«Bisogna educare al ricordo per non essere mai complici» (Lacittadisalerno.it 23.06.15)

Quello di Antonia Arslan, con il suo ultimo romanzo “Il rumore delle perle di legno”, è un vero e proprio recupero della memoria, spinto dal forte desiderio di dare dignità alla storia del popolo armeno. Il romanzo, ultimo di una trilogia (che comprende La masseria delle allodole e La strada di Smirne) verrà presentato a Salerno Letteratura, questa sera alle 19, presso il Tempio di Pomona. Non è la prima volta che la scrittrice italiana di origine armena, si occupa del genocidio del 1915. Con “La masseria delle allodole”, la Arslan arrivò a trentatré edizioni e i fratelli Taviani ne fecero un film. Non era mai stato portato all’attenzione del grande pubblico lo sterminio completo del popolo armeno, sistematicamente compiuto dall’Impero Ottomano sul suolo turco . Con “Il rumore delle perle di legno”, edito da Rizzoli, la scrittrice attraverso i ricordi della sua famiglia ripercorre le tappe del suo popolo.

Quando ha sentito parlare per la prima volta di genocidio degli armeni?

Da bambina, quando mio nonno, poco prima di morire, raccontava storie lontane che a me sembravano favole. Non pensavo che un giorno le avrei raccontate io. Un po’ alla volta i ricordi sono riemersi. Ci ho messo molti anni a mettere insieme tutto, anche grazie alla presa di coscienza della mia identità armena attraverso il grande poeta Daniel Varujan. Ma sono nata qui in Italia, da madre italiana e da padre armeno. Quindi, quando mi chiedono cosa sento dentro, rispondo sempre che sono al cento per cento italiana e al cento per cento armena.Continua