Corridoio di Syunik e il ruolo degli Stati Uniti (L’Antidiplomatico 12.08.25)
di Francesco Dall’Aglio*
Passata l’euforia per la firma del TRIPP, a seguito della quale si era detto di tutto e di più (appunto il controllo militare USA della regione e cose simili) si sono iniziate a capire alcune cose. Innanzitutto, da parte USA non c’è alcuna garanzia militare o di sicurezza e nessuno schieramento di truppe (lo nota, con un certo rammarico, il Kyiv Post, link 2) ma solo interesse commerciale. A ruota sono seguite le precisazioni diplomatiche. Pashinyan, a scanso di equivoci, ha telefonato prima a Putin per “ragguagliarlo” sulle condizioni del trattato firmato a Washington (link 3), e poi a Macron ed Erdogan, incassando da tutti e tre auguri e congratulazioni e, da parte di Macron, il sostegno alla sovranità e all’inviolabilità dei confini dell’Armenia, che non guasta mai. Contatti ci sono stati anche con l’Iran per i motivi che sappiamo. Stando a quanto scrive l’agenzia iraniana WANA (link 4) Pashinyan ha chiarito che non ci sarà alcun corridoio e alcuna cessione di sovranità, ma che il transito sarà gestito da un consorzio di ditte armene e statunitensi che sarà registrato in Armenia; martedì poi il Ministro degli Esteri armeno andrà a Teheran, e la cosa dovrebbe essere ulteriormente chiarita. Di conseguenza la posizione iraniana si è ammorbidita immediatamente.
E come chiarimento ulteriore e finale, proprio Pashinyan ha diffuso sui suoi social (ovviamente Facebook, da bravo boomerone. Gli ho messo pure un like, come si vede dallo screenshot che allego) il testo ufficiale dell’accordo, che condivido al link 5 non dalla sua pagina Facebook ma dal ben più credibile sito del Ministero degli Esteri Armeno. Ci interessano due punti in particolare: l’articolo 1, che conferma i confini dei due rispettivi stati secondo le frontiere che avevano all’interno dell’URSS, chiudendo la strada ad altre rivendicazioni come chiarito dall’articolo 2 che le esclude esplicitamente per il presente e per il futuro, e soprattutto l’articolo 7 secondo il quale “le parti non schiereranno lungo i loro confini comuni forze armate di terze parti”, il che include turchi, americani e russi (e pure francesi, mi sa). Chissà se finalmente si potrà davvero fare la pace nel Caucaso, e se quel disgraziato paese dell’Armenia (che alla sua lunga lista di sciagure aggiunge l’attuale Primo Ministro) potrà riprendere a fare una vita normale.
