La comunità armena in Friuli cerca una Chiesa dove celebrare messa (Il Giornale di Udine 07.10.21)

“Al Plan di Paluz” di Tarcento (UD) si è svolta la riunione dell’Associazione Armena Friulana Zizernak (Rondine).

L’ argomento principale all’ordine del giorno riguardava la possibilità di celebrare mensilmente, ad eccezione del periodo estivo, una Messa armena in una chiesa del Friuli.

Tale iniziativa è stata accolta con vivo calore dai componenti del sodalizio.

Attualmente sono in corso dei contatti con la Diocesi di Udine affinché venga concessa una
chiesa per questa celebrazione liturgica. A tal proposito vi è già  l’assenso dei Padri Mechitaristi, dell’Isola di San Lazzaro degli Armeni di Venezia, e del parroco della Chiesa Apostolica Armena di Milano.

“Sarebbe nostra intenzione che la Messa venga celebrata alternativamente (potrebbe essere il primo sabato del mese) una volta dal parroco della Chiesa Apostolica Armena di Milano ed un’altra volta dai Padri Mechitaristi. Il tutto, se Dio vuole, dall’inizio del prossimo anno”.

Durante la riunione sono stati espressi ringraziamenti nei confronti delle Amministrazioni Comunali che nel 2020, hanno discusso ed approvato in Consiglio Comunale la mozione
inerente “Riconoscimento della verità storica sul Genocidio del Popolo Armeno”.

E cioè il 12 giugno Majano, Sindaca Raffaella Paladin; il 25 novembre San Giorgio di Nogaro, Sindaco Roberto Mattiussi e, nel corrente anno, il 29 luglio Fiumicello Villa Vicentina, Sindaca Laura Sgubin .

Un sincero ringraziamento è stato espresso al Consiglio Regionale del Friuli-Venezia Giulia, Presieduto da Piero Mauro Zanin, che, il 19 maggio del corrente anno, ha votato
all’unanimità la mozione che impegna il Friuli Venezia Giulia a riconoscere il Genocidio del popolo armeno.

I presenti hanno ringraziato particolarmente il Consigliere Regionale Alberto Budai,
proponente della mozione 208, che tanto ha operato al fine di giungere all’approvazione di questa mozione e che perciò ha irritato i rappresentanti diplomatici del Governo Turco in Italia.

E’ stato evidenziato che il 31 ottobre 2020 a Trieste, in Piazza Unità d’Italia, di fronte alla sede del Consolato Onorario della Repubblica Turca, è avvenuta una manifestazione pacifica di protesta da noi organizzata, riguardante le ingerenze della Turchia nella Guerra in Artsak (Nagorno Karabakh).
In tale circostanza la massiccia presenza della Polizia di Stato ha garantito la libera manifestazione ed ha prevenuto che le minacce di morte, giunte telefonicamente, potessero concretizzarsi con atti terroristici nei confronti dei pacifici dimostranti.

Va ricordata, con sincera riconoscenza, l’opera dell’onorevole Sergio Berlato che, sulla base della documentazione da noi fornitagli, e superando le ben note difficoltà, ha contribuito in maniera determinante all’adozione, da parte del Parlamento Europeo, di una risoluzione favorevole all’Armenia.

Qui di seguito viene riportato il testo del suo intervento:

La dichiarazione trilaterale di cessate il fuoco siglata il 10 novembre 2020 con la mediazione della Russia ha posto fine alla guerra nel Nagorno-Karabakh, cui prendevano parte combattenti terroristi schierati dalla Turchia. Il punto 8 della dichiarazione prevede che si proceda allo scambio dei prigionieri di guerra, degli ostaggi e di altri detenuti, come pure dei corpi delle vittime. La parte armena ha restituito tutti i
prigionieri azeri, mentre l’Azerbaigian non ha rispettato pienamente tale obbligo. Esistono prove del fatto che l’Azerbaigian sta violando in modo manifesto i diritti umani dei prigionieri di guerra armeni, contravvenendo così al diritto internazionale umanitario(1).

Può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:

1. In seguito alla dichiarazione del portavoce del SEAE in data 29 gennaio 2021, quali provvedimenti concreti ha preso l’UE per garantire il rispetto del punto 8 della
dichiarazione, in particolare per quanto concerne la restituzione dei prigionieri e dei prigionieri di guerra armeni, inclusi civili e donne, trattenuti dall’Azerbaigian in violazione dell’accordo?

2. Quali misure ha adottato l’UE per evitare gli abusi e le strumentalizzazioni ai danni dei prigionieri e dei prigionieri di guerra armeni per scopi politici nonché per garantire che la Croce rossa possa visitarli?

3. L’UE ha chiesto all’Azerbaigian di comunicare il numero esatto dei prigionieri, dal momento che esso non è chiaro? In caso affermativo, qual è il numero comunicato?”

Vai al sito

Perché le manovre di Turchia e Azerbaigian agitano l’Iran (Ilprimatonazionale 07.10.21)

Erevan, 7 ott – In questi ultimi giorni, a un anno di distanza dalla guerra in Nagorno Karabakh, gli eserciti di Turchia e Azerbaigian stanno effettuando esercitazioni militari congiunte a ridosso dei confini armeni e iraniani. L’esercitazione dei due paesi si chiama “Unshakable Brotherhood” e si svolge proprio in questo periodo di crescenti tensioni tra Baku e Teheran, con l’Iran che nelle ultime ore ha risposto con movimenti militari lungo il proprio confine con l’Azerbaigian.

