Non ti scordar di me: storia e oblio del Genocidio Armeno (Korazym 04.05.25)
Il libro di Vittorio Robiati Bendaud Non ti scordar di me. Storia e oblio del Genocidio Armeno (Edizioni Liberilibri, Macerata 2025, Pagg. XXVIII-180 – € 18), preceduto da un Saggio introduttivo di Paolo Mieli (pp. I-XVIII), esce in occasione del 110° anniversario dell’eccidio che portò, da parte dell’impero Ottomano (Stato turco musulmano durato dal 1300 al 1922), all’assassinio di un milione e mezzo di innocenti. Una vicenda che, purtroppo, molti cercano ancora di nascondere o minimizzare e, pertanto, ben venga l’accurato racconto e la documentata analisi della storia e delle cause di questa colossale tragedia ad opera di Robiati Bendaud, che è saggista e filosofo oltre che Rabbino discendente di italiani e di ebrei di Libia.
L’Autore ha il merito in questo lavoro di mostrare la bruciante attualità del genocidio armeno che, infatti, come ribadisce Mieli nella sua prefazione, è «tuttora in essere» nonostante un «negazionismo, magistralmente perseguito e realizzato» soprattutto dall’attuale Presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdoğan. Un negazionismo che è «parte costitutiva, anzi “essenziale” del processo genocidario» aggiunge l’ex direttore del Corriere della sera (dal 1992 al 1997 e dal 2004 al 2009) e, oltretutto, che «ha permesso, ai nostri giorni, il riattivarsi di politiche belliche contro gli armeni».
Il Metz Yeghérn, o Grande Male, consumatosi fra il 1915 e il 1921 e finalizzato all’annientamento della popolazione armena, è stato definito il “peccato originale del Novecento”. Da allora fino ai nostri giorni, la Repubblica di Turchia, erede diretta dell’Impero ottomano, non è stata sanzionata né punita, come invece è accaduto alla Germania alla fine della Prima guerra mondiale, né tantomeno obbligata a fare i conti con il proprio crimine contro l’umanità, com’è avvenuto in seguito alla caduta del nazionalsocialismo.
Gli armeni sono tuttora sotto l’attacco di Ankara e di Baku (capitali della Turchia e Azerbaijan), vittime di pulizia etnica e di etnocidio nei territori dell’Artsakh (o Nagorno-Karabakh) nel silenzio quasi totale del “mondo libero”. Funzionale alle antiche e nuove politiche antiarmene è appunto l’inquietante e profondamente ingiusto negazionismo del Metz Yeghérn che dura incredibilmente da oltre un secolo. Tale negazionismo, “di Stato” in Turchia e in Azerbaijan, trova ora insidiosa sponda anche in Occidente grazie a politici, giornalisti e intellettuali compiacenti e a finanziamenti a dipartimenti accademici sui quali l’Autore accende finalmente una luce rischiaratrice.
L’uscita del libro ha costituito un’occasione preziosa di ritorno di approfondimento, da parte del mondo politico-istituzionale italiano, su questa pagina drammatica del Novecento, contribuendo a riportare al centro dell’attenzione la memoria del genocidio armeno. Un importante incontro-dibattito di presentazione del volume di Robiati Bendaud, infatti, si è tenuto il 7 maggio 2025 alla Camera dei deputati con la partecipazione, fra gli altri, del Presidente della Camera Lorenzo Fontana, del Ministro della Giustizia Carlo Nordio e dei deputati Chiara Gribaudo (Pd), Giulio Centemero (Lega) e Maurizio Lupi (Noi con l’Italia-USEI). All’evento ha preso parte anche l’ambasciatore armeno in Italia, Vladimir Karapetyan, il quale fra l’altro ha espresso profonda gratitudine per il sostegno italiano e per l’approvazione parlamentare, nel 2019, della mozione sul riconoscimento del genocidio del suo popolo. Il video integrale della presentazione è stato quindi pubblicato sul sito istituzionale della Camera dei deputabile ed è raggiungibile al link: https://webtv.camera.it/.
Vittorio Robiati Bendaud, studioso cresciuto alla scuola del rabbino e storico italiano Giuseppe Laras (1935-2017), è da anni impegnato a livello internazionale nel dialogo ebraico-cristiano. Autore del saggio La stella e la mezzaluna. Breve storia degli ebrei nei domini dell’Islam, con Nota introduttiva di Antonia Arslan (Guerini e Associati, Milano 2018), ha già scritto per Liberilibri il saggio Il viaggio e l’ardimento. Nove avventure di viaggio, fra le Marche e la Terrasanta, emblemi della diaspora ebraica (Introduzione di Vittorio Sgarbi, 2020) e l’Introduzione al volume I diritti dell’uomo contro il popolo di Jean-Louis Harouel (2019).
