Coronavirus. I capi delle Chiese del Santo Sepolcro: “le celebrazioni continueranno” (Avvenire 26.03.20)

L’annuncio delle Comunità greco-ortodossa, latina e armena. Per motivi di sicurezza, presenti pochi fedeli. Ieri le autorità israeliane avevano decretato la chiusura della Basilica

“Le celebrazioni delle Comunità greco-ortodossa, latina, armena continueranno regolarmente, anche se per motivi di sicurezza e allo scopo di evitare il rischio di diffusione dell’infezione Covid-19, il numero dei
partecipanti alle celebrazioni sarà limitata a poche persone e la basilica sarà accessibile solo durante le liturgie”.

È quanto hanno stabilito i capi delle tre Comunità cristiane residenti nella basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme, i patriarchi greco-ortodosso e armeno di Gerusalemme, Teofilo III e Nourhan Manougian, e il custode di Terra Santa, padre Francesco Patton.

In una nota congiunta i tre firmatari assicurano che “le preghiere all’interno della basilica proseguiranno con maggiore intensità. Pregheremo per chiedere al Padre Celeste la fine della pandemia, la guarigione dei
malati, la protezione del personale medico, la saggezza per i pastori e i governanti e la salvezza eterna per coloro che hanno perso la vita. Eleviamo questa preghiera – conclude la nota -proprio dal luogo in cui Gesù Cristo, con la sua morte sul Calvario e con la sua risurrezione dal Sepolcro dopo tre giorni, ha sconfitto il male, il peccato e la morte”.

Ieri le autorità israeliane avevano ordinato la chiusura della Basilica del Santo Sepolcro. Decisione che seguiva quella dei giorni scorsi, con la quale erano state chiuse la Moschea di Al Aqsa e la Cupola della Roccia, oltre all’area esterna sul Monte del Tempio.

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La Roma sui social vince il derby ma è sotto Totti. Mikhi sul podio, record Zaniolo (Corriere dello sport 24.03.20)

ROMA – Senza ombra di dubbio, Nicolò Zaniolo è il giocatore della Roma che ha avuto la crescita più importante nell’ultimo anno e mezzo. Posto da titolare in giallorosso, probabile convocazione all’Europeo (prima dell’infortunio e del rinvio della competizione), numeri record in Champions League e qualità da vero campione. Crescita vertiginosa anche sui social: poco prima di approdare in giallorosso Zaniolo su Instagram veniva seguito più o meno da 15mila utenti, coloro che lo avevano saputo apprezzare nella Primavera dell’Inter e nella Nazionale Under19. In un anno e mezzo il suo profilo social registra invece una crescita anche qui record, con 913mila follower in costante aumento.

Tutte le notizie sulla Roma

È uno dei giocatori più popolari della Roma, così anche dai numeri social si possono intuire le qualità, le gerarchie e il passato dei protagonisti del campo di calcio. E allora dai profili Instagram e Twitter (anche se quest’ultimo va meno di moda tra i calciatori) è possibile capire perché la Roma stia cercando in tutti i modi di trattenere Henrikh Mkhitaryan e Chris Smalling, i veri senatori dello spogliatoio giallorosso e del panorama social capitolino. Il trequartista armeno ha fatto scorpacciata di fan nelle sue avventure in Ucraina, Germania e Inghilterra (oltre dai connazionali armeni), ed è al primo posto della classifica dei social giallorossi: 2,8 milioni di follower su Instagram 1,4 milioni su Twitter. Al secondo posto, distaccato di poco l’ex nazionale inglese (ma con serie possibilità di tornare) in prestito dal Manchester United con 2,4 milioni su Instagram e 1,7 su Twitter. Centomila ‘seguaci’ di differenza tra i due giocatori, due posizioni del podio blindate considerando che Dzeko sale sul terzo gradino con ‘solamente’ 1,4 milioni su Instagram e uno e mezzo su Twitter.