Manovre di Turchia e Azerbaigian, cresce la tensione con l’Iran 

Ufficialmente il crescendo della tensione tra Iran e Azerbaigian si è sviluppato a seguito del sostegno del governo di Teheran all’Armenia, ma le relazioni tra i due stati hanno effettivamente iniziato a deteriorarsi dopo le esercitazioni belliche congiunte che le truppe azere conducono dal mese scorso insieme a turchi e pachistani. Tra le motivazioni che hanno innescato la tensione ci sono inoltre le restrizioni dell’Azerbaigian sull’accesso dei camionisti iraniani in Armenia e l’immotivato arresto di due di loro. Da tempo poi, i legami tra l’Azerbaigian e Israele, anche con rifornimenti bellici e supporto militare, di certo non aiutano i rapporti tra questi paesi confinanti.

Oltre al sostegno israeliano, già un anno fa, l’esercito turco membro della Nato (ricordiamolo), ha contribuito pesantemente alla vittoria azera contro le forze armene nella regione separatista del Nagorno Karabakh. La guerra si concluse solo a seguito del flebile accordo di cessate il fuoco mediato dalla Russia e sottoscritto il 9 novembre 2020. In una conferenza stampa il ministero della Difesa turco ha spiegato che le esercitazioni nella Repubblica Autonoma di Naxcivanenclave azera sita tra Turchia, Armenia e Iran, includono carrarmati e forze terrestri, così come aerei da combattimento e i terribili droni, questi ultimi in gran parte riforniti dallo stato israeliano. “Lo scopo dell’esercitazione è sviluppare amicizia, cooperazione e coordinamento tra le forze di terra turche e azere e condividere conoscenze ed esperienze per migliorare l’interoperabilità”, ha affermato il ministero della Difesa turco.

Il rischio di una nuova guerra

Lungo il confine di Naxcivan si sono registrati nel corso delle manovre militari scontri armati tra azeri e armeni che hanno causato diversi morti e feriti da ambo le parti. Queste esercitazioni, che di fatto preparano il terreno a una nuova guerra in Medio Oriente, sono il muscolo azero-turco nella diplomazia tra Baku ed Erevan mediata sempre più difficilmente dalla Russia. Putin infatti sta ultimamente cercando di moderare anche la terza controparte iraniana che, provocata dai due paesi della mezza luna, è sempre più vicina all’Armenia nel consolidare un’alleanza di antiche civiltà solari che non intendono piegarsi alle prevaricazioni della nuova strategia imperialista ottomana.

Andrea Bonazza 

Vai al sito

La COVID-19 spinge le famiglie armene verso la povertà (Globalvoices 06.10.21)

Questo articolo di Narek Kirakosyan è stato inizialmente pubblicato [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] su Chaikhana Media. Una versione modificata è stata ripubblicata qui nell’ambito di un accordo di collaborazione sui contenuti.Artyom Avetisyan da Gyumri, Armenia, padre di due bambini, ha perso il suo lavoro quando la pandemia ha colpito. Negli ultimi 19 mesi, la sua famiglia composta da quattro persone ha rischiato di diventare senza tetto e ha faticato a pagare i farmaci e la terapia da cui suo figlio di sette anni, Felix, dipende.

Prima che la COVID-19 colpisse l’Armenia, Avetisyan afferma che un flusso continuo di lavori nel campo dell’edilizia e saltuari mantenevano la sua famiglia sfamata e con una casa.

“Avevo molto [lavoro] prima del virus, ma una volta che il virus si è diffuso, ho smesso di ricevere chiamate per lavorare,” dice. “Avevo un guadagno [mensile] di circa 150,000 dram armeni (poco più di 300 dollari statunitensi), che la mia famiglia ha perso.”

Sebbene Avetisyan guadagnasse meno dello stipendio medio in Armenia di 400 dollari statunitensi un mese prima che la Covid colpisse, l’improvvisa perdita di lavoro ha condizionato la vita dei suoi figli su tutti i livelli. Oggi, Avetisyan e sua moglie, Anna Davtyan, temono di perdere il loro appartamento perché non possono più permettersi l’affitto mensile di 35,000 dram armeni (75 dollari statunitensi).

La famiglia ha anche faticato a pagare la terapia medica e i trattamenti per Felix. Felix, che frequenta la terza elementare, ha una paralisi cerebrale. Prima della pandemia, la famiglia riusciva a pagare i suoi trattamenti (un totale di 152,000 dram armeni al mese, circa 307 dollari), in parte grazie alla generosità degli enti benefici locali e dei filantropi.

Ma raccogliere i fondi necessari è stato impossibile dall’inizio della pandemia. Oggi la famiglia ha solo il sussidio mensile di invalidità che Felix riceve dallo Stato (circa 50 dollari).

Mentre la mancanza di entrate è una preoccupazione costante, la famiglia sta anche facendo fatica ad assicurarsi che Felix e sua sorella maggiore, Donara di nove anni, non rimangano indietro a scuola dopo aver perso mesi di didattica a distanza siccome la famiglia non aveva un computer o uno smartphone.

