibilizzare il partner azero affinché in concomitanza con l’evento COP29 proceda, quale gesto di buona volontà e in segno di amicizia con l’Italia, alla liberazione di tutti i prigionieri e detenuti armeni;

• di curare, qualora necessario anche con mezzi propri, il ritorno a casa degli stessi;

di comunicare ad Armenia e Azerbaigian l’impegno dell’Italia finalizzato al raggiungimento di un accordo definitivo di pace nella regione.

On. Alessandro Battilocchio -FI
On. Brando Benifei- PD Eurodeputato
On. Deborah Bergamini- FI
On. Simone Billi- Lega
Sen. Stefano Borghesi-Lega
Sen. Susanna Camusso-PD
On. Andrea Casu- PD
On. Giulio Centemero- Lega
Sen. Gian Marco Centinaio – Lega
On. Alessandro Colucci- Noi moderati
Sen. Andrea De Priamo- FdI
On. Gianmauro Dell’Olio- 5 Stelle
On. Benedetto Della Vedova – + Europa
Sen. Graziano Delrio – PD
Sen. Gabriella di Girolamo – 5 Stelle
On. Piero Fassino- PD
Sen. Aurora Floridia- Alleanza Verdi e Sinistra
On. Paolo Formentini- Lega
Sen. Mariastella Gelmini- Gruppo Civici d’Italia – UDC- Noi moderati
On. Giorgio Lovecchio- FI
On. Lorenzo Malagola- FdI
On. Stefano Maullu- FdI
Sen. Roberto Menia- FdI
Sen. Elena Murelli- Lega
Sen. Luigi Nave- 5 Stelle
On. Federica Onori- Azione
On. Andrea Orsini- FI
On. Andrea Pellicini- FdI
On. Catia Polidori- FI
On. Emanuele Pozzoli- FdI
On. Erik Pretto – Lega
Sen.    Tatjana Rojc – PD
On. Massimiliano Salini- FI Eurodeputato
Sen. Ivan Scalfarotto – Italia Viva
Sen. Filippo Sensi – PD
Sen. Luigi Spagnolli- Gruppo Per le Autonomie
Sen. Francesco Verducci- PD
Sen. Sandra Zampa – PD
On. Gianpiero Zinzi – Lega

Comunicato stampa LETTERA APERTA AL MINISTRO TAJANI RIGUARDO LE INQUALIFICABILI DICHIARAZIONI DEL VICEMINISTRO CIRIELLI

Il “Consiglio per la comunità armena di Roma” ha inviato l’allegata lettera aperta al ministro degli Affari esteri della repubblica italiana, on. Antonio Tajani.

L’oggetto della missiva riguarda le dichiarazioni del viceministro Edmondo Cirielli a seguito del plebiscitario voto del parlamento europeo che, ancora una volta, ha condannato il regime dell’Azerbaigian per la violazione dei diritti umani, la gestione dei rapporti con l’Armenia e la questione del patrimonio culturale e religioso armeno nel Nagorno Karabakh (Artsakh) nonché la detenzione di prigionieri di guerra armeni in violazione degli accordi e delle convenzioni internazionali.

Il “Consiglio” chiede al titolare del dicastero “se la posizione assunta dal Vice Ministro Cirielli – così apertamente sbilanciata a favore dell’Azerbaigian e contro il pronunciamento del Parlamento Europeo – sia condivisa dal Ministero degli Esteri Italiano e dalla Sua Persona”.

Nel documento si sottolinea inoltre l’influente azione di alcuni parlamentari di Fratelli d’Italia (Terzi, Scurria e lo stesso Cirielli fra tutti) che sembrano quasi dettare l’agenda politica italiana per quanto riguarda la regione caucasica.

CONSIGLIO PER LA COMUNITÀ’ ARMENA DI ROMA

Segreteria


Di seguito il testo della lettera aperta inviata al Ministro Tajani

Egr. on.

Antonio Tajani

Ministero degli Affari esteri

Roma

Oggetto: lettera aperta al ministro Tajani riguardo le dichiarazioni del viceministro Cirielli

Illustre sig. Ministro,

lo scorso 24 ottobre il parlamento europeo, ha votato a larghissima maggioranza (453 voti a favore, 31 contrari, 89 astensioni) una risoluzione sulla situazione in Azerbaigian, la violazione dei diritti umani e del diritto internazionale, i rapporti con l’Armenia e la questione del patrimonio culturale e religioso armeno nel Nagorno Karabakh (Artsakh) nonché la detenzione di prigionieri di guerra armeni in violazione degli accordi e delle convenzioni internazionali.

