Il Friuli Venezia Giulia riconosce ufficialmente il genocidio degli armeni (Triestenews 20.05.21)

20.05.2021 – 07.30 – Mentre gli azeri nuovamente oltrepassano il confine armeno, violando la fragile tregua e consci della superiorità tecnologia conferita dai droni e dalle milizie turche di Erdogan, il Friuli Venezia Giulia si muove controcorrente e, nonostante i legami economici dell’Italia con l’Azerbaigian, riconosce ufficialmente il genocidio degli armeni perpetuato dalla nascente nazione turca durante la Prima Guerra Mondiale, quando 1,5 milioni di armeni furono trucidati in massa, causando la moderna diaspora, alla base di molte comunità in Europa e negli Stati Uniti.
Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato la mozione 208 volta al riconoscimento del genocidio all’unanimità, trasversalmente alle diverse forze politiche; dapprima è stata sottoscritta da tutti i componenti del Gruppo consiliare della Lega, con primo firmatario Alberto Budai; seguiti dalla firma di Emanuele Zanon (Regione Futura), dei colleghi di Progetto Fvg/Ar, FdI, Cittadini e M5S.

Il provvedimento, illustrato dallo stesso Budai, esprimendo “solidarietà al popolo armeno nella sua lotta per il riconoscimento della verità storica e per la difesa dei suoi diritti inviolabili”, impegna il governatore della Regione e la sua Giunta “a intraprendere ogni azione necessaria per il riconoscimento del genocidio degli armeni sulla base delle risoluzioni già assunte da Onu e Parlamento europeo, dal Congresso e dal Senato degli Stati Uniti d’America, nonché dal Parlamento della Repubblica italiana”.

Particolarmente accorato, tra i diversi interventi, quello di Francesco Russo (PD) che ha evidenziato “l’atto di coraggio del Cr Fvg rispetto un tabù che il mondo ha fatto finta di non vedere fino agli anni Settanta. I giovani imparino dal primo dei grandi genocidi che hanno percorso il Novecento“.

Non rimane che osservare se, nel suo piccolo, il gesto della comunità regionale avrà ripercussioni sui legami economici di Trieste e il FVG con la Turchia, il cui giustificazionismo solitamente mal digerisce i riconoscimenti del massacro degli armeni.

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