Cinquantottesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Volendo, le superpotenze mondiali possono forre fine l’assedio dell’Artsakh all’istante. Volendo… (Korazym 07.02.23)

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 07.02.2023 – Vik van Brantegem] – La dittatura azera continua la sua guerra silenziosa contro la popolazione civile armena dell’Artsakh che rimane sotto assedio. Urge la riapertura senza indugio o condizione del Corridoio di Berdzor (Lachin), l’interposizione di una forza di pace del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, sanzioni contro il regime guerrafondaio e genocida del dittatore Ilham Aliyev. Invece, con una mano si approva l’invio di aiuti per il terremoto in Turchia e Siria (continuando a dimenticare i terremotati nostrani), con l’altra armi per la guerra in Ucraina (non impegnandosi per in azioni seri per la pace) e con ambedue si nega l’autodeterminazione, la libertà, la pace e i diritti dell’uomo per il popolo dell’Artsakh, minacciato da un regime con cui nel contempo si conclude accordi vantaggiosi per il petrolio e il gas per riscaldarsi, per l’Artsakh viene congelato dal “partner affidabile dell’Unione Europea” Azerbajgian, con il sostegno attivo della Turchia. La follia umana di ispirazione diabolica. Televisione e media piena di immagine di guerra e di terremoto, nulla sulla guerra silenziosa nel Caucaso meridionale.

«“Siamo sull’orlo della fame”: in Nagorno-Karabakh, gli Armeni tagliati fuori dal mondo» di Pierre Sautreuil su La Croix del 5 febbraio 2023. «Da quasi due mesi il Nagorno-Karabakh è sottoposto a un blocco orchestrato dall’Azerbajgian. Per gli Armeni che vivono lì, le interruzioni di corrente, i tagli al gas e il razionamento del cibo fanno ormai parte di una routine quotidiana, che si deteriora di giorno in giorno».

Anche loro hanno anche bisogno di vestiti caldi, di gas per riscaldarsi, di cibo per sopravvivere. Qui c’è una guerra silenziosa che già da 58 giorni continua con il #ArtsakhBlockade. Non si tratta di una calamità naturale, ma riceve comunque la stessa attenzione dei terremotati di Amatrice in Italia. E ora, mentre il mondo si dimostra scosso dalle notizie del terremoto devastante in Turchia e in Siria, l’Azerbajgian sta ancora una volta approfittando della situazione per interrompere a temperature sotto zero il gas dall’Armenia all’Artsakh/Nagorno-Karabakh. La dimostrazione della crudeltà e della disumanità della dittatura di Aliyev, che risparmia mai sulla spesa militare e sul terrore fisico e psicologico contro gli Armeni.

Anche i governi dell’Armenia e dell’Artsakh hanno espresso le loro condoglianze e offerto aiuto per il terremoto in Turchia in Siria, mentre loro stessi hanno tanto bisogno di aiuto. Coloro che espongono la bandiera dell’Ucraina in solidarietà con il Paese invaso dalla Russia e oggi si dichiarano solidali con la Turchia e la Siria per il terribile terremoto, sono rimasti neutrale nel 2020 con l’Artsakh, mentre Aliyev sostenuto da Erdogan e mercenari jihadisti dalla Siria distruggevano le chiese armene e più di 4.000 vite perché “Armeni” e occupava gran parte del Paese, creando migliaia di sfollati interni; mentre Erdogan sostiene Aliyev nel #ArtsakhBlockade di 120.000 Armeni in Artsakh da 58 giorni, presi in ostaggi dal dittatore e dai suoi cosiddetto “eco-attivisti” che cantano: Siamo per prendere la vita, andiamo a uccidere. Andiamo a prendere la vita. Andiamo a spargere sangue per il sangue lasciato a terra. Andiamo a spargere sangue”. Qui non è in atto una calamità naturale, ma la distruzione pianificata di una popolazione armena per mano azero-turca.

Video-prova della Fondazione Tatoyan: gli agenti “eco-attivisti” del governo azerbaigiano mostrano le loro reali intenzioni con una canzone azerbaigiana rivolta agli Armeni.