Il quarto posto di questa speciale classifica è conteso ma va a chi ha giocato nel Paris Saint Germain per tanti anni ed è apprezzato anche in Argentina. Javier Pastore con 995mila follower su Instagram e ben un milione su Twitter stacca di poco Cengiz Under con 984mila seguaci (quasi tutti provenienti da Roma e Istanbul) sul social delle fotografie (solo 199mila su Twitter che utilizza raramente), seguito poi da Zaniolo con 913milaKluivert con 812mila e Carles Perez con 684mila.

Roma-Pallotta, avanti per forza

Dall’ex Barcellona si apre una voragine con gli altri giocatori. Di ben 247mila seguaci con Diego Perotti (437mila follower), addirittura di 305mila con Lorenzo Pellegrini. Il ‘predestinato’ a indossare la fascia da capitano e diventare uno dei migliori giocatori italiani non riscuote grande successo sui social, complice anche una crescita meno veloce rispetto al talento Zaniolo. Chiudono la top ten dei più seguiti l’ex Juve Leonardo Spinazzola con 512mila e Davide Zappacosta con 484mila follower su Instagram.

E la Roma? Continua a crescere, sebbene sia ancora distaccata dai colossi storici come Juventus (38 milioni su Ig), Inter (4,8mln) e Milan (7,5mln). Con i suoi 3,2 milioni di follower su Instagram ha sicuramente vinto il derby con la Lazio (ferma a 595mila follower), ma sta ancora ‘lottando’ per superare la bandiera Francesco Totti che vanta 3,4 milioni di fan. Discorso inverso invece su Twitter, con il 1,5 milioni di utenti sul profilo giallorosso contro i 377mila dell’ex capitano.

Schick, e se alla fine tornasse alla Roma?

LA CLASSIFICA DEI GIOCATORI SU INSTAGRAM 

1- Mkhitaryan 2,8 milioni
2- Smalling 2,4 milioni
3- Dzeko 1,4 milioni
4- Pastore 995mila
5 – Under 984mila
6- Zaniolo 913mila
7- Kluivert 812mila
8 – Perez 684mila
9- Spinazzola 512mila
10 – Zappacosta 484mila
11- Perotti 437mila
12- Juan Jesus 408mila
13 – Pellegrini 379mila
14- Santon 266mila
15 – Diawara 246mila
16 – Kalinic 237mila
17- Kolarov 198mila
18 – Cristante 162mila
19 – Perez 152mila
20- Mancini 139mila
21- Pau Lopez 129mila
22- Veretout 107mila
23- Mirante 100mila
23 – Fuzato 73mila
24 – Ibanez 58mila
25 – Cetin 43mila
26 – Villar 35mila
27 – Fazio (social disattivato)

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Armenia: coronavirus, presidente Sarkissian invita a rispettare misure restrittive (Agenzianova 24.03.20)

Erevan, 24 mar 14:31 – (Agenzia Nova) – Il presidente dell’Armenia Armen Sarkissian ha firmato le leggi sugli emendamenti al codice penale e le modifiche al codice dei reati amministrativi. È quanto riferisce una nota della presidenza, secondo cui le leggi mirano a migliorare l’efficienza delle misure adottate dall’Armenia durante l’attuale stato di emergenza volte a combattere la diffusione del coronavirus. “Le misure preventive sono necessarie e dovrebbero essere attuate incondizionatamente da tutti in modo responsabile. Tutte le autorità competenti, comprese le forze dell’ordine, dovrebbero dimostrare un alto livello di responsabilità durante l’adempimento delle leggi”, ha detto Sarkissian. “Mentre si definiscono le regole di quarantena e di auto-quarantena, anche durante lo stato di emergenza, è necessario mostrare un atteggiamento premuroso e un approccio personale nei confronti delle persone che affrontano vari gravi problemi di salute”, ha aggiunto il capo dello Stato. Il parlamento armeno ha adottato ieri un disegno di legge che aggrava le pene e le sanzioni amministrative per chi viola le misura di quarantena sinché resterà in vigore lo stato di emergenza. (Res)

Mkhitaryan dà l’ok al riscatto: la Roma contatta l’Arsenal (Corrieredellosport.it 23.03.20)

