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Diplomazia pontificia, la questione armena, Wachowski nunzio in Iraq (AciStampa 20.09.25)

20 Settembre 2025/in Rassegna Stampa /da adminwp

La visita a Leone XIV del Catholicos Karekin II, capo della Chiesa Apostolica Armena, ha avuto il pregio di porre di nuovo al centro dell’attenzione la questione dei cristiani in Armenia, che ha visto anche ufficiali governativi entrare nella Santa Sede di Etchmiadzin, sede della Chiesa Apostolica Armena, per arrestare dei sacerdoti considerati attivisti.

Dopo l’accordo di pace – dolorosissimo per l’Armenia – con l’Azerbaijan, la Chiesa Apostolica Armena si trova forse isolata più che mai a difendere il patrimonio religioso del Nagorno Karabakh – il cui antico nome armeno è Artsakh – che l’Azerbaijan si è comunque impegnato a rispettare, anche se poi la cattedrale di Shushi, bombardata dagli azeri durante l’ultima guerra, è stata ricostruita senza la croce che vi si stagliava in cima. Per Karekin II, si è trattato del quarto Papa incontrato. Il catholicos aveva incontrato Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco più volte, una addirittura accogliendolo in visita in Armenia.

La visita del Catholicos ha un impatto diplomatico anche per la Santa Sede. C’ stato, tra le altre cose, un incontro con il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, nonché quello con altri officiali di Segreteria di Stato e di vari dicasteri. La Santa Sede ha anche un rapporto molto stretto con l’Azerbaijan, che da poco ha stabilito una sua ambasciata residente presso la Santa Sede e che nel corso degli anni ha finanziato, attraverso la fondazione legata al presidente Aliyev, diverse opere d’arte in Vaticano e nelle catacombe.

La visita di Karekin e il suo impatto diplomatico sembrano passare in secondo piano di fronte ai due grandi fronti che vedono impegnata la diplomazia pontificia: la situazione a Gaza, drammatica – e il Santo padre, nell’udienza generale del 17 settembre, ha parlato chiaramente del necessario rispetto del comandamento di “Non uccidere” – e quella in Ucraina, laddove il Papa, con dichiarazioni estemporanee a Castel Gandolfo, ha smontato improvvisamente la narrativa della “NATO che abbaiava alla Russia” portata avanti dal suo predecessore, sottolineando che “la NATO non ha attaccato nessuno”.

Intanto, Leone XIV nomina il “vice ministro” degli Esteri vaticano Miroslaw Wachowski a nunzio in Iraq, in quella che è la prima nomina di Segreteria di Stato del suo papato.

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Dal 12 al 14 settembre, il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, è stato in visita in Portogallo, dove ha visitato anche il luogo dell’incidente della funicolare. Dopo il nunzio Bernardini, un altro lutto colpisce il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede: è morto a soli 67 anni l’arcivescovo Rugambwa, nunzio.

Il sottosegretario per il Multilaterale della Segretaria di Stato, monsignor Daniel Pacho, ha invece partecipato alla riunione dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica a Vienna, ribadendo il no all’uso e anche al solo possesso delle armi nucleari.

                                                           FOCUS ARMENIA

Karekin II da Leone XIV

Il 16 settembre, in una tappa del suo viaggio verso gli Stati Uniti, il Catholicos della Chiesa Apostolica Armena Karekin II ha incontrato Leone XIV a Palazzo Barberini a Castel Gandolfo. Il Catholicos è stato accompagnato dal Cardinale Kurt Kohc, presidente del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.

Dell’incontro ha dato notizia un comunicato del dicastero vaticano e uno della Santa Sede di Etchmiadzin.

Nel comunicato della Chiesa Apostolica Armena, è stato sottolineato che Leone XIV e il catholicos hanno avuto un colloquio privato – il primo personale da quando Leone è stato eletto Papa. Si legge nel comunicato che Karekin “ha riflettuto con soddisfazione sul fatto che i legami fraterni tra le due Chiese si siano rafforzati attraverso incontri cordiali e testimonianze di fede congiunte, ricordando la visita di Papa Giovanni Paolo II di beata memoria in Armenia nel 2001 e poi, nel 2016, la propizia occasione di ospitare Papa Francesco di beata memoria”.

Karekin ha anche ricordato la Divina Liturgia celebrata nella cattedrale di San Pietro nel 2015 per il centenario del genocidio armeno e la proclamazione di San Gregorio di Narek come dottore della Chiesa, e si è detto fiducioso che le relazioni tra Chiesa Cattolica e Chiesa Apostolica Armena continueranno a svilupparsi con lo stesso spirito “fraterno e caloroso”.

La conversazione – prosegue il comunicato di Etchmiadzin – si è poi focalizzata sui “disastri e le sfide preoccupanti che stanno avvenendo nel mondo”, nonché “delle sfide e le prove che l’Armenia e il popolo armeno devono affrontare”. Karekin ha portato all’attenzione del Papa “le questioni degli armeni dell’Artsakh, sfollati dalla loro patria ancestrale, l’imperativo di preservare il patrimonio spirituale e culturale armeno di fronte alla minaccia di distruzione in Artsakh, e il rilascio di prigionieri di guerra e ostaggi”.

È un tema grande, anche perché da anni l’Armenia lamenta un “genocidio culturale” in corso nel Nagorno Karabakh, mentre l’Azerbaijan, da parte sua, lamenta che gli armeni hanno distrutto le moschee che erano presenti sul territorio, oltre a rivendicare la presenza di una Chiesa Greco Cattolica Albaniana che sarebbe precedente all’arrivo degli armeni.

Leone XIV e Karekin II hanno “sottolineato l’importanza della missione delle Chiese nell’instaurare la giustizia e la pace nel mondo, nel garantire la convivenza armoniosa dei popoli, nella vocazione dei fedeli servitori di Dio, nell’arricchire il cuore delle persone con fede, speranza e amore”, e rimarcato come si debbano “unire gli sforzi delle Chiese per diffondere la luce del Vangelo, proteggere i diritti umani e costruire un mondo prospero e sicuro”.

Il Catholicos ha invitato Leone XIV a visitare l’Armenia, così come hanno fatto i suoi prodecessori.

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