Genocidio degli Armeni, la Turchia continua a negare: ora Erdogan se la prende pure con Macron (Secoloditalia 27.04.19)

La decisione della Francia di istituire quest’anno per la prima volta una giornata di commemorazione del “genocidio armeno” il 24 aprile ha scatenato l’ira del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che si è scagliato contro il suo omologo francese, Emmanuel Macron, criticandolo aspramente. “Lanciare un messaggio ai 700mila armeni che vivono in Francia non ti salverà signor Macron”, ha affermato Erdogan in un discorso davanti ai funzionari dell’Akp, il suo partito, a Kizilcahamam, a nord di Ankara. “Prima impara ad essere onesto in politica. Se non lo sei, non puoi vincere”, ha aggiunto Erdogan riferendo di essersi rivolto direttamente al presidente francese “molte volte”. Secondo le stime, tra 1,2 e 1,5 milioni di armeni furono uccisi durante la prima guerra mondiale dalle truppe dell’Impero Ottomano dei cosiddetti Giovani Turchi. La Turchia tuttavia rifiuta l’uso del termine “genocidio”. Secondo Erdogan, se la Turchia avesse fatto ciò di cui è accusata, “non potremmo parlare di milioni di armeni che vivono in una vasta area, dall’Europa all’America, dal Nord Africa al Caucaso”.

Sarà il Papa il prossimo bersaglio di Erdogan?

Chissà se il prossimo bersaglio del dittatore Erdogan sarà il Papa? Storico incontro oggi infatti alla Basilica di San Miniato di Firenze tra il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, e Karekin II, patriarca supremo degli Armeni. L’appuntamento ecumenico è avvenuto oggi durante il Festival delle Religioni, diretto da Francesca Campana Comparini. La scelta del luogo di San Miniato non è affatto casuale: la splendida basilica fiorentina prende infatti nome dal protomartire Miniato, un re proveniente dall’Armenia che fu ucciso a Firenze dall’imperatore Decio in epoca di persecuzione cristiana, nella metà del III secolo. La Chiesa Apostolica Armena deriva da una delle prime comunità cristiane ed è tra le più antiche Chiese del mondo: le prime testimonianze dell’avvento del cristianesimo in Armenia risalgono infatti al I secolo, ad opera degli apostoli Taddeo e Bartolomeo. L’intervento di Karekin II, Catholicos di tutti gli Armeni,è partito proprio da quelle origini per soffermarsi poi sul tema della fede e sul ruolo delle chiese cristiane nella società e nella storia. Nel suo discorso, il patriarca degli Armeni ha sostenuto che oggi “la Chiesa cristiana nella sua missione dovrebbe necessariamente statuire l’unico esempio della relazione tra fede e verità nella società, relazione che è confermata dal credere nel proprio cuore, conferita dalle opere della vita virtuosa e dando frutto con il miglioramento della vita quotidiana e del risveglio spirituale di milioni di persone”.

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