271° giorno del #ArtsakhBlockade – Parte 1 e 2. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Grande pericolo che Azerbajgian inizi presto una terribile guerra contro Artsakh e Armenia (Korazym 08.09.23)

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 08.09.2023 – Vik van Brantegem] – Ricordiamo a tutti coloro che parlano di “ambedue le parti” (non indicando chi è l’aggressore – l’Azerbajgian – e chi sono le vittime – l’Artsakh e l’Armenia) e “negoziati di pace”, che cibo e assistenza medica non potranno mai far parte di un accordo di pace. Rendere le persone dipendenti dalla fase del processo di negoziazione per il cibo e l’assistenza medica, che è un diritto umano fondamentale, non è mai una soluzione ad alcun problema.

Una torta nel #ArtsakhBlockade.

«L’amore in una fetta di formaggio, Artsakh. “Ogni giorno tagliavo un pezzo dall’ultima fetta di formaggio e lo lasciavo a lei (la moglie). E lei ne tagliò un altro pezzo, lasciando la fetta a me. Ora l’ultimo pezzo di pane. Dobbiamo quindi porre fine a questa questione”. Colloqui nel blocco #Artsakhblockade» (Lika Zakaryan, giornalista freelance di Artsakh, autore del libro 44 giorni: diario di una guerra invisibile, co-autore del documentario sulla guerra dell’Artsakh Repubblica invisibile).

«Parlando oggi con la madre di una bambina piccola, le ho chiesto se sua figlia ha già iniziato l’asilo. “Questo avrebbe dovuto essere il suo primo giorno di scuola in assoluto, ma è chiusa”. Questa è la storia di solo uno dei 30.000 bambini che vivono sotto il blocco dell’Artsakh da parte dell’Azerbajgian» (Gev Iskajyan).

Accettare la proposta dell’Azerbajgian della “strada di Aghdam” (per la fornitura di “aiuti umanitari”) sì o no in alternativa/complementare al “Corridoio di Lachin” chiuso dall’Azerbajgian dalle ore 10.30 del 12 dicembre 2022 e non permette di entrare gli aiuti umanitarie dal ponte Hakari, è semplicemente osceno. Significa imporre “trattative” per l’integrazione forzata dall’Artsakh in Azerbajgian, in violazione dei diritti umani, del diritto umanitario internazionale e del diritto all’autodeterminazione del popolo di Artsakh.

A differenza dell’Azerbajgian sul territorio sovrano dell’Armenia, l’Armenia che non ha pretese sul territorio sovrano dell’Azerbajgiano, mentre l’Azerbajgian viola i diritti dell’Artsakh con la forza e la minaccia della forza.

Il trattamento riservato all’Armenia e all’Artsakh da coloro che la circondano è motivo di vergogna a livello internazionale. Ancora una volta, i crimini di una nazione ricca di risorse vengono ignorati, e un popolo con una storia così ricca e lunga ne paga il prezzo.

L’Esercito di Difesa della Repubblica di Artsakh smentisce il rapporto dell’Azerbaigian di essere stato “contrastato” mentre lavorava sulle trincee lungo la linea di contatto nell’area di Askeran/Aghdam: «La dichiarazione diffusa dal Ministero della Difesa dell’Azerbajgian afferma che l’8 settembre intorno alle ore 00.25 , le forze di difesa dell’Artsakh hanno effettuato lavori di fortificazione nella regione di Askeran che presumibilmente erano stati sospesi dalle forze armate azere è un’altra disinformazione». Tali rapporti da parte azere sono diventati un evento quotidiano negli ultimi due mesi o più, cambiando la dinamica delle semplici accuse di violazione del cessate il fuoco. Sebbene non siano stati verificati in modo indipendente, riflettono la crescente tensione tra le parti.

Secondo il giornalista Abbas Juma, nel contesto dell’escalation armeno-azera, è arrivato un rapporto dall’Iran secondo cui un drone Shahed 171 da ricognizione è stato avvistato nel cielo vicino a Syunik e ai confini di Iran, Azerbajgian e Armenia.

I servizi segreti siriani condivideranno informazioni sui mercenari con l’Armenia

Secondo fonti strettamente legate al Maggiore Generale Ali Mamluk, Capo del Dipartimento di sicurezza nazionale siriano, è stato riferito che i servizi segreti siriani forniranno all’Armenia dati di intelligence riguardanti mercenari affiliati a gruppi filo-turchi che operano nelle regioni del Paese occupate dalla Turchia. Questi mercenari potrebbero potenzialmente essere trasferiti dalla Turchia in Azerbajgian in caso di guerra. Vale la pena notare che la Siria ha tradizionalmente mostrato sostegno all’Armenia nel conflitto con l’Azerbajgian e la Turchia.

I membri dell’Organizzazione degli Stati Turchi discutono della “gestione dell’emergenza” a Baku, mentre l’Azerbajgian stesso sta effettivamente creando un disastro umanitario, condannando con il #ArtsakhBlockade gli Armeni dell’Artsakh alla carestia.

