Venezia rende omaggio al popolo armeno con un mese di eventi (Lapiazzaweb 15.04.25)

Un legame antico, profondo e mai interrotto unisce Venezia al popolo armeno. Ed è proprio da questa connessione secolare che nasce il programma di iniziative promosso dalla presidenza del Consiglio comunale per commemorare il genocidio armeno, di cui quest’anno ricorre il 110° anniversario.

Presentato il 14 aprile a Ca’ Farsetti, il calendario propone una serie di appuntamenti diffusi su tutto il territorio cittadino, in collaborazione con associazioni culturali, istituzioni accademiche, fondazioni e la comunità armena in Italia. Un vero e proprio percorso di memoria, con momenti di approfondimento, riflessione e valorizzazione della cultura armena.

Il cuore delle celebrazioni il 23 aprile a Santa Margherita

Il momento centrale sarà la cerimonia cittadina del 23 aprile, alle ore 10.30, all’auditorium Santa Margherita. Sarà un’occasione non solo per ricordare le vittime del genocidio del 1915, ma anche per ascoltare poesie armenecanti tradizionali e la suggestiva esecuzione al duduk, l’antico strumento musicale simbolo dell’identità armena.

Cultura, storia e nuove generazioni

Il programma si distingue per la varietà delle iniziative: dalla conferenza “L’Armenia di oggi” in programma il 21 maggio al Centro Candiani di Mestre, alle visite guidate all’Isola di San Lazzaro degli Armeni (5 maggio) e alla chiesa della Santa Croce degli Armeni (7 maggio), curate dall’Ordine dei Padri Mechitaristi.

Anche la Biennale Architettura sarà parte del percorso con un focus, il 13 maggio, sul Padiglione Venezia e quello dell’Armenia, mentre prosegue il progetto di residenza artistica per il giovane artista armeno Taron Manukyan, sostenuto dalla Fondazione Bevilacqua La Masa.

Il professor Aldo Ferrari dell’Università Ca’ Foscari ha elogiato la crescente sensibilità veneziana verso il tema, mentre Baykar Sivazliyan, presidente dell’Unione Armeni d’Italia, ha espresso profonda gratitudine per l’attenzione ricevuta: «Tutti gli armeni in Italia si sentono rappresentati da questa città che ha accolto le nostre radici».