Caucaso, nuovi equilibri: l’Azerbaijan stringe un patto con l’Ucraina, la Russia manda aiuti in Armenia (InsideOver 06.08.25)

Dopo la grave crisi diplomatica di inizio luglio tra Russia e Azerbaijan, che aveva portato all’arresto, in condizioni brutali, di diversi cittadini di entrambi i Paesi, un nuovo e inedito avvicinamento di Baku all’Ucraina potrebbe sancire la definitiva rottura dei rapporti con Mosca, modificando il delicato equilibrio politico nella regione del Caucaso in maniera irreversibile.

Tutto era cominciato lo scorso 27 giugno nella città russa di Ekaterinburg, quando nel corso di un raid le autorità russe avevano arrestato un gruppo di almeno 9 persone con cittadinanza azera, nell’ambito di un’indagine su una serie di omicidi avvenuti tra il 2001 e il 2011. In quell’occasione, in seguito all’arresto, due uomini – i fratelli Gusejn e Zijaddin Safarov – avevano perso la vita in condizioni poco chiare, suscitando la dura risposta delle autorità azere, che avevano reagito arrestando a propria volta alcuni giornalisti russi che operavano nella sede azera del quotidiano Sputnik.

Sebbene in un primo momento le autorità russe avessero cercato di minimizzare l’aggravarsi delle tensioni, dopo la diffusione in rete di alcuni filmati in cui i giornalisti russi arrestati da Baku venivano trattati malamente dalle autorità azere, con visibili segni di percosse, Mosca aveva risposto arrestando anche Shahin Shikhlinsky, presidente dell’Organizzazione Culturale Nazionale Pubblica di Sverdlovsk Azerbaijan-Ural con sede a Ekaterinburg, e rappresentante della comunità azera in Russia.

In questo delicato contesto di continue rappresaglie reciproche, la situazione è in ulteriore evoluzione dato che non solo il presidente azero Ilham Aliyev nelle ultime due settimane ha esortato pubblicamente l’Ucraina a “non accettare mai l’occupazione” – con un evidente riferimento alla guerra con la Russia – ma Kiev e Baku hanno anche siglato un importante accordo commerciale sul rifornimento del gas. In particolare, la società statale ucraina Naftogaz, attiva nel settore petrolifero e del gas, ha stipulato un accordo con l’omologa società azera Socar (State Oil Company of Azerbaijan Republic), e “per la prima volta una spedizione di prova di gas verrà consegnata attraverso la rotta trans balcanica lungo il corridoio Bulgaria-Romania-Ucraina”, come ha affermato un portavoce di Naftogaz.

E Mosca si riavvicina all’Armenia

Un evidente “smacco” per Mosca, mentre l’Azerbaijan sembra inserirsi, attraverso la Socar, nel cruciale canale di scambio fino a poco tempo fa occupato quasi esclusivamente dalla russa Gazprom, rompendo definitivamente i rapporti non solo economici, ma anche politici con la Russia, ora che Baku sembra essersi ufficialmente schierata con Kiev.

Verosimilmente, queste sono le ragioni che hanno portato la Russia a un nuovo tentativo di riavvicinamento politico con l’Armenia, storicamente in conflitto con l’Azerbaijan, dato che recentemente la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zacharova, ha annunciato un eccezionale pacchetto di 140 tonnellate di aiuti umanitari per i rifugiati armeni colpiti nel Nagorno-Karabach, che saranno destinati a circa 30.000 persone. La decisione sul piano di aiuti era già stata annunciata nel mese di maggio, e, circa due settimane dopo l’accordo economico tra Baku e Kiev, è diventata effettiva: tra il 31 luglio e il 4 agosto sono infatti giunti a destinazione i primi pacchetti di aiuti, che sono stati ricevuti da 93 famiglie in 4 località differenti. “In Ucraina cercano di utilizzare le recenti tensioni tra la Russia e l’Azerbaijan per scatenare odio nazionale”, ha inoltre commentato Maria Zacharova, citata da alcuni media russi.

Lo storico incontro tra il Primo ministro armeno Nikol Pashinyan e il presidente azero Ilham Aliyev ad Abu Dhabi, il 10 luglio 2025

Gli Usa vogliono mediare tra Armenia e Azerbaijan

Il tutto avviene dopo lo storico primo incontro formale tra il Primo Ministro armeno Pashinyan e il presidente azero Aliyev ad Abu Dhabi, lo scorso 10 luglio, in attesa di concordare un definitivo trattato di pace, proprio rispetto alla situazione in Nagorno-Karabach, dopo le offensive azere che avevano portato allo sfollamento di circa 100mila cittadini armeni nel 2023 e alla dissoluzione della Repubblica dell’Artsakh.

Un nuovo delicatissimo equilibrio, che ridisegna i rapporti di forza tra Russia, Ucraina e Caucaso, in cui nella giornata di lunedì 4 agosto, si sono inseriti a sorpresa anche gli Stati Uniti, dato che Donald Trump ha ufficialmente invitato le autorità di Azerbaijan e Armenia a siglare un memorandum sotto mediazione statunitense alla Casa Bianca il prossimo 8 agosto, cercando forse di “sottrarre” lo storico ruolo di intermediario proprio della Russia.

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