Erdoğan ha definito “provocatorio” il comportamento dell’Armenia

Il Presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdoğan si è espresso ancora una volta in modo errato nel suo discorso sull’Armenia. Secondo Anadolu, Erdoğan, riferendosi alle sfide che minacciano la stabilità nella regione, si è riferito anche all’Armenia, sostenendo che la sensibilità degli equilibri è preservata soprattutto grazie al comportamento “provocatorio” dell’Armenia nel Caucaso.

La Commissione per le relazioni estere del Senato degli Stati Uniti terrà la prossima settimana un’audizione sul blocco dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian

Il Senato degli Stati Uniti ha annunciato che la Commissione per le relazioni estere al completo terrà un’audizione per “valutare la crisi nel Nagorno-Karabakh”, giovedì 14 settembre 2023 alle ore 10.00. Verranno ascoltato due funzionari dell’Ufficio per gli affari europei ed eurasiatici del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti: la Signora Yuri Kim, Segretario aggiunto facente funzioni, e il Signor Lou Bono, Consulente senior per i negoziati sul Caucaso.

Dichiarazione del Ministero degli Esteri della Repubblica di Armenia
7 settembre 2023

Il Ministero degli Esterni armeno ieri ha rilasciato una dichiarazione – che riportiamo nella nostra traduzione italiana dall’inglese – in cui sottolinea che l’Armenia resta impegnata nell’agenda di pace e stabilità nel Caucaso meridionale, sottolineando al contempo la necessità di segnali verbali e pratici simili da parte di Baku. Inoltre, che il blocco del Corridoio di Lachin, la crisi umanitaria nel Nagorno-Karabakh e l’assenza del dialogo Baku-Stepanakert nell’ambito di un meccanismo internazionale non contribuiscono al miglioramento dell’atmosfera nella regione.

Per quanto riguarda la dichiarazione rilasciata dal Ministero degli Esteri dell’Azerbajgian dopo il discorso del Primo Ministro armeno Nikol Pashinyan alla riunione del governo armeno del 7 settembre 2023, riteniamo necessario sottolineare quanto segue.
Gli stessi utenti azeri delle reti sociali e dei media hanno pubblicato informazioni sull’accumulo di truppe azerbajgiane vicino al confine armeno-azerbajgiano e lungo la linea di contatto nel Nagorno-Karabakh, il che è confermato anche da informazioni provenienti da altre fonti.
Nel suddetto discorso, il Primo Ministro armeno ha dichiarato che l’Armenia è impegnata a rispettare gli accordi raggiunti il 6 ottobre 2022 a Praga, il 31 ottobre 2022 a Sochi e il 14 maggio 2023 a Brussel, che hanno confermato il reciproco riconoscimento incondizionato da Armenia e Azerbajgian della reciproca integrità territoriale. L’Armenia non ha rivendicazioni territoriali contro l’Azerbajgian e si aspetta lo stesso dall’Azerbajgian, che non ha ancora confermato pubblicamente il proprio impegno nei confronti di questi accordi.
L’Armenia non è interessata ad una escalation militare, ha proposto meccanismi per escludere tali rischi, ma finora non ha ricevuto risposte. L’Armenia è pronta a discutere anche l’introduzione di altri meccanismi efficaci.
L’Armenia è pronta a continuare a compiere sforzi attivi per completare il lavoro sulla bozza dell’accordo do pace e la normalizzazione delle relazioni con l’Azerbajgian e firmarlo il prima possibile.
L’Armenia è impegnata e resta impegnata nell’agenda di pace e stabilità nel Caucaso meridionale, sottolineando al contempo la necessità di segnali verbali e pratici simili da parte di Baku.
È ovvio che il blocco del Corridoio di Lachin, la crisi umanitaria nel Nagorno-Karabakh e l’assenza del dialogo Baku-Stepanakert nell’ambito di un meccanismo internazionale non contribuiscono al miglioramento dell’atmosfera nella regione.

Il Ministro degli Esteri azero ha lanciato false accuse contro l’Armenia durante l’incontro con il Rappresentante speciale del Ministero degli Esteri russo

Il Ministro degli Esteri azerbajgiano, Jeyhun Bayramov, ha ricevuto il co-Presidente russo del Gruppo di Minsk dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, Igor Khovaev, Rappresentante Speciale del Ministero degli Esteri russo per le questioni delle relazioni armeno-azerbajgiani. Durante l’incontro Bayramov ha lanciato false accuse contro l’Armenia. Secondo l’agenzia statale azera News.am, Bayramov ha accusato l’Armenia di provocazioni, cosa che sta facendo Baku. Secondo i media statali azeri, Bayramov ha continuato a fornire al diplomatico russo informazioni errate sulle azioni della parte armena, che presumibilmente minano gli sforzi volti a stabilire una pace stabile nella regione. Allo stesso tempo, il Ministro degli Esteri azero ha dimenticato di ricordare numerosi crimini, nonché violazioni dei punti della Dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020, che si riferiscono al ritorno dei prigionieri di guerra e di altri detenuti, nonché al mantenimento del regime di controllo russo degli accessi al Corridoio di Lachin e che l’Artsakh è sotto blocco da 9 mesi.

«L’Azerbajgian deve porre fine immediatamente al blocco umanitario del Corridoio di Lachin, la fame e l’espulsione non possono essere una base per una convivenza pacifica» (Michael Roth, Presidente della Commissione per gli Affari Esteri del Bundestag tedesco).

