Armeni in piazza contro il primo ministro: “Traditore” (Euronews 09.12.20)

L’opposizione ancora in piazza a Yerevan in Armenia per chiedere le dimissioni del primo ministro Nikol Pashinyan. Quindicimila persone si sono radunate nella capitale, nei pressi del parlamento, al grido di “traditore”. Il primo ministro è colpevole di aver firmato una tregua svantaggiosa per l’Armenia alla fine di sei settimane di scontri con l’Azerbaigian per il controllo del Nagorno Karabakh, alla fine diversi distretti della regione sono stati ceduti a Baku; dal 10 novembre, da quando l’accordo è diventato operativo, la collera è montata e il popolo armeno l’ha espressa più volte, fino all’ultima manifestazione.

Anche la chiesa apostolica armena e tutti e tre gli ex presidenti del Paese si sono uniti alla richiesta di dimissioni di Pashinyan ma il primo ministro, imperterrito, mercoledì scorso ha detto in parlamento che la Nazione in questo difficile periodo ha bisogno di stabilità. Nel clima di generale tensione che regna in Armenia, anche il ministro della Difesa David Tonoyan ha rassegnato le dimissioni il mese scorso.

Gli scontri con l’Azerbaigian

Il territorio Nagorno-Karabakh si trova all’interno dello Stato dell’Azerbaigian ma è controllato dalla minoranza armena dal 1994. I nuovi combattimenti, iniziati lo scorso 27 settembre, segnano la ripresa peggiore delle ostilità dalla fine della guerra negli anni 90. Dopo settimane di scontri con centinaia di morti, anche con la mediazione della Russia, si è giunti a un accordo che è diventato operativo il 10 novembre. Diversi distretti della regione tornano sotto il controllo di Baku. In queste zone migliaia di armeni hanno abbandonato le loro case, a volte distruggendole prima della fuga. Gli azeri, che prima della guerra degli anni 90 vi abitavano, in molti casi sono tornati. Una forza di pace russa è presente sul territorio.

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