277° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. L’Azerbajgian prosegue l’assedio (Korazym 14.09,.23)

Korazym.org/Blog dell’Editore, 14.09.2023 – Vik van Brantegem] – Oggi è il giorno 277 dell’assedio dell’Azerbajgian alla Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh. Nessuna notizia sull’apertura del Corridoio di Berdzor (Lachin) e l’ingresso dei 32 camion con aiuti umanitari dall’Armenia e dalla Francia fermi all’ingresso a Kornidzor presso il ponte Hakari, né conferma che la strada di Akna (Aghdam)-Askeran-Stepanakert sia aperta per ulteriori aiuti umanitari dalla Russia. Le trattative per l’apertura del Corridoio di Berdzor (Lachin) sono ancora in corso, non ci sono novità, ha detto ieri sera a News.am, Davit Babayan, Consigliere del Presidente della Repubblica di Artsakh. Ha aggiunto che aspettano notizie, che non sanno ancora quale sarà l’esito dei negoziati.

Va notato che sono passati già due giorni, da quando 1 (uno) camion della Croce Rossa russa con aiuti umanitari dalla Russia è entrato ad Artsakh da Akna (Aghdam). Dopodiché, secondo l’accordo, l’Azerbajgian avrebbe dovuto aprire il Corridoio di Berdzor (Lachin), ma è ancora chiuso. Va ricordato per inciso che due giorni fa Maria Zakharova, Portavoce del Ministero degli Esteri russo, aveva dichiarato che Mosca si aspettava che il Corridoio di Berdzor (Lachin) sarebbe stato aperto, tenendo conto degli accordi precedentemente raggiunti.

La rappresentanza francese presso l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) ha scritto in un post sul suo account Twitter: «Su istruzione del Presidente Emmanuel Macron, la Francia invita l’OSCE a realizzare l’immediata apertura del Corridoio di Lachin e sottolinea la necessità di adottare misure immediate per soddisfare le esigenze della popolazione del Nagorno-Karabakh».

Intanto, l’Azerbajgian rifiuta ancora di adempiere alla sua parte della proposta presentata dalla mediazione della Federazione Russa di aprire il Corridoio di Berdzor (Lachin), e di consentire al Comitato Internazionale della Croce Rossa, alle forze di mantenimento della pace russe e alle aziende private di entrare nella Repubblica di Artsakh con i beni essenziali. Lo ha scritto sulla sua pagina Facebook il Segretario del partito Ho onore, Tigran Abrahamyan. Inoltre, ha osservato: «La parte russa sta negoziando con l’Azerbajgian per il rispetto degli impegni, ma allo stesso tempo, sta facendo dichiarazioni che rompano il processo, portando la situazione ad un vicolo cieco. Tra l’altro, le azioni dell’Azerbajgian contraddicono le proposte fatte da tutti i centri geopolitici riguardo alla soluzione della situazione, il che implica che gli attori internazionali dovrebbero aumentare la pressione sull’Azerbajgian. Nella situazione attuale, le azioni delle diverse capitali mostreranno chi e come è impegnato a rispettare i principi da loro dichiarati in materia di pace e stabilità nella regione».

Mappa degli attacchi azeri sul territorio dell’Armenia tra il 13 e il 14 settembre 2022.

Esattamente un anno fa, il 13 settembre, le forze armate dell’Azerbaigian lanciarono un’aggressione militare su vasta scala senza precedenti contro il territorio sovrano della Repubblica di Armenia, provocando entro il 14 settembre la morte o la dispersione di almeno 204 militari armeni e l’occupando circa 150 chilometri quadrati di territorio sovrano dell’Armenia. Questa aggressione azera era stata preceduta dall’invasione e l’occupazione del territorio sovrano della Repubblica di Armenia in maggio e novembre 2021.