Parole al vento senza significato nel mondo reale dell’Artsakh. Il tempo delle parole è scaduto da 9 mesi. Poi, non si tratta di un blocco “umanitario”, ma di un blocco tout court. Il Corridoio di Lachin deve essere aperto in ambedue le direzioni senza ostacoli (quindi le forze armate dell’Azerbajgian devono uscire dal corridoio) per persone, merci e veicoli. Ripetiamolo: non solo per traffico “umanitario”.

Il deputato repubblicano del Texas, Patrick Edward “Pat” Fallon, ha dichiarato che le parole devono essere trasformate in azioni e che il Presidente dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev, deve essere ritenuto responsabile della sua campagna di pulizia etnica nell’Artsakh. Così ha risposto Fallon alla (ennesima) conversazione telefonica tra il Segretario di Stato americano, Anthony Blinken, e Aliyev, durante la quale Blinken ha ripetuto l’appello per l’apertura del Corridoio di Lachin. Aliyev ha archiviato con cura questo appello con i precedenti: nel bidone dei rifiuti (sicuro, l’ha detto lui stesso mesi fa che è questo il destino degli appelli).
«Il Segretario di Stato Blinken chiede giustamente la fine del blocco del Corridoio di Lachin, ma queste parole devono essere seguite da azioni significative, soprattutto perché la crisi umanitaria nell’Artsakh continua a peggiorare», ha scritto Fallon in un post sul suo account Twitter.
Il deputato ha sottolineato l’importanza di assicurare alla giustizia il Presidente dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev, per l’instaurazione della pace: «I crimini di Aliyev contro l’umanità e la sua deliberata campagna di pulizia etnica nell’Artsakh devono avere delle conseguenze», ha scritto, aggiungendo che la pace non sarà stabilita nel Caucaso se «Aliyev non sarà ritenuto responsabile dell’aggressione dell’Azerbajgian contro il popolo armeno».

L’Azerbaigian usa la fame come strumento per distruggere gli Armeni. L’intervista del Ministro degli Esteri dell’Artsakh al quotidiano francese Ouest-France

Il Ministro degli Esteri della Repubblica di Artsakh, Sergey Ghazaryan, ha rilasciato un’intervista al quotidiano francese Ouest-France, che riportiamo di seguito nella nostra traduzione italiana.

Qual è la situazione nella Repubblica di Artsakh dalla fine della guerra del 2020?
L’Azerbajgian continua la sua retorica minacciosa e la politica genocida contro gli Armeni. Innanzitutto, il 9 gennaio 2022 è stata interrotta la fornitura di elettricità dall’Armenia all’Artsakh e poi, a metà marzo, anche la fornitura di gas. Successivamente, la parte azera ha istituito un posto di blocco illegale nel Corridoio di Lachin. Dal 15 giugno l’unica strada che collega l’Artsakh all’Armenia è completamente bloccata per persone, cibo, medicinali e altri beni essenziali.

Quali sono le conseguenze del blocco?
Le famiglie vengono separate dall’una e dall’altre parre, il normale funzionamento degli ospedali viene interrotto. A causa della mancanza di carburante, i lavoratori agricoli non possono coltivare la terra. Inoltre, sono presi di mira quotidianamente dalle forze armate dell’Azerbajgian, che mirano a ostacolare qualsiasi tipo di attività economica nell’Artsakh e ad aggravare ulteriormente la carestia. Questo è un disastro umanitario.
Le nostre scorte sono esaurite. abbiamo solo una scorta di farina e pane per pochi giorni. La causa di una morte su tre nell’Artsakh è la fame e la malnutrizione. Immaginate cosa accadrà se a questo blocco non verrà posto fine. È necessario adottare misure immediate, altrimenti sarà troppo tardi.

Secondo lei la carestia è organizzata in modo deliberato?
Sì, i maggiori esperti internazionali definiscono la situazione come un genocidio. L’Azerbajgian usa la fame come strumento per annientare gli Armeni.

Come si può prevenire questo genocidio?
I leader dei Paesi e l’ONU devono dar prova di volontà politica. La comunità internazionale ha l’obbligo e la capacità di prevenire i genocidi. Le organizzazioni internazionali competenti sono adeguatamente informate sulla situazione nell’Artsakh. Dovrebbero farne una valutazione obiettiva. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite può adottare una risoluzione adeguata che invita l’Azerbajgian a porre fine al blocco. Le organizzazioni internazionali dovrebbero imporre sanzioni ai responsabili del blocco e inviare aiuti umanitari con tutti i mezzi possibili, anche per via aerea.
Facciamo appello al mondo libero e progressista affinché tuteli i diritti delle persone e dei popoli. Non perdiamo tempo, perché, dopo tutto, si tratta di prevenire il genocidio.

Bloccare gli aiuti umanitari a NK è una violazione dei diritti umani

Il Partito Europeo dei Verdi ha scritto in un post su Twitter: «Situazione critica nel Corridoio di Lachin. Le forze azere bloccano l’ingresso degli aiuti umanitari nel Nagorno-Karabakh. È una violazione dei diritti umani». Inoltre, si sottolinea anche l’appello del Ministro degli Esteri tedesco, Annalena Berbock, all’Azerbajgian e alla Russia di aprire il Corridoio di Lachin per agli aiuti umanitari.

