L’Armenia firma un memorandum d’intesa con gli Stati uniti (Il Manifesto 15.01.25)
Ieri l’Armenia ha firmato un documento che ufficializza la nascita di un partenariato strategico con gli Usa. Il ministro degli Esteri armeno, Ararat Mirzoyan, ha incontrato a Washington il Segretario di Stato americano uscente, Antony Blinken, per firmare il memorandum d’intesa strategica che porta a compimento un processo iniziato con la Rivoluzione di velluto del 2018.
Il Paese caucasico lo scorso 9 gennaio ha anche approvato un progetto di legge che mira a portare a termine tutte le riforme necessarie per il processo di adesione all’Unione europea, come è già avvenuto in Georgia.
A tale proposito, la Russia, con la quale l’Armenia condivideva l’alleanza militare Csto, ha subito avvertito Erevan che non le sarà permesso di aderire contemporaneamente all’Ue e all’Unione economica eurasiatica (Ueea), rievocando il contrasto del 2012 sul percorso europeista dell’Ucraina. In Armenia, da quando nel 2018 migliaia di persone scesero in piazza per invocare un cambiamento di rotta deciso nella politica nazionale e l’allontanamento da Mosca, molte cose sono cambiate e l’entusiasmo filo-occidentale di una parte della popolazione si è molto ridimensionato. La causa principale è il mancato intervento di Usa e Ue durante le due guerre del Nagorno-Karabakh contro l’Azerbaijan del 2020 e del 2023. Per motivi analoghi, tuttavia, anche le simpatie filo-russe della parte più tradizionalista del Paese negli ultimi anni sono crollate. Il Cremlino è accusato di non essere intervenuto a difesa dell’Armenia contro Baku (che invece era sostenuta attivamente dalla Turchia) e di non aver ordinato di intervenire al corpo di interposizione stanziato nella regione a garanzia della tregua del 2020.
La firma del trattato con gli Usa mette Erevan in una posizione delicata nello scacchiere caucasico, senza delle effettive garanzie di sicurezza ma con la minaccia militare di Azerbaijan e Turchia tuttora presente per il cosiddetto corridoio di Zangezur nel sud del Paese. Mosca, inoltre, ha dichiarato chiaramente che non tollererà ingerenze di Washington ai suoi confini e nelle sue aree storiche di influenza.