Il Ministero degli Esteri della Repubblica di Armenia ha rilasciato una dichiarazione al riguardo: «Le azioni della parte azera sono state accompagnate dal prendere di mira insediamenti, infrastrutture civili e ambientali, dall’uso di armi di grosso calibro e droni. La tortura dei militari armeni, compresi i corpi delle donne, nei territori passati sotto il controllo dell’Azerbajgian, di cui sono disponibili registrazioni video scioccanti e che sono state criticate dalle strutture internazionali e dalle organizzazioni per i diritti umani, sono crimini di guerra e dovrebbero anche ricevere una chiara indagine legale internazionale e valutazione universale.
Guidato dal senso di impunità, l’Azerbajgian continua a minacciare la pace e la stabilità nel Caucaso meridionale. In questi giorni sui social network si stanno diffondendo numerosi video che dimostrano che l’Azerbajgian sta accumulando truppe ed equipaggiamenti militari di grosso calibro sia lungo il confine di Stato con l’Armenia che lungo la linea di contatto con il Nagorno-Karabakh, in prossimità della zona di responsabilità delle truppe di mantenimento della pace russe. I casi di aggressioni da parte dell’Azerbajgian alle posizioni delle forze armate armene e di violazione del regime di cessate il fuoco nel Nagorno-Karabakh sono aumentati in modo significativo.
La Repubblica di Armenia apprezza molto le dichiarazioni e le azioni dei partner, che un anno fa hanno chiaramente registrato la violazione dell’integrità territoriale dell’Armenia e l’inammissibilità dell’uso della forza da parte dell’Azerbajgian, anche come chiaro messaggio per prevenire tale azioni in futuro.
Le forze armate dell’Azerbajgian devono essere ritirate dal territorio sovrano della Repubblica di Armenia. Allo stesso tempo, continuando ad essere interessata a stabilire stabilità e pace nella regione, la Repubblica di Armenia riafferma la sua proposta di effettuare un ritiro speculare delle truppe dal confine interstatale tra Armenia e Azerbajgian, sulla base delle mappe dell’URSS del 1975.
Ci aspettiamo che gli attori interessati alla pace e alla sicurezza nella regione, le strutture con mandato in materia, facciano ogni sforzo e utilizzino tutti i meccanismi a loro disposizione per prevenire un’altra destabilizzazione e l’uso illegale della forza nella nostra regione».

La Missione dell’Unione Europea in Armenia (EUMA) ha annunciato lo smantellamento dell’impianto di fonderia di acciaio a Yeraskh, nella regione di Ararat dell’Armenia, che confina con il Nakhichevan, l’exclave dell’Azerbajgian.

++++ AGGIORNAMENTO: I proprietari dell’impianto metallurgico di Yeraskh, GTB Holding, hanno confutato il post dell’EMUA sostenendo che la fabbrica sarebbe stata trasferita. L’EMUA ha risposto cancellando il post. Vale la pena notare che questa non è la prima volta che l’EMUA cancella post con affermazioni errate. ++++

Ricordiamo, come abbiamo riferito a più occasione, che dall’inizio della costruzione il cantiere dell’impianto – con fondi USA – è stato continuamente bombardato dalle forze armate dell’Azerbajgian, di fatto fermando i lavori. L’Azerbajgian ha anche avanzato false accuse ambientali nei confronti dell’impianto, sostenendo che pone problemi ambientali. Il Ministero della Protezione della natura dell’Azerbajgian ha dichiarato espressamente che l’Armenia sta violando gli standard ambientali internazionali impegnandosi in questa attività a Yeraskh senza coordinarsi con Baku. Tuttavia, il Ministero dell’Ambiente dell’Armenia ha affermato che la fonderia di Yeraskh non rappresenta un pericolo per Nakhichevan e non è necessario un coordinamento con l’Azerbajgian.
L’Azerbajgian, in realtà, ha preso di mira alcune delle più importanti strutture civili in Armenia per esercitare pressioni militari sul Paese. Prendere di mira oggetti civili come aeroporti (Kapan), miniere (Sotk) e fabbriche (Yeraskh) è caratteristico degli Stati terroristi. Il regime di Aliyev dimostra che l’Azerbajgian ha optato per il terrorismo come metodo di risoluzione dei problemi.
Inoltre, l’Azerbajgian mira ad ostacolare lo sviluppo economico dell’Armenia prendendo di mira siti economicamente strategici. Lo disse Ilham Aliyev nel 2018: «Come risultato dei nostri sforzi, l’Armenia si è trasformata in una situazione di stallo politico, economico, energetico e dei trasporti, e l’ulteriore sviluppo di questo Paese è, ovviamente, molto desolante. Noi, per la nostro parte, continueremo la nostra politica».
Yeraskh è un’ulteriore dimostrazione – per quanto dovesse servire ancora – che l’Azerbajgian ottiene quello che vuole con la forza e la comunità internazionale osserva e registra come si fa con le notizie meteorologiche, invece di condannare questi atti terroristici dell’Azerbajgian, come sarebbe obbligatorio.

