Cresce la tensione tra Iran e Azerbaijan (Contropiano 13.04.23)

Venerdì un uomo armato ha ucciso una guardia di sicurezza e ferito altre due persone presso l’ambasciata dell’Azerbaigian in Iran , in un attacco che Baku ha bollato come “atto di terrorismo”. Il ministero degli Esteri azero ha affermato che l’attacco è stato il risultato del fatto che Teheran ha ignorato le preoccupazioni e le richieste di migliori misure di sicurezza presso l’ambasciata.

“Purtroppo, l’ultimo sanguinoso atto terroristico dimostra le gravi conseguenze della mancata attenzione necessaria ai nostri continui appelli in tal senso”, ha affermato Baku. Il portavoce del ministero degli Esteri azero Aykhan Hajizada ha detto che il personale dell’ambasciata “viene evacuato dall’Iran. Tutte le responsabilità dell’attacco sono dell’Iran”, ha detto Hajizada, aggiungendo che una recente campagna contro l’Azerbaigian sui media iraniani ha “incoraggiato l’attacco”.

Baku ha anche convocato l’ambasciatore iraniano in Azerbaigian.

Il capo della polizia di Teheran, il generale Hossein Rahimi, ha replicato che l’aggressore è stato arrestato ed è stata avviata un’indagine secondo cui l’attentatore era motivato da “problemi personali” ed era sposato con una donna azera.

Le autorità iraniane hanno condannato l’incidente, ma hanno minimizzato i discorsi su qualsiasi motivo politico per l’attacco.

Occorre rammentare che in Iran vivono  milioni di azeri di etnia turca e da tempo Teheran accusa Baku di fomentare sentimenti separatisti nel suo territorio. L’attacco è avvenuto in un clima di crescenti tensioni tra l’Azerbaigian e l’Iran, dopo che Baku ha nominato questo mese il suo primo ambasciatore in Israele.

Nella prima intervista rilasciata dopo il suo arrivo a Tel Aviv, l’ambasciatore azero Mammadov ha smentito le notizie dei media stranieri riportate da Haaretz, secondo cui l’Azerbaijan avrebbe preparato un campo d’aviazione destinato ad assistere Israele nel caso in cui decidesse di attaccare i siti nucleari iraniani, o avrebbe permesso al Mossad di aprire una filiale in Azerbaijan per monitorare ciò che accade in Iran.

Teheran teme invece che il territorio azero possa essere utilizzato per una possibile offensiva contro l’Iran da parte di Israele, uno dei principali fornitori di armi di Baku. In passato alcune delle operazioni di intelligence israeliana – attacchi informatici soprattutto – contro gli impianti nucleari iraniani sarebbero partiti proprio dall’Azerbaijan.

Il giornale israeliano Haaretz, riferiva ampiamente sui quasi 100 voli cargo della Silk Way Airlines dell’Azerbaijan che, negli ultimi sette anni, erano atterrati alla base aerea di Ovda, l’unico aeroporto in Israele attraverso il quale è possibile far entrare e uscire esplosivi dal Paese. Il rapporto affermava che Israele aveva fornito al suo alleato musulmano armi, comprese armi più potenti durante i periodi di conflitto tra Azerbaijan e Armenia, in cambio dell’accesso all’Iran.

Ad aumentare la tensione c’è stato poi l’attentato del mese scorso contro Jan Fazil Mustafa, un deputato azero critico nei confronti dell’influenza iraniana. L’Azerbaigian ha anche recentemente arrestato otto persone con l’accusa di spionaggio per conto di Teheran.

La guerra nel Nagorno-Karabakh e il conflitto tra Armenia e Azerbaijan riaccesosi nel 2020, hanno cambiato lo scenario ai confini settentrionali dell’Iran. Per tre decenni il territorio montuoso era stato nelle mani degli armeni, prima che fosse conquistato dall’Azerbaigian usando armi avanzate turche e israeliane . Il confine tra gli armeni del Karabakh e l’Iran, si è accorciato di 132 km a causa della disfatta armena nella guerra del 2020.

Un esempio di queste tensioni sono gli avvertimenti emessi dall’esercito iraniano sull’interruzione delle rotte di transito per le merci iraniane verso la Russia e sui potenziali cambiamenti di confine tra Iran e Armenia con l’apertura della rotta di transito del Corridoio Zangezur.

L’Azerbaijan, dal 12 settembre 2022, ha iniziato a far pagare dei dazi ai camion iraniani diretti nell’Armenia meridionale ma che attraversano alcune sezioni del territorio, internazionalmente riconosciuto come azero, ma di fatto controllato dalle forze armene sin dalla prima guerra tra i due Paesi avvenuta negli anni ’90.

Il previsto corridoio che collega l’Azerbaigian e la sua exclave di Nakhchivan alla Russia e alla Turchia senza posti di blocco armeni, è progettato per facilitare la connettività tra Asia, Europa e Medio Oriente. La rotta di transito del Corridoio di Zangezur è progettata anche per collegare Turchia, Azerbaigian e Asia centrale, una regione che Ankara e Baku descrivono come il “mondo turco” e che da tempo manifestano ambizioni alla sua riunificazione.

L’esercito iraniano  e le forze del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC) hanno quindi aumentato la loro presenza militare ai confini nord-occidentali del paese mentre aumentano le tensioni tra l’Azerbaigian e l’Armenia.

Il 23 marzo, i media locali  hanno pubblicato  un video non confermato di aerei iraniani da combattimento che manovravano nel cielo, affermando che i caccia iraniani F4 e F14 volavano vicino al confine con l’Azerbaigian per dissuadere Baku  da qualsiasi nuova operazione militare nella provincia separatista del Nagorno-Karabakh, una regione popolata principalmente da armeni ma rivendicata dall’Azerbaigian.

Si delinea dunque un nuovo possibile focolaio di crisi nel cuore dell’Asia centrale che, oltre Iran, Azerbaijan e Armenia, vede agire potenze regionali come Turchia e Israele in un gioco continuo di alleanze a geometria variabile.

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