Armenia 1915, una testimonianza (L’Opinione, 14.08.15)

Per capire cosa significa la disperazione (e l’orrore) che sono in quel grido strozzato, «Mikael… Mikael…» evocato nel libro, si deve andare alla pagina 63, capitolo 17. Ma il lettore non abbia fretta di andarci, non c’è bisogno: non è un poliziesco dove l’autore gioca a rimpiattino con chi legge, e dissemina tracce qua e là ben occultate, per vedere chi dà scacco matto e scopre il colpevole. Qui no. Qui c’è solo da aver pazienza; sopportare che pagina dopo pagina il cuore ti si stringa per la pena: lo devi decidere davvero che vuoi andare avanti nella lettura, conoscere un orrore che si dipana pagina dopo pagina: una sofferenza reale, una persecuzione subita e patita, senza scopo o ragione, come del resto sono tutte le persecuzioni, le sofferenze.

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