Nel contesto della crescente tensione nel Caucaso meridionale:

  • Numerose violazioni del cessate il fuoco segnalate il 13 settembre 2023 lungo la linea di contatto dell’Artsakh con le forze armate azere. L’Artsakh segnala un ferito con ferite non mortali. La situazione è sempre più tesa.
  • Non vengono più pubblicati online video della mobilitazione militare azera. Alcuni video riportano che anche l’Armenia ha inviato truppe in alcune direzioni. I video si sono fermati un paio di giorni fa, che non vuol dire che la tensione non c’è più.
  • L’Iran ha spostato unità del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (Pasdaran) verso il confine con l’Azerbajgian.
  • Il Ministero della Difesa dell’Azerbajgian ha riferito che le unità di difesa aerea hanno condotto esercitazioni utilizzando il sistema missilistico antiaereo di fabbricazione israeliana Barak [Fulmine in ebraico] 8ER, che sono stati denominati “Yıldırım [Fulmine in azero] 8ER” in Azerbajgian. Nella dichiarazione del Ministero si menziona che durante le esercitazioni previste, i missili balistici lanciati dal nemico simulato sono stati identificati e distrutti dai missili Barak 8ER.
  • Il Presidente della Commissione per gli Affari Esteri del Parlamento armeno, Sargis Khandanyan, ha detto ieri ai giornalisti che l’Azerbajgian non ha ancora risposto alle proposte di pace della Repubblica di Armenia, che erano state annunciate il 24 agosto scorso dal Primo Ministro armeno, Nikol Pashinyan. Il Ministro degli Esteri dell’Azerbajgian, Jeyhun Bayramov, ha annunciato che i negoziati per la firma del trattato di pace tra Armenia e Azerbajgian si sono interrotti. Secondo Sputnik Armenia, ieri nel corso di una sessione di domande e risposta con il governo nell’Assemblea Nazionale, il Ministro degli Esteri della Repubblica di Armenia, Ararat Mirzoyan, rispondendo alla domanda di Sona Ghazaryan, deputato del partito Patto Civile, circa la fase del trattato di pace in discussione tra Azerbajgian e Armenia, ha rilasciato questa dichiarazione: «La parte armena ha consegnato la quinta edizione dell’accordo sulla regolamentazione delle relazioni e l’instaurazione di relazioni pacifiche alla parte azera, toccava a noi farlo, e lo abbiamo fatto. E proprio ieri abbiamo ricevuto nuove proposte dalla parte azera». Mirzoyan ha osservato che, nonostante non ci siano stati negoziati faccia a faccia dopo giugno, il processo e le discussioni continuano. Per quanto riguarda lo svolgimento di riunioni e negoziati in diversi formati e su diverse piattaforme, le proposte arrivano quasi sempre, ha detto Mirzoyan, sottolineando che per il momento non c’è nessun accordo su un incontro specifico, solo discussioni preliminari.

Il Ministro degli Esteri della Repubblica di Artsakh, Sergey Ghazaryan, ha ricevuto a Yerevan la Baronessa Caroline Cox e i membri dell’organizzazione cristiana per i diritti umani Christian Solidarity International (CSI) e dell’organizzazione filantropica Humanitarian Aid Relief Trust (HART), che sono giunti a Yerevan con la Baronessa. Ghazaryan ha discusso con gli ospiti le questioni relative al disastro umanitario causato dall’assedio di Artsakh imposto dall’Azerbajgian da nove mesi.

«Abbiamo visitato l’ingresso del Corridoio di Lachin, l’unica strada che collega il Nagorno-Karabakh all’Armenia e il mondo esterno. Da nove mesi l’Azerbajgian blocca questa strada. Per due mesi, nemmeno il Comitato Internazionale della Croce Rossa è stato fatto entrare. I 120.000 Cristiani Armeni del Nagorno-Karabakh/Artsakh stanno morendo di fame. Questo è genocidio» (Christian Solidarity International).