L’11 gennaio 2023, un agente “eco-attivista” del governo azerbaigiano ha pubblicato un video nella sezione storie della sua pagina Instagram con la partecipazione di altri agenti “eco-attivisti”, dove mostrano le loro vere intenzioni di uccidere armeni con una canzone azerbaigiana rivolta agli Armeni. Queste prove dimostrano che non hanno nulla a che fare con l’ambiente.

In particolare cantano insieme una canzone, che secondo gli studi della Fondazione Tatoyan. Centro di diritto e giustizia, è diretta agli Armeni, chiede omicidi e spargimenti di sangue. Alla fine del video, l’”eco-attivista” mostra il simbolo dell’organizzazione nazionalista estremista turca “Lupi Grigi”.

La Fondazione Tatoyan ha rilevato che questa canzone è stata scritta appositamente nel luglio 2020, cioè prima della guerra dei 44 giorni, come parte della politica di propaganda azerbaigiana.

La traduzione del ritornello della canzone è la seguente:
Siamo portatori di vita, andiamo a uccidere
Andiamo a prendere la vita
Andiamo a spargere sangue per il sangue lasciato a terra
Andiamo a spargere sangue

Questa prova oggettiva proviene dal nuovo rapporto speciale della Fondazione Tatoyan, che è in fase finale, e espone gli agenti “eco-attivisti” per quello che sono realmente. Sono ispirati dalle autorità azere con queste intenzioni criminali.

Questo fatto conferma ancora una volta che l’unica strada di vita che collega Artsakh all’Armenia e al mondo esterno è stata bloccata illegalmente dal 12 dicembre 2022 da persone che si dichiaravano “eco-attivisti”, ma in realtà sono agenti del governo azerbaigiano, strumenti della politica di pulizia etnica delle autorità azere. Sono persone con odio verso gli Armeni.

Tra l’altro, questo video è stato cancellato poco dopo essere stato pubblicato.

«La compassione e l’umanità dovrebbero trascendere i confini e le ideologie politiche. Le persone non devono mai trovare gioia nella sofferenza degli altri, specialmente delle persone innocenti. La tragedia in Turchia e in Siria ci ricorda che l’umanità dovrebbe sempre venire prima di tutto. #PrayForTurkey #PrayForSiria».

Adnan Huseyn, che con i suoi video via Twitter da 58 giorni partecipa al blocco, giustificandolo e nel contempo negandolo, mostrando come prova i veicoli del Comitato Internazionale della Croce Rosso e delle forze di mantenimento della pace russe che transitano, oggi esprime nobili sentimenti, che vengano contraddetti dai suoi video giornalieri.

«Il sostegno ai separatisti, anche attraverso azioni innocenti come la diffusione della propaganda, non sarà tollerato. I separatisti non hanno posto in Azerbajgian e dovranno affrontare la deportazione secondo il diritto internazionale. Coloro che rispettano la nostra integrità territoriale e le nostre leggi sono invitati a restare».
«Qualsiasi Paese può perseguire i residenti che violano le leggi, sostengono il terrorismo e risiedono illegalmente, portando ad accuse penali e/o all’espulsione. Tuttavia, e non sorprende affatto, gli Armeni etichettano questo come “pulizia etnica”».

«Il portavoce ufficioso degli autoproclamati “eco-attivisti” azeri confessa che l’obiettivo finale della loro operazione speciale è la pulizia etnica del Nagorno-Karabakh» (Tigran Grigoryan, analista politico, capo del Centro regionale per la democrazia e la sicurezza in Armenia).

Le forze di mantenimento della pace russe in Artsakh hanno informato via loro canale Telegram che garantiscono la sicurezza dei lavori agricoli nella regione di Martuni dell’Artsakh. L’amministrazione distrettuale ha fatto appello al comando del contingente di mantenimento della pace, visto l’ubicazione dei terreni agricoli vicino alla linea di contatto con le forze armate azere e le precedenti attacchi azeri per impedire la popolazione dell’Artsakh di lavorare per vivere.