La famiglia Avetisyan non è l’unica che lotta per la sopravvivenza a seguito del collasso economico causato dalla pandemia. Circa 720,000 armeni sono scivolati nella povertà a causa della pandemia (soglia della povertà di 5.50 dollari statunitensi 2011 PPA).  L’economia armena ha subito una contrazione economica dell’8% nel 2020 a causa della COVID-19 e delle misure di isolamento che sono state impose per rallentare la diffusione del virus, secondo la Banca Mondiale.

“Gli impatti a breve termine della COVID-19 sui redditi da lavoro e non da lavoro delle famiglie potrebbero aumentare notevolmente il tasso di povertà in Armenia,” ha indicato la Banca Mondiale in un rapporto pubblicato a febbraio 2021.

Il rapporto ha riscontrato che il tasso di povertà potrebbe aumentare da 33.6% a 46.6% a causa della pandemia, con il numero di persone che vivono in povertà estrema che aumenta da 1% a 7%. “I contraccolpi economici della COVID-19 potrebbero impoverire 370,000 armeni. Più di 720,000 (uno su quattro) armeni potrebbero affrontare la mobilità verso il basso, spostandosi verso un gruppo di benessere sociale inferiore nel 2020,” afferma il rapporto.

Il governo armeno ha erogato diversi pagamenti una tantum per aiutare le persone a sopravvivere il lockdown causato dalla pandemia nel 2020.

I sussidi sono stati assegnati a specifici gruppi che soddisfavano certi criteri: ogni famiglia ha ricevuto un pagamento unico di 26,500 dram armeni (53 dollari) per figlio; i lavoratori in regola hanno ricevuto 68,000 dram armeni (136 dollari) come compenso durante un mese di lockdown; e i titolari di aziende dei settori duramente colpiti, come la vendita al dettaglio e il turismo, hanno ricevuto il 10% dei rendimenti del quarto trimestre del 2019 e i loro dipendenti hanno ricevuto l’equivalente della metà della paga di un mese.

Siccome Avetisyan lavorava occasionalmente, non si è qualificato per il sussidio di disoccupazione. La sua famiglia ha ricevuto il pagamento una tantum erogato per i figli.

Ma mesi dopo la fine dei sussidi, Avetisyan è ancora senza lavoro e ha opzioni limitate finché l’economia non si riprende e lui può trovare un’occupazione.

La sua situazione non è rara nella regione di Shirak, dove si trova Gyumri. Anche prima della pandemia, la regione aveva uno dei tassi di povertà più alti dell’Armenia — 48.4% della popolazione viveva sotto la soglia di povertà, secondo la Banca Mondiale.

La situazione è particolarmente grave per i bambini di questa regione, dove circa uno ogni due bambini vive in povertà.

La pandemia ha peggiorato le cose, siccome le restrizioni sui viaggi hanno reso impossibile gli spostamenti per lavoro verso la Russia.

A Maralik, la famiglia Kirakosyan ha perso la sua unica fonte di guadagno durante la pandemia quando le strade per la Russia sono state chiuse. Per Davit, di sette anni, la mancanza di risorse ha significato l’impossibilità di seguire le lezioni online ed è rimasto indietro. Adesso che è in seconda elementare, non sa ancora tutte le lettere dell’alfabeto e non sa né leggere né scrivere.

Vardan Ikilikyan, il capo di Azatan, una delle comunità più grandi nella regione di Shirak, dice che sebbene sia tecnicamente possibile andare in Russia adesso, l’onere dei test PCR e i costi di viaggio elevati implica che le persone sono bloccate in casa.

“Circa il 30% della popolazione di Azatan va all’estero per lavorare, principalmente a Yakutsk, Mosca, Sakhalin, Vladivostok, dove la maggior parte lavora nell’edilizia. A causa del coronavirus, i lavoratori sono stati impossibilitati a partire” ha detto, stimando che circa 300 famiglie sono state colpite solo ad Azatan.

Vai al sito

Armenia. Minassian: “Siamo esperti nel soffrire ma capaci di risorgere sempre” (Agensir 06.10.21)

L’unità della Chiesa e del popolo armeno, la testimonianza dei cristiani in “tempi difficili e bui”, il lavoro instancabile per la pace. Queste le direttrici indicate da Sua Beatitudine Raphaël Bedros XXI Minassian. Il 23 settembre scorso il Sinodo dei vescovi della Chiesa patriarcale di Cilicia degli Armeni, convocato a Roma, lo ha eletto capo della Chiesa di Cilicia degli Armeni. Un popolo sparso in tutto il mondo, costretto da eventi spesso tragici della storia, alla diaspora

“Niente è cambiato. I titoli non mi dicono assolutamente niente. L’essenziale è la missione e la responsabilità”. Così Sua Beatitudine Raphaël Bedros XXI Minassian commenta al Sir la sua elezione a nuovo patriarca di Cilicia degli armeni e l’inizio del nuovo incarico. Si traferirà presto a Beirut, in Libano, e più precisamente a Bzoummar, dove ha la sede il Patriarcato di Cilicia degli Armeni, partendo quindi da Yerevan, la capitale armena. “Ma non lascio mai i miei fedeli. Mai”, precisa subito. “Cambia solo la residenza”.