La crudele realtà di vivere nel #ArtsakhBlockade: «L’unico cibo/frutto esistente a Stepanakert era l’uva. Anche questa è scomparsa con la stagione delle piogge. Mi è stato detto che gli agricoltori non possono entrare nei campi per raccoglierlo. Non riesci a trovare nemmeno una tazza di caffè per uccidere l’appetito. In questo momento a Stepanakert non puoi trovare nulla» (Marut Vanyan, giornalista freelance in Karabakh/Artsakh Email).

«Arev Hovsepyan, insegnante della Scuola Stepanakert N. 2, ha preparato dei biscotti per i suoi alunni di quarta elementare. I bambini che vivono nell’Artsakh sotto il blocco hanno un’esperienza diretta della deprivazione straziante, trascorrendo mesi senza nemmeno un boccone di dolce indulgenza» (Hagop Ipdjian, Consigliere del Presidente della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh).

«Non ci sono trasporti pubblici e anche le ambulanze non sono operative a causa della mancanza di carburante» (Hagop Ipdjian, Consigliere del Presidente della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh).

«La carenza di pane rimane a livelli critici nel Nagorno-Karabakh assediato. Non sono ancora riuscito a procurarmi una pagnotta di pane, nemmeno con i tagliandi. Nessun panificio funziona oggi e altri prodotti alimentari essenziali come frutta e verdura di stagione sono ugualmente scarsi» (Siranush Sargsyan, giornalista freelance nel Nagorno-Karabakh assediato).

Il Ministero dello Sviluppo sociale e della Migrazione della Repubblica di Artsakh ha riferito ieri, che i residenti di Stepanakert, che non hanno potuto utilizzare i tagliandi 1-8, a partire delle ore 08.00 di oggi, 14 settembre 2023, possono acquistare il pane con i tagliandi non riscattati presso il panificio in via Tigran Metsi 18 di Stepanakert.

Il Ministero dello Sviluppo Sociale e della Migrazione della Repubblica di Artsakh ha rilasciato una dichiarazione riguardante la distribuzione dei prodotti alimentari essenziali portati dalla Croce Rossa russa. Si prevede di distribuire nei prossimi giorni prodotti alimentari nell’Artsakh alle famiglie che soddisfano i seguenti criteri:

  • Famiglie dei militari caduti con figli minorenni.
  • Famiglie con figli disabili.
  • Famiglie con cinque o più figli minori.

Dopo un’interruzione di due mesi, dal 12 luglio 2023, il 12 settembre l’account Telegram del Contingente di mantenimento della pace russo in Nagorno-Karabakh ha ripreso la pubblicazione di post.

«Il Comandante del Contingente di mantenimento della pace russo in Nagorno-Karabakh, Kirill Kulakov, ha già visitato Baku e ha discusso la situazione con il Ministro della Difesa azerbaigiano, Zakir Hasanov. Il lavoro del Contingente di mantenimento della pace russo non viene interrotto per un minuto: stanno facendo tutto il possibile per stabilire la pace nella regione» (12 settembre 2023). Risultato: picche.

Il video.

«In Karabakh sono arrivati gli aiuti umanitari della Croce Rossa russa.
Il 12 settembre 2023 il personale militare del Contingente di mantenimento della pace russo ha garantito la consegna sicura e la distribuzione di aiuti umanitari per i residenti del Nagorno-Karabakh.
Il giorno prima, nella zona di responsabilità delle forze di mantenimento della pace russe era arrivato un camion con un carico umanitario dell’organizzazione pubblica russa “Croce Rossa russa”. Dopo aver concordato le questioni tra le due parti e controllato i documenti necessari, il convoglio umanitario, accompagnato dall’equipaggiamento del Contingente di mantenimento della pace russo, è arrivato a Stepanakert.
Il carico umanitario consegnato ai residenti locali ammonta a 15 tonnellate. Comprende cibo, vestiti, kit igienici e kit per bambini, tutti i beni più necessari, concordati con i rappresentanti del Nagorno-Karabakh.
Attraverso la mediazione delle forze di mantenimento della pace russe, i rappresentanti della Croce Rossa russa hanno distribuito gli aiuti consegnati alle famiglie numerose e a basso reddito, nonché a tutti i residenti bisognosi» (13 settembre 2023).

Ieri, le autorità dell’Artsakh hanno diffuso i dettagli sul contenuto del carico [QUI].

E cosa fanno gli USA?

