Armenia – L’OSCE spinge sulla pace (Assadakah 17.10.25)
Letizia Leonardi (Assadakah News) – La Presidente di turno dell’OSCE, il ministro degli Esteri finlandese Elina Valtonen, ha concluso la sua visita ufficiale in Armenia elogiando apertamente la disponibilità di Yerevan a procedere sulla via della pace e della normalizzazione con l’Azerbaijan.
Durante il suo soggiorno nella capitale armena, Valtonen ha incontrato il Primo Ministro Nikol Pashinyan e il ministro degli Esteri Ararat Mirzoyan. Al centro dei colloqui, la fase post-bellica nel Caucaso meridionale e il ruolo dell’OSCE in un nuovo quadro regionale ormai privo del suo storico strumento diplomatico: il Gruppo di Minsk.
Secondo quanto dichiarato dalla rappresentante del governo finlandese, la decisione congiunta di Armenia e Azerbaijan,ratificata lo scorso 1° settembre da tutti i 57 Stati membri dell’OSCE, di chiudere definitivamente il processo di Minsk rappresenta “una pietra miliare importante verso una pace sostenibile”. Il Gruppo di Minsk, istituito nel 1992 per facilitare la risoluzione del conflitto del Nagorno-Karabakh, non è infatti più considerato funzionale alla nuova fase politica seguita alla resa del 2023 e allo spopolamento forzato dell’Artsakh armeno.
Valtonen ha riconosciuto i “risultati tangibili” finora raggiunti da Yerevan e Baku, ma ha avvertito che “la pace non può essere solo un accordo fra governi”. Secondo la Presidente dell’OSCE, sarà decisivo “ampliare i contatti interpersonali a tutti i livelli della società per favorire una riconciliazione autentica”. In questo senso, ha assicurato che l’OSCE continuerà a sostenere ogni iniziativa diretta a garantire “stabilità duratura nella regione, a beneficio delle popolazioni colpite da decenni di conflitti”.
La ministra finlandese ha inoltre incontrato rappresentanti della società civile armena e diversi think tank locali, esprimendo apprezzamento per “l’approccio aperto e collaborativo del governo verso una società civile vivace e consapevole”, definita dalla Finlandia “la vera spina dorsale della democrazia”.
