Armenia in black list, il team italiano al rientro sarà messo in quarantena? Raviolo non ci sta: “Per medici e infermieri troppi sacrifici” (Lastampa.it 10.07.20)

Bloccati a Erevan? Oppure rimpatriati, ma costretti a una quarantena che li terrebbe fuori degli ospedali e dal servizio per due settimane? Nella black list dei Paesi ai quali l’Italia ha chiuso i confini, per evitare di importare nuovi contagi da coronavirus, c’è anche l’Armenia. Dove dal 26 giugno è impegnata la missione dei medici e infermieri della Maxi Emergenza 118 della Regione Piemonte, inviata dal governo per aiutare i colleghi della capitale armena a fronteggiare la pandemia. Ma ora per gli undici professionisti guidati dal direttore del Dipartimento, Mario Raviolo (medico di Savigliano, già a capo dell’Unità di crisi regionale anti Covid), il rientro – previsto per il 17 luglio – potrebbe complicarsi.

L’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza vieta l’ingresso in Italia a chi proviene dai 13 Paesi sulla «lista nera» fino al 14 luglio, ma pare certo che la scadenza sarà prorogata con il nuovo Decreto del presidente del Consiglio dei ministri. Quanti sono stati in quei territori negli ultimi 14 giorni non possono rientrare neppure con l’escamotage di uno scalo intermedio.

«Ho chiesto indicazioni e dettagli alla Protezione civile nazionale a Roma – spiega Raviolo stamane da Erevan -.  Dobbiamo conoscere le modalità del rimpatrio, le eventuali conseguenze e le norme a cui attenersi». La quarantena non è una soluzione che il “capo missione” intende accettare: «Non è gestibile, perché chi è qui con me deve poter rientrare al lavoro negli ospedali dove il personale è già stato messo a dura prova dal Covid e ha diritto alle sacrosante ferie, se possibile. Medici e infermieri non hanno fatto abbastanza sacrifici personali, anche venendo ad aiutare un Paese in difficoltà, per trovarsi di fronte un altro ostacolo?». E tuona: «Messi in quarantena al rientro in Italia, dove da settimane vediamo ammassamenti in spiagge, locali e piazze, senza rispetto di regole, distanziamenti o mascherine? Non facciamo gli ipocriti. Se sarà così, dico che per noi questa è l’ultima missione».

Armenia in black list, il team italiano al rientro sarà messo in quarantena? Raviolo non ci sta: “Per medici e infermieri troppi sacrifici”

CHE COSA E’ UN EMT

Il Posto medico avanzato di 2° livello della Maxi Emergenza 118 della Regione è volato in Armenia su provvedimento del governo, che aveva spiegato in una nota ufficiale: «L’operazione, che rientra nell’ambito del Meccanismo europeo di Protezione civile, è stata disposta dal presidente del Consiglio Conte, a seguito della richiesta di assistenza internazionale dell’Armenia alla Commissione Europea. Si svolgerà in coordinamento con l’attività portata avanti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, in stretta collaborazione con l’Ambasciata d’Italia in Armenia». Una missione piemontese, alla quale partecipa per la prima volta anche personale di Lombardia e Toscana, per tre settimane ad affiancare i colleghi di tre ospedali al collasso nell’emergenza pandemia.

«Quando il Piemonte ha avuto bisogno, nel pieno del Covid, abbiamo avuto l’aiuto anche di medici da Cuba e Albania», aveva sottolineato alla partenza l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi, a chi obiettava sull’opportunità che il team si recasse all’estero, mentre in Piemonte l’emergenza ha appena svoltato l’angolo. Rimarcando: «Ora che è stato chiesto di ricambiare, non si poteva rifiutare. Anche perché nessun presidio resta sguarnito e la situazione è sotto controllo. Essere chiamati dalla Protezione civile europea, inoltre, è il riconoscimento della professionalità del Piemonte».

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L’Emergency Medical Team è stato accolto da ambasciatori e ministro della Salute all’arrivo a Erevan. Ma che cosa sono gli Emt? Si tratta di strutture sanitarie per operare nelle catastrofi. Ce ne sono di tre tipi: quello piemontese è un Emt2, il primo italiano certificato dall’Oms (il 28 agosto 2018) e candidato a diventare Emt3, cioè fra i più grandi e complessi ospedali da campo, una manciata in tutto al mondo. Un progetto in corso, che potrebbe coinvolgere anche l’aeroporto di Cuneo.

«Qui abbiamo trovato un’accoglienza umana e professionale cordialissima – racconta Mario Raviolo da Erevan -. Il personale medico è molto bravo, ci sono invece carenze di training in alcuni metodi, soprattutto di ecografia polmonare in urgenza. La collaborazione è ottima, pur in una situazione al collasso, ma possiamo dire che la nostra missione è risultata efficace». Ci sono stati corsi di formazione, la presa in esame di casi clinici, l’impegno nelle diagnosi e nella scelta delle terapie.

Covid, stop ingressi in Italia da Paesi a rischio fino al 14 luglio (Adnkronos 10.07.20)

A seguito dell’ordinanza di ieri del Ministro della Salute emanata al fine di contenere la diffusione del Covid-19 in Italia, l’Enac, Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, ha informato, nella serata di ieri, 9 luglio, tutte le compagnie aeree italiane e le compagnie straniere operanti in Italia in merito ai contenuti della predetta ordinanza disponendone l’immediata applicazione. Lo comunica l’Enac. Di conseguenza nessun passeggero proveniente direttamente o indirettamente dai Paesi sotto elencati potrà entrare in Italia fino al 14 luglio prossimo: Armenia, Barhein, Bangladesh, Brasile, Bosnia Erzegovina, Cile, Kuwait, Macedonia del nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica Domenicana. Tale restrizione si applica anche alle persone che negli ultimi quattordici giorni hanno soggiornato o sono transitate nei predetti Paesi.

A prescindere dai Paesi sopra richiamati, l’ingresso in Italia dall’estero è condizionato al rilascio di una dichiarazione al vettore o ai soggetti delegati ai controlli di non aver soggiornato o di non essere transitati in uno dei Paesi presenti nell’elenco, negli ultimi quattordici giorni antecedenti. L’ordinanza sarà in vigore fino al 14 luglio prossimo. L’Enac ha disposto che le compagnie interessate informino i passeggeri delle nuove disposizioni i quali saranno rimpatriati a spese dei vettori che li dovessero accettare a bordo.