Un dipendente della Società della Mezzaluna Rossa dell’Azerbajgian è stato visto frequentare campi militari in stile “gioventù hitleriana”. Questo per quanto riguarda l’“indipendenza”, come se qualsiasi organizzazione in Azerbajgian potesse esistere senza approvazione del Presidente autocratico Ilham Aliyev.

«50 rabbini europei hanno inviato una lettera al Presidente dell’Armenia e a Nikol Pashinyan chiedendo loro di onorare le terribili sofferenze umane subite dal popolo ebraico e di smettere immediatamente di usare espressioni come “genocidio” e “pulizia etnica” per scopi politici nel conflitto con l’Azerbajgian» (Rahman Mustafaev, Ambasciatore dell’Azerbajgian nel Regno dei Paesi Bassi).

Della lettera del Centro Rabbinico d’Europa (RCE) alla leadership armena abbiamo riferito ieri [QUI].

Ricordiamo che l’8 agosto 2023 in un articolo su Le Point, lo storico e saggista ebreo Marc Knobel si è indignato per l’imminente Conferenza dei Rabbini europei, presieduta dal Rabbino Pinchas Goldschmidt, che si terrà a novembre in Azerbajgian, Paese aggressore dell’Armenia e dell’Artsakh: «Rabbini, mi vergogno e sono ebreo» [QUI]. La Conferenza dei Rabbini Europei che si terrà in Azerbaigian a novembre, denuncia Marc Knobel.

Questi idioti a Baku non si rendono neanche conto di quanto tutto questo sia controproducente e si stia per rivelarsi un boomerang. Stanno utilizzando come arma la memoria della Shoah per far sparire dalla cronaca le accuse di genocidio nel #ArtsakhBlockade. Ma sbagliano: non è Nikol Pashinyan che lo chiama genocidio, ma la comunità internazionale. Il fatto che il #ArtsakhBlockade sia genocidio in atto non è solo l’opinione degli Armeni, è l’opinione di esperti, ovvero studiosi e storici del genocidio indipendenti e non affiliati al governo. E lo scrive anche l’ebreo Marc Knobel: «Rabbini e cari amici, sapete che l’Azerbajgian sta effettuando la pulizia etnica nel Nagorno-Karabakh».

La Prof.ssa Brenda Shaffer ha scritto in un post su Twitter: «L’Armenia ha lanciato i missili balistici Iskander di fabbricazione russa contro la capitale dell’Azerbajgian, Baku, negli ultimi giorni delle ostilità nel novembre 2020. Tuttavia, le forze azere hanno intercettato il missile con un sistema di difesa aerea Barak-8 acquistato da Israel Aerospace Industries».

Ringraziamo la Prof.ssa Brenda Shaffer, lobbysta di lunga data per il regime genocida dell’Azerbajgian, per aver dimostrato ancora una volta che l’avidità di Israele è quella di assistere l’Azerbajgian per un secondo genocidio armeno.

Nella foto sopra si puoi vedere chiaramente il Ministro delle Difesa dello Stato di Israel, Yoav Gallant, che guarda la foto di Artsakh, godendo della fame degli Armeni.

Israel è complice dei crimini dell’Azerbajgian, quindi co-responsabile del genocidio armeno 2023. Vergogna, si tradiscono se stessi per 30 denari e il gas azero/russo.

Segnaliamo

– Preparativi di guerra in Azerbajgian per il Nagorno-Karabakh di Mariano Giustino – The Huffington Post, 7 settembre 2023 [QUI]: «Il rischio di escalation nel Caucaso meridionale è concreto: Israele e Turchia inviano armi agli Azeri; l’Armenia si ritira dal CSTO, prende le distanze dal suo alleato di lunga data, la Russia, a causa del tradimento subito per la indifferenza davanti all’aggressività di Baku. Il momento migliore per fermare una guerra è prima che inizi e forse è quello che avrà pensato il Presidente francese Emmanuel Macron che, secondo fonti armene, è atteso a Yerevan il 9 e il 10 settembre e subito dopo dovrebbe recarsi nella capitale azera. Ci sono molteplici segnali che indicano un enorme aumento di movimenti di truppe in Azerbajgian al confine con l’Armenia».

NOI PREGHIAMO IL SIGNORE PER QUESTO MIRACOLO
NON DOBBIAMO SPERARE CHE VENGA DAGLI UOMINI,
QUELLO CHE SOLO IL SIGNORE POTREBBE DARCI

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]

 

 

271° giorno del #ArtsakhBlockade – Parte 2. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Grande pericolo che Azerbajgian inizi presto una terribile guerra contro Artsakh e Armenia (Korazym 08.09.23)

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 08.09.2023 – Vik van Brantegem] – Riportiamo di seguito le analisi del giornalista ameno Robert Ananyan sulla situazione nel Caucaso meridionale e il pericolo di una guerra imminente dell’Azerbajgian contro la Repubblica di Armenia e la Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh, che «sarebbe più corretto chiamare l’imminente guerra russo-azera contro gli Armeni», osserva. Presentando l’intero contesto della situazione esplosiva di oggi, conclude: «L’imminente terribile guerra russo-azerbajgiana potrebbe essere evitata se gli Stati Uniti, l’Unione Europea e altri centri geopolitici costringessero l’Azerbajgian ad abbandonare questo scenario sanguinoso. Sono sicuro che il Nagorno-Karabakh e l’Armenia siano pronti a proseguire i negoziati di pace e ottenere un risultato».