«Ancora una volta, l’Azerbajgian sta giocando con l’Artsakh mentre interrompe la fornitura di gas all’Artsakh nel periodo più freddo dell’inverno, con temperature che scendono ben al di sotto dello zero. Per fortuna, il governo dell’Artsakh ha recentemente presentato un piano in cui le famiglie sono state fornite di stufe a legna e forniture di legna. Questo è un contrasto intelligente a quello che sembra essere un problema continuo per la gente dell’Artsakh durante l’inverno. Anche se, ironia della sorte, questo probabilmente causerà una vera e propria crisi ecologica poiché gli alberi verranno costantemente abbattuti, questo è necessario affinché la gente dell’Artsakh superi il freddo inverno. Ciò consente alle persone di essere un po’ più autosufficienti e di resistere alle difficili circostanze che stanno affrontando, indipendentemente dal fatto che l’Azerbajgian decida di interrompere nuovamente la fornitura di gas. Devono essere prese misure più preventive affinché l’Artsakh perseveri in tempi così difficili. I beni di prima necessità devono essere garantiti alla popolazione dell’Artsakh dall’Artsakh stesso. Ciò significa che il calore, il cibo, l’acqua e l’assistenza sanitaria necessaria devono essere forniti attraverso mezzi interni» (Varak Ghazarian – Medium.com, 6 febbraio 2023).

Dalla “diplomazia al caviale” ai “post sui social media al caviale”.
«6° Gruppo di viaggiatori internazionali in visita in Azerbajgian e nei territori liberati dalla devastante occupazione militare dell’Armenia durata 30 anni. La bellezza della natura e la portata dei lavori di ricostruzione dell’Azerbajgian nel Karabakh e nello Zangazur orientale [*] hanno impressionato i viaggiatori internazionali» (Hikmet Hajiyev, Assistente del Presidente della Repubblica di Azerbajgian, Capo del Dipartimento per gli Affari Esteri dell’Amministrazione Presidenziale).

Lato positivo: un hotel a cinque stella a Baku gratuito e un buon pasto quotidiano per 3 volte. Non da sottovalutare la possibilità di vivere nella vita reale l’esperienza Borat (il sequel del viaggio del giornalista Kazako negli Stati Uniti del presidente tycoon all’epoca del Coronavirus, che ha fatto infuriare Trump).

Unico inconveniente: vendere i tuoi post sui social media (e il rispetto di te stesso) a un regime brutale che letteralmente decapita le persone.

Scelta difficile.

[*] La Regione Economica dello Zangezur orientale è stata istituita il 7 luglio 2021 come parte di una riforma del sistema delle regioni economiche dell’Azerbaigian, dopo la guerra dei 44 giorni del 2020. Confina con l’Iran a sud e l’Armenia a ovest, così come le Regioni Economiche del Karabakh (la Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh, in parte non ancora occupata dall’Azerbajgian) e del Ganja-Dashkasan. La regione è costituita dai distretti di Kalbajar (Provincia di Shahumyan dell’Artsakh occupata); Lachin (Berdzor), Qubadli (Samosar o Vorotan) e Zangilan (Kovsakan) (Provincia di Kashatagh dell’Artsakh occupata); Jabrayil (Provincia di Hadrut dell’Artsakh occupata).

Secondo il ricercatore Laurence Broers, il nuovo nome della regione – Zangezur orientale – è motivato dall’irredentismo azero: confina con la Provincia di Syunik dell’Armenia, il che implica che esiste per l’Azerbajgian uno Zangezur occidentale, cioè lo stesso Syunik. Pochi giorni dopo la creazione della Regione Economica dello Zangezur orientale, il Presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, ha annunciato in un discorso: “Lo Zangezur occidentale è la nostra terra ancestrale. Dobbiamo tornare lì e ritorneremo”.

«Blocco della Repubblica di Artsakh: il blocco sta causando gravi conseguenze per la popolazione prevalentemente di etnia armena della Repubblica di Artsakh».
«Uno dei miei marchi preferiti, Atoms, si è offerto di aiutare coloro che stanno soffrendo in Armenia donando la metà dei profitti di ogni scarpa venduta (quando usi il codice “Rosa”). Sono così grato per questo. Se hai bisogno di scarpe, o anche se non ne hai, vai a comprarne un paio e aiuta a sostenere chi ne ha bisogno».

