Armenia, svolta nella crisi: il partito Repubblicano appoggerà il leader delle proteste (Tgcom24 02.05.18)

La crisi armena è a una svolta: il partito Repubblicano ha dichiarato che appoggerà il candidato dell’opposizione Nikol Pashinyan come nuovo primo ministro. Un’affermazione che sorprende: il primo maggio i repubblicani, che detengono la maggiornaza in Parlamento, si erano rifiutati di  votarlo. Una decisione che aveva portato a nuove proteste. Le elezioni saranno l’8 maggio e il risultato dovrebbe essere certo.

Le elezioniLe elezioni saranno il prossimo 8 maggio e questa volta il risultato dovrebbe essere già scritto: Nikol Pashinyan, membro del Congresso Nazionale Armeno e leader delle proteste che hanno portato alle dimissioni di Serzh Sargsyan, dovrebbe diventare il nuovo primo ministro. Il partito Repubblicano, che detiene la maggioranza dei seggi in Parlamento, ha infatti dichiarato che appoggerà la sua candidatura. Lo ha fatto sapere il capogruppo Vahram Baghdasaryan, il quale, come riporta Interfax, non ha nominato esplicitamente Pashinyan. A conti fatti, ora il candidato dell’opposizione dovrebbe avere dalla sua un terzo dei voti, la soglia richiesta dalla Costituzione per essere nominato. Una decisione, quella dei repubblicani, che arriva inaspettata: lo scorso primo maggio, infatti, si erano rifiutati di sostenere Pashinyan, in quanto aveva guidato i manifestanti a chiedere le dimissioni del premier repubblicano. “La discussione sull’elezione del primo ministro inizierà in una sessione speciale del Parlamento armeno l’8 maggio a mezzogiorno“, ha detto il presidente della camera Ara Babloyan.

Armenia, il Parlamento non elegge il leader delle proteste: i manifestanti bloccano le strade

Pashinyan aveva definito un “sucidio” la scelta del partito Repubblicano. In Armenia, infatti, erano ricominciate le proteste. I manifestanti avevano addirittura bloccato con automobili e camion le maggiori arterie della capitale, Yerevan, fra cui la strada che porta all’aeroporto. Un disagio anche per i turisti, che sono stati sorpresi dai mezzi pubblici fermi e dalle fermate delle metro chiuse, come parte dello sciopero generale. Pashinyan aveva intimato al Governo di non ricorrere all’esercito per disperdere i protestanti. “Se lo faranno”, aveva detto in un’intervista all’Associated Press, “i soldati si uniranno a noi”. In effetti, era già successo in occasione delle ultime mobilitazioni. Nel corso della giornata, con un messaggio su Facebook, ha poi chiesto ai suoi sostenitori di riaprire le strade e di spostarsi in piazza della Repubblica, dove in serata era prevista un’altra manifestazione.

“Voglio che sia chiaro”, ha poi detto alla Bbc, “che questa non è una lotta per far eleggere Nikol Pashinyan. E’ una lotta per i diritti umani, per la democrazia, per la legge e i regolamenti, ed è per questo che la gente non è e non sarà mai stanca di protestare”.


Svolta nella crisi politica: la mossa del partito di governo di appoggiare Pashinyan apre la via alla soluzione dello stallo nella Repubblica ex sovietica capo dell’opposizione e leader delle proteste in Armenia, Nikol Pashinyan, ha chiesto ai suoi sostenitori di interrompere la mobilitazione che ha bloccato la capitale Erevan, affermando di aver ottenuto il sostegno delle quattro forze politiche in Parlamento in vista della sua elezione a premier l’8 maggio. Attualmente tutti i gruppi hanno detto che sosterranno la mia candidatura. La questione è risolta”, ha affermato Pashinyan, “fermiamo la nostra azione e riposiamoci”. La svolta del partito di governo Il Partito repubblicano armeno al governo infatti ha fatto sapere che appoggerà il candidato dell’opposizione alla carica di primo ministro il prossimo 8 maggio. Ad annunciarlo è stato ill capogruppo in Parlamento del partito, Vahram Baghdasaryan. Baghdasaryan non ha comunque nominato esplicitamente Nikol Pashinyan, il leader delle proteste e capo della sigla Elk Erevan bloccata dai manifestanti Erevan e altre città dell’Armenia sono state bloccate dalle proteste dopo che il Parlamento non ha approvato (con 56 voti sfavorevoli e 45 favorevoli) il conferimento della carica di premier a Pashinyan. Manifestanti hanno impedito la circolazione delle auto sulla strada che collega la città con l’aeroporto di Zvarnots. Bloccate anche le strade dirette dalla capitale ai confini con l’Iran e con la Georgia, così come l’accesso alle stazioni della metropolitana di Erevan e alle stazioni ferroviarie. Pashinyan aveva guidato le proteste che hanno costretto il premier ed ex presidente Serzh Sargsyan a dimettersi. E’ stato il suo Partito repubblicano, che ha la maggioranza, a impedire la nomina di Pashinyan con una decisione annunciata all’ultimo momento prima del voto, ieri. “Nessuno scontro, nessuna aggressione. Comprendiamo tutti che questo processo non potrà non finire con una vittoria legittima. Tutte le nostre azioni devono essere pacifiche”, ha scritto Pashinyan invocando lo sciopero generale. Il leader dell’opposizione si propone come candidato del popolo per guidare un governo di transizione verso nuove elezioni.


Armenia: nuova elezione Primo ministro fissata per l’8 maggio

Erevan, 2 mag. (askanews) – Il Parlamento armeno ha annunciato oggi che procederà l’8 maggio ad un nuovo voto per eleggere il Primo ministro di questa repubblica ex sovietica del Caucaso che da due settimane versa in una delicata crisi politica.

Ieri il Parlamento ha votato una prima volta per scegliere il nuovo premier ma l’unico candidato, il capo dell’opposizione e punta di diamante della attuale contestazione, Nikol Pashinian, non ha ottenuto il numero di voti necessari. (fonte Afp)