Come si appresta a vivere questo nuovo incarico?

L’essenziale non è il titolo ma la missione. Camminiamo in tempi difficili e bui, sfidati dal male che c’è nel mondo. La mia missione è trovare sempre una via per continuare ad andare avanti verso Cristo con rinnovamento e dare testimonianza della vocazione cristiana. Lo facciamo con tutte le nostre debolezze e incapacità ma consapevoli che non siamo noi a determinare il percorso. Noi facciamo l’1% con le nostre forze.

Lei è stato chiamato ad essere padre e guida degli armeni. Un popolo sparso in tutto il mondo, costretto alla diaspora. Di cosa ha bisogno oggi il popolo armeno?

Della preghiera, prima di tutto. Siamo Chiesa e quindi chiamati tutti, sacerdoti e laici, popolo di Dio, a vivere con la presenza di Cristo in mezzo a noi. E, nella preghiera, gli armeni chiedono l’unità della Chiesa armena.Le differenze che ci dividono sono punti secondari, pochissimi rispetto a quanto invece condividiamo. Siamo fratelli.  Siamo un’unica Chiesa.

Il 27 settembre di un anno fa, il Nagorno Karabakh (Artsakh) è stato colpito dalle forze azere. 44 giorni di guerra e di indiscriminati bombardamenti sulla popolazione civile. Com’è la situazione oggi e quale appello vuole lanciare?

I 44 giorni di Nagorno Karabakh sono una replica dei 40 giorni del Mussa Dagh che narra gli eventi avvenuti nel 1915, con il massacro degli armeni cristiani. Quanto avvenuto nel passato si è ripetuto nella storia di oggi. 40 giorni di guerra e attacchi indiscriminati mentre il mondo stava a guardare. Siamo la Nazione che ha pagato il prezzo più alto di questa tragedia. Il mio appello è e continuerà ad essere questo: la guerra è l’espressione più evidente della debolezza dell’uomo e della sua incapacità di parlare, dialogare, trovare soluzioni, nel rispetto dei diritti degli altri.Se siamo tutti figli di Dio, siamo fratelli tra noi, chiamati da Dio a vivere in pace su questa terra. Noi, invece, la stiamo distruggendo. Il mio appello è ritornare alla coscienza umana, alla coscienza di pace che Dio ha posto nel cuore di ogni uomo.

Nella Lettera per la concessione dell’Ecclesiastica Communio al nuovo patriarca, il Papa scrive: “Conosciamo il popolo armeno come esperto nel soffrire a motivo delle molteplici prove lungo oltre 1.700 anni di storia cristiana, ma anche per la sua inesauribile capacità di fiorire e portare frutto”.

È la vocazione speciale del popolo armeno: essere esperti nel soffrire ma capaci sempre, anche nelle pieghe più oscure della sua storia, di risorgere e portare frutto. Io dico sempre: come Dio ha scelto il popolo ebreo per preparare la venuta di Cristo, così ha scelto il popolo armeno per dare testimonianza della sua presenza nel mondo e della sua venuta tra gli uomini per salvarci.

Vai al sito

Il Presidente Mattarella ha ricevuto il Presidente della Repubblica d’Armenia, Armen Sarkissian (Quirinale.it 06.10.21)

Il Presidente Mattarella ha ricevuto il Presidente della Repubblica d’Armenia, Armen Sarkissian
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Quirinale il Presidente della Repubblica d’Armenia, Armen Sarkissian, il visita di Stato in Italia.
Al termine dei colloqui, i due Capi di Stato hanno rilasciato dichiarazioni alla stampa.
Era presente il Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Marina Sereni.
Dichiarazioni alla stampa del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della Visita di Stato del Presidente della Repubblica d’Armenia, Armen Sarkissian

È per me un piacere molto grande accogliere il Presidente Sarkissian qui al Quirinale, insieme alla sua gentile consorte e alla delegazione che lo accompagna, per questa prima visita di Stato di un Presidente della Repubblica d’Armenia in Italia.

Questa visita è storica. Viene compiuta, ed è un ulteriore significato, nell’anno in cui la Repubblica d’Armenia festeggia il trentesimo anniversario dell’Indipendenza. E anche per questa ricorrenza rinnovo gli auguri al Presidente Sarkissian.

Sono lieto che siamo riusciti a realizzare questa visita, rinviata per effetto della pandemia l’anno passato, in modo che si colleghi a quella che ho svolto a Jerevan nel 2018 e di cui serbo un ricordo veramente magnifico.

L’Armenia e l’Italia vantano rapporti di amicizia molto grandi, tradizionali, con relazioni eccellenti, caratterizzate da collaborazione crescente e contatti sempre più intensi.

Abbiamo anche tante forme di collaborazione. Ho ringraziato il Presidente Sarkissian per la collaborazione che i militari armeni forniscono alla missione UNIFIL in Libano.

Questi vincoli di amicizia e di collaborazione sono stati confermati anche durante la pandemia. Ho ricordato al Presidente Sarkissian la sua cortese telefonata nel marzo del 2020, quando in Italia la tempesta della pandemia stava imperversando in maniera drammatica.