ROMA – Giocando con un’applicazione sul telefono, Monika MKhitaryan ha ‘scoperto’ di avere un 21% di lineamenti italiani. Sui propri social ci ha scherzato su, magari avrà anche informato il fratello Henrikh proponendogli di provare il gioco. Il trequartista della Roma non ha origini italiane, ma non è escluso che il suo futuro possa ancora essere nel Belpaese. Perché il diesse Petrachi ha già avviato i contatti con l’Arsenal per acquistarlo, convinto che l’armeno possa essere anche nei prossimi anni un elemento importante della rosa giallorossa. E come non dargli torto: tornato in campo a febbraio dopo l’infortunio alla coscia, Mkhitaryan ha messo a segno tre gol e due assist in quattro partite, per un totale di sei reti in tredici presenze in campionato.

Mkhitaryan, l’offerta della Roma e la richiesta dell’Arsenal

Nel suo momento migliore, quando ormai sembravano essere alle spalle i problemi fisici, è arrivato lo stop per l’emergenza Coronavirus, ma è ormai intenzione di Petrachi portare definitivamente Henrikh a Trigoria la prossima estate. Molto dipenderà dalle sorti del campionato e dal piazzamento finale della Roma, ma intanto il diesse ha sondato il terreno con l’Arsenal e l’agente del giocatore. Apertura da parte di Mino Raiola, in ottimi rapporti con la Roma, disponibilità del club inglese a trattare. Le cifre però sono ancora da definire, perché li londinesi vorrebbero circa 24 milioni di euro per cedere Mkhitaryan, Petrachi invece è disposto ad offrirne al massimo venti, complice anche il contratto dell’armeno in scadenza il prossimo anno. Base di partenza quindici milioni più due di bonus, l’Arsenal tramite intermediari ha preso tempo aspettando altre offerte.

Roma, Fonseca lavora già al futuro: si riparte da lui

Mkhitaryan, la moglie si trova bene a Roma

Mkhitaryan? A Roma si trova bene, ama la città (come del resto tutti i giocatori), ha trovato un ottimo ambiente di lavoro a Trigoria e anche la moglie è attratta dalla possibilità di vivere in Italia. Hanno fatto nascere il loro primogenito nella Capitale, qui hanno trovato molti connazionali ed è in buoni rapporti sia con l’ambasciata sia con la comunità armena che ha incontrato in più di un’occasione. Il nodo non è l’ingaggio, sarà più basso rispetto a quello percepito all’Arsenal ma avrà più anni di contratto, la vera trattativa sarà con i londinesi che vorranno cercare di strappare un buon prezzo per la cessione dell’armeno.

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Una spada di 5000 anni fa portata alla luce nei pressi di Venezia (Focustech 20.03.20)

Custodita in una teca del museo di San Lazzaro, nel Monastero dell’Isola di San Lazzaro degli Armeni, assieme ad alcuni oggetti medioevali, vi è nascosto un tesoro ben più antico. Ad accorgersene è stata Vittoria Dall’Armellina, dottoranda dell’Università di Ca’ Foscari, che durante una visita al museo si è resa conto che poteva trattarsi di una spada di 5000 anni fa

Custodita in una teca del museo di San Lazzaro, nel Monastero dell’Isola di San Lazzaro degli Armeni, assieme ad alcuni oggetti medioevali, vi è nascosto un tesoro ben più antico. Ad accorgersene è stata Vittoria Dall’Armellina, dottoranda dell’Università di Ca’ Foscari, che durante una visita al museo si è resa conto che poteva trattarsi di una spada di 5000 anni fa.

Le somiglianze con le antiche spade anatoliche

La spada infatti somiglia molto ad alcune armi risalenti a quel periodo e rinvenute nel Palazzo Reale di Arslantepe, nell’Anatolia Orientale. Potrebbe dunque trattarsi di una delle armi più antiche al mondo. Un’altra spada davvero molto simile a quella di San Lazzaro, si trova infatti al museo di Tokat in Turchia e proviene dalla regione di Sivas. Per questo motivo la ricercatrice italiana, dopo aver appurato che la spada non faceva parte di nessuno dei cataloghi del vicino oriente, ha deciso di approfondire le indagini.