«Il governo armeno ha annunciato per la prima volta che la sua dipendenza unilaterale in termini di sicurezza dalla Russia è stato un errore strategico. Questa è una diagnosi importante e accurata. Allo stesso tempo, vediamo che l’Armenia comunica liberamente e rafforza la cooperazione con i Paesi occidentali, gli Stati Uniti, la Francia e l’Unione Europea. Oggi l’India è un importante partner per la sicurezza. Ciò potrebbe significare che l’Armenia sta cercando di bilanciare la propria politica estera. Per decenni, la malsana dipendenza dalla Russia si è approfondita a tal punto che anche il solo fatto di inviare aiuti umanitari all’Ucraina è visto dal Cremlino e dai suoi propagandisti come l’inizio di una guerra da parte dell’Armenia.

La dipendenza dell’Armenia dalla Russia non riguarda solo il campo della sicurezza. Oggi l’energia armena (gas, energia nucleare), le ferrovie e altri settori continuano a essere sotto l’influenza della Russia. Spero che l’Armenia decida presto di costruire una centrale nucleare con gli Stati Uniti, e non con la Russia. Un simile dilemma esiste ora.

Dopo aver iniziato la guerra contro l’Ucraina, la Russia non vende più armi all’Armenia. Persino i Russi non forniscono le armi pagate dall’Armenia (circa 700 milioni di dollari). A breve termine, ciò crea problemi di sicurezza, perché l’Azerbajgian inizierà presto una guerra contro l’Armenia. Ma sul lungo termine è positivo essere privati della fonte delle armi russe. Ciò costringe il governo armeno a pensare a diversificare il mercato dell’acquisto di armi e ad abbandonare la dipendenza dalla Russia. L’emergere di nuove e diversificate fonti di armi consentirà all’Armenia di perseguire una politica indipendente dalla Russia.

Negli anni precedenti, la Russia ha stabilito la propria egemonia sull’Armenia, ponendola in una dipendenza dal punto di vista della sicurezza. Questo è il motivo per cui le alte autorità armene sono state costrette a votare in modo neutrale o a favore della Russia nelle strutture internazionali riguardanti i problemi dell’Ucraina.

Tuttavia, ad oggi, l’Armenia non ha mai votato a favore di alcuna risoluzione che giustifichi l’aggressione della Russia. L’Armenia non sostiene l’aggressione della Russia contro l’Ucraina, come ha annunciato il Primo Ministro armeno. Credo che l’Armenia non sarebbe stata in grado di inviare aiuti umanitari all’Ucraina se la Russia fosse rimasta, come prima, la fonte del 95% dei suoi acquisti di armi. È stato un fatto crudele e scioccante per la società armena scoprire che la Russia e l’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO) hanno abbandonato i loro doveri di garanti della sicurezza. Il 22 febbraio 2022 Putin e Aliyev hanno firmato una dichiarazione che conferma le relazioni di alleanza.

Sappiamo che l’alleanza russo-azerbajgiana contro l’Armenia è iniziata almeno dal 2007, quando la Russia ha iniziato a vendere armi letali all’Azerbajgian, il cui volume ha raggiunto miliardi di dollari. Nel 2020, il 67% dell’arsenale dell’Azerbajgian era fornito da Russia e Bielorussia, che sono formalmente alleati dell’Armenia nella CSTO.

Tuttavia, nella guerra dei 44 giorni del 2020, la Russia ha fornito sostegno militare, di intelligence, politico e diplomatico all’Azerbajgian, grazie al quale ha sconfitto l’esercito di difesa del Nagorno-Karabakh, cambiando radicalmente la situazione nelle relazioni armeno-russe. La Russia, insieme a Turchia e Azerbajgian, ha stretto un accordo contro l’Armenia e il Nagorno-Karabakh, portando a termine una “operazione di successo” in Karabakh.

La politica non allineata, direi traditrice, della Russia nei confronti dell’Armenia è finalmente diventata evidente per la società armena.
Oltre ad armare l’Azerbajgian, durante le aggressioni militari azere iniziate dal 12 maggio 2021, la Russia non solo non ha sostenuto la sicurezza dell’Armenia, come era obbligata a fare, ma è stato anche scoperto che il ricatto militare dell’Azerbajgian è sponsorizzato dalla stessa Russia.

Mesi fa, durante la riunione dell’Unione Economica Eurasiatica (EEU), Aliyev ha affermato apertamente che la Russia sostiene l’Azerbajgian nel progetto azero del “Corridoio di Zangezur”. Il “Corridoio di Zangezur” è una rivendicazione territoriale nei confronti dell’Armenia da parte dell’Azerbajgian, con l’obiettivo di creare un corridoio attraverso il territorio dell’Armenia fino a Nakhichevan.

La Russia afferma inoltre di voler schierare truppe tra Armenia e Azerbajgian, parallelamente al processo di demarcazione dei confini, ma spero che, oltre all’Armenia, anche l’Azerbajgian sarà contrario.