«Il 12 settembre, un camion della Croce Rossa russa è entrato nel Nagorno-Karabakh dall’Azerbajgian per effettuare la prima consegna umanitaria da giugno. Primo passo importante. Ora è il momento di aprire, immediatamente e simultaneamente, le strade di Lachin e di Aghdam affinché il CICR possa porre fine alle sofferenze nel Nagorno-Karabakh e aprire la strada a un dialogo politico duraturo» (Ambasciatore Yuri Kim, Assistente Segretario di Stato per gli Affari Europei ed Eurasiatici del Dipartimento di Stato).

1. Qui abbiamo un rappresentante del Dipartimento di Stato degli USA che sostiene i piani e le azioni della strategia russa-azera nel Caucaso meridionale. Eh sì, sta spingendo per l’apertura della strada di Akna (Aghdam)-Askeran-Stepanakert, proprio come vogliono gli Azeri. Una mossa molto bello per davvero. Premiare Aliyev per i crimini di guerra, assecondando l’apertura l’Artsakh dall’Azerbajgian in pieno clima di guerra imminente, è follia.

Gli USA hanno permesso all’Azerbajgian di introdurre una nuova via di cui la gente dell’Artsakh non aveva mai avuto bisogno prima. Mentre l’Azerbajgian non ha alcuna intenzione di re-aprire il Corridoio di Berdzor (Lachin) in sicurezza (quindi ritirando le sue forze armate dal corridoio), il Dipartimento di Stato si auto-complimenta, favorendo la tortura degli Armeni dell’Artsakh. Nel contempo tace sui 22 camion dall’Armenia (con l’aggiunta di 10 camion dalla Francia) che stanno fermi da quasi due mesi davanti all’ingresso del Corridoio di Berdzor (Lachin) a Kornidzor nel pressi del ponte Hakari.

La verità è che non esiste da nessuna parte un accordo su una “strada di Aghdam” (meno ancora con lo status di un “corridoio”). C’è solo un Corridoio e si chiama Berdzor (Lachin), che collega l’Artsakh con l’Armenia e il resto del mondo, chiuso illegalmente dall’Azerbajgian dalle ore 10.30 del 12 dicembre 2022. Da nove mesi.

Quindi, questo rappresentante del Dipartimento di Stato diventa complice di genocidio, dando il benestare alla deliberata carestia di 120.000 civili come strumento accettabile di negoziazione. Questo è aiutare e autorizzare l’Azerbajgian ad ignorare la Dichiarazione trilaterale (firmata da Azerbajgian, Armenia e Russia) del 9 novembre 2020 e l’ordine vincolante della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite, introducendo sempre più scuse per la coercizione. Vergognoso. Questo è quello che fanno gli USA quando un’autocrazia come l’Azerbajgian ignora ciò che si sta dicendo da mesi.

La strategia dell’Azerbajgian e della Russia di guidare l’agenda e cambiare le narrazioni legali funziona solo quando gli attori internazionali riconoscono il cambiamento. Con questo, la nazione più potente del mondo sta cedendo all’agenda di un’autocrazia e una dittatura.

Parliamo di strategia russa-azera, perché nessuno sana di mente può pensare per un attimo che Baku non si coordini con Mosca e viceversa. Senza dimenticare la Turchia sullo sfondo, che mantiene con la Russia una centro di coordinamento ad Aghdam e come la Russia fornisce armi, come anche Israele. Il quadro geopolitico genocida è chiaro?

2. Parlare:
a. di “apertura simultanea” del Corridoio di Lachin (non “strada di Lachin”) e della strada di Aghdam-Askeran-Stepanakert;
b. di movimento soltanto del Comitato Internazionale della Croce Rossa, significa promuovere la strategia russa-azera.

Gli attivisti pseudo-umanitari sponsorizzati dal governo dell’Azerbajgian sono come gli attivisti pseudo-ecologisti (e in alcuni casi gli stessi) dell’inizio del #ArtsakhBlockade. Applicano le stesse tattiche usate per bloccare il Corridoio di Berdzor (Lachin), per aprire la “strada di Aghdam” ai servizi di sicurezza dell’Azerbajgian come fecero con il Corridoio di Berdzor (Lachin) diretti al ponte Hakari, questa volta direttamente a Stepanakert.

