ARMENIA: Siglato un nuovo accordo militare con la Russia (Eastjournal 20.12.16)

Nel corso dei mesi di ottobre e novembre Russia e Armenia hanno negoziato e firmato un nuovo accordo militare sull’istituzione di un sistema di difesa aerea comune tra i due paesi.

Nello specifico il patto prevede la creazione di un centro di comando comune per il monitoraggio della situazione dei cieli nel Caucaso del Sud che permetterà a Russia e Armenia di condividere informazioni e analizzare la situazione in modo congiunto.

Secondo l’ex ministro della Difesa armeno Vagharshak Harutyunyan, grazie all’accordo, la difesa aerea dei due paesi dovrebbe funzionare in modo totalmente unificato nel caso di un attacco contro il paese caucasico, integrando nel sistema di difesa anche l’aviazione russa del Caucaso del Nord e le flotte del mar Nero e del mar Caspio.

Il patto estende la già ampia cooperazione militare tra Mosca e Erevan nell’ambito dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO), un’alleanza che include anche gli altri membri dell’Unione Eurasiatica (Bielorussia, Kazakhstan e Kirghizistan) oltre al Tagikistan. Per questo motivo, non cambierà in maniera sostanziale i rapporti tra Russia e Armenia e l’equilibrio geopolitico della regione caucasica.

Da parte russa, la firma dell’accordo conferma (se ancora ci fossero dubbi in proposito) la volontà  di mantenere una forte influenza nel Caucaso del Sud. Si tratta quindi della logica continuazione della linea politica di Mosca, che si è posta su posizioni legittimiste riguardo all’indipendenza delle regioni separatiste georgiane dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud e che si è fatta garante della difesa di Erevan, mantenendo una base militare in territorio armeno. Tale posizione nel Caucaso è parte di un più grande disegno strategico russo sul territorio ex sovietico, dove non sono accettate le interferenze di potenze straniere, che anzi sono presentate come una minaccia per la Russia dalla propaganda del Cremlino.

Dal punto di vista armeno, l’alleanza è vitale per lenire le preoccupazioni sulla propria sicurezza causate dalla Turchia e dall’Azerbaijan. In questo senso, lo scorso 8 ottobre, una tripla violazione dello spazio aereo armeno da parte di elicotteri turchi ha allarmato Yerevan, viste le pessime relazioni con Ankara, mentre il breve conflitto con gli azeri dello scorso aprile ha dimostrato quanto sia incerta la situazione del Nagorno Karabakh.

La questione della repubblica separatista non riconosciuta è il grande quesito che pende su tutti gli accordi militari e, in generale, sulle relazioni russo-armene. Formalmente, Mosca non sarebbe obbligata a intervenire nel caso di un attacco azero in Karabakh, poiché l’accordo include solo la difesa del territorio dello stato armeno. Dal punto di vista di Yerevan, quindi, stringere i rapporti con Mosca è considerato come un mezzo per disincentivare le volontà belliciste di Baku fomentate dal grande riarmo che l’Azerbaijan si è finanziato negli ultimi anni coi ricavati della vendita delle materie prime.

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