Salonicco e la memoria condivisa di armeni ed ebrei (Aurora-Israel 30.09.25)
La comunità ebraica, una delle più grandi d’Europa prima della Seconda Guerra Mondiale, fu quasi annientata nel 1943 a seguito delle deportazioni di massa ad Auschwitz. Allo stesso tempo, la comunità armena mantiene viva la memoria del genocidio del 1915, in cui più di un milione di persone furono assassinate dall’Impero Ottomano.
Questo parallelismo ha creato un legame simbolico tra le due minoranze, che per decenni hanno cercato di preservare la propria identità in un Paese a maggioranza ortodossa. Leader locali come Akis Dagazian, rappresentante della comunità armena, insistono sul fatto che la memoria condivisa sia uno strumento fondamentale per mettere in guardia dai pericoli della negazione e dell’oblio storico.
Negli ultimi anni, la Grecia ha assistito a un rinnovato interesse nel riconoscere e dare visibilità a queste comunità. Memoriali, eventi pubblici e discorsi ufficiali sono diventati spazi di rivendicazione, non solo per le vittime dell’Olocausto, ma anche per coloro che hanno subito violenze sistematiche in Armenia.
La memoria di ebrei e armeni a Salonicco viene quindi proiettata come esempio di solidarietà tra popoli che hanno subito tragedie simili. Ricordando insieme, queste comunità non solo onorano i loro antenati, ma costruiscono anche un messaggio contemporaneo contro l’odio, la discriminazione e l’indifferenza sociale.