Secondo la Dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020, e di conseguenza secondo l’ordine giuridicamente vincolante della Corte Internazionale di Giustizia che ne fa riferimento, esiste solo il Corridoio di Berdzor (Lachin), per cui l’Azerbajgian deve consentire il “movimento senza ostacoli di merci, veicoli e persone in entrambe le direzioni” (e non solo per il CICR e i Russi). La dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020 e la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia non menzionano, quindi non considerano, nessun’altra strada, né in sostituzione, né in contemporanea, oltre il Corridoio di Berdzor (Lachin).

Poi, perché ci sarebbe necessità di avere “in contemporaneo”, a parte del Corridoio di Berdzor (Lachin), ancora un altro percorso? Prima della chiusura del corridoio, in Artsakh non c’era una crisi umanitaria e aprendo il corridoio (per l’Armenia e il resto del mondo), la crisi umanitaria che c’è sparirà senza la necessità di un altro percorso (per l’Azerbajgian e la Russia, che hanno provocato la crisi umanitaria).

Il resto è narrazione di appeasemente, che porterà solo al disastro della “integrazione” (da leggere “pulizia etnica” e genocidio).

Come rappresentante diplomatico di una democrazia conosciuta in tutto il mondo, l’Ambasciatore Kim farebbe meglio a fare affidamento sulla volontà del popolo autodeterminato dell’Artsakh, rifiutando qualsiasi cosa che viene proposta da un autocrate (azero) e un dittatore (russo). E se l’Ambasciatore Kim non è capace o in grado di sostenerlo, è pregato di fare un passo indietro e di non interferire con la volontà e il futuro autodeterminato del popolo dell’Artsakh.

Si dovrebbe ricordare che TUTTI i civili Armeni – per lo più malati, disabili e anziani – che si sono rifiutati di fuggire dalle loro case durante la guerra del 2020, sono stati tutti giustiziati o decapitati dai militari azeri, che hanno pure filmato le loro azioni e postato sui social media.

Chi pensa che con la “strada di Aghdam” aperta, ci possa essere ancora l’Artsakh/Nagorno-Karabakh, non capisce/nega (che è peggio) quanto sia genocida il regime azero e la società azera che ha indottrinato da decenni.

Se gli Stati Uniti continueranno con la loro posizione attuale nei confronti dell’Armenia e dell’Artsakh, allora l’Azerbajgian, delegato dalla Russia e dalla Turchia, spopolerà presto l’Artsakh e avvierà poi l’annessione della regione armena di Syunik come “Zangezur occidentale”.

3. Il Dipartimento di Stato dovrebbe ascoltare il loro Senatore, che ha detto la verità e ha indicato quali azioni dovrebbe intraprendere, come abbiamo riferito ieri: «Il Senatore democratico del New Jersey, Presidente del Comitato per le relazioni esteri del Senato degli USA, Robert (Bob) Menendez ha tenuto un discorso nell’aula del Senato, sottolineando la gravità della crisi umanitaria che l’Artsakh si trova ad affrontare, offrendo un toccante appello all’azione: “Il governo di Aliyev in Azerbajgian sta portando avanti una campagna di atrocità atroci che portano i tratti distintivi del genocidio contro gli Armeni nell’Artsakh. Hanno intenzionalmente e brutalmente intrappolato tra i 100.000 e i 120.000 Armeni Cristiani nelle montagne del Karabakh. C’è solo una strada per uscire e collegare il Nagorno-Karabakh all’Armenia per persone, cibo, medicine e beni di prima necessità”. Menendez non usa mezzi termini quando mette in guardia l’Azerbajgian per il blocco genocida dell’Artsakh: “Agli uomini che organizzano e attuano questo brutale [blocco]: vi riterremo responsabili dei vostri crimini, anche se ci vorrà una vita”. Dire la verità come dovrebbe essere detta sulla pulizia etnica e il genocidio in Artsakh, al contrario del Segretario di Stato, Anthony Blinken, è un atto rivoluzionario».

Mentre la Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite ordina esplicitamente l’immediata apertura del Corridoio di Berdzor (Lachin) senza ostacoli, su cui concordano le organizzazioni e istituzioni per i diritti umani che non permettono che il cibo venga utilizzato come arma, utilizzata come tattica di negoziazione e che riconoscono che la falsa narrazione di “ambedue le parti” rafforzerà ulteriormente lo strangolamento dell’Artsakh.

