La Mappa Marsili vola a New York (Ansa 20.09.18)

(ANSA) – NEW YORK, 20 SET – La storia armena “a fumetti”, come in un “graphic novel”, ma di tre secoli fa. Un nobile bolognese alla corte di Vienna e un erudito armeno a Istanbul: da questo incontro, nel 1691, vide la luce uno straordinario documento di cartografia antica che da sabato 22 settembre fino al 13 gennaio sarà in mostra al Metropolitan Museum di New York.

Oggetto di lusso per studiosi e mercanti, la mappa del conte Luigi Ferdinando Marsili è il pezzo forte di “Armenia!”, una carrellata di 1300 anni attraverso la storia di un popolo che non sempre ha avuto entità statali, ma che sempre si è riconosciuto nelle sue chiese e nei monasteri. Lunga tre metri e mezzo per 120 centimetri, la mappa è stata srotolata al centro della mostra accanto a reliquiari, codici, tessuti, arredi liturgici e modelli di chiese provenienti dall’Armenia, da Gerusalemme, Antalia nel Libano, Venezia, il Getty di Los Angeles, la Gran Bretagna, Lisbona. Preti e laici in abiti ottomani conversano davanti alla cattedrale di Etchmiadzin fondata nel quarto secolo da San Gregorio. Accanto, in verde, le cime dell’Ararat. Gregorio caccia gli idoli da Mush. Simboli indicano l’importanza delle città per la corte ottomana. Mush, dove la popolazione armena fu obliterata nel 1915 ne ha due, Erzurum in Cappadocia, teatro di massacri alla fine dell’800, tre. “Il conte Marsili ebbe una vita da romanzo”, spiega all’ANSA Giacomo Nerozzi, direttore della Biblioteca Universitaria di Bologna che ha concesso il prestito: “Nel 1691 era a Istanbul e chiese ad un erudito armeno un documento sulla storia della sua terra e della sua gente. Eremia Keomiwrchean mise un’incredibile quantità di dottrina nella mappa: una rappresentazione simbolica, senza riferimenti alle distanze reali, quasi una un’enciclopedia bidimensionale della storia, cultura e religione armene”. Eremia raffigurò quasi 800 siti religiosi, da Nishapur, oggi in Iran, ai monasteri della Crimea, ai maggiori centri ecclesiastici: i catolicosati di Etchmiadzin, Gandzasar, Aght’amar e Cilicia e i patriarcati di Gerusalemme e Costantinopoli. Tutti identificati tranne uno: una grande città al nord che, osserva Nerozzi, merita ulteriori ricerche. La mappa andò “smarrita” pochi anni dopo il ritorno di Marsili a Bologna. Si cercò invano a Vienna, dove il conte aveva prestato servizio. In realtà era rimasta in biblioteca, dove la riscoprì nel 1991 Gabriella Uluhogian, armenologa dell’ateneo bolognese. La mappa Marsili non è l’unico apporto italiano alla mostra sull’Armenia curata da Helen Evans, responsabile per il museo dell’arte bizantina, con l’aiuto di Constance Alchermes. Il monastero di San Lazzaro a Venezia ha prestato preziosi volumi, testimonianza di una antica storia di accoglienza quando nel 1717 la piccola isola nella Laguna fu donata dalla Serenissima a una confraternita di padri fuggiti dall’Armenia dopo l’invasione turca.


AL METROPOLITAN MUSEUM DI NEW YORK ARRIVA LA “TABULA ARMENA” VOLUTA DAL BOLOGNESE MARSILI E REALIZZATA DALL’EREMITA ARMENO C‘ELEPI KEOMIWRCEAN ALLA FINE DEL 1600

La Tabula Corographica Armenica  sui luoghi sacri dell’Armenia risalente al 1691, è un rotolo che nonostante le sue notevoli dimensioni è rimasto ignorato per circa 3 secoli,  nei depositi delle Biblioteca Universitaria di Bologna, fino a che non è riemerso dall’oblio nel 1991 grazie alla studiosa Gabriella Uluhogian ed al contributo dell’ambasciata della Repubblica di Armenia in Italia. La Mappa sottoposta a restauro nello scorso mese di maggio viene presentata il 22 settembre al Metropolitan Museum of Art di New York, dove sarà esposta fino al 13 gennaio 2019.

Lunga tre metri e mezzo per 120 centimetri, la mappa è stata disposta – nella mostra “Armenia” – accanto a reliquiari, codici, tessuti, arredi liturgici e modelli di chiese provenienti dall’Armenia, oltre che  da Gerusalemme, Antalia nel Libano, Venezia, il Getty di Los Angeles, la Gran Bretagna, Lisbona…

Uno straordinario documento, una sorta di storia a fumetti ante litteram,  realizzato verso la fine del 1600 ad opera di un nobile bolognese alla corte di Vienna e un erudito armeno a Istanbul, incontratisi nel 1691.
Fu  composta dall’armeno della comunità di Costantinopoli, il saggio Eremita CELEPI KEOMIWRCEAN  (1637-1695), su commissione dell’aristocratico bolognese, scienziato, militare e gran viaggiatore Luigi Ferdinando Marsili (1658-1730).  Tracciarla riusci’ a  rappresentare  la Chiesa armena in tutta la sua completezza nel territorio comprendente l’Anatolia, la Ciscaucasia e la Subcaucas

Il conte Marsili donò tutta la produzione e documentazione dei suoi viaggi e ricerche alla città natale, Bologna, che conservò il fondo all’Università di Bologna, ma presto venne dimenticata, poichè nei cataloghi del Fondo Marsili non era citata, fino a che è stata riscoperta.(20/09/2018-ITL/ITNET)

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