CAUCASO. Armenia-Azerbaijan tra disinformazione e influenze estere (Agcnews 09.09.23)

Dall’11 al 20 settembre si terranno in Armenia le esercitazioni congiunte con gli Stati Uniti “EAGLE PARTNER 2023”, in particolare nel centro di addestramento “Zar” della brigata di mantenimento della pace e il centro di addestramento “N” del Ministero della Difesa.

Le esercitazioni armeno-americane annunciate da Yerevan rendono diffidente il Cremlino. Come se non bastasse il Ministero della Difesa dell’Artsakh o Nagorno Karabakh ha registrato il movimento e la concentrazione di grandi attrezzature militari (compresa l’artiglieria) delle forze armate azere sulla linea di contatto.

A partire dal 2018 con l’arrivo di Pashinyan al potere gli equilibri armeni sono cambiati. Sono diventati negli anni partner affidabili per l’Armenia gli Stati Uniti, la Francia e ancora la Turchia che però è amica dell’Azerbaijan che vuole impossessarsi di un corridoio che taglierebbe territorialmente l’Iran dai confini con l’Armenia.

I russi, antichi alleati armeni, sono diventati amici del’Azerbaijan per questioni di gasdotti e sono meno interessati all’Armenia sotto tiro azero, in ultima analisi la popolazione delle terre contese e cedute in base ad una risoluzione ONU all’Azerbaijan dopo la guerra soffrono la fame, in senso letterale.

A partire dal 6 di settembre dunque l’Azerbaijan ha spostato veicoli armati al confine con l’Armenia. Il premier armeno Nikol Pashinyan il 7 settembre ha dichiarato: «L’Azerbaigian ha concentrato le truppe al confine con l’Armenia e sulla linea di demarcazione con il Nagorno-Karabakh, la situazione è esplosiva». Secondo Pashinyan, «la situazione è tale che la comunità internazionale, gli Stati membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu devono adottare misure serie per prevenire una nuova esplosione nella regione».

Il Ministero degli Esteri azerbaigiano ha definito una “manipolazione politica” la dichiarazione del primo Ministro Nikol Pashinyan sulla concentrazione delle truppe di Baku al confine tra i due paesi e in Karabakh, fatta in precedenza durante una riunione del governo. «Le accuse mosse nel discorso del primo ministro armeno Nikol Pashinyan alla riunione del governo del 7 settembre, secondo cui l’Azerbaigian sta aggravando la situazione politico-militare nella regione e concentrando presumibilmente le forze nel territorio, fanno parte di un’altra falsa manipolazione politica da parte dell’Armenia», si legge nella dichiarazione di politica estera.

Il ministro degli Esteri dell’Artsakh Sergei Ghazaryan in un’intervista al quotidiano francese Ouest-France Il ha dichiarato che il «Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite può adottare una risoluzione in materia chiedendo all’Azerbaigian di porre fine al blocco. Le organizzazioni internazionali dovrebbero imporre sanzioni contro i responsabili del blocco e inviare aiuti umanitari in tutti i modi possibili, anche per via aerea. La causa di una morte su tre nell’Artsakh è la fame e la malnutrizione. Immaginate cosa accadrà se questo blocco non verrà revocato. È necessario agire immediatamente, altrimenti sarà troppo tardi. Inoltre, i residenti dell’Artsakh vengono quotidianamente attaccati dalle forze armate azere, che cercano di impedire qualsiasi tipo di attività economica nell’Artsakh e di esacerbare ulteriormente la carestia. Questa è una catastrofe umanitaria».

La tensione però sale, il Ministero della Difesa dell’Azerbaigian afferma «che il 7 settembre, dalle 12:35 alle 14:00, unità dell’Esercito di Difesa dell’Artsakh hanno svolto lavori di ingegneria nelle regioni Askeran e Martuni dell’Artsakh, che sarebbero stati sospesi di conseguenza delle azioni delle unità azere, è un’altra disinformazione». Secondo glia armeni il Ministero della Difesa dell’Azerbaigian ha aumentato significativamente la frequenza di pubblicazione di messaggi falsi, parallelamente vengono effettuati movimenti e accumuli di personale, armi ed equipaggiamento militare. Ovviamente, con tali azioni, la parte azera sta preparando una base informativa per un’altra provocazione, riferisce il Ministero della Difesa dell’Artsakh.

