Il flautista Ipekdjian racconta l’anima dell’antica Armenia (15.06.17)

Per la prima volta a Verona si è parlato di poesia e musica armena ascoltandole dal vivo attraverso i racconti mistici di due persone speciali originarie dell’antica Anatolia: il musicista Aram Ipekdjian e il religioso arcieparca di Costantinopoli mons. Boghos Levon Zekiyan, docente di Lingue e Letteratura armena all’università Ca’ Foscari di Venezia.

Alla Societa Letteraria l’associazione Inner Wheele ha proposto ad un folto pubblico l’esperienza della gente armena tradotta nel linguaggio dell’ineffabile e del pentagramma grazie alla levatura spirituale di due indigeni di quel popolo di religione non solo cristiana che è stato perseguitato, vittima di un genocidio di cui si è sempre parlato troppo poco e invece racchiude più di una chiave di volta nell’aprire certe porte blindate della Storia.

Ecco allora che il flautista Aram ha fatto da contro canto alla meditazione del sacerdote Boghos Levon Il quale ha commosso la platea,attonita per l’atmosfera creatasi, con i versi di svariati poeti armeni tra cui liriche di tratte da Il canto del pane” di Daniel Varujian, libro che si rivela indispensabile per tutti al fine di evolvere interiormente ed anche esteriormente poiché la poesia, come è stato ispirato alla conferenza, rende bella l’anima e di riflesso il corpo.

Basandosi sulla reciprocità tra Madre Terra e Persona, Varujian invita a ripristinare questo rapporto creduto erroneamente impossibile al giorno d’oggi e che invece anche il flauto di Aram ribadisce.

Michela Pezzani