Il viceministro degli Affari Esteri, on. Edmondo Cirielli, ha rilasciato una intemerata dichiarazione stampa criticando fortemente il voto dei parlamentari europei.

Non nuovo a tali esternazioni contro gli armeni e l’Armenia, l’on. Cirielli ha difeso a spada tratta il regime di Baku sorvolando peraltro su tutto il tema dei diritti umani e altre questioni che evidentemente non ritiene importanti.

Poiché si tratta non di un semplice parlamentare ma di un membro del governo in forza al Suo dicastero, gradiremmo sapere se la posizione assunta dal Vice Ministro Cirielli – così apertamente sbilanciata a favore dell’Azerbaigian e contro il pronunciamento del Parlamento Europeo – sia condivisa dal Ministero degli Esteri Italiano e dalla Sua Persona.

In qualità di cittadini italiani di origine armena, riteniamo che l’opportunità di preservare le forniture di gas azero (e non solo azero…) all’Italia non giustifichino i silenzi sulle gravissime violazioni di diritti umani in Azerbaigian che pongono il Paese tra le dieci peggiori dittature al mondo (fonte “Freedom house”).

Sul tema, dobbiamo purtroppo osservare come taluni esponenti di Fratelli d’Italia (su tutti i senatori Terzi e Scurria) sembrano dettare l’agenda della politica estera italiana ignorando quella opportuna posizione di equidistanza che ha contraddistinto l’operato della Farnesina negli anni.

Ringraziandola per l’attenzione che vorrà dare alla presente, voglia accettare i nostri migliori saluti e auguri di buon lavoro.

CONSIGLIO PER LA COMUNITÀ ARMENA DI ROMA

COMUNICATO STAMPA Nuove inqualificabili dichiarazioni del viceministro Cirielli: si dimetta subito!

Il “Consiglio per la comunità armena di Roma” esprime ferma condanna per le ultime dichiarazioni rilasciate dal viceministro italiano degli Esteri, Edmondo Cirielli, che ancora una volta fa da cassa di propaganda al regime dell’Azerbaigian.

L’esponente di governo è arrivato ad attaccare il ministro francese Stephane Sejourne, perché in una conferenza stampa congiunta con il Segretario di Stato USA Blinken aveva invitato l’Azerbaigian a cessare la sua retorica di minaccia contro l’Armenia.

Il viceministro italiano si allinea così, ancora una volta, alla retorica minacciosa del regime di Aliyev che in queste ultime settimane sta attaccando pesantemente la Francia per il suo sostegno all’Armenia, contrasta la recente politica dell’Unione europea nel Caucaso meridionale e, di fatto, scavalca il ministro Tajani.

Il “Consiglio per la comunità armena di Roma” chiede al ministro degli Esteri, Antonio Tajani se:

  • è al corrente di queste dichiarazioni fatte dal suo vice che vasta eco, negativa, stanno avendo non solo da parte armena e francese;
  • condivide questo attacco rivolto a un Paese membro dell’Unione Europea;
  • non ritiene opportuno rettificare le stesse ed esprimere solidarietà alla Francia per l’attacco rivolto al ministro di Parigi;
  • non ritiene che il viceministro Cirielli debba essere rimosso dal suo incarico in quanto incompatibile a quel principio di imparzialità e correttezza che dovrebbe contraddistinguere la sua missione diplomatica.

Il “Consiglio per la comunità armena di Roma” chiede al parlamento italiano di condannare questo ennesimo sostegno di Cirielli, eventualmente sollecitando un’audizione del viceministro al fine di chiarire le ragioni “personali” di tali ripetute esternazioni a favore del regime di Aliyev.

Il “Consiglio per la comunità armena di Roma” ricorda, a questo riguardo, che qualsiasi rapporto economico e commerciale tra Italia e Azerbaigian non implica la sottomissione alla propaganda di quella che è la nona peggiore dittatura al mondo (fonte “Freedom house”).

Il “Consiglio per la comunità armena di Roma” chiede ai media di porre in giusta evidenza il comportamento di Cirielli che, oltretutto, rilascia dichiarazioni proprio in un momento di grave crisi su più fronti mondiali.

