Armenia-Azerbaigian, Trump: “Paesi si impegnano per fine guerra” (Rassegna 08.08.25)

Incontro alla Casa Bianca tra Donald Trump, Aliyev e Pashiniyan per la firma di un memorandum di intesa per un futuro accordo di pace tra Armenia e Azerbaigian. Collegamento con Mariano Giustino da Ankara (Radio Radicale)

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Azerbaijan e Armenia firmano l’accordo, “Grazie a Trump pace nel Caucaso, merita il Nobel” (Tgcom24)

Sarà istituita la cosiddetta “Trump Route for international peace and prosperity”, un corridoio di transito che garantirà a Baku pieno accesso all’enclave di Nakhichevan “nel pieno rispetto della sovranità dell’Armenia

Accordo storico alla Casa Bianca tra Armenia e Azerbaijan dopo 30 anni di conflitti. Il presidente statunitense Donald Trump ha annunciato che l’accordo firmato tra i due Paesi risolve “la questione chiave che aveva fatto fallire i precedenti negoziati”, istituendo la cosiddetta “Trump Route for international peace and prosperity“. Il corridoio di transito garantirà a Baku pieno accesso all’enclave di Nakhichevan “nel pieno rispetto della sovranità dell’Armenia”. Secondo Trump, il corridoio sarà sviluppato in partenariato esclusivo tra Armenia e Stati Uniti “per un periodo fino a 99 anni”, con la prospettiva di “significativi investimenti infrastrutturali da parte di aziende americane”, con benefici economici per i due Paesi caucasici e per Washington. Il presidente armeno e quello azero hanno ringraziato Trump grazie al quale “torna la pace nel Caucaso”.

L’avverimento russo all’Armenia, Lavrov: “Rischia di perdere la sovranità con un avvicinamento alla Nato”

Il presidente dell’Azerbaijan, Ilham Aliyev, ha definito “storico” l’accordo raggiunto oggi con l’Armenia alla Casa Bianca e ha attribuito un ruolo decisivo al presidente statunitense Donald Trump. “Quello che non siamo riusciti a ottenere in oltre trent’anni, oggi lo abbiamo realizzato: la pace nel Caucaso meridionale”, ha dichiarato, ricordando “due guerre molto dure” e “molte vite sacrificate” nel conflitto con Erevan. Aliyev ha sottolineato che, senza l’intervento di Washington, “oggi Armenia e Azerbaijan sarebbero ancora intrappolati in un interminabile processo negoziale”. Il presidente ha inoltre evidenziato l’importanza della “Trump route for international peace and prosperity”, che “creerà nuove linee di connettività, abbatterà muri e offrirà opportunità di collegamento per molti Paesi, con investimenti, prosperità e stabilità”. “Abbiamo perso molti anni tra occupazione e spargimenti di sangue. Oggi giriamo pagina e offriamo un futuro luminoso e sicuro ai nostri figli”, ha concluso Aliyev, esprimendo gratitudine a Trump per il ruolo svolto.

Anche il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha definito “storico” l’accordo siglato con l’Azerbaijan alla Casa Bianca, ringraziando il presidente statunitense Donald Trump e il suo team “per aver mediato questo risultato che cambia le regole del gioco”. “Si tratta di un successo per i nostri Paesi, per la nostra regione e per il mondo, perché una regione più pacifica significa un mondo più sicuro”, ha dichiarato Pashinyan, parlando di “una testimonianza ulteriore della leadership globale e dell’eredità di statista e pacificatore” di Trump. “Portare la pace ha richiesto visione, coraggio politico e determinazione – ha aggiunto – ma soprattutto fede nella causa. Come dice la Bibbia: ‘Beati i pacificatori, perché saranno chiamati figli di Dio’. Che Dio illumini questa strada”.

Azerbaijan e Armenia propongono il Nobel per la pace a Trump

 Il presidente dell’Azerbaijan Ilham Aliyev ha suggerito di inviare una candidatura congiunta, insieme all’Armenia, per il conferimento del Premio Nobel per la Pace a Trump, dopo che i due Paesi rivali hanno firmato un accordo volto a porre fine a decenni di conflitto. “Quindi forse concordiamo con il Primo Ministro (Nikol) Pashinyan di inviare un appello congiunto al comitato per il Nobel affinché assegni il Premio Nobel per la Pace al Presidente Trump”, ha dichiarato durante l’evento alla Casa Bianca. Pashinyan ha risposto: “Penso che il Presidente Trump meriti il Premio Nobel per la Pace e noi lo difenderemo e lo promuoveremo”.