I nostri medici hanno collaborato con quelli armeni a Jerevan, e stiamo collaborando perché vi sia un’adeguata distribuzione di vaccini ovunque. E abbiamo chiesto al sistema Covax, di considerare, per i vaccini che l’Italia ha posto a disposizione – sono quarantacinque milioni – l’Armenia Paese prioritario.

Abbiamo parlato molto, nei colloqui di questa mattina, delle nostre relazioni collaborative e ho sottolineato come, per l’Italia, l’Armenia costituisca un partner affidabile e importante nella Regione, e che questo porta a una collaborazione crescente, operativa, con il nostro intento di contribuire in maniera amichevole al percorso di riforma in corso in Armenia, con gli scambi di esperienze che reciprocamente ci facciamo e possiamo fare.

Uno di questi settori è quello delle Forze dell’ordine e del sistema giudiziario. Tra gli accordi firmati, in costanza di questa visita, vi sarà oggi un accordo tra le Scuole della Magistratura armena e italiana.

Abbiamo parlato molto delle nostre aziende, dell’interesse delle nostre aziende per il mercato armeno. Alcune sono già presenti, altre guardano con grande interesse che il nostro governo incoraggia.

Abbiamo poi constatato, con grande soddisfazione, ancora una volta – come avevamo già fatto a Jerevan – la grande qualità dei rapporti di collaborazione culturale, scientifica e tecnologica.

Abbiamo tradizionalmente un grande interesse reciproco sul piano culturale e artistico. Tra le varie manifestazioni, qui al Quirinale, abbiamo esposte oggi alcune opere d’arte armene del XIX e del XX secolo, per le quali ringrazio il Presidente Sarkissian.

A Jerevan abbiamo inaugurato insieme il Centro regionale per la conservazione e per la valorizzazione del patrimonio culturale, e intendiamo continuare l’impegno per la sua attività.

Con il Presidente Sarkissian abbiamo affrontato naturalmente il tema della ricerca di una soluzione stabile e duratura della questione del Nagorno Karabakh. E riteniamo che sia importante affidarsi all’azione del Gruppo di Minsk, alla copresidenza del Gruppo di Minsk, come forum negoziale privilegiato e più efficace per poter trovare una soluzione negoziale soddisfacente e stabile.

Vorrei esprimere la vicinanza, che ho già espresso, per tutte le vittime del conflitto che vi è stato, degli scontri che vi sono stati. L’Italia incoraggia le parti a trovare nel dialogo una soluzione condivisa e stabile che garantisca sviluppo in tutta la Regione.

Infine, l’Italia attribuisce grande importanza al rapporto collaborativo tra l’Armenia e l’Unione Europea che è stato consacrato nell’accordo di cooperazione globale rafforzata entrato in vigore nel marzo scorso. È un ambito in cui si può sviluppare ulteriormente anche la nostra collaborazione bilaterale.

Ringrazio quindi nuovamente il Presidente Sarkissian per la sua visita, per questa occasione di registrare ancora una volta l’eccellenza dei nostri rapporti e fare il punto sulle prospettive di crescente collaborazione nell’amicizia che contrassegna il rapporto tra Armenia e Italia.

Grazie, e benvenuto Signor Presidente.

Vai al sito


Mattarella e Sarkissian alla mostra sui capolavori armeni (Ansa 06.10.21)

Mattarella e Sarkissian visitano “I capolavori armeni in Italia” (Video Askanews 06.10.21)

Coronavirus Covid-19: Mattarella, “considerare l’Armenia Paese prioritario per i vaccini messi a disposizione dall’Italia con Covax” (Agensir 06.10.1)

Nagorno-Karabakh: Mattarella, “affidarsi all’azione del Gruppo di Minsk per trovare una soluzione negoziale soddisfacente e stabile” (Agensir 06.10.21)

Italia-Armenia: Mattarella vede Presidente Sarkissian, ‘rapporti eccellenti’ (Adnkronos 06.10.21)

Italia-Armenia: Mattarella, con Sarkissian focus su aziende italiane nel mercato armeno
Roma, 06 ott 13:40 – (Agenzia Nova) – “Abbiamo parlato molto delle aziende italiane nel mercato armeno. Il governo incoraggia questo interesse e abbiamo espresso soddisfazione per la grande qualità dei rapporti di collaborazione culturale, scientifica e tecnologica”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al termine dell’incontro al Quirinale con il presidente della Repubblica dell’Armenia, Armen Sarkissian. “Tradizionalmente c’è poi un grande interesse reciproco culturale e artistico – ha aggiunto il capo dello Stato -. Al Quirinale sono esposte alcune opere d’arte armene del 19esimo e 20esimo secolo”. (Rin)

 

Grecia. Cei e Caritas armena: la cura dell’ascolto nel primo Consultorio familiare ellenico (SIR 05.10.21)

Dopo lo stop provocato dal Covid, riparte ad Atene il primo Consultorio familiare ellenico. Il progetto, avviato tre anni fa, si chiama “Carità è famiglia” ed è sostenuto dalla Caritas dell’esarcato armeno cattolico di Atene, in sinergia con Caritas Hellas, l’arcidiocesi della capitale e la Cei, attraverso Caritas Italiana e l’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia. Sir ne ha parlato con fr. Marco Vianelli, responsabile dell’Ufficio Cei per la pastorale della famiglia

