Francesco pellegrino in Armenia. Più comunione tra i diversi riti cattolici (Farodiroma.it 16.06.16)

“Tra pochi giorni mi recherò pellegrino in una terra orientale, l’Armenia, prima tra le Nazioni ad accogliere il Vangelo di Gesù”. Lo ha detto Papa Francesco incontrando questa mattina nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico i partecipanti all’Assemblea della Riunione delle Opere di Aiuto per le Chiese Orientali (ROACO), e pregando per la pace in Oriente e per la comunione tra cattolici latini e orientali.

“Sotto le incrostazioni materiali e morali, anche sotto le lacrime e il sangue provocate dalla guerra, dalla violenza e dalla persecuzione, c’è un volto luminoso come quello dell’angelo del mosaico”, ha detto Bergoglio facendo riferimento a un angelo in mosaico rinvenuto su una parete della Basilica della Natività a Betlemme in cui sono in corso i lavori di restauro. “Cooperate a questo restauro”, ha chiesto, “perché il volto della Chiesa rifletta la luce di Cristo Verbo incarnato” che “bussa alla porta del nostro cuore in Medio Oriente, così come in india o in Ucraina”, paese quest’ultimo a cui Francesco nel mese di aprile ha indirizzato una colletta straordinaria tra le Chiese d’Europa.

“Questo fatto – ha commentato Bergoglio – ci fa pensare che anche il volto delle nostre comunità ecclesiali può essere coperto da ‘incrostazioni’ dovute ai diversi problemi e ai peccati”. Poi il Papa ha salutato con affetto padre Francesco Patton, nuovo Custode di Terra Santa succeduto a padre Pierbattista Pizzaballa il 20 maggio scorso, e ha espresso gratitudine per il continuo e instancabile lavoro svolto da tutti i Frati Minori che “da secoli – ha ricordato – garantiscono il mantenimento dei Luoghi Santi e dei Santuari”.

Ricordando le sofferenze dell’Ucraina, “paese quest’ultimo a cui – ha sottolineato – ho voluto che si destinasse una colletta straordinaria indetta nello scorso mese di aprile tra le Chiese d’Europa”, il Papa ha ripetuto infine “le indicazioni dei predecessori” cioè l’invito “al rispetto del diritto proprio di ciascuno, senza spirito di divisione, ma favorendo la comunione nella testimonianza dell’unico Salvatore Gesù Cristo. Tale comunione, in ogni parte del mondo dove cattolici latini e orientali vivono fianco a fianco, ha bisogno delle ricchezze spirituali dell’Occidente e dell’Oriente, alle quali possono attingere le giovani generazioni di sacerdoti, religiosi e religiose e operatori pastorali, secondo quanto ha affermato san Giovanni Paolo II dicendo ‘le parole dell’Occidente hanno bisogno delle parole dell’Oriente perché la Parola di Dio manifesti sempre meglio le sue insondabili ricchezze. Le nostre parole si incontreranno per sempre nella Gerusalemme del cielo, ma invochiamo e vogliamo che quell’incontro sia anticipato nella Santa Chiesa che ancora cammina verso la pienezza del Regno”.

Alessandro Notarnicola

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