Genocidio armeno. De Priamo (FdI): ricordare per condannare ogni forma di persecuzione (Lavocedelpatriota 24.04.24)

“Il 24 aprile si ricorda il genocidio del popolo armeno del 1915, ad opera dell’Impero ottomano, che costò la vita a più di un milione e mezzo di cristiani armeni e l’esodo per chi riuscì a sfuggire alle persecuzioni. Oggi ho partecipato alla cerimonia di commemorazione del 109º anniversario di questa mattanza organizzato nel Giardino del genocidio armeno di piazza Lorenzini, a Roma, dal Consiglio per la Comunità armena di Roma. Occasione, è stata, per rinsaldare ulteriormente il rapporto di amicizia con il popolo armeno e per celebrare quello che, a più di un secolo di distanza, è un genocidio dimenticato e addirittura in taluni casi negato. Il ricordo delle tragiche vicende del popolo armeno è uno strumento importante per vincere la battaglia del riconoscimento del genocidio e, soprattutto, un modo per ribadire la ferma condanna di ogni forma di persecuzione”.

Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo.

Saronno, il circolo La Bussola ricorda il Giorno della Memoria del genocidio armeno (Ilsaronno 24.04.24)

SARONNO – Il circolo saronnese “La Bussola” ricorda il giorno della Memoria del genocidio armeno. “In pochi se ne ricordano, ma il 24 aprile di ogni anno ricorre il Giorno della Memoria del genocidio armeno: tra l’indifferenza quasi generale, approfittando della cortina di fumo causata della Prima Guerra Mondiale che stava mettendo a fuoco l’intera Europa, un milione e mezzo di cristiani armeni venivano sterminati con i mezzi più brutali e odiosi”.

Il Circolo della Bussola aveva già affrontato il tema 2 anni fa con un commovente incontro in cui abbiamo ricostruito le fasi salienti del genocidio.

“Oggi la situazione non è cambiata: il piccolo stato dell’Armenia, occupa una superficie poco più grande della Lombardia in cui vivono poco meno di tre milioni di abitanti, per il 98,5% di popolazione ancora tenacemente ed orgogliosamente cristiani. Ma pochi sanno che questo piccolo lembo ti terra è ancora oggi sotto attacco da parte dei vicini dell’Azerbaigian che, giorno dopo giorno, strappano a morsi lembi del territorio armeno, in una guerra che, al più, occupa con dei minuscoli trafiletti le ultime pagine dei quotidiani o viene riferita in qualche servizio giornalistico che viene mandato in onda rigorosamente dopo la mezzanotte”.

E continuano: “Anche la vicinanza con la celebrazione italiana dell’Anniversario della Liberazione del 25 aprile non contribuisce a dare nessun rilievo a questa strage ancora oggi tristemente attuale: noi, del Circolo della Bussola, vogliamo tenere acceso questo piccolo segnale luminoso, per ricordate a tutti quelli che ci seguono che oggi, più che mai, è ancora possibile, nell’indifferenza generale, morire a causa della propria religione”.

La nota si conclude con l’intenzione del comitato di organizzare un nuovo incontro che “in prosecuzione ideale con il primo, faccia luce sulla situazione terribile in cui versa oggi l’Armenia”.

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Accadde oggi, 24 aprile (Riforma.it 24.04.24)

24 aprile 1915, inizia il genocidio del popolo armeno

Tutto incomincia nella notte fra il 23 e il 24 aprile del 1915.

I primi ad essere arrestati e poi deportati verso l’Anatolia sono intellettuali, giornalisti, scrittori, poeti che vivono a Costantinopoli. Hanno una caratteristica in comune questi sventurati: sono tutti armeni. Ha inizio uno dei più tremendi massacri di un secolo che di tragedie è costellato.

È scoppiata la prima guerra mondiale da meno di un anno e quello che rimane del mastodontico Impero ottomano prossimo all’implosione tenta gli ultimi colpi di coda disperati, terrorizzato dall’accerchiamento in atto da parte della Russia e della Francia.

Al governo ci sono i cosiddetti “Giovani Turchi”, una nuova generazione di tendenze teoricamente più progressiste, salita al potere nel tentativo di trasformare un gigante dalla testa di argilla in uno Stato più efficiente politicamente e militarmente.

Ma il loro principale timore, in quell’inizio di 1915 è di non cadere in mano straniera e veder dissolvere così un regno millenario. Loro alleati nella regione sono i tedeschi, secondo equilibri che affondano le radici nelle alleanze dei secoli precedenti.