La scena è la stessa ore prima dello scoppio della II guerra dell’Artsakh nel 2020. Con la differenza che ora i droni iraniani gli UAV da ricognizione e attacco Shahed-171 delle forze aerospaziali iraniane dell’IRGC hanno iniziato a condurre ricognizioni lungo i confini armeno, azero e turco. E ancora fonti vicine al capo del Dipartimento di sicurezza nazionale siriano, generale Ali Mamluk, riferisce che i servizi segreti della Repubblica araba trasmetteranno informazioni all’Armenia sui mercenari delle bande filo-turche nei territori della Siria occupati dai turchi, che potrebbero essere trasferiti in Azerbaigian in caso di guerra. La Siria sostiene l’Armenia nel conflitto con l’Azerbaigian e la Turchia.

La missione di osservatori dell’UE in Armenia ha aumentato il pattugliamento nelle zone di confine delle regioni di Gegharkunik e Syunik per monitorare eventuali eventi militari.

E mentre resta in sospeso la questione dell’ingresso nella NATO dell’Armenia, come ha affermato il capo della commissione parlamentare permanente per le relazioni esterne, membro del partito del primo ministro Nikol Pashinyan, Sargis Khandanyan. Sulla social sfera piovono critiche perché sembra che il gabinetto armeno ha deciso di acquistare un edificio del valore di oltre 17 milioni di sterline nella zona alla moda di Londra a St. James’s Piazza per le esigenze dell’Ambasciata armena per aumentare l’autorità del Paese.

I maligni affermano che questo fatto, ovvero che l’Armenia avrà un’ambasciata a Westminster consentirà all’ambasciatore armeno di intrattenere stretti rapporti con il re e il parlamento. Ciò indica l’alta priorità del Paese per la Gran Bretagna, confermando ancora una volta la tendenza a focalizzare nuovamente l’attenzione sulla Transcaucasia.

In Artsakh oggi si elegge il presidente. L’8 settembre il presidente ad interim della Repubblica dell’Artsakh David Ishkhanyan si è rivolto al popolo dell’Artsakh con queste parole: «Domani, 9 settembre, secondo la Costituzione della Repubblica dell’Artsakh, l’Assemblea nazionale eleggerà il Presidente della Repubblica. Nell’attuale situazione insolita, stiamo compiendo questo passo per rispondere rapidamente alle sfide che crescono ogni giorno, organizzare efficacemente la vita interna del Paese e affrontare adeguatamente le sfide esterne.

Il diritto e il dovere di eleggere il capo del Paese è assegnato dalla Costituzione al Parlamento che hai eletto. Il potere di nominare un candidato alla presidenza della repubblica è assegnato esclusivamente alle fazioni dell’Assemblea nazionale dell’Artsakh, cosa che si è svolta secondo la procedura stabilita. Finora tutti i processi preparatori per le dimissioni del Presidente della Repubblica e l’elezione di un nuovo Presidente sono stati organizzati in conformità con la Costituzione e la legislazione, tenendo conto dell’attuale situazione di grave crisi.

Considerando alcune tendenze pericolose emerse nel sentimento pubblico negli ultimi giorni, in questo momento cruciale, con il diritto che mi è riservato, invito tutti alla sobrietà e li esorto a non soccombere alle provocazioni che dividono i popoli, a non soccombere alla ristretta cerchia interessi e ad abbandonare le preferenze personali per il bene comune. Nessuno ha il diritto di coinvolgere in un’avventura la nostra società in questo momento per noi fatale. Vorrei sottolineare e assicurarvi in ​​particolare che tutte le azioni che minano la stabilità interna saranno represse con la forza della legge.

Abbiamo tutte le opportunità per annullare il desiderio dell’Azerbaigian di smantellare le istituzioni statali della Repubblica dell’Artsakh e non dovremmo contribuire con alcuna azione alla realizzazione degli obiettivi criminali dell’Azerbaigian. Ci impegniamo a proteggere e rafforzare le basi dello stato costruito nel corso di tre decenni. Questo è il desiderio e la volontà del nostro popolo e dobbiamo lasciarci guidare da questi messaggi. Credimi, insieme renderemo possibile l’impossibile».

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