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Missione Caucaso per il pacificatore Trump. Armenia e Azerbaigian meno distanti (Formiche.it)

Se Trump sarà visto come una “forza politica irresistibile”, allora potrà favorire la stabilizzazione in un’area strategica in cui gli Stati Uniti consolideranno la loro influenza, erodendo quella dei rivali

La Casa Bianca si prepara a ospitare domani una cerimonia che Donald Trump definisce un “Vertice storico per la pace”. Al fianco del leader azero Ilham Aliyev e del primo ministro armeno Nikol Pashinyan, il presidente statunitense firmerà un’intesa destinata — nelle intenzioni — a chiudere una delle dispute territoriali più lunghe e radicate del pianeta.

Si tratta di un traguardo che Trump presenta come uno dei maggiori successi di politica estera della sua presidenza, parte del tentativo di consolidare l’immagine di “uomo di pace” che lo accompagnerà nella storia (magari anche attraverso un Premio Nobel). Il negoziato arriva dopo aver già promosso accordi di normalizzazione tra Rwanda e Repubblica Democratica del Congo, India e Pakistan (sebbene New Delhi smentisca), e più di recente tra Cambogia e Thailandia. Sullo sfondo, però, restano irrisolte le crisi in Ucraina e a Gaza, dove la diplomazia americana non è ancora riuscita a imprimere svolte decisive.

Il conflitto armeno-azero ha origini negli anni ’80 e ha conosciuto diverse ondate di violenza, l’ultima nel 2023, quando Baku ha preso il controllo del Nagorno-Karabakh. L’intesa mediata da Washington prevede una clausola economica di forte impatto: l’Armenia consentirà il passaggio nei 43,5 chilometri del Corridoio di Zangezur — battezzato “Trump Route for International Peace and Prosperity” — che collegherà il territorio principale dell’Azerbaigian con l’exclave di Nakhichevan, al confine turco.

Il tracciato, che sarà sviluppato da imprese statunitensi, permetterà di spostare merci e persone tra Turchia e Azerbaigian, e da lì verso l’Asia centrale, bypassando sia l’Iran sia la Russia. Una svolta logistica di peso, perché l’attuale frontiera tra Armenia e Azerbaigian è chiusa e fortificata. Ankara ha già espresso pieno sostegno al progetto, mentre Teheran lo osteggia apertamente e Mosca lo ha criticato, temendo un indebolimento della propria influenza nel Caucaso.

Il negoziato ha preso forma in primavera, quando l’inviato speciale Steve Witkoff — che sta guidando questi e tutti i negoziati di pace e stabilità su cui Washington si è lanciato — ha visitato a sorpresa a Baku, su sollecitazione del governo del Qatar, arrivando da Mosca. A quel punto, Witkoff ha incaricato Aryeh Lightstone, già stretto collaboratore di David Friedman nell’ambasciata Usa a Israele e vicino a Jared Kushner, di guidare il processo. Aryeh Lightstone ha effettuato cinque missioni nell’area, lavorando in silenzio con le due delegazioni.

Secondo fonti americane, la chiave per convincere Nikol Pashinyan è stata la prospettiva di rafforzare i rapporti con Washington e ottenere un “paracadute strategico” contro eventuali future pressioni militari di Baku. La stessa fonte sottolinea che l’approccio è stato “tipicamente trumpiano”: spostare la questione dal piano della rivalità etnica a quello delle opportunità commerciali.

Resta comunque complesso il quadro politico interno: per molti osservatori, un accordo duraturo richiederà anche una revisione della Costituzione armena per eliminare ogni riferimento al Nagorno-Karabakh come territorio nazionale. Inoltre, la bozza non affronta ancora nodi umanitari e culturali cruciali, come la sorte dei circa 120.000 armeni sfollati nel 2023, la liberazione dei prigionieri di guerra o la protezione dei siti culturali armeni.

Se l’intesa dovesse reggere, gli Stati Uniti potrebbero rafforzare in modo decisivo la loro posizione in un’area di cerniera tra Europa e Medio Oriente, riducendo la capacità di influenza di Russia, Iran e Cina. Questo accordo crea un percorso irreversibile verso la normalizzazione dei rapporti sotto l’egida dell’amministrazione Trump, spiegano le fonti americane, aggiungendo che all’inizio sarà una pace tra governi, ma l’obiettivo è trasformarla col tempo in una pace calda tra i popoli.

Rimane aperta la questione dell’eventuale ripristino degli aiuti militari statunitensi all’Azerbaigian, sospesi dall’amministrazione Biden quando Baku si era avvicinata a Mosca e Aliyev aveva ventilato nuove operazioni militari contro l’Armenia. Da ricordare che in passato, il sostegno americano aveva raggiunto i 100 milioni di dollari in equipaggiamenti e finanziamenti.

