I paralleli tra il genocidio armeno e Gaza: le lezioni degli armeni per la pace (Buonenotizie.it 08.07.25)

Il genocidio armeno è stato uno dei più grandi crimini contro l’umanità del XX secolo. Durante la prima guerra mondiale, il governo ottomano ha pianificato e attuato un massacro sistematico degli armeni che vivevano nel loro territorio. Si stima che circa 1,5 milioni di armeni siano stati uccisi e molti altri siano stati costretti a fuggire dalle loro case. Questo evento tragico ha segnato profondamente la storia e la cultura degli armeni e ha lasciato un’impronta indelebile nella loro memoria collettiva.

Oggi, mentre il mondo si concentra sulla crisi umanitaria nella Striscia di Gaza, gli armeni possono tracciare paralleli tra il loro passato e la situazione attuale a Gaza. Come hanno imparato dagli orrori del loro genocidio, gli armeni hanno importanti lezioni da condividere con coloro che lottano per la pace a Gaza.

Il genocidio è un processo, non un evento

Una delle lezioni più importanti che gli armeni hanno imparato dal loro genocidio è che il genocidio è un processo, non un evento singolo. Ciò significa che il massacro degli armeni non è iniziato e finito in un solo giorno, ma è stato pianificato e attuato in modo sistematico per un lungo periodo di tempo. Questo è un aspetto importante da tenere a mente quando si guarda alla situazione a Gaza.

Il conflitto tra Israele e Palestina non è iniziato con l’attuale crisi umanitaria a Gaza. È il risultato di decenni di tensioni, violenze e ingiustizie. Come nel caso del genocidio armeno, il massacro a Gaza è solo l’ultimo atto di un processo più ampio di oppressione e discriminazione.

Gli armeni sanno che il genocidio non si ferma con la fine delle uccisioni. Anche dopo il massacro, gli armeni sono stati costretti a vivere in condizioni precarie e a subire discriminazioni e persecuzioni. Allo stesso modo, anche se il massacro a Gaza dovesse finire domani, la popolazione palestinese continuerà a vivere in una situazione di oppressione e violenza.

La negazione del genocidio

Un altro parallelo tra il genocidio armeno e la situazione a Gaza è la negazione del genocidio da parte dei perpetratori. Dopo il massacro degli armeni, il governo ottomano ha cercato di nascondere e minimizzare il suo ruolo nel genocidio. Questa negazione è continuata per decenni, con la Turchia che ancora oggi rifiuta di riconoscere il genocidio armeno.

Allo stesso modo, Israele ha negato ripetutamente il suo coinvolgimento nella violenza a Gaza e ha cercato di giustificare le sue azioni come necessarie per la sicurezza nazionale. Questa negazione del genocidio e delle violenze perpetrate è un insulto alle vittime e alle loro famiglie e rende ancora più difficile per loro ottenere giustizia e riparazione.

La forza della resilienza e della memoria

Nonostante le atrocità subite, gli armeni hanno dimostrato una straordinaria resilienza e hanno continuato a lottare per la loro sopravvivenza e per la giustizia. La loro memoria collettiva è stata un fattore chiave nella loro capacità di resistere e di mantenere viva la loro cultura e la loro identità.

Anche a Gaza, la popolazione palestinese ha dimostrato una straordinaria forza e resilienza nonostante le difficoltà e le violenze subite. La loro memoria collettiva e la loro identità culturale sono stati fondamentali per la loro resistenza e per la loro lotta per la libertà e la giustizia.

Gli armeni sanno che la memoria è un’arma potente nella lotta contro l’oppressione e la negazione. Continuano a commemorare il loro genocidio ogni anno e a raccontare le loro storie per assicurarsi che il mondo non dimentichi mai ciò che è loro stato fatto. Anche a Gaza, la memoria e la narrazione delle loro esperienze sono fondamentali per la loro lotta per la verità e la giustizia.

Speriamo che queste lezioni possano essere utili per coloro che cercano di porre fine alla crisi umanitaria a Gaza e di costruire un futuro di pace e giustizia per tutti.

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