Gli armeni, ampia minoranza cristiana all’interno dei territori ottomani, rappresentano lo spauracchio di turno agli occhi di chi cerca di compattare e centralizzare il potere. Si fa strada il disegno, non si sa quanto lucido e pianificato, ( e da qui le diatribe storiografiche fra chi considera quello perpetrato agli armeni un genocidio e chi opera terrificante, ma non strategicamente predeterminato) di spostare la popolazione armena ai confini orientali del regno per evitarne l’arruolamento fra le forze russe. Iniziano le marce forzate, le marce della morte, tragico preludio a quelle naziste di alcuni anni dopo. Forzati a camminare per decine di chilometri al giorno, senza cibo o acqua, i deportati muoiono come mosche, davanti agli occhi dei militari turchi e tedeschi che non risparmiano torture e violenze.

È una carneficina. Le cifre sono molto discordanti a seconda che si guardi la storia da una parte o dall’altra della barricata, ma gli storici affermano che non si sbaglia di molto se si considerano le vittime fra un milione e un milione e mezzo. In poco più di un anno.

Una tragedia immensa. Per lo storico Raphael Lemkin, colui che nel 1944 ha coniato il neologismo genocidio, quello ai danni della popolazione armena è il primo episodio in cui uno Stato ha pianificato ed eseguito sistematicamente lo sterminio di un popolo. Aspetto che la Turchia ha sempre negato e continua a fare, come testimoniano le recentissime polemiche seguite alle dichiarazioni di papa Bergoglio, tant’è che ancora oggi si finisce in carcere se si osa a contraddire la versione ufficiale. La pacificazione non è mai stata tanto lontana.

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Anniversario del genocidio armeno | Storie e controstorie: “Alla mia patria” (RaiRadiotre 24.04.24)

Conduce Guido Barbieri: con Sonig Tchakerian per l’anniversario del genocidio armeno | con Ascanio Celestini per la rassegna Storie e controstorie: “Alla mia patria” a Roma

Azeri, Liberate i Prigionieri Armeni in Nagorno Karabakh/Artskah. Sciopero della Fame di Ruben Vardanyan. (Stilum Curiae 23.04.24)

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, domani, 24 aprime, in tutto il mondo si ricorda il genocidio degli Armeni, iniziato questo stesso giorno del 1915 a Costantinopoli. Iieri abbiamo ricevuto questo messaggio, che ci parla di un dramma, la pulizia etnica in Nagorno Karabakh-Artsakh in corso adesso, e che portiamo alla vostra attenzione. Buona lettura e diffusione.

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Cari sostenitori,

Il Free Armenian Prisoners Team condivide la lettera di appello del figlio di Ruben Vardanyan:

”Cara Comunità Aurora,

Come amici e sostenitori dell’Iniziativa Umanitaria Aurora nel corso degli anni ho voluto contattarvi per aggiornarvi sulla situazione di mio padre. Volevo innanzitutto ringraziarvi per il sostegno che avete fornito per garantire il rilascio di mio padre, arrestato illegalmente da oltre 200 giorni a seguito della pulizia etnica di 120.000 armeni nel settembre dello scorso anno dal Nagorno-Karabakh.

Vorrei poterti scrivere per darti notizie migliori ma, con nostro sgomento, la situazione di mio padre sta diventando critica.

Non abbiamo notizie di mio padre dal 2 aprile e siamo sempre più preoccupati per le sue condizioni. La settimana scorsa abbiamo scoperto che Ruben era in sciopero della fame dal 5 aprile e completamente tagliato fuori dal resto del mondo mentre le autorità azere cercavano senza dubbio di mettere a tacere la sua protesta per il rilascio incondizionato di tutti i prigionieri armeni. Non avevamo informazioni sulle sue attuali condizioni di salute e la nostra preoccupazione aumentava di giorno in giorno.

Venerdì, dopo due settimane di detenzione in incommunicado, abbiamo portato questa situazione ai media globali e alla comunità internazionale per esercitare pressioni sul governo azero. Dopo le nostre azioni di sabato il governo ha ceduto e ha permesso a Ruben di contattarci. Tuttavia, abbiamo appreso che ora è tenuto in completo isolamento, senza accesso ad alcun materiale di lettura. Per quanto ne sappiamo, l’unica valutazione del suo stato di salute è stata il monitoraggio della pressione sanguigna, il che ci rende ancora più preoccupati per il suo peggioramento delle condizioni di salute.