Oggi nulla mantiene l’Armenia vicina alla Russia. Penso che sia ovvio che il contingente delle forze di mantenimento della pace russo non impedirà all’Azerbajgian di iniziare una guerra contro il Nagorno-Karabakh. La Russia non ha nulla da offrire o da dare all’Armenia, né in senso militare e politico, né in termini di valore. La Russia non ha uno stato alleato. La Russia offre ai suoi vicini la schiavitù, il ritorno all’Unione Sovietica, cioè l’occupazione.

L’Armenia ratificherà lo Statuto di Roma, che le darà la possibilità di denunciare i crimini di guerra dell’Azerbajgian presso la Corte Penale Internazionale. Di conseguenza, Putin non potrà più venire in Armenia.

L’Armenia conduce esercitazioni militari con gli Stati Uniti, inviando all’Occidente il messaggio che la considera un partner per la sicurezza. La prossima esercitazione armeno-americana dovrebbe essere Defender2024.

La visita della consorte del Primo Ministro armeno in Ucraina dimostra, che l’Armenia non è indifferente alle sofferenze del popolo ucraino e che l’atteggiamento dell’Armenia nei confronti della guerra contro l’Ucraina è negativo.

Il richiamo del Rappresentante armeno nella CSTO e il rifiuto di partecipare alle esercitazioni militari della CSTO dimostrano che Yerevan si ritirerà presto da quell’alleanza guidata dalla Russia. Ciò dimostrerà ancora una volta la disponibilità dell’Armenia a sviluppare un partenariato di sicurezza con l’Occidente. Gli osservatori dell’Unione Europea sono in Armenia, mentre Azerbajgian e Russia prendono molto sul serio la loro presenza. Hanno proposto il dispiegamento di osservatori della CSTO, ma l’Armenia ha preferito gli osservatori dell’Unione Europea.

L’Armenia dovrebbe anche annunciare le sue ambizioni di aderire all’Unione Europea e presentare una domanda ufficiale di adesione. I principali stati dell’Unione Europea, Germania e Francia, sostengono apertamente la prospettiva europea dell’Armenia. Penso che il prossimo passo per Yerevan dovrebbe essere l’adesione all’Unione Europea.

L’Armenia si trova in una situazione geopolitica estremamente difficile, a causa del pericolo di guerre costanti. La Russia sta utilizzando l’Azerbajgian come strumento di ricatto militare per impedire a Yerevan di abbandonare la sfera di influenza russa. Gli Stati Uniti, l’Unione Europea, la Francia e la Germania sono obbligati a frenare l’evidente intenzione dell’Azerbajgian di intraprendere una nuova guerra.

Accelererà inoltre la costruzione di strette relazioni tra l’Armenia e l’Occidente. È necessario che vengano firmati nuovi documenti tra i Paesi occidentali e l’Armenia per porre il partenariato su basi solide» (Robert Ananyan – Nostra traduzione italiana dall’inglese).

«C’è il grande pericolo che l’Azerbajgian inizi presto una guerra contro il Nagorno Karabakh e l’Armenia. Sarebbe più corretto chiamare l’imminente guerra russo-azera contro gli Armeni. Consideriamo insieme l’algoritmo dell’attacco militare dell’Azerbajgian e anche i parametri del sostegno della Russia all’Azerbajgian. La Russia incoraggerà l’Azerbajgian a spostare la guerra nel territorio dell’Armenia.

Il 9 settembre è prevista l’elezione di un nuovo Presidente da parte dell’Assemblea nazionale del Nagorno-Karabakh, poiché il Presidente eletto nel 2020, Arayik Harutyunyan, si è dimesso. L’Azerbajgian chiede lo scioglimento delle istituzioni statali del Nagorno-Karabakh: l’amministrazione presidenziale, l’Assemblea Nazionale.

Esiste la possibilità che l’Azerbajgian lanci un attacco militare contro l’Artsakh per impedire al parlamento di eleggere un nuovo presidente, dando così inizio al collasso del sistema statale nel Nagorno-Karabakh.

Non è escluso che, parallelamente all’accumulo di truppe ed equipaggiamento militare nelle zone di confine Armenia-Azerbajgian, Karabakh-Azerbajgian, l’Azerbajgian abbia già avanzato tali richieste agli Armeni del Nagorno-Karabakh.

Prima di ogni guerra, l’Azerbajgian inventa false narrazioni da presentare ai diplomatici degli Stati Uniti, dell’Unione Europea e di altri Paesi per convincerli che la sua “guerra è giusta”.

Le tesi della guerra imminente sono già note. L’Azerbajgian dichiara che l’Armenia ha truppe militari costituite da 10.000 soldati in Karabakh. Baku falsifica che con il comunicato del 9 novembre 2020 l’Armenia si è impegnata a disarmare il Nagorno-Karabakh.

Non ci sono forze armate nel Nagorno Karabakh sotto il Ministero della Difesa dell’Armenia.

L’Azerbajgian manipola il sostegno interstatale dell’Armenia al Nagorno-Karabakh, sostenendo che Yerevan finanzia gruppi armati illegali. A seguito della guerra del 2020, decine di migliaia di persone sono state private delle loro case a causa dell’occupazione dei territori e degli insediamenti del Nagorno-Karabakh. Per fornire loro alloggi e superare la difficile situazione sociale, l’Armenia stanzia questi soldi al Nagorno-Karabakh.