Consiglio per la comunità armena di Roma

Segreteria

www.comunitaarmena.it

Che accade nella Diocesi del Papa? Una commemorazione ed una Messa per gli azeri musulmani che ora stanno sterminando i cristiani in Nagorno (ll Messalino 02.03.24)

Il 26 febbraio scorso la Parrocchia romana di S. Maria della Mercede ha ospitato una commemorazione organizzata dall’Ambasciata dell’Azeirbaigian presso la S. Sede (QUI il testo completo della comunicazione ufficiale dell’ambasciata). 

Tutto questo mentre chiese cristiane vengono distrutte dai governanti azeri, e cristiani vengono perseguitati e uccisi.

Pubblichiamo la lettera di protesta della comunità armena al parroco: “Ci sorprende, ci amareggiae indigna anche altre comunità cristiane, che codesta parrocchia abbia ritenuto opportuno ospitare un evento fondamentalmente politico, patrocinato da uno Stato che proprio ora sta abbattendo tutti i simboli religiosi cristiani nel Nagorno Karabakh (Artsakh) occupato dagli azeri lo scorso settembre e da cui tutta la popolazione cristiana armena è stata costretta a fuggire, per la quale anche Papa Francesco ha lanciato diversi appelli“.

Il Vicariato non ha nulla da dire?

Grazie ad una nostra cara amica per la segnalazione.

Luigi C.

LETTERA ALLA PARROCCHIA SANTA MARIA DELLA MERCEDE

Alla c.a. di P. Giuseppe Celano, parroco di Santa Maria della Mercede e sant’Adriano

Reverendo padre Celano,

abbiamo appreso, con stupore, da organi di stampa e da segnalazioni di amici italiani, che la Sua parrocchia ha ospitato un evento organizzato dalle ambasciate dell’Azerbaigian in Italia e presso la Santa Sede per commemorare le “vittime del genocidio di Khojaly”.

Ora, in quanto cristiani, siamo ben consci che la pietas per i caduti (tutti, senza alcuna distinzione) sia un valore superiore che deve superare ogni steccato e divisione.

Tuttavia, è d’obbligo sottolineare come il governo dell’Azerbaigian utilizzi queste “commemorazioni” unicamente come forma di propaganda e di odio contro gli armeni.

In verità la morte di un numero imprecisato di civili azeri, è avvenuto in circostanze molto controverse e presumibilmente addebitabile alle stesse forze armate azere con motivazioni di rivalità politica all’interno dell’Azerbaigian. Per approfondimenti consigliamo questa pagina dedicata: https://www.karabakh.it/la-verita-su-khojali/

 

Ma il punto non è ovviamente la ricostruzione storica e propagandistica del regime azero (peraltro agli ultimissimi posti nei report mondiali su libertà di informazione e tutela dei diritti civili e politici).

Ci sorprende, ci amareggiae indigna anche altre comunità cristiane, che codesta parrocchia abbia ritenuto opportuno ospitare un evento fondamentalmente politico, patrocinato da uno Stato che proprio ora sta abbattendo tutti i simboli religiosi cristiani nel Nagorno Karabakh (Artsakh) occupato dagli azeri lo scorso settembre e da cui tutta la popolazione cristiana armena è stata costretta a fuggire, per la quale anche Papa Francesco ha lanciato diversi appelli.

Notizie di abbattimenti di croci, di “restauri” di chiese trasformate in moschee, di atti vandalici nei cimiteri sono purtroppo all’ordine del giorno, per i quali alleghiamo qualche foto testimoniale.

Il governo dell’Azerbaigian, che si definisce “tollerante e multiculturale”, continua a professare odio verso gli armeni, minaccia l’esistenza della stessa Armenia (prima nazione a riconoscere il Cristianesimo nel 301!); Aliyev qualche anno fa proclamò che “la spada scintillante di Allah ruoterà sopra Erevan” (la capitale armena).

Siamo convinti che l’autorizzazione alla cerimonia sia stata concessa in totale buona fede ma temiamo che l’evento sia stato strumentalizzato a fini propagandistici e politici di cui è vittima anche la Sua comunità parrocchiale.

Grazie per l’attenzione e in attesa di Suo gradito riscontro porgiamo i nostri migliori saluti.

Consiglio per la comunità armena di Roma

www.comunitaarmena.it

 

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ANCHE LE FORMICHE NEL LORO PICCOLO SI VENDONO?

