La santità ignorata il dovere di tutti (Avvenire 31.08.15)

Ieri, a cent’anni esatti da quel 29 agosto 1915 in cui la soldataglia turca lo decapitò dopo averlo torturato a morte per poi gettarne le spoglie nel fiume Tigri, è stato proclamato beato il vescovo siro-cattolico Flaviano Michele Melki. Non molti, in Occidente, conoscono la sua storia, considerata invece esempio di santità tra i fedeli delle Chiese orientali. Nato nel 1858 a Qaalat Mara, nel sud-est della Turchia, era stato ordinato vescovo (la cerimonia si svolse a Beirut, in quel Libano che ieri l’ha visto diventare beato) di Djezireh dei Siri nel 1913. Tra i fedeli era noto anche per aver venduto i paramenti pur di aiutare i poveri. Nel 1915, di fronte all’avanzare della persecuzione, rifiutò di abbandonare la propria sede, dove subì il martirio.

Non deve stupire che una simile testimonianza di fede sia tuttora largamente sconosciuta. Intanto, il genocidio degli assiri, in cui morirono tra 250mila e 750mila cristiani, raggiunti e trucidati in vaste zone della Turchia e persino nell’odierno Iran, è stato accuratamente rimosso. Non figura nei libri di testo, è negato dalla Turchia al pari di quello a esso contemporaneo degli armeni, e per ragioni di convenienza politica è riconosciuto da pochi Stati (lo fanno Italia e Francia, Svizzera e Polonia ma non Gran Bretagna, Germania e Usa, che non accettano il termine “genocidio” nemmeno per gli armeni) ed è stato discusso dal Parlamento europeo per la prima volta nel 2007.
Una congiura del silenzio che ha reso piuttosto facile spingere nell’ombra tante stragi, ma che fa capire la forza delle parole di papa Francesco, che il 12 aprile di quest’anno, salutando i fedeli di rito armeno durante la Messa per l’anniversario del genocidio, ha detto: «La nostra umanità ha vissuto nel secolo scorso tre grandi tragedie inaudite: la prima, quella che generalmente viene considerata come “il primo genocidio del XX secolo”, ha colpito il vostro popolo armeno, prima nazione cristiana, insieme ai siro-cattolici, ortodossi, assiri, caldei e ai greci». Il Novecento come secolo dei genocidi e secolo anche di genocidi cristiani: ecco un tema su cui varrebbe la pena di riflettere molto più di quanto si sia fatto finora. Continua…