Abbiamo chiesto che l’Azerbaigian consenta al Comitato Internazionale della Croce Rossa di visitarlo immediatamente per garantire prove indipendenti del suo benessere e garantire che gli venga fornita tutta l’assistenza medica adeguata.

Inoltre, ribadiamo la richiesta di Ruben per il rilascio immediato e incondizionato dei prigionieri armeni in Azerbaigian.

La situazione sta diventando insostenibile ed è fondamentale mobilitarsi e chiedere il suo rilascio immediato o almeno che il suo processo si svolga a maggio senza ulteriori ritardi e con osservatori internazionali.

Io e la mia famiglia chiediamo il vostro aiuto per sensibilizzare l’opinione pubblica sul trattamento umano di Ruben e sul suo appello:

Condivido il link al comunicato stampa di venerdì e al comunicato di sabato alla tua rete sui social media.

Pubblicare questo grafico sui social media

Inoltre, se avete la possibilità di parlare con qualcuno dei vostri politici locali, leader dei diritti umani o imprenditori con legami con l’Azerbaigian, per favore sollevate la questione della detenzione di mio padre e del suo peggioramento delle condizioni.

Siete stati tutti fonte d’ispirazione per mio padre grazie al vostro incredibile lavoro e vi ringrazio ancora una volta per il vostro supporto e aiuto in questo momento difficile.

Cordiali saluti,

David Vardanyan

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Capo d’Orlando – Il genocidio “dimenticato” del popolo armeno: seminario in biblioteca – (Amnotizie 23.04.24)

 

Nell’ambito delle iniziative che ricordano il terribile genocidio del popolo armeno (medz yeghern – il grande crimine) domani, martedì 23 aprile, alle ore 18,30, si terra presso la biblioteca comunale di Capo d’Orlando un seminario dal titolo “Zartir Lao. Armenia e Nagorno-Karabakh. Il genocidio dimenticato”.

 

Una tragedia e un crimine contro l’umanità che, fino al 1973, il mondo ha finto di ignorare. Solamente allora, infatti, la Commissione dell’Onu per i diritti umani ha riconosciuto ufficialmente lo sterminio di circa 1 milione e mezzo di armeni – da parte dell’Impero ottomano (tra deportazioni ed eliminazioni perpetrate tra il 1915-1916 – come il primo genocidio del XX secolo). Ancora oggi, in Turchia, l’argomento è tabù. Ufficialmente, quella armena fu una “rivolta” e le vittime non superarono le 300.000. Pochi turchi osano parlare apertamente di genocidio, anche perché l’articolo 301 del Codice penale turco (introdotto nel 2005) punisce il reato di “offesa allo Stato turco”.

All’evento interverranno Agop Monoukian (sociologo e presidente on. Unione Armeni d’Italia); Arsen Hakobyan (antropologo, Yerevan State University); Leone Michelini (antropologo, Università di Messina); Marcello Mollica (antropologo, Università di Messina); Massimo Ingrassia (psicologo, Università di Messina). Coordina il dott. Calogero Sapone, responsabile della Biblioteca.

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Nagorno Karabakh: Baku e Yerevan verso la pace, stabiliti confini (Upday 23.04.24)

Armenia e Azerbaigian hanno annunciato oggi l’inizio dei lavori per la delimitazione dei confini nella contesa area del Nagorno Karabakh, nel Caucaso Meridionale.  Si tratta di un passo verso la normalizzazione dei rapporti tra due Paesi in guerra sin dal 1989.


L’annuncio è arrivato direttamente dai ministri degli Interni di Yerevan e Baku, che hanno confermato il via al lavoro sul campo mirato alla definizione dei confini, da effettuare in base alle mappe del periodo sovietico. A spianare la strada alla delimitazione dei rispettivi territori è stata la decisione del premier armeno Nikol Pashinyan, che il mese scorso ha accettato di restituire all’Azerbiagian 4 villaggi occupati dalle forze armene nel 1990: Askipara, Baghanis Ayrum, Gizilhajili e Kheirimly. Si tratta di insediamenti abbandonati negli anni del conflitto, ma che all’epoca dell’Unione Sovietica appartenevano all’Azerbaigian. La decisione di Pashinyan ha scatenato proteste nel Paese, i manifestanti hanno anche bloccato in piu’ punti l’autostrada che collega Armenia e Georgia e diverse altre arterie stradali. Il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, ha recentemente dichiarato che i due Paesi “non sono mai stati cosi’ vicini alla pace”.