Un consultorio familiare per rispondere in modo efficace ai bisogni delle famiglie in difficoltà: è il progetto messo in campo dall’esarcato armeno cattolico di Atene, in sinergia con Caritas Hellas, l’arcidiocesi della capitale e la Cei, attraverso Caritas Italiana e l’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia. Avviato tre anni fa, il progetto, che porta significativamente il nome di “Carità è famiglia”, ha trovato i suoi spazi all’interno dell’esarcato armeno cattolico di Atene, nel quartiere di Neos Kosmos, ad Atene. Dopo lo stop provocato dalla pandemia da Covid-19, oggi riparte e rilancia i suoi obiettivi non più limitati ad un servizio di consulenza ma puntando anche ad un maggiore scambio pastorale sui temi della famiglia tra Chiesa italiana e Chiesa greca.

Delegazione Cei ad Atene

Il viaggio, nei giorni scorsi (3-7 ottobre), di una delegazione italiana in Grecia ha avuto proprio questa finalità. La delegazione era guidata da fr. Marco Vianelli, responsabile dell’Ufficio Cei per la pastorale della famiglia, da Danilo Feliciangeli, in rappresentanza di Caritas Italiana, membri di alcune diocesi italiane interessate ad avviare gemellaggi con famiglie greche e volontari dell’associazione italiana Neos Kosmos Aps, attiva ad Atene per lo sviluppo di un centro giovanile. Attualmente il Consultorio segue, in maniera continuativa, circa 30 famiglie. Alcune hanno terminato il loro percorso e altre lo hanno cominciato. Al Consultorio presta la propria opera una piccola task force composta da una psicologa, una ginecologa e una consulente familiare, coadiuvate da diversi volontari e sostenute dall’Università cattolica di Brescia e dalla Confederazione italiana dei consultori familiari di ispirazione cristiana.

Rifugiati siriani a Neos Kosmos (Atene) foto Rocchi/Sir

“Il Covid ha aggravato molti bisogni delle famiglie sia greche che rifugiate. La crisi finanziaria greca e il programma di salvataggio voluto dalla Troika (Bce, Ue e Fmi) ha prodotto come conseguenza duri pacchetti di tagli alla spesa sociale, dalla sanità alle pensioni, dal lavoro all’istruzione, che hanno penalizzato in modo particolare le famiglie – spiega Feliciangeli –. Il debito pubblico è altissimo, gli stipendi sono molto bassi. Tutto ciò impedisce alle famiglie una vita dignitosa e provoca ulteriore indebitamento con acquisti a rate cui poi fare fronte. Nel frattempo il fenomeno migratorio non è più una emergenza ma una costante e deve essere gestito all’interno della società greca in termini di integrazione e inclusione sociale. Dare nuova linfa al progetto diventa una priorità”.

“‘Carità è famiglia’ è un progetto di prossimità che vuole fare proprio l’appello di Papa Benedetto XVI lanciato al VII Incontro mondiale delle famiglie del 2012 a Milano, quando disse che ‘è tempo che una famiglia dell’Italia, della Germania, della Francia prenda la responsabilità di aiutare un’altra famiglia’ – dichiara al Sir fr. Vianelli -. La Grecia è una realtà multiculturale e può aiutarci a individuare nuove piste lavoro su come vivere in un contesto multietnico. Per questo vogliamo mettere a disposizione del progetto la nostra esperienza nel campo”. Per il responsabile dell’Ufficio famiglia della Cei,

“si tratta di un progetto apripista utile non solo a favorire lo sviluppo della pastorale familiare in Grecia ma anche a rafforzare la nostra dotandola di uno sguardo nuovo. Non solo aiuto concreto alle famiglie per fronteggiare bisogni materiali ma anche un sostegno di natura pastorale per accompagnare la famiglia, la coppia, in ogni dimensione della vita umana, affettiva e di fede”.

La ripartenza di questo progetto avrà come primo focus la riqualificazione delle relazioni all’interno della comunità armeno cattolica, attraverso la creazione di un gruppo di “famiglie-per-le famiglie”. A padre Joseph Bazouzou, nativo di Aleppo in Siria e amministratore apostolico degli armeni cattolici in Grecia, il compito di accompagnare spiritualmente queste famiglie. “Il Consultorio – conclude fr. Vianelli – intende creare occasioni di aggregazione e di formulazione di bisogni sia spirituali che psicologici. Da parte nostra cercheremo come Ufficio famiglia di promuovere dei gemellaggi tra le diocesi italiane e la realtà ecclesiale greca. L’apporto della Cei al progetto si colloca nell’orizzonte del rafforzamento della comunità ecclesiale che è fatta anche di famiglie che hanno bisogno di sostegno pastorale. La cura dell’ascolto aiuterà anche in questo”.