Le indagini, svolte con la supervisione della professoressa di Archeologia del Dipartimento di Studi Umanistici e suo supervisore dottorale, hanno confermato che la spada è molto simile, non solo nella forma ma anche nella composizione chimica, a quelle che risalgono al 3000 a. C. e provengono dalla zona dell’Anatolia.

Le analisi sulla composizione della lega metallica sono state eseguite in collaborazione con la professoressa Ivana Angelini e il Centro Interdipartimentale di Ricerca Studio e Conservazione dei Beni Archeologici, Architettonici e Storico-Artistici (Ciba) dell’Università di Padova. Dalle analisi è emerso che la spada è composta di rame arsenicato, una lega di rame e stagno il cui utilizzo era diffuso prima dell’avvento del bronzo.

La grande somiglianza con le spade di Arslantepe e la composizione del metallo hanno permesso di datare il reperto di San Lazzaro ad un periodo tra la fine del IV e l’inizio del III millennio a.C.. È stato anche confermato che si tratti di un reperto molto raro.

Ma come è giunta a San Lazzaro questa spada di 5000 anni fa?

Tutt’altra storia è il mistero di come la spada sia giunta al monastero di San Lazzaro. Grazie alla consulenza di Padre Serafino Jamourlian, del Monastero Mechitarista di San Lazzaro è stato possibile risalire ad una parte della storia della spada. Consultando gli archivi del museo è emerso che la spada giunse a Venezia dalla città di Trebisonda, come dono di Yervant Khorasandjian, un mercante e collezionista d’arte, ai Padri Armeni, nella metà dell’Ottocento.

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Armenia: Banca centrale, al momento non c’è rischio di un aumento di inflazione (Agenzia nova 20.03.20)

Erevan, 20 mar 10:22 – (Agenzia Nova) – Il rischio di un innalzamento dell’inflazione in Armenia, a fronte dello Stato di emergenza attualmente in vigore nel paese, è generalmente basso al momento. Lo ha dichiarato oggi Artur Stepanyan, membro del consiglio di amministrazione della Banca centrale armena, durante una conferenza stampa dedicata al futuro dell’economia nazionale nei prossimi mesi. “Lo scorso 17 marzo abbiamo abbassato il tasso di rifinanziamento, mentre la maggior parte dei paesi della regione lo hanno alzato: nei prossimi mesi lavoreremo per garantire la stabilità economica e dei prezzi, e posso dire con certezza che l’inflazione rimarrà ridotta”, ha detto. (Res)

Aereo che trasportava cittadini armeni da Roma è atterrato con successo a Yerevan (Fonte Armenpress 16.03.20)

Yerevan 16.03.20 – 67 cittadini armeni provenienti dall’Italia sono atterrati questa mattina all’aeroporto Zvartnots di Yerevan con il volo charter di Atlantis European Airways messo a disposizione dal Governo dell’Armenia per far rientrare i cittadini armeni in patria dopo lo scoppio del virus Covid 19.

Tutti i passeggeri sono stati trasportati in un luogo di residenza speciale, a Dilijan, dove dovranno trascorrere la quarantena di 14 giorni.

Ne dà l’annuncio Il Vice Primo Ministro dell’Armenia Tigran Avinyan il quale poi ringrazia tutte le agenzie coinvolte, la compagnia aerea e l’equipaggio, l’ambasciatore dell’Armenia presso la Santa Sede Karen Nazaryan e lo staff dell’Ambasciata armena in Italia “per il lavoro coordinato ed efficace”.

Dal canto suo il ministro della sanità armena Arsen Torosyan ha aggiunto che “Non ci sono stati incidenti di emergenza durante il volo. Non è stata segnalata febbre alta tra i passeggeri al loro arrivo. Il resto è stato fatto secondo il piano annunciato”.

La diffusione del Covid 19 non ha purtroppo risparmiato la piccola repubblica caucasica dell’Armenia. Secondo i dati diffusi dal Governo ci sono ad oggi 30 casi. Le Autorità riferiscono anche che un paziente infetto del Covid 19 è guarito.


