Turismo d’avventura, l’Armenia è la nuova regina fra voli in mongolfiera, arrampicate e rafting (Haffigntonpost 10.10.25)
Eletta “destinazione dell’anno per il turismo d’avventura”, l’Armenia, magnifico paese, grande poco più della nostra Sicilia, a cavallo tra Asia ed Europa, è una destinazione ancora poco nota eppure da vedere assolutamente. Non a caso, Lonely Planet ha incluso la “piccola” Armenia tra le “grandi” e migliori destinazioni del 2025, oltre al suddetto premio ricevuto in occasione dei Patwa international travel award 2025 a Berlino (la Pacific area travel writers association che dal 1999 premia le destinazioni, le organizzazioni e le aziende che si distinguono per l’eccellenza nel turismo e nelle iniziative di viaggio sostenibile).


Niente turismo di massa, folle, lunghe attese, l’Armenia, situata nel Caucaso meridionale, confinante con Georgia, Azerbaigian, Iran e Turchia, è un paese che invita a viaggiare “slow & easy” ed anche la nazione cristiana più antica del mondo e, solitamente, infatti, i viaggi in questo paese sono incentrati sui suoi straordinari monasteri tutelati dall’Unesco. Ma a due anni dalla fine del conflitto che ha visto l’Armenia perdere la regione del Nagorno Karabakh da parte dell’Azerbaigian, il “popolo dell’Ararat” (il monte sacro alto 5.137 metri, simbolo d’Armenia e ben visibile, se pur sia in territorio turco) sta facendo un pregevole lavoro di apertura e promozione turistica svelando molte altre attrazioni, fra natura, cultura e buongusto.

A comiciare dal cielo: da oggi, infatti, 10 ottobre fino al 15 sarà più facile ammirare il tramonto sull’amato monte Ararat che sovrasta la capitale Yerevan e i dintorni in occasione di Skyball, Festival internazionale delle Mongolfiere, organizzato da 7 edizioni con il supporto del Comitato per il turismo del Ministero dell’economia della Repubblica di Armenia, con l’obiettivo di far conoscere le nuove esperienze del turismo d’avventura che il paese offre, radunando coloratissimi “ballons” provenienti da tutto il mondo in piazza della Repubblica (fra le location più eleganti e vivaci della capitale) e in altre località del paese, offrendo l’occasione di vivere un’esperienza di volo indimenticabile. E per chi vuole spingersi oltre, può osare volando in parapendio nella regione di Tavush, sul lago Sevan e sul bacino artificiale di Azat su prospettive vertiginose fra i contrasti cromatici della stagione. Partecipano 20 mongolfiere provenienti da Emirati Arabi Uniti, Inghilterra, Brasile, Bulgaria, Georgia, Italia, Russia, Giappone e Armenia, naturalmente. Durante il festival, i voli in mongolfiera si svolgono nello spazio aereo di Yerevan, Garni e Aparan. Ogni volo ha una fase sportiva, durante la quale ai piloti viene assegnato un compito speciale in base al quale saranno determinati i vincitori. Sono previsti in totale 9 voli, in base alle condizioni meteorologiche.

Dal cielo alla terra per scoprire e percorrerere itinerari stupefacenti, come il nuovo Sentiero nazionale dell’Armenia, inaugurato nel 2024, un percorso di 1.000 chilometri che attraversa montagne, valli poco abitate e incantevoli villaggi, dove tra soste colte e naturali si può gustare il khorovats alla brace (una sorta di spiedini di maiale o agnello) e trovare accoglienti soste per campeggiare. Un’alternativa per esplorare le 10 regioni è noleggiare un’auto e avventurarsi fuori dalle rotte turistiche più battute su strade per lo più ben tenute. A sud della capitale si snodano antichi percorsi della Via della Seta, con caravanserragli e terre selvagge fino al passo di Meghri, vicino al confine iraniano.

Un’altra opzione è visitare le città che si affacciano sul gigantesco canyon di Debed, dove le donne del posto insegnano a preparare la gata, dolce tradizionale ripieno. Nutriente e delizioso. Ancora adrenalina e natura scegliendo di “volare” sul canyon del fiume Vorotan a bordo della funivia più lunga del mondo, la Wings of Tatev (5,7 km) che sembra sfidare la gravità, oppure sopra il lago Sevan, il più grande del paese, “la perla blu” dell’Armenia per il colore turchese acceso della sua acqua. Per gli amanti delle emozioni forti, le zipline di Byurakan e Kapan offrono panorami spettacolari su vette e valli, mentre gli appassionati di sport acquatici possono spingersi con il rafting nel canyon di Debed. I paesaggi armeni offrono un caleidoscopio di luci cangianti anche a chi rimane con i piedi per terra: per esempio, al Parco Nazionale di Dilijan, ci sono sentieri incantevoli immersi nei boschi dai mille colori, con viste mozzafiato sui laghi di Parz e Gosh. La regione di Lori è un’altra zona popolare per chi ama immergersi in boschi rigogliosi colorati di rosso, giallo, arancione sfumature struggenti in questa stagione che precede l’inverno; il Dendropark di Stepanavan ospita oltre 500 specie vegetali che durante la stagione autunnale meritano particolarmente di essere viste. Gli itinerari on the road verso Jermuk, la località termale più importante dell’Armenia, svelano cascate, valli e angoli incontaminati. Volendo si possono fare anche cure termali con le loro acque minerali preziose e terapeutiche.

Per gli amanti dell’arrampicata, il canyon di Noravank è il luogo migliore per cimentarsi ammirando panorami straordinari. I ciclisti invece possono divertirsi al Boo Mountain Bike Park, a Vanadzor, a nord della capitale. Dallo sport al gusto il passo è breve. O meglio, meritato. Dopo tanta attività fisica ci si può ricaricare con piatti e bevande di ottima qualità, a cominciare dal Lavash, il pane cotto nelle pareti del forno interrato (tonir), sottile e profumato, straordinario da entrare a far parte del Patrimonio immateriale dell’Unesco. Da gustare riempiendolo di formaggi, erbe spontanee e carne ad ogni giorno del giorno. Girovagando per la capitale, Yerevan, si incontranto enoteche, bar e ristoranti ottimi per degustare piatti tradizionali ed eccellenti succhi di rosa canina, melograno, pesche e albicocche di cui l’Armenia è fertile produttrice.

Ma anche tisane benefiche con piante officinali raccolte in montagna, dal tiglio al timo selvatico da addolcire, volendo, con il miele locale. Non sono da meno i vini che stanno crescendo molto, conquistando attenzioni internazionali sulla scena enologica. Da approfondire, avendo qualche giorno in più, andando a visitare una delle cantine fuori città, dove apprezzare una bottiglia (o anche due), un tagliere di formaggi, musica live davanti ai vigneti al tramonto. Da far invidia al Chianti o alla Borgogna. Fra queste da segnalare la cantina Old Bridge, nella zona di coltivazione dell’Areni, il vitigno simbolo del vino armeno, che oltre a produrre rosso, bianco e un rosato da meditazione, offrono una cucina di casa (firmata dalla mamma) che vale la sosta. Accanto a 4 camere-boutique. Tra i piatti tipici spicca il ghapama, una zucca cucinata in forno, ripiena di riso, frutta secca, miele e burro, tipica delle festività autunnali. Le cantine più piccole, durante il periodo della vendemmia, spesso cercano aiuto: ed è anche possibile partecipare alla raccolta dell’uva per entrare nello spirito più autentico e gioioso dell’autunno del “popolo dell’Ararat”.