Tuttavia sì, esiste l’esercito di difesa del Nagorno-Karabakh, composto da Armeni locali. L’esercito di difesa esiste perché l’Azerbajgian si prepara alla guerra e al genocidio degli Armeni. In altre parole, se non ci sarebbe un esercito di difesa, l’Azerbajgian ucciderebbe e deporterebbe i 120.000 Armeni in tre ore.

L’Azerbajgian si rifiuta di negoziare con Stepanakert attraverso il meccanismo internazionale sui diritti e le questioni di sicurezza degli Armeni e di fornire garanzie di sicurezza. Forse durante i negoziati sarebbe possibile raggiungere un accordo con il Nagorno.Karabakh reciprocamente accettabile, verrebbero forniti meccanismi di sicurezza affidabili e l’esistenza dell’esercito di difesa diventerebbe priva di significato? Baku non andrà in questa direzione.

L’Azerbajgian utilizza il processo di negoziazione per iniziare una guerra. Baku non fornisce meccanismi fondamentali di sicurezza e diritti ai 120.000 Armeni del Nagorno.Karabakh e li minaccia con un ultimatum per accettare il piano di integrazione dell’Azerbajgian.

È naturale che senza diritti e garanzie di sicurezza Stepanakert non aderirà al piano di integrazione. L’Azerbajgian sfrutta il rifiuto del Nagorno-Karabakh accusando Stepanakert di distruttività. E Baku dichiara che il Nagorno-Karabakh non accetta le sue proposte costruttive, pertanto l’Azerbajgian è costretto a lanciare un’operazione militare per stabilire il controllo azero sul Nagorno-Karabakh. Prima della guerra, l’Azerbajgian dichiara anche che la parte armena ha attrezzature militari pesanti in Karabakh e continua a piazzare mine, non fornisce mappe accurate delle aree minate e non rivela i luoghi delle fosse comuni.

Gli Azerbajgiani accusano oggi l’Armenia di aver fornito attrezzature militari al Nagorno-Karabakh, nonostante il Corridoio di Lachin sia chiuso e 120.000 Armeni siano condannati alla fame. Questo è assurdo.

Tuttavia, è probabile che durante questo periodo ci sarà una forte pressione internazionale e l’Azerbajgian non impedirà l’elezione di un nuovo Presidente. Ma, ciò non farà altro che rinviare la guerra. In ogni caso, la comunità internazionale ritiene che dovrebbe aver luogo un negoziato Baku-Stepanakert, durante il quale il Nagorno Karabakh dovrebbe presentare i suoi rappresentanti eletti.

Se l’Azerbajgian ostacolasse lo svolgimento delle elezioni, non ci sarà il Presidente eletto del Nagorno-Karabakh e i suoi rappresentanti con cui Baku dovrà negoziare. Se fosse possibile convincere Baku ad abbandonare il terrorismo e la retorica militare e a incontrare Stepanakert, è possibile che Aliyev non lancerà un attacco militare in questo momento.

Spesso la gente mi chiede se la Russia accetterà l’attacco dell’Azerbajgian all’Armenia e al Nagorno-Karabakh. Penso che i fatti indichino che sì, sarà d’accordo. La Russia ha interessi affinché l’Azerbajgian inizi una guerra. Innanzitutto va notato che l’Azerbajgian avrà il sostegno della Russia. La Russia incoraggerà l’Azerbajgian a spostare la guerra nel territorio dell’Armenia. Perché?

Le posizioni della Russia si stanno indebolendo nel Caucaso meridionale. In particolare, Azerbajgian e Turchia hanno un piano per espellere le forze di mantenimento della pace russe dal Nagorno-Karabakh. Mesi fa, Erdoğan annunciò che le forze di mantenimento della pace russe avrebbero dovuto lasciare il Nagorno-Karabakh nel 2025.

La Russia cercherà una nuova area. Sì, la Russia ha attualmente una base militare in Armenia, ma il Cremlino deve essere costantemente al centro dell’Armenia e dell’Azerbajgian per trarre costantemente vantaggio dai conflitti tra questi due stati. La Russia può incoraggiare l’Azerbajgian a iniziare una guerra contro l’Armenia oltre al Nagorno Karabakh.

Il calcolo russo è che, a causa della guerra, la parte armena si indebolirà e si rivolgerà a Mosca per chiedere aiuto. So da fonti diplomatiche che la Russia voleva disporre delle truppe lungo tutto il confine contemporaneamente ai lavori di demarcazione del confine armeno-azerbajgiano.

Tuttavia, la parte armena ha già insistito affinché le truppe venissero ritirate dal confine armeno-azerbajgiano e le guardie di frontiera venissero richiamate. Ora la Russia vorrebbe che l’Azerbajgian occupasse i territori sovrani dell’Armenia. Questa sarà l’occasione per la Russia di schierare truppe al confine tra Armenia e Azerbajgian.