Armenia-Italia: volo charter da Roma per rientro cittadini armeni atterrato ad Erevan
Erevan, 16 mar 09:05 – (Agenzia Nova) – Il volo charter da Roma ad Erevan operato da Atlantis Armenian per il rimpatrio di 67 cittadini armeni in Italia è atterrato questa mattina nella capitale caucasica. Lo ha confermato il vicepremier Tigran Avinyan con un messaggio pubblicato sul suo profilo Facebook. “I passeggeri del volo sono stati trasferiti in una struttura specializzata, dove rimarranno per un periodo di quarantena di due settimane”, ha scritto, ringraziando “tutte le agenzie coinvolte, l’equipaggio dell’aereo e il personale dell’ambasciata armena in Italia per l’ottimo lavoro svolto”. “Nonostante alcune ore di ritardo, il volo è atterrato questa mattina all’aeroporto internazionale Zvartnots di Erevan: non ci sono stati particolari incidenti durante il viaggio, e i passeggeri non hanno manifestato febbre elevata”, ha aggiunto il ministro della Sanità, Arsen Torosyan. (segue) (Res)

Coronavirus: Armenia dichiara lo Stato di emergenza fino al 16 aprile (Agenzianova 16.03.20)

Erevan, 16 mar 13:00 – (Agenzia Nova) – Il governo armeno ha dichiarato lo Stato di emergenza nazionale fino al prossimo 16 aprile, per contenere al massimo la diffusione del Covid-19 nel paese caucasico. Lo si apprende dal portale di informazione “News.am”. Il provvedimento è stato disposto durante la riunione di governo straordinaria odierna, convocata per discutere nuove misure di sicurezza sanitaria dopo che il numero totale dei contagiati nel paese ha raggiunto le 30 persone. (Res)

Spada conservata in monastero veneziano è risultata essere tra le armi più antiche del mondo (Sputniknews 15.03.20)

Un’arma di 5mila anni fa dell’Età del Bronzo veniva erroneamente considerata come un manufatto medievale: la scoperta è stata fatta dalla giovane dottoranda italiana Vittoria Dall’Armellina.

La spada notata dalla dottoranda in archeologia Vittoria Dall’Armellina durante la visita al Museo di San Lazzaro degli Armeni a Venezia è risultata avere un’età stimata di 5mila anni, si legge in un comunicato dell’Università Ca’ Foscari del capoluogo veneto.

Vittoria Dall’Armellina aveva visitato il museo nel 2017 e la sua attenzione era stata catturata da un oggetto esposto nella mostra fatto risalire al Medioevo e precedentemente rinvenuto in un piccolo centro dell’Anatolia orientale (Turchia) sulla costa del Mar Nero.

La studentessa di archeologia dell’università di Ca’-Foscari di Venezia, aveva notato una certa somiglianza della spada con oggetti simili della prima Età del Bronzo, quando furono prodotte dall’uomo per la prima volta le spade. Dopo due anni di ricerche, si è scoperto che il manufatto ha effettivamente circa 5mila anni.

Vittoria ed i suoi colleghi hanno stabilito che l’oggetto apparteneva a Padre Ghevond (Leonzio) Alishan, eminente studioso, poeta e sacerdote armeno. Alishan lo ricevette in dono alla fine del XIX secolo e dopo la sua morte nel 1901, il manufatto fu consegnato al monastero.

È stato anche possibile stabilire che la spada era costituita da rame arsenicato (Cu3As), una lega frequentemente utilizzata prima della diffusione del bronzo.

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Ararat, il brandy simbolo dell’Armenia nel mondo.

ARARAT, IL BRANDY SIMBOLO DELL’ARMENIA NEL MONDO: INVECCHIA A YEREVAN, NELLA CANTINA-FORTEZZA CHE È PURE MUSEO DEL GUSTO

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Giovanni Bosi, Yerevan / Armenia

Le albicocche sono indiscutibilmente il simbolo dell’Armenia, basti pensare che alcuni semi di questo frutto sono stati rinvenuti nella zona dell’antico tempio di Garni e già gli antichi romani lo avevano chiamato “mela armena”, connotazione geografica che oggi si ritrova ancora in botanica. Eppure – quasi inaspettatamente – c’è anche un altro simbolo di questo Paese, di cui gli stessi armeni vanno orgogliosi e che si richiama al monte sacro: l’ArArAt, il brandy.

