Genocidio armeno, in un libro le prove definitive (La Stampa 04.12.20)

Purtroppo lo sterminio degli armeni non è questione che appartenga al passato. È stato riconosciuto in quanto genocidio dal Papa, dall’Unione europea, dall’Italia e da una trentina di altri Paesi, ma la Turchia continua a negarlo. A provare la natura pianificata del genocidio arriva il libro “Killing orders. Il piano genocidario contro gli armeni” (Edizioni Angelo Guerini) di uno storico turco dissidente, Taner Akçam, che ha dovuto fuggire dal suo Paese per continuare a lavorare e a scrivere.
Il New York Times scrive di Akçam  come “Lo Sherlock Holmes del genocidio armeno” e la rivista Foreign Affairs, la più autorevole in assoluto nel settore della politica internazionale, dice che questo libro è “tra i migliori sul Medio Oriente”. Taner Akçam spiega di averlo pubblicato “nella speranza di eliminare l’ultimo mattone del muro del negazionismo”.
È dura la vita di chi vuol fare ricerca storica senza divieti in certi Paesi. Taner Akçam è stato arrestato per i suoi scritti già nel 1976 e condannato a dieci anni di reclusione per reati d’opinione; un anno dopo è riuscito a fuggire e a rifugiarsi in Germania e poi negli Stati Uniti, dove attualmente ha la cattedra di Studi sul Genocidio Armeno alla Clark University.

Il suo ultimo libro dimostra la natura pianificata dello sterminio armeno pubblicando i telegrammi di Talat Pasha, l’architetto del genocidio. Papa Francesco ha definito quello degli armeni come “il primo genocidio del XX secolo”; il fatto che sia rimasto impunito e negato ha contribuito a far sì che non fosse l’ultimo.

Taner Akçam, Killing orders. Il piano genocidario contro gli armeni, Edizioni Angelo Guerini, 312 pagine, 25 euro

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