Per la Russia è vantaggioso che gli attacchi militari dell’Azerbajgian siano diretti a alla regione di Syunik, che si trova nel sud dell’Armenia, in modo che possano finalmente ottenere un corridoio dall’Armenia (il “Corridoio di Zangezur). L’attacco dell’Azerbajgian a Syunik è un’altra opportunità per aumentare la possibilità di dare all’Azerbajgian un corridoio sotto il controllo russo.

Ilham Aliyev ha recentemente ammesso alla riunione dell’Unione Economica Eurasiatica (EEU) che la Russia sostiene l’idea dell’Azerbajgian di ottenere un corridoio (il Corridoio di Zangezur) dall’Armenia. La Russia sostiene l’occupazione da parte dell’Azerbajgian di un corridoio sovrano dall’Armenia, lo spiegamento di truppe russe nel corridoio e il controllo della rotta stradale Azerbajgian-Nakhchivan-Turchia.

C’è un’altra ragione per cui la Russia sostiene i piani militari dell’Azerbajgian contro l’Armenia. Lo spiegamento della Missione di osservazione dell’Unione Europea in Armenia a partire dall’ottobre 2022 ha causato grande insoddisfazione in Russia.

L’Armenia ha rifiutato l’offerta di Mosca di schierare osservatori della CSTO. A proposito, nella versione preliminare dell’Accordo trilaterale del 9 novembre 2020, le forze di mantenimento della pace russe avrebbero dovuto essere schierate a Syunik, nel settore di Meghri, per garantire la sicurezza del corridoio Azerbajgian-Nakhchivan-Turchia. Questa era la proposta della Russia, ma su richiesta dell’Armenia è stata rimossa questa clausola, motivo per cui i russi non sono stati schierati a Syunik.

Tuttavia, ciò non significa che la Russia abbia rinunciato a questa idea. Se l’Azerbajgian attacca Syunik, è un’opportunità per la Russia di schierare le sue forze di mantenimento della pace anche nella regione meridionale dell’Armenia. Quindi, anche l’imminente attacco dell’Azerbajgian all’Armenia sarà un attacco basato sugli interessi della Russia. In Armenia c’è un’opinione sbagliata secondo cui la Russia impedirà l’occupazione azera del Nagorno-Karabakh.

Recentemente, il Ministero degli Esteri russo ha annunciato che, dopo che l’Armenia ha riconosciuto l’integrità territoriale dell’Azerbajgian, lo status delle forze di mantenimento della pace russe di stanza nel Nagorno-Karabakh è cambiato. Per questo la Russia incolpa l’Armenia per la chiusura del Corridoio di Lachin. Questa è, ovviamente, una menzogna, perché dopo il 9 novembre 2020, Vladimir Putin ha riconosciuto il Nagorno-Karabakh come parte dell’Azerbajgian e, nonostante ciò, le forze di mantenimento della pace russe erano di stanza lì.

Se lo status delle forze di mantenimento della pace russe e le condizioni del loro dispiegamento fossero cambiati, quale nuovo status avrebbero ricevuto?

La Russia ha difficoltà a dimostrare all’Azerbajgian la necessità della sua presenza nel Nagorno-Karabakh. Il nuovo piano di Lavrov presuppone l’integrazione del Nagorno-Karabakh nell’Azerbajgian. Se notate, nel piano russo non si fa menzione delle forze di mantenimento della pace russe o di qualsiasi altro meccanismo di sicurezza nel Nagorno Karabakh.

Il nuovo status delle forze di mantenimento della pace russe sarà quello di sostenere il processo di integrazione del Nagorno-Karabakh nell’Azerbajgian. Tuttavia, penso che in realtà le forze di mantenimento della pace russe sosterranno l’Azerbajgian nello spopolare del Nagorno-Karabakh. Questo è già iniziato.

La Russia distribuisce passaporti russi ad alcuni Armeni del Nagorno-Karabakh e li espelle dal Karabakh. Questo è il modo in cui la Russia contribuisce alla politica di pulizia etnica dell’Azerbajgian. In altre parole, la Russia non ha problemi con l’occupazione del Nagorno-Karabakh.

Per la Russia non è importante se nella piazza del Rinascimento di Stepanakert sventola la bandiera armena o quella azera. Ciò che è importante per Mosca è che ci siano diverse migliaia di Armeni in Karabakh, in modo che le forze di mantenimento della pace russe abbiano un motivo per restare. Naturalmente, durante il suo prossimo attacco militare, l’Azerbajgian non prenderà di mira le forze di mantenimento della pace russe, ma effettuerà attacchi mirati contro l’esercito di difesa del Karabakh.

L’imminente terribile guerra russo-Azerbajgiana potrebbe essere evitata se gli Stati Uniti, l’Unione Europea e altri centri geopolitici costringessero l’Azerbajgian ad abbandonare questo scenario sanguinoso. Sono sicuro che il Nagorno-Karabakh e l’Armenia siano pronti a proseguire i negoziati di pace e ottenere un risultato.

Ho presentato l’intero contesto della situazione esplosiva di oggi. Pace a tutti (Robert Ananyan – Nostra traduzione italiana dall’inglese).

NOI PREGHIAMO IL SIGNORE PER QUESTO MIRACOLO
NON DOBBIAMO SPERARE CHE VENGA DAGLI UOMINI,
QUELLO CHE SOLO IL SIGNORE POTREBBE DARCI

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]