 

(TurismoItaliaNews) Beh, in fondo è comprensibile se si tiene conto che l’Ararat, la montagna associata all’Arca di Noè, “luogo di Dio”, pur ricadendo oggi in territorio turco costituisce una componente irrinunciabile della storia armena. E così si dice, a proposito dell’omonimo brandy, che sia molto di più di una bevanda da sorseggiare, magari per meditare: piuttosto un’opportunità per immergersi nella cultura armena.

ArArAt, il brandy simbolo dell'Armenia nel mondo: invecchia a Yerevan, nella cantina-fortezza che è pure Museo del gusto

ArArAt, il brandy simbolo dell'Armenia nel mondo: invecchia a Yerevan, nella cantina-fortezza che è pure Museo del gusto

“Ararat è un simbolo dell’inizio di una nuova vita, un simbolo di persone aperte e nobili, un simbolo di un paese libero e ospitale: l’Armenia” ci spiegano. E allora per capirne di più, siamo andati a Yerevan per vedere direttamente nel cuore di questo simbolo, dove nasce e invecchia questo leggendario brandy: il possente stabilimento-cantina in Admiral Isakov Ave. è stato costruito al posto della fortezza Hin Erivan nel 1887 dal mercante e filantropo Nerses Tairyan per la Yerevan Brandy Company, e poi comprato nel 1899 da “Shustov & Sons”, famosa azienda vinicola russa del grande industriale Nikolay Sciustov, che già l’anno successivo otteneva il “Gran premio” all’Esposizione Universale di Parigi. Dal 1998 fa parte del gruppo francese Pernod Ricard.

Qui non solo si produce impiegando uve autoctone, coltivate nell’Ararat Valley e nelle regioni di Tavush e Nagorno, ma opportunamente è stato allestito anche un suggestivo percorso museale che consente di conoscere da vicino la tradizione del brandy in Armenia e scoprirne i segreti produttivi, visto che poi tutto i sensi diventano protagonisti, compresi gusto e olfatto grazie alle degustazioni assicurate.

ArArAt, il brandy simbolo dell'Armenia nel mondo: invecchia a Yerevan, nella cantina-fortezza che è pure Museo del gusto

Leggendario si diceva: è proprio così, perché giustamente l’ ArArAt è considerato l’orgoglio di molte generazioni e un simbolo globale del Paese. “L’Armenia è l’erede di un’antica civiltà e la culla della viticoltura e della vinificazione – ci spiegano mentre visitiamo il Museo – ha un patrimonio culturale meravigliosamente ricco, natura fertile, forza e tradizioni spirituali e persone di talento piene di carattere. È stato qui che l’unione di naturale generosità ed energia creativa ha dato nuova vita al business del brandy”.

A ben guardare lo stabilimento sembra esso stesso una fortezza con le sue mura monumentali, sulla riva destra del fiume Hrazdan. La visita della capitale Yerevan – sia che si tratti di delegazioni ufficiali piuttosto che di artisti – parte inevitabilmente dalle botti in cui invecchia il brandy con tour giornalieri pensati anche per i turisti, per immergersi nella storia secolare di questa nobile bevanda e dei segreti della produzione moderna. Del resto, già nel 1887 l’aspetto della produzione classica di brandy aveva rappresentato una svolta tecnologica e proprio grazie all’alta qualità della produzione Sciustov aveva ottenuto l’autorizzazione per scrivere sulle bottiglie “cognac” anzichè “brandy”, arrivando addirittura a diventare fornitore della Corte imperiale della Russia.

