Chi sono i curdi? (Lastampa.it 22.01.18)

I curdi sono una popolazione che vive divisa tra cinque Stati diversi: la Turchia, l’Iraq, l’Iran, la Siria e l’Armenia. La campagna “Ramoscello d’ulivo” lanciata dall’esercito turco contro i curdi è solo l’ultima di una lunga serie di ostilità da parte delle nazioni in cui questo popolo vive.

I curdi occupano una grande area, soprattutto montuosa, al centro tra il Mar Caspio, il Mar Nero, il Mediterraneo e il Golfo Persico. La stima è che siano tra 25 e 35 milioni, forse di più, ma un censimento preciso non esiste. Gruppi di curdi sono emigrati sia verso le città della Turchia che dell’Iraq, così come verso altri Paesi del Medio Oriente e in Europa soprattutto verso la Germania.

I curdi hanno origini antiche, ma non hanno mai avuto un proprio Stato, a parte una breve esperienza di una Repubblica autonoma sostenuta dall’Urss in Iran subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale. L’Enciclopedia Britannica fissa la prima citazione certa dei curdi al VII secolo, ma ricorda che potrebbero avere a che fare anche con i carduchi citati dallo storico greco Senofonte nell’Anabasi.

Parlano un gruppo di dialetti simili e vicini al persiano, ma non hanno una vera e propria lingua. Sono per la maggior parte musulmani sunniti, ma anche sciiti, sufi e di altre confessioni. L’esistenza del popolo curdo è sempre stata chiara agli occidentali, tanto che dopo la Prima guerra mondiale, con la fine dell’Impero Ottomano, il Trattato di Sevres prevedeva la creazione del Kurdistan e definiva anche i suoi confini, ma non entrò mai in vigore. Nacque invece la Turchia.

In Iran i curdi sono circa il 10%, il kurdistan è una provincia, non c’è mai stato un movimento indipendentista molto forte e l’Iran accolse molti curdi durante la guerra con l’Iraq.

In Iraq invece ci sono stati scontri armati per decenni e negli anni Ottanta i regime di Saddam Hussein mise in atto un vero genocidio dei curdi. Oggi in Iraq la popolazione curda rappresenta tra il 15 e il 20% del totale, il kurdistan è una provincia autonoma e il curdo è riconosciuto come lingua ufficiale. Un referendum per la completa indipendenza si è svolto nel settembre del 2017 e avrebbe ottenuto il consenso del 90% di 3 milioni e 300 mila votanti, ma non è stato riconosciuto da governo iracheno.

In Siria i curdi sono meno del 10% della popolazione. Il regime non ha mai concesso nessuna autonomia, senza mettere in atto aperte persecuzioni ha sistematicamente espropriato le terre ai curdi tentato di colonizzare le zone curde. Oggi in Siria, come anche in Iraq e Turchia, i curdi sono stati determinanti nelle battaglie contro il sedicente Stato islamico, da Kobane a Raqqa. Dal 2014 i partiti curdi hanno dichiarato una amministrazione autonoma in tre province.

In Armenia i curdi dopo la fine dell’Unione sovietica sono stati costretti in buona parte ad andarsene, attraverso l’esproprio e la discriminazione economica.

 

In Turchia i curdi sono tra il 15 e il 20% della popolazione e l’ostilità con il governo centrale continua fin dalla formazione dello Stato turco. Il Partito dei lavoratori curdi, PKK, negli anni Ottanta cominciò una guerriglia armata ed è considerato un partito terrorista e il suo leader Abdullah Öcalan è in carcere, condannato all’ergastolo. Nel 1995 sei parlamentari curdi furono privati dell’immunità e condannati a 15 anni di carcere. Il termine kurdistan in Turchia è proibito e i curdi vengono definiti turchi di montagna o turchi dell’Est.