AZERBAIGIAN: IL RISIKO GEOPOLITICO DEL PRIMO FORNITORE DI PETROLIO DELL’ITALIA (Sole 24ore 09.03.22)

Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Milano, 09 mar – Recentemente gli aspetti politco-militari del rapporto tra Azerbaigian e Turchia hanno assunto ulteriore peso . Nel 2020 e’ stata la Turchia a fornire armi e supporto strategico, mercenari inclusi, per la conquista da parte dell’Azerbaigian di una vasta area della regione del Nagorno Karabak, sconfiggendo l’Armenia che storicamente e’ sempre stata legata a Mosca. Ma in questo caso l’operazione e’ avvenuta con il taciuto beneplacito del presidente russo Putin che vede il regime armeno e il suo leader Nikol Pashinyan come il fumo negli occhi in quanto ultimi e unici eredi delle ‘Rivoluzioni colorate’ che sono la sua ossessione. Ora l’Armenia e’ stata messa al passo: ad esempio e’ l’unico Paese che ha votato contro espulsione della Russia da Consiglio e Parlamento dell’OCSE. Non solo ma Arayik Harutyunyan presidente della la parte (rimasta) sotto controllo armeno del Nagorno Karabakh, ha salutato come una conquista il riconoscimento russo dell’autonomia delle Regioni del Donetsk e Luhansk.

Ora pero’ la situazione si complica: nel Nagorno Karabak, la Turchia ha dovuto cedere la regia a Putin, inclusa la gestione militare, sul territorio, della tregua tra Azerbaigian e Armenia con annessi progetti di ricostruzione dei corridoi di transito nel Caucaso, attraverso i due Paesi.

Alyiev ne e’ consapevole e Putin glielo ha ricordato in gennaio facendogli firmare, un accordo di cooperazione a 360 gradi che ricopre aspetti economici, politici e militare.

Difficilmente avrebbe potuto rifiutare.

Indirettamente l’accordo e’ anche un messaggio dissuasivo a Erdogan: ‘ …che il suo Paese non cerchi di allargarsi ulteriormente nel Caucaso’. La Turchia, infatti, non si limita a essere il principale partner militare dell’Azerbaigian ma lo e’ anche, a maggior ragione, , della Georgia che si trova in conflitto aperto con Mosca a seguito dell’invasione russa dell’Abkhazia e dell’Ossezia e ha anche rotto le relazioni diplomatiche con la Russia. Il Paese pero’ e’ posizionato in modo strategico in quanto e’ attraversata dai gasdotti e oleodotti che dall’Azerbaigian approdano in Turchia.

I colloqui di domani quindi , tra Erdogan e Alyiev, saranno mirati a tracciare anche una strategia di contenimento della ‘assertivita” russa nella Regione del Caspio e del Caucaso.

Erdogan dall’inizio della guerra si e’ proposto anche come mediatore della stessa crisi Ucraina. Ma Putin finora non lo ha preso sul serio. L’unico risultato, per ora, e’ un incontro programmato domani al Forum Diplomatico di Antalya tra il ministro degli esteri russo Lavrov e il suo omologo ucraino, Dmytro Kuleba.

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