ArArAt, il brandy simbolo dell'Armenia nel mondo: invecchia a Yerevan, nella cantina-fortezza che è pure Museo del gusto

Il segreto di questo brandy? “Sta nel sole, nella terra e nell’acqua dell’Armenia” risponde senza esitazione la nostra guida nella visita al Museo. “ArArAt è un simbolo dell’inizio di una nuova vita, un simbolo di persone generose aperte e di un paese libero e ospitale. Come erede delle antiche civiltà e culla della viticoltura e della vinificazione, l’Armenia cattura l’immaginazione con il suo ricco patrimonio culturale, il potere spirituale delle tradizioni e il talento di persone appassionate. E’ stato qui nella terra dell’Ararat che generosità ed energia creativa si sono fuse per rilanciare la produzione di brandy”. C’è dunque un pressante tocco di nazionalità a sostenere la popolarità di questo prodotto. A proposito: inutile dire che la raccomandazione “bevi con moderazione” vale anche qui…

Durante la visita c’è la possibilità di vedere la cantina della maturazione (il sistema è quello della doppia distallazione), conoscere le condizioni in cui il brandy viene conservato (il periodo minimo di invecchiamento è di tre anni in legno di rovere del Caucaso, “caucasian oak”), annusare l’aroma unica della cantina (ogni botte di quercia ha la sua storia…) e scoprire addirittura che all’interno dello stabilimento alcune celebrità hanno una propria botte con tanto di nomi. Fino ad arrivare al momento più atteso, la degustazione, per la quale la regola è fissa: deve essere effettuata tassivatamente con un bicchiere di vetro trasparente per apprezzare il colore del brandy.

ArArAt, il brandy simbolo dell'Armenia nel mondo: invecchia a Yerevan, nella cantina-fortezza che è pure Museo del gusto

ArArAt, il brandy simbolo dell'Armenia nel mondo: invecchia a Yerevan, nella cantina-fortezza che è pure Museo del gusto

Tra i dettagli particolarmente curati c’è anche l’imbottigliamento, che si conclude con l’apposizione del tappo sul quale c’è, in rilievo, la Fenice simbolo di qualità dell’azienda. Le tipologie di brandy sono diverse, tra le quali il Vaspurakan 15 Years Old (intenso color ambra, tocco di oro antico; aroma strutturato e complesso, sentori di spezie, legno affumicato e frutta secca, tipico della botte di quercia caucasica), il Nairi 20 Years Old (profumo armonioso con fragranza balsamica arricchita da toni citrici di cedro e pompelmo rosa; note più speziate di legno, miele e cannella), l’Erebuni 30 Years Old e il famoso Dvin Collection Reserve (invecchiato 10 anni in botti di quercia, gradazione 50°, ricco colore ambrato, sfumature intense di mogano).

E non mancano gli aneddoti. Uno di questi (non suffragato però da documenti storici) racconta che durante la Conferenza di Yalta, Winston Churchill rimase talmente colpito dal gusto del brandy armeno che chiese a Stalin, che glielo aeva offerto, di inviargliene diverse bottiglie. Cosa che si sarebbe avverata, con la spedizione al premier britannico ogni anno di 400 bottiglie di brandy Dvin (etichetta che celebra l’antica capitale Dvin, prodotto per la prima volta nel 1943). Una storia che si è ripetuta nel 2013 quando il presidente russo Vladimir Putinm incontrando David Cameron nella sua villa a Sochi, ha donato al primo ministro britannico una bottiglia di brandy armeno ricordando l’offerta di Stalin a Churchill nel 1945.

ArArAt, il brandy simbolo dell'Armenia nel mondo: invecchia a Yerevan, nella cantina-fortezza che è pure Museo del gusto

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Abbiamo iniziato parlando delle albicocche, che pure sono utilizzate – in particolare con la qualità Shalakh – per la preparazione di distillati. In Armenia sono infatti diverse le varietà locali, alcune delle quali si trovano soltano in specifiche regioni come le stesse Shalakh, le Novrast Krasnyj, le Khosrovshay, le Tabarza, le Karmir Nakhidhevani, le Bedem-Erik, le Abutalini, le Spitak ed altre. Proprio la varietà Shalakh – chiamata anche Yerevani, che in armeno vuol dire “di Yerevan” ma anche ‘ananas’ – è il simbolo del Paese.

Per saperne di più
armenia.travel/en
#lovearmenia
#visitarmenia
fb ArmeniaTravelOfficial
www.araratbrandy.com

 

Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
mail: direttore@turismoitalianews – twitter: @giornalista3

 

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