Il 33mo Concours Mondial de Bruxelles nel 2026 in Armenia (Vinonews 12.06.25)
Passaggio di testimone sancito durante la 32ma edizione, in corso in Cina. La sessione vini rossi e bianchi si terrà dal 21 al 23 maggio nella capitale Erevan. Il paese caucasico, dalla tradizione vinicola millenaria, aprirà per la prima volta le porte alla comunità vitivinicola internazionale.
Da un paese in rampa di lancio nei mercati vinicoli mondiali, la Cina, a uno con una tradizione millenaria, l’Armenia. Il Concours Mondial de Bruxelles ha annunciato che la 33ma edizione si terrà dal 21 al 23 maggio a Erevan, capitale del paese caucasico, che aprirà per la prima volta le porte alla comunità vinicola internazionale ospitando la sessione principale del concorso, quella dedicata ai vini rossi e bianchi. Il passaggio di testimone è avvenuto, con la tradizionale cerimonia, a Yinchuan, dove è in corso il 32mo CMB, alla presenza delle delegazioni armene e delle autorità cittadine.
Per l’Armenia, il fatto di ospitare il Concours Mondial de Bruxelles segna un momento storico. “L’Armenia, con la sua tradizione vinicola millenaria, offre un’esperienza unica e autentica ai nostri giudici e ospiti internazionali – afferma il presidente del CMB Baudouin Havaux – Il suo legame con il vino è profondo e radicato. Siamo entusiasti di far conoscere al mondo la sua ricca storia, le sue vivaci varietà autoctone e un settore vitivinicolo moderno e dinamico”.
Zaruhi Muradyan, direttrice esecutiva della Vine and Wine Foundation of Armenia, sottolinea l’importanza di questo traguardo per il comparto vinicolo del paese. “Ospitare la sessione vini rossi e bianchi del Concours Mondial de Bruxelles – dice – non è soltanto un grande onore per l’Armenia, ma anche un’occasione strategica di straordinaria rilevanza. In un momento in cui il nostro Paese vive una vera e propria rinascita enologica, questa opportunità ci consente di mostrare al mondo la ricchezza della nostra tradizione millenaria, la peculiarità dei nostri terroir e l’unicità delle nostre uve autoctone. È un passo decisivo per affermare il posto dell’Armenia non solo come terra naturalmente vocata al vino, ma anche come protagonista dinamica e innovativa sulla scena enologica internazionale”.

UNA TRADIZIONE SENZA TEMPO: LA STORIA E LA RINASCITA DEL VINO IN ARMENIA
La viticoltura armena affonda le sue radici in epoche antichissime, come testimoniato da storici come Senofonte (430–354 a.C.), che parlava di “vini gustosi” nei villaggi armeni, Erodoto (484–425 a.C.), che raccontava di “botti piene di vino degli Armeni” importate in Mesopotamia, e Strabone (64 a.C.–24 d.C.), che definiva l’Armenia “una terra vasta e fertile, dove si produce un vino eccezionale”. Il Regno di Van custodiva una profonda tradizione vinicola, come attestano le iscrizioni cuneiformi che parlano di vino sacro e reale. Resti di antichi torchi e strutture vinicole sono emersi in siti archeologici come Agarak e Zvartnots, a conferma di una lunga e continua pratica enologica.
Durante il Medioevo, il vino divenne parte integrante della spiritualità cristiana armena, con riti come la benedizione dell’uva e il suo ruolo centrale nell’Eucaristia. Nemmeno il periodo sovietico interruppe questa vocazione: negli anni ’80, l’Armenia contribuiva in maniera significativa fornendo il 25% del brandy e il 3% del vino prodotti nell’URSS.
Oggi il settore vinicolo armeno sta vivendo una vera e propria rinascita, grazie all’apertura di nuove cantine che uniscono tradizione e innovazione, a importanti investimenti nei vigneti e nelle infrastrutture e all’adozione di tecnologie avanzate per ottimizzare i processi produttivi.
UN PAESE DI TERROIR UNICI E VITIGNI AUTOCTONI
L’Armenia è un luogo dove la viticoltura si esprime con autenticità e una sorprendente varietà. Con circa 13mila ettari di vigneti distribuiti in cinque principali regioni – Armavir, Ararat, Aragatsotn, Tavush e Vayots Dzor – il paese offre paesaggi vitati che si estendono dai 400 ai 1800 metri di altitudine. I suoli di origine vulcanica, uniti a microclimi diversificati e forti escursioni termiche, creano condizioni ideali per la coltivazione della vite, dando origine a vini dal carattere deciso. A conferma della sua ricchezza genetica, l’Armenia conserva oltre 350 varietà di uva autoctona, delle quali 55 sono attualmente utilizzate nella produzione vinicola. Tra le più rappresentative, Sev Areni, uva rossa di Vayots Dzor da vigneti che spesso superano il secolo di vita; Voskehat, varietà a bacca bianca, soprannominata “bacca d’oro” per l’eleganza e la longevità; Kangoun, uva bianca duttile, resistente e adattabile a diversi terroir; Haghtanak, dal colore rubino, con profumi di ciliegia e mora selvatica; Lalvari e Banants, aromatiche varietà bianche originarie della verde Tavush.