Ci perdoneranno Gino & Michele se abbiamo parafrasato il loro fortunatissimo libro di battute ma la storia che andiamo a raccontarvi ha il sapore (tragico) della commedia all’italiana.

C’è “Formiche”, una testata prestigiosa, molto seguita non solo in ambito politico, fondata da Paolo Messa che fino a poco tempo fa è stato Executive Vice Presidente responsabile delle Relazioni Geo-Strategiche con gli Usa di Leonardo.

Leonardo, per quei pochi che non lo sapessero, è una società pubblica italiana attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza. Il suo maggiore azionista è il Ministero dell’economia e delle finanze italiano, che possiede circa il 30% delle azioni. E fa ottimi affari con l’Azerbaigian dell’autocrate Aliyev che è fautore della destabilizzazione del Caucaso meridionale.

Orbene, proprio sul tema del Caucaso meridionale Formiche fino ad alcuni mesi fa aveva tenuto un corretto ed oggettivo posizionamento con diversi articoli a firma di Francesco De Palo.
Poi, verso l’agosto 2023, la testata ha cominciato a spostarsi verso Baku sempre più velocemente: sempre a firma di De Palo, sono usciti diversi articoli che riportavano prevalentemente la posizione azera, ha ignorato totalmente l’ultimo attacco all’Artsakh e il dramma della popolazione sfollata, ha cominciato a utilizzare termini (come ad esempio “Garabagh”) che denotavano un’attenzione solo ed esclusivamente alle tesi di Baku.

Un paio di altri pezzi un po’ più equilibrati non hanno cancellato l’impressione di un repentino cambio di rotta politica della testata.

Il capolavoro fu l’intervista al viceministro degli esteri italiano, Edmondo Cirielli, che – forse per mettersi in bella mostra con la leadership di Aliyev – sciorinò una sequela di castronerie storiche e politiche condite da velati insulti alla comunità armena anche italiana.

Il “Consiglio per la comunità armena di Roma” protestò, inviò una lettera che, almeno a quanto riferito dalla redazione, sarebbe stata pubblicata. Poi ovviamente non se ne fece più nulla.

L’ultima perla viene da un pezzo del 14 febbraio scorso a firma di Paolo Falliro che, a onor del vero, due giorni prima aveva anche scritto un articolo sull’Armenia che guarda all’Occidente (ripetendo però l’errore sulla sentenza della Corte Internazionale di Giustizia…): incredibilmente, l’attacco azero alla postazione di soldati armeni (4 morti) viene rovesciato e la colpa – nel titolo – scaricata sui soldati armeni. Inutile cercare qualche traccia nell’articolo sulla ricostruzione dell’accaduto, o il fatto, per esempio, che i soldati dell’Azerbaigian occupano porzioni del territorio sovrano della repubblica di Armenia. Unica concessione dell’autore sono due righe nelle quali si riporta la notizia data dal ministero della Difesa di Yerevan. Il resto del breve paragrafo “Qui Yerevan” è occupato dalle dichiarazioni di Baku… 

Era ampiamente prevedibile che all’indomani della schiacciante vittoria di Aliyev alle elezioni in Azerbaigian ci potesse essere un nuovo episodio di tensione con l’Armenia. E gli spari da parte armena contro i soldati azerbaigiani lo testimoniano” così attacca incredibilmente l’articolo di Formiche con tanto di foto del dittatore.

Non possiamo non rilevare che quello di Formiche è, in questo caso, un pessimo esempio di giornalismo. Il magazine denota una evidente sottomissione ai voleri dell’azienda di riferimento (Leonardo) e forse anche al governo italiano che evidentemente ha tutto l’interesse a curare buone relazioni con il regime di Aliyev.

Con il paradosso di una testata che nei colori e negli slogan si dichiara apertamente a favore dell’Ucraina, ma poi appoggia uno Stato (l’Azerbaigian) che ultimamente ha fatto della partnership con la Russia uno dei suoi punti di forza (anche esportandone il gas in Italia).

Ci si vende non solo accettando materialmente il “caviale” azero, ma anche scrivendo (obtorto collo) simili articoli per compiacere un dittatore?

A farne le spese è, purtroppo, il giornalismo: quello serio, che cerca la verità dei fatti, che indaga e non ha paura di quel che scrive.

 

@formichenews