Genocidio armeno, la Turchia contro la mozione del Pirellone (Milano.corriere.it 11.04.17)

La Turchia contro la Lombardia, l’ambasciatore di Erdogan contro il Consiglio regionale del Pirellone. Tutta colpa di una mozione approvata due anni fa e del giudizio storico espresso sul massacro degli armeni del 1915. La lettera firmata il 20 marzo da Murat Salim Esenli è arrivata all’attenzione dell’ufficio di presidenza del Pirellone solo lunedì: la Turchia contesta il contenuto del testo con la quale il parlamentino lombardo condannava, a larghissima maggioranza, il «genocidio» degli armeni durante la Grande Guerra.

I toni dell’ambasciatore turco sono perentori: «Spero che la vostra risoluzione, contenendo molti errori storici e giuridici, possa essere revocata, essendo questo tipo di risoluzioni molto importanti dal punto di vista giuridico. In tal modo la vostra Regione eviterà un serio errore storico e giuridico e contribuirà all’amicizia Turchia-Italia come da essa ci si aspetta». Non si è trattato di genocidio, scrive in sostanza il diplomatico. Nella lettera spedita in via Fabio Filzi si fa riferimento alla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo secondo cui «gli eventi del 1915 non possono essere considerati uguali all’Olocausto». Conclusione accorata: «La Turchia si aspetta dai rappresentanti del popolo italiano, che considera amico, il rispetto delle varie opinioni anziché l’accettazione di affermazioni armene basata su informazioni distorte e l’astensione dal prendere parte a iniziative unilaterali».

La lettera turca mette però per una volta tutti d’accordo, destra, sinistra, grillini: ieri il presidente Raffaele Cattaneo (Lombardia popolare) ha ricevuto mandato unanime per rispondere in maniera netta alla «sollecitazione» dell’ambasciata: la mozione è un atto democratico e come tale non passibile di censure. «Una richiesta semplicemente irricevibile, la terza assemblea legislativa italiana non può farsi dettare l’agenda da uno Stato estero», sintetizza per tutti il Cinque Stelle Eugenio Casalino.

Ma cosa diceva di così compromettente il documento votato due anni fa dai consiglieri lombardi? La mozione proposta allora da Stefano Bruno Galli (Lista Maroni) sottolineava le responsabilità del governo turco che «non riconosce, nelle motivazioni e nelle dimensioni messe a fuoco dagli storici, il genocidio degli armeni e punisce con l’arresto e la reclusione sino a tre anni chi pubblicamente ne fa menzione» e insieme invitava la giunta a «promuovere iniziative pubbliche volte alla commemorazione di quella pagina di storia allo scopo di promuovere la cultura della democrazia, della pace e dell’autodeterminazione dei popoli».

Vai al sito