VISITA DI STATO DEL PRESIDENTE ARMEN SARGSYAN IN ITALIA SU INVITO DEL PRESIDENTE SERGIO MATTARELLA (President.am 05.10.21)

Su invito del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, il Presidente della Repubblica di Armenia Armen Sargsyan e sua moglie Nune Sargsyan sono, a partire da 5 ottobre, in visita di Stato in Italia.
Si tratta della prima visita di Stato di un Presidente Armeno in Italia durante i 30 anni di storia della Repubblica d’Armenia.
Il Presidente Sargsyan avrà un colloquio privato al Quirinale, residenza del Presidente della Repubblica Italiana, a cui seguirà un’ampia riunione delle delegazioni.
I Presidenti di Armenia e Italia rilasceranno una dichiarazione alla stampa.
Nell’ambito della visita, il presidente Sargsyan incontrerà anche il presidente del Consiglio dei ministri italiano Mario Draghi. Il Presidente dell’Armenia incontrerà anche il Presidente del Senato italiano Maria Elisabetta Casellati, il Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico, il Sindaco di Roma.
Gli incontri si concentreranno sull’approfondimento delle relazioni bilaterali, sull’espansione della cooperazione reciprocamente vantaggiosa in vari campi, su questioni e sviluppi regionali, nonché su altre questioni di reciproco interesse.
Durante la visita, il presidente Sargsyan sarà ospite del Pontificio Collegio Armeno di Roma, dove incontrerà i rappresentanti della comunità armena.
All’ordine del giorno della visita di Stato del presidente Sargsyan figurano anche i temi dell’approfondimento della cooperazione in ambito educativo e culturale. All’Università La Sapienza di Roma, il presidente Sargsyan sarà presente alla riapertura della Cattedra di Armenologia, mentre terrà una lezione all’Università di Bologna.
Nell’ambito della visita di Stato, sotto gli auspici dei Presidenti della Repubblica di Armenia e dell’Italia, verrà inaugurata nel palazzo del Quirinale una mostra di opere dei grandi pittori armeni Hovhannes Aivazovsky, Georg Bashinjaghyan, Martiros Saryan, Vardges Surenyants e Hakob Kojoyan.

6/7 ottobre, Roma. Popoli fratelli, terra futura. Religioni e culture in dialogo (Nev.it 05.10.21)

Roma (NEV), 5 ottobre 2021 – Si tiene a Roma il 6 e il 7 ottobre, nel cuore della Settimana per la pace, l’incontro internazionale “Popoli fratelli, terra futura – Religioni e culture in dialogo”. Per la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) partecipa Cordelia Vitiello, vice-presidente della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI), nonché presidente dell’Ospedale Evangelico Betania di Napoli e membro del Consiglio della Federazione luterana mondiale (FLM).

“La pace è possibile? – questa è una delle domande che si pongono gli organizzatori, alla quale prova a rispondere Cordelia Vitiello -: Secondo me sì, basterebbe che coloro che detengono il potere politico ed economico, insieme alle religioni, si parlassero fra di loro. La parola ‘pace’ viene dal sanscrito ‘pak’, che significa saldare, fissare, unire. Quindi l’amore è la chiave universale che vince il pregiudizio e salda il legame fra gli esseri umani, unendoli nel rispetto delle proprie libertà”.

“I tempi difficili e confusi che il mondo sta attraversando hanno un bisogno crescente di incontri di dialogo come quello di Roma – si legge nell’invito all’iniziativa, promossa dalla Comunità di Sant’Egidio –, al fine di costruire una autentica pace ed una possibilità reale di vivere insieme tra popoli diversi”.

L’evento si articolerà attraverso una Assemblea d’Inaugurazione (mercoledì 6 ottobre, ore 17) e quattro forum tematici (giovedì 7 ottobre, ore 10) con il contributo di leader delle grandi religioni mondiali e personalità del mondo della cultura e della politica internazionale.  I temi dei forum sono: “La cura della casa comune”. “Ritrovare il noi”. “La pace è possibile?”. “Il futuro che vogliamo”. Al termine delle relazioni principali di ciascun forum, interverranno anche altri rappresentanti religiosi. In questa sede parlerà la delegata FCEI, Cordelia Vitiello.

Sono attesi, fra l’altro, esponenti protestanti, luterani, anglicani, armeni, buddisti, ebrei, induisti, musulmani e ortodossi.

In programma

Nell’incontro inaugurale partecipano Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli. Justin Welby, Arcivescovo di Canterbury e primate della Chiesa d’Inghilterra. Pinchas Goldschmidt, Presidente della Conferenza dei Rabbini Europea. Mohamed Al-Duwaini Sheykh, vicario del Grande Imam di al-Azhar. Sheikh Nahyan bin Mubarak Al Nahyan, Ministro della Tolleranza e della Convivenza, Emirati Arabi Uniti. Luciana Lamorgese, Ministro dell’Interno, Italia. Fra i relatori dei forum, anche Heinrich Bedford-Strohm, Vescovo evangelico-luterano, presidente del Consiglio della chiesa evangelica in Germania (EKD).

La due giorni si chiuderà al Colosseo di Roma con la Preghiera Ecumenica per la Pace presieduta da papa Francesco, alla presenza dei rappresentanti delle chiese e delle comunità cristiane. A seguire, la Cerimonia finale con Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, e Angela Merkel, Cancelliere uscente della Repubblica Federale di Germania.