Potrebbe essere la fine di un conflitto pluridecennale che ha vissuto lo scorso settembre un picco di tensione; l’Azerbaigian aveva infatti lanciato una breve operazione militare per liberare dalle truppe armene parte dell’area contesa. Un’offensiva che ha spinto più di 100 mila armeni residenti in zona a lasciare il Nagorno Karabakh e fuggire in Armenia. Un episodio in seguito al quale il governo armeno ha chiesto alla Corte Internazionale di Giustizia di imporre all’Azerbaigian di ritirare le proprie truppe e permettere il rientro degli armeni che abitano l’area. Lo scorso novembre il tribunale con sede all’Aja ha ordinato all’Azerbaigian di garantire un rientro sicuro per coloro che dall’Armenia volessero tornare alle proprie case e proprieta’. Come ricordato, l’intera regione del Nagorno Karabakh è sin dal 1989 teatro di scontri esplosi in seguito al collasso dell’Unione Sovietica; un conflitto che ha causato migliaia di morti e centinaia di migliaia di sfollati. Nel 2020 il conflitto è riesploso e andato avanti per settimane fino all’intervento di Mosca, che ha mediato fino alla firma di un accordo che riconosce la legittimità del controllo azero sul territorio conteso. Accordo che l’opinione pubblica e larga parte della politica armena non ha accettato (Agi con Upday)

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Colloqui tra Armenia e Azerbaigian su delimitazione dei confini (Ansa)

Armenia-Italia: i presidenti Simonyan e Fontana firmano un protocollo di collaborazione parlamentare (AgenziaNova 23.04.24)

Il presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, ha firmato oggi con il presidente dell’Assemblea nazionale armena, Alen Simonyan, un protocollo di collaborazione parlamentare. La firma è avvenuta durante i lavori della Conferenza dei presidenti dei Parlamenti Ue in corso a Palma di Maiorca.

Domani a Cagliari i cantanti armeni Aram e Virginia Pattie Kerovpyan in concerto (Sardegnareporter 23.04.24)

Cagliari, 23 aprile 2024 – Appuntamento a Cagliari alla stagione di Teatro da camera della Fabbrica Illuminata nel giorno del ricordo del genocidio armeno. Domanimercoledì 24 aprile, i cantanti armeni Aram Kerovpyan Virginia Pattie si esibiscono alle 20.30 al sito Archeologico di Sant’Eulalia nel concerto dal titolo Par monts et par vaux: un progetto musicale per kanoun, strumento a 78 corde della tradizione araba, e canto. Con loro Anna Lou Toudjian nella lettura di poesie armene e dei testi delle canzoni, da lei tradotte.

Aram e Virginia Kerovpyan provengono dall’ensemble Kotchnak, fondato nel 1980 . Perpetuando l’eredità dello stesso, presentano dei canti tradizionali armeni nella loro forma originale e modale. L’ interpretazione si iscrive in una tradizione di rigenerazione continua del repertorio che, attraverso l’improvvisazione e l’ornamento intriseco della lingua armena, rappresenta in ogni esecuzione concertistica, una première.

Sabato, 27 aprile, i due cantanti saranno alla Fondazione Siotto per condurre degli ateliers di canto modale armeno.

L’ingresso alla serata è gratuito con prenotazione ai numeri +39 070 2061531 – +39 389 878 7413 (solo WhatsApp).

LA FABBRICA ILLUMINATA

telefono 389 878 7413

email lafabbricailluminata@gmail.com

indirizzo via Falzarego 35 09123 Cagliari

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Comune di Padova: cerimonia per il 109° anniversario del Genocidio Armeno (Padovanews 23.04.24)

Cerimonia commemorativa per il 109° anniversario del Genocidio Armeno con deposizione di una corona di alloro, presso il bassorilievo in bronzo, a ricordo dei martiri del genocidio armeno

mercoledì 24 aprile 2004, ore 10:30
Cortile di Palazzo Moroni, via VIII Febbraio

interventi di:

  • assessora alla Cooperazione internazionale e Pace
  • ​Vartan Giacomelli, rappresentante della Comunità Armena e dell’Associazione Italiarmenia
  • Padre Serop Jamourlian, congregazione Mechitarista dell’Isola di San Lazzaro degli Armeni – Venezia

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