ROMA – Comunicato Stampa Celebrazione Ecumenica per la Pace (25.04.2021) e Santa Messa per i Martiri armeni (24.04.21)

PREGHIERA CON I MARTIRI DEL GENOCIDIO ARMENO

Basilica San Bartolomeo all’Isola Tiberina

25 aprile 2021 –ore 18.30

Il prossimo 24 aprile ricorre il 106° anniversario della memoria dell’immane tragedia definita da Papa Francesco “Il primo Genocidio del XX secolo” di cui fu vittima il popolo armeno nel 1915.

I Martiri della Chiesa Armena saranno commemorati a Roma, domenica 25 aprile alle ore 18.30, con una celebrazione ecumenica per la pace dal titolo “Preghiera con i Martiri del Genocidio Armeno”, su iniziativa di Sua Eccellenza l’Arcivescovo Khajag Barsamian, Rappresentante della Chiesa Apostolica Armena presso la Santa Sede, e di Sua Eminenza il Cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, nella Basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina.

Parteciperanno alla cerimonia Sua Eminenza il Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, gli Ambasciatori della Repubblica di Armenia presso la Santa Sede, Sua Eccellenza Garen Nazarian, e presso la Repubblica Italiana, Sua Eccellenza Tsovinar Hambardzumyan, nonché vescovi e sacerdoti delle Chiese armene, apostolica e cattolica. Saranno inoltre presenti esponenti di varie Chiese, ortodossa copta, ortodossa romena, anglicana, evangelica luterana e metodista.

Una Messa e un incontro online

 I martiri saranno ricordati altresì con una Santa Messa in rito armeno, celebrata presso il Pontificio Collegio Armeno, nel Giorno della Memoria armena, sabato 24 aprile alle ore 11.00. La cerimonia sarà presieduta da Sua Eccellenza Mons. Raphael Minassian, Arcivescovo degli armeni cattolici dell’Armenia, Georgia, Russia ed Europa Orientale. Mentre le Ambasciate d’Armenia presso la Santa Sede e la Repubblica Italiana hanno organizzato per giovedì 22 aprile alle ore 18.00,un incontro online in collaborazione con #StandTogether (allstandtogether.com) – una piattaforma digitale, inclusiva ed ecumenica- dal titolo “Prevenzione del genocidio: lotta alla persecuzione religiosa, protezione dei diritti religiosi”.

PREGHIAMO CON I MARTIRI DEL GENOCIDIO ARMENO

Una preghiera ecumenica fatta a più voci, innalzata al Cielo per implorare la pace, che si unisce al sacrificio fatto preghiera di coloro che hanno perso la vita 106 anni fa.

Preghiera non “per” i martiri ma “con” i martiri, per sottolineare la comunione che vi è tra noi, ancora pellegrini su questa terra e coloro che ci hanno preceduto. Una comunione che vuole raffigurare anche la forza della rinascita e della resilienza di cui il popolo armeno è stato capace grazie alla preghiera e all’intercessione dei suoi Martiri.

Una preghiera ecumenica per la pace, affinché cessino tutte le ostilità fra i popoli. Insieme, per riaffermare, che la gente di buona volontà vuole la pace, nella consapevolezza che la guerra è sempre ingiusta e che ciascun uomo ha il dovere di preservare la sacralità della vita e dei diritti di ogni popolo.

“Il processo di pace è quindi un impegno che dura nel tempo. È un lavoro paziente di ricerca della verità e della giustizia, che onora la memoria delle vittime e che apre, passo dopo passo, a una speranza comune, più forte della vendetta”. (Messaggio Giornata Mondiale della Pace 2020 di Papa Francesco)

Canonizzazione dei Martiri del Genocidio Armeno

Nel 2015, in occasione del centenario del Genocidio Armeno, i suoi martiri sono stati canonizzati, nella cattedrale madre di Santa Echmiadzin, supremo centro della fede apostolica armena. Secondo la tradizione Gregorio l’Illuminatore, colui che battezzò il popolo armeno (301), qui vide discendere l’Unigenito, che gli indicava il luogo della costruzione della prima cattedrale armena(303). Echmiadzin significa, appunto, “qui scese l’Unigenito”.

Alla cerimonia solenne, presieduta da Sua Santità il Catholicos Karekin II, Patriarca supremo di tutti gli Armeni, oltre al Cardinale Kurt Koch, in qualità di delegato di Sua Santità Papa Francesco, avevano preso parte numerosi capi e rappresentanti di varie confessioni cristiane.

Nella Sede Madre di Santa Echmiadzin è custodita la lancia di Longino, che la tradizione vuole portata lì da San Bartolomeo apostolo, considerato assieme a San Taddeo, fondatore della Chiesa apostolica armena.

LA BASILICA DI SAN BARTOLOMEO

Proprio per accogliere le spoglie sacre di San Bartolomeo apostolo nel 998 fu edificata l’omonima basilica. Sorge a Roma, sull’Isola Tiberina, a metà tra Trastevere, rione della prima predicazione cristiana, e l’antico quartiere ebraico. Questa posizione ben esprime uno degli aspetti più caratteristici di questa basilica, che raccoglie memorie legate a mondi diversi e lontani, uniti insieme in un’unica e originale sintesi di fede, arte e storia, come quella del Cardinale Gregorio Pietro XV Aghaganian, Patriarca degli Armeni Cattolici che era stato creato cardinale, con il titolo di San Bartolomeo all’Isola, nel concistoro del 18 febbraio 1946 da parte di Papa Pio XII.

SANTUARIO DEI NUOVI MARTIRI

Nel 1999, in preparazione del Grande Giubileo del 2000, San Giovanni Paolo II istituì una “Commissione dei Nuovi Martiri” per indagare sul martirio cristiano del XX secolo. La commissione lavorò per due anni nei locali della Basilica di San Bartolomeo, raccogliendo circa 12.000 dossier.

Dopo il Giubileo, San Giovanni Paolo II volle che la Basilica divenisse il Memoriale dei Nuovi Martiri. La proclamazione fu solennemente celebrata il 12 ottobre 2002, alla presenza dei Cardinali Ruini, Kasper e George, e del Patriarca ortodosso di Romania Teoctist; fu posta sull’altare maggiore la grande icona dedicata ai Testimoni della fede del XX secolo.

Memoria del genocidio degli armeni avvenuto nel 1915

In uno dei sei altari dedicati alla memoria dei “Nuovi Martiri” viene ricordato anche il Genocidio degli Armeni avvenuto nel 1915, con due reliquie. Una, contenente ossa di armeni raccolte nel deserto di Deir es zor (Siria), è stata consegnata da Sua Santità Aram I, Catholicos della Grande Casa di Cilicia, nel novembre del 2008.Mentre l’altra è una lettera autografa del Beato Ignazio Maloyan, arcivescovo di Mardin, vittima dei massacri avvenuti in Turchia nel 1915. Nel marzo 2009 il patriarca armeno cattolico, Sua Beatitudine Nerses Bedros XIX Tarmouni, consegnò questa reliquia alla Comunità di Sant’Egidio, affinché fosse custodita nella Basilica, insieme alla memoria dei martiri e testimoni della fede del XX secolo.

Organizzatori:

Rappresentanza della Chiesa Apostolica Armena presso la Santa Sede

Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani

Per maggiori informazioni:

AnushTrounyan

pontificallegate@gmail.com, cell. +393204271768.