Oggi l’Azerbaigian non avrebbe bisogno sul piano pratico di quel sostegno, forte della collaborazione militare con Israele. Ma un parziale ripristino degli aiuti avrebbe un significato politico, e potrebbe comunque rappresentare “la ciliegina sulla torta” per rendere più appetibile l’accordo a Baku.

Per mantenere l’intesa, “Trump deve essere percepito in Armenia come una forza politica irresistibile”, osserva Matthew Bryza, ex ambasciatore Usa a Baku e già negoziatore sul conflitto. Sarebbe un passo storico verso l’integrazione di una regione strategica, che consoliderebbe la presenza statunitense nel Caucaso — cruciale per la Belt & Road cinese e sempre più sotto le attenzioni internazionali per rotte commerciali e materie prime.

Come ricorda Mike Carpenter, ex ambasciatore Usa presso l’Osce e già direttore per l’Europa nel Consiglio di Sicurezza Nazionale sotto l’amministrazione Biden, “l’accordo rafforzerebbe indubbiamente il peso degli Stati Uniti. Ma, soprattutto, ridurrebbe il ruolo di attori esterni che in questa regione, e non solo, esercitano un’influenza destabilizzante, in primo luogo Iran e Russia”.


Armenia-Azerbaigian, Trump: “Paesi si impegnano per fine guerra” (Skytg24)

“La mia ambizione è portare la pace nel mondo”, ha detto il tycoon in occasione dell’incontro alla Casa Bianca tra i leader dei due Paesi del Caucaso meridionale, impegnati in una guerra durata quasi 40 anni. Il presidente statunitense ha annunciato anche la revoca delle restrizioni alla cooperazione militare tra gli Stati Uniti e Baku

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che l’Armenia e l’Azerbaigian sono impegnati per una pace permanente. Accogliendo alla Casa Bianca i leader dei due paesi del Caucaso meridionale – impegnati in una guerra decennale – Trump, annunciando anche la revoca delle restrizioni alla cooperazione militare tra gli Stati Uniti e Baku, ha affermato: “L’Armenia e l’Azerbaigian si impegnano a porre fine a tutti i combattimenti per sempre, ad aprire il commercio, i viaggi e le relazioni diplomatiche e a rispettare la sovranità e l’integrità territoriale dell’altro”. “La mia ambizione come presidente è portare la pace nel mondo”, ha detto.

Quasi 40 anni di guerra

I leader dei due Paesi hanno firmato un “accordo quadro” dopo quasi 40 anni di guerra. Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan e il presidente azero Ilham Aliyev si sono incontrati alla Casa Bianca, dove hanno firmato l’accordo che dovrebbe portare a una pace formale, mediato dal presidente Donald Trump.

Ue: “Passo decisivo”

L’Ue si congratula con il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, e il primo ministro dell’Armenia, Nikol Pashinyan, per la firma della dichiarazione congiunta di pace alla Casa Bianca. “E’ un passo decisivo verso una pace e una stabilità durature”, scrive su X la commissaria europea per l’Allargamento, Marta Kos, aggiungendo di attendere la sua prossima visita nei due Paesi. “Sono pronta a sostenere il processo di normalizzazione e la connettività regionale”, aggiunge. Intanto, il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev ha suggerito di inviare una candidatura congiunta, insieme all’Armenia, per il conferimento del Premio Nobel per la Pace a Trump. Il presidente armeno Pashinyan ha risposto: “Penso che il Presidente Trump meriti il Premio Nobel per la Pace e noi lo difenderemo e lo promuoveremo”.

Approfondimento

Turchia: “Bene progressi per pace duratura”

La Turchia ha accolto positivamente l’annuncio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump e l’accordo a Washington tra Armenia e Azerbaigian che si sono impegnati a “porre fine definitivamente” al conflitto decennale tra i due Paesi. “Accogliamo con favore i progressi compiuti verso una pace duratura tra Azerbaigian e Armenia”, ha scritto il Ministero degli Esteri turco in una nota.-


Trump media la pace tra Armenia e Azerbaigian, con un corridoio strategico che porta il suo nome (TGLa7)


Trump riceve i leader di Armenia e Azerbaijan: “Storico vertice di pace” (Repubblica)


Trump ospita alla Casa Bianca lo storico vertice di pace tra Armenia e Azerbaigian (Euronews)


Ue, ‘bene intesa di pace Armenia-Azerbaigian, passo decisivo’ (Ansa)


Azerbaigian e Armenia firmano un accordo di pace storico dopo decenni di conflitto (Euronews)


Armenia, Azerbaigian e le paci di Trump (Il Foglio)


Armenia e Azerbaijan hanno firmato un accordo di pace, anche grazie a Trump (Post)


Azerbaigian e Armenia firmano un accordo di pace storico dopo decenni di conflitto (Euronews)