Il Presidente di Freedom House ha dichiarato: «(…) il blocco del Corridoio di Lachin rischia la pulizia etnica. (…) Esortiamo il governo azerbajgiano a togliere INCONDIZIONATAMENTE il blocco per garantire il libero movimento bidirezionale di persone, veicoli e merci lungo il Corridoio di Lachin».

Il Dipartimento di Stato non riesce proprio a fare di meno che spingere con ogni respiro per l’integrazione dell’Artsakh nell’Azerbajgian, come vuole la Russia. Gli Stati Uniti non hanno dimostrato alcun desiderio o capacità di costringere l’Azerbajgian ad agire vagamente in senso umano.

3. Da notare, non da poco conto, che l’Ambasciatore Kim scrive – quello che la propaganda azera nega/fa dimenticare – che si tratta della “prima consegna umanitaria da giugno”. Quindi il #ArtsakhBlockade c’è.

Alcune reazioni di troll azeri al post su Twitter dell’Ambasciatore Kim

Riportiamo le reazioni senza alcun commento, visto che si squalificano da soli. L’ultimo a conclusione della serie riassume tutto. Comunque, si prega di prestare attenzione, perché queste frasi riflettano la propaganda e la narrazione azere, che sono sempre stracolmi di fake news, disinformazione e tesi anti-storiche.

«L’Azerbajgian è sempre stato un sostenitore della pace nella regione e lo ha dimostrato con i passi compiuti, e lo sta dimostrando anche adesso. L’Armenia, al contrario, è impegnata a interrompere il processo di pace».

«Non ci sono restrizioni al movimento dei residenti di etnia armena del Karabakh sulla strada di Lachin. Per quanto riguarda l’approvvigionamento alimentare, questo può essere fatto solo attraverso la strada Aghdam Khankendisi. Non sarebbe fattibile garantire la sicurezza delle terre azerbajgiane attraverso l’Armenia».

«La parte azera ha ripetutamente avvertito l’Armenia e i suoi sostenitori che la strada di Lachin-Khankendi è destinata a scopi umanitari ed è severamente vietato utilizzarla per altri scopi. L’Armenia lo ha ignorato».

«Dal primo giorno, l’Azerbajgian ha sostenuto la pace nella regione, mentre l’Armenia ha violato questo processo. Perché non vogliono arrivare alla pace. Gli Armeni pensano solo alla provocazione».

«Non può esserci dialogo politico tra le autorità dell’Azerbajgian e il regime criminale [il governo della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh]. Sono aperte le proposte dell’Azerbajgian per discutere le questioni relative al reinserimento degli Armeni residenti in Garabag. Ma prima di tutto, l’Armenia deve ritirare ciò che resta delle sue forze armate dal territorio dell’Azerbajgian [l’esercito di difesa della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh]».

«La Repubblica di Azerbajgian è da sempre sostenitrice della pace nella regione e non ci sono ostacoli all’apertura della strada di Lachin, ma l’uso di questa strada può essere utilizzato in base alle leggi dell’Azerbajgian, il carico in arrivo deve essere dichiarato e concordato in anticipo».

«L’Azerbajgian è a favore della pace, della stabilità e della prosperità regionale. L’Armenia minaccia seriamente la stabilità del Caucaso meridionale sostenendo il governo separatista sul territorio dell’Azerbajgian».

«Se le merci trasportate nella parte armena fossero realmente necessarie, non impedirebbero a queste merci di attraversare il territorio. Cioè, mettono in piedi un finto spettacolo della fame e si mostrano al mondo intero come pietosi. Lascia che il mondo intero veda la loro frode».

«L’Azerbajgian non ha mai creato ostacoli alla comunità civile armena che utilizza il Corridoio di Lachin. Questo movimento è la nostra preoccupazione. Perché con questo abbiamo dimostrato che l’Azerbaigian è rimasto fermo nelle sue decisioni».

«L’Azerbajgian, come unico sostenitore della pace nella regione, intende accelerare questo processo, ma i separatisti Armeni lo ostacolano e lanciano provocazioni contro l’instaurazione della pace».

«Vaffanculo. Ora è il momento che l’Azerbajgian vada a Khankendi e appenderà lì la bandiera dell’Azerbajgian!» (in russo).

NOI PREGHIAMO IL SIGNORE PER QUESTO MIRACOLO
NON DOBBIAMO SPERARE CHE VENGA DAGLI UOMINI,
QUELLO CHE SOLO IL SIGNORE POTREBBE DARCI

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]