Vai al sito

Armenia-Italia: presidente Sarkissian in partenza per Roma, domani incontro con Mattarella (Agenzia Nova 05.10.21)

Erevan, 05 ott 10:43 – (Agenzia Nova) – Il presidente dell’Armenia Armen Sarkissian partirà oggi per l’Italia in visita di Stato su invito dell’omologo Sergio Mattarella. In una nota, la presidenza di Erevan ha affermato che questa è la prima visita di Stato di un capo di Stato dell’Armenia in Italia nei 30 anni di storia indipendente del Paese. Durante la visita è previsto un incontro riservato fra Sarkissian e Mattarella che si svolgerà domani al Quirinale, seguito da un incontro in formato esteso cui parteciperanno le delegazioni di entrambi Paesi. Successivamente, i presidenti armeno e italiano rilasceranno delle dichiarazioni alla stampa. Il presidente armeno incontrerà inoltre il presidente del Consiglio Mario Draghi, la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e il presidente della Camera dei deputati Roberto Fico, nonché la sindaca di Roma uscente, Virginia Raggi. Gli incontri si concentreranno sull’approfondimento delle relazioni bilaterali e sull’espansione del partenariato reciprocamente vantaggioso in diverse aree, gli sviluppi regionali e altre questioni di interesse bilaterale. (segue) (Rum)

—————————————————————————————————————————————————————–

Il Presidente dell’Armenia in visita di Stato in Italia – Radio pubblica armena (Nbarevolution 05.10.21)

Su invito del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Moderella, il Presidente della Repubblica di Armenia, Armen Sarkin, e sua moglie, Nnne Sarkin, effettueranno una visita di Stato in Italia il prossimo 5 ottobre. Si tratta della prima visita ufficiale del Presidente dell’Armenia in Italia nei 30 anni di storia della Repubblica d’Armenia.

I Presidenti Sergio e Maderella terranno colloqui privati ​​al Palazzo Grinale, residenza del Presidente della Repubblica Italiana, a seguito di una dettagliata riunione dei delegati. I presidenti di Armenia e Italia rilasceranno un comunicato alla stampa.

Nell’ambito della visita, il presidente Sarkozy incontrerà anche Mario Draghi, presidente del Consiglio dei ministri italiano. Il Presidente dell’Armenia incontra il Presidente del Senato italiano Maria Elizabetta Casalti, il Presidente del Delegato Roberto Figo e il Sindaco di Roma.

Questi incontri si concentreranno sull’approfondimento delle relazioni bilaterali, sull’espansione della cooperazione reciprocamente vantaggiosa in vari campi, sulle questioni e sugli sviluppi regionali e su altre questioni di reciproco interesse.

Durante la visita, il Presidente Sarkisian sarà intrattenuto anche presso il Collegio Levoniano di Roma, dove incontrerà i rappresentanti della comunità armena.

Le questioni che approfondiscono la cooperazione nel campo dell’istruzione e della cultura sono all’ordine del giorno della visita di Stato del presidente Sarkozy. All’Università La Sabienza di Roma, il Presidente sarà presente alla riapertura del Preside di Arminologia, e terrà una lezione all’Università di Bologna.

Il Palazzo Criminale ospiterà una mostra di opere dei migliori pittori armeni Hovannus Ivasovsky, Jர்க்vor Bashinjakyan, Martiros Sarion, Worth Surenians e Hagop Kojoyan sotto gli auspici dei leader delle repubbliche armene e italiane.

Vai al sito

CHE ORIGINI HA PAOLO KESSISOGLU DEL DUO LUCA E PAOLO (Movieplayer 04.10.21)

Paolo Kessisoglu è un attore, comico, cabarettista e conduttore televisivo italiano, principalmente noto per il duo comico Luca e Paolo, formato con Luca Bizzarri, ed è nato a Genova, da una famiglia genovese di origini armene.

Il nonno paterno di Paolo, Callisto, era un profugo armeno originario di Smirne, sfuggito ancora bambino al genocidio del proprio popolo avvenuto per mano dell’Impero Ottomano durante la Grande Guerra, trovando riparo per se stesso e per la sua famiglia dapprima in Grecia, poi in Italia stabilendosi per svariati anni a Trieste ed infine a Genova.

Il cognome originario della famiglia, Keshishian, venne turchizzato durante l’esodo in Keşişoğlu al fine di destare minor attenzione, per poi italianizzarne pronuncia e grafia all’arrivo in Italia. Paolo, una volta salito alla ribalta, si è impegnato in prima persona per tramandare la memoria del massacro armeno e combattere operazioni di negazionismo.

A proposito delle su origini lo stesso Paolo Kessisoglu, durante un’intervista del 2017, ha dichiarato: “Molto in sintesi, le origini arrivano da mio nonno paterno che nel ’22 scappa con padre, madre, sorella più piccola e nonna per salvarsi dall’esercito ottomano. Le mie origini sono state chiare da subito in quanto mio nonno veniva da là, scriveva, parlava in armeno ed era orgoglioso di esserlo. Purtroppo non parlava molto della sua terra, molto pochi i racconti e le esperienze di vita. Mi avrebbe entusiasmato conoscere anche particolari della sua vita d’infanzia oltre che le barbarie dei turchi e quanto incivile fosse il loro odio.”

Vai al sito