Armenia e Azerbaigian si scambiano frecciatine in vista dei nuovi colloqui di pace (Euroactiv 30.05.23)

L’Armenia e l’Azerbaigian si sono lanciati nuove accuse a vicenda due giorni prima dei  colloqui volti a concludere un accordo di pace per risolvere decenni di dispute sul territorio del Nagorno-Karabakh.

Gli Stati ex-sovietici hanno combattuto due guerre per la regione, riconosciuta come parte dell’Azerbaigian, ma popolata principalmente da armeni. Nel 2020 l’Azerbaigian ha riconquistato porzioni di territorio perse nel corso del conflitto, dopo il crollo del regime sovietico all’inizio degli anni Novanta.

Nelle ultime settimane i colloqui di pace sembravano fare progressi, con il primo ministro armeno Nikol Pashinyan che ha riconosciuto il controllo dell’Azerbaigian sul Karabakh.

Lunedì (29 maggio), però, l’Armenia ha accusato l’Azerbaigian di aver minacciato di ricorrere alla forza dopo che il presidente azero Ilham Aliyev aveva chiesto lo scioglimento del governo locale “separatista” del Karabakh.

Una dichiarazione del Ministero degli Esteri armeno, riportata dall’agenzia di stampa Armenpress, ha affermato che Aliyev stava facendo “minacce di genocidio” e “preparando il terreno per un’altra azione aggressiva contro la popolazione del Nagorno-Karabakh”.

Nonostante i colloqui di pace, la tensione è aumentata a causa dell’istituzione da parte dell’Azerbaigian, il mese scorso, di un posto di blocco sul corridoio di Lachin, l’unica via che collega l’Armenia al territorio. Gli scontri al confine sono frequenti.

Aliyev, parlando domenica nella città di Lachin, ha detto che dopo i successi dell’Azerbaigian nella guerra del 2020 è giunto il momento che gli armeni abbandonino le loro “illusioni” sull’indipendenza del Karabakh.

“Questo significa rispettare le leggi dell’Azerbaigian, diventare cittadini normali e leali, gettare i falsi simboli di Stato nel mucchio della spazzatura e sciogliere il cosiddetto parlamento”, ha detto Aliyev in un discorso trasmesso dalla televisione di Stato azera.

Dopo il conflitto di sei settimane del 2020, terminato con una tregua promossa dalla Russia, Pashinyan e Aliyev hanno tenuto diversi incontri, organizzati da Mosca, Unione Europea e Stati Uniti.

I due uomini si sono incontrati la scorsa settimana a Mosca, dove il leader del Cremlino Vladimir Putin ha dichiarato di ritenere che le due parti stiano facendo progressi verso la conclusione di un accordo di pace a lungo termine.

Mercoledì (31 maggio) si incontreranno nuovamente in occasione di un incontro sullo sviluppo dell’UE in Moldavia, a cui parteciperanno i leader di oltre 40 Stati e le istituzioni europee.

Il Karabakh rimane al centro della loro lunga disputa, insieme alla demarcazione dei confini, alla restituzione dei prigionieri e alla creazione di “corridoi” commerciali che attraversino il territorio dell’altro.

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