Atoms è un marchio con sede a New York City che produce scarpe da ginnastica, mascherine, ecc.).

Rosa Linn Rosa Linn, pseudonimo di Roza Kostandyan (Vanadzor, 20 maggio 2000) è una cantante armena. Ha rappresentato l’Armenia all’Eurovision Song Contest 2022 con il brano Snap.

In un editoriale intitolato Stiamo davvero chiedendo alla Russia di “mantenere la pace” in un conflitto completamente diverso?, pubblicato domenica 5 febbraio 2023 su The Independent, il famoso esperto di diritto internazionale Geoffrey Robertson, che era capo del collegio che rappresentava l’Armenia nel famoso caso del genocidio armeno presso la Corte europea dei diritti dell’uomo, sostiene che le superpotenze mondiali – Russia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia e Cina – hanno “il potere di fermare l’Azerbajgian autoritario, che ha assediato il Nagorno-Karabakh per far morire di fame 120.000 abitanti”. Ha proseguito, sottolineando che il blocco del Corridoio di Berdzor (Lachin) è un crimine contro l’umanità e contraddice una serie di accordi internazionali.

Ricorda che il blocco ha impedito il passaggio di oltre 400 tonnellate di merci dall’Armenia all’Artsakh. “Certo – ha scritto Robertson -, sarebbe più veloce con il trasporto aereo, ma il governo dell’Azerbajgian ha minacciato di abbattere qualsiasi aereo passeggeri o cargo che tenti di atterrare a Stepanakert, la capitale del Nagorno-Karabakh”.

“Il Paese è ostaggio dell’Azerbajgian e della storia. originariamente apparteneva all’Armenia ed è sempre stato abitato principalmente da armeni, noti per le loro chiese paleocristiane e per i tappeti unici. Nel XIX secolo fu occupata dalla Russia e nel 1921 Stalin incluse arbitrariamente e erroneamente questa enclave cristiana come regione indipendente all’interno dell’Azerbaigian musulmano. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, il popolo del Nagorno-Karabakh ha chiesto l’indipendenza e ha combattuto una guerra per ottenerla”, scrive Robertson.

Robertson fornisce anche un contesto storico, sottolineando che dopo la vittoria negli anni ’90, gli Armeni hanno goduto di una relativa pace fino all’attacco dell’Azerbajgian nel 2020. Fa riferimento alla dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020 che avrebbe dovuto porre fine alle azioni militari: “La Russia si è fatta garante dell’accordo. La Russia ha assegnato 2.000 forze di mantenimento della pace per monitorare il Corridoio, ma si sono dimostrati incapaci, o forse non disposti, a disperdere gli auto-dichiarati “attivisti ambientalisti” che bloccano il Corridoio, incoraggiati dal governo azero, che generalmente vieta le manifestazioni e imprigiona i manifestanti”. Sottolinea che molti dei cosiddetti “manifestanti ambientalisti” che hanno bloccato il Corridoio di Lachin hanno tatuaggi che dimostrano che sono membri dei Lupi Grigi nazionalisti turchi. Robertson aggiunge che i “manifestanti” sono incoraggiati dal “dittatore Ilham Aliyev”.

Robertson ricorda inoltre la riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite tenutasi il 20 dicembre 2022 e la richiesta dei membri. Menziona che il Ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha contattato solo tardivamente il suo omologo azero e esortato a disperdere la manifestazione. Robertson aggiunge che la Russia ha perso la sua influenza nel Caucaso dopo gli eventi in Ucraina. Sostiene che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbe intervenire e porre fine all’aggressione dell’Azerbajgian.

Distretto di Berdzor (Lachin per gli Azeri) dell’Artsakh, oggi occupato dalle forze armate dell’Azerbajgian, con eccezione del Corridoio di Berdzor (Lachin) sotto controllo delle forze di mantenimento della pace russe (Foto di Varak Ghazarian).

«La Repubblica Turca di Cipro del Nord ha appena cambiato il proprio nome in Stato Turco di Cipro e ha inviato il cambio di nome alle Nazioni Unite per l’approvazione. Qual è il prossimo? Lo Stato Turco di Armenia? Sta arrivando. segna le mie parole» (Janet Grabowski).

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]