Il futuro dell’Azerbaigian secondo Ilham Aliyev ((Insiderover 02.04.21)

Il 31 marzo ha avuto luogo l’ultimo vertice informale del Consiglio turco. L’evento, che è stato organizzato da remoto a causa della pandemia, ha visto la partecipazione dei capi di Stato degli stati membri, del primo ministro ungherese e di un rappresentante turkmeno, e si è concluso con il raggiungimento di un’importante dichiarazione congiunta inerente il futuro del mondo turcico.

Ilham Aliyev, presidente dell’Azerbaigian e tra i grandi sostenitori del progetto d’integrazione panturco, ha fatto uno degli interventi più interessanti e geopoliticamente rilevanti dell’evento.

Il futuro di Baku secondo Aliyev

Il presidente azerbagiano ha profittato del proprio turno per parlare ai colleghi di cooperazione tra le parti, guerra nel Nagorno Karabakh e materializzazione del  corridoio di Zangezur. Aliyev ha iniziato a parlare ricordando ai presenti che “la guerra [del Nagorno Karabakh] è terminata, il conflitto è stato consegnato alla storia e nuove opportunità sono emerse”, delle quali “la più importante è il trasporto”.

Baku, ha rammentato il presidente azero, “sta lavorando arduamente al corridoio di Zangezur, terra dell’Azerbaigian antico che, a partire da adesso, giocherà il ruolo di unire il mondo turcico”. In che modo lo Zangezur contribuirà alla causa panturca lo spiega lo stesso Aliyev:

Trasporti, comunicazioni e infrastrutture che passano attraverso lo Zangezur unificheranno l’intero mondo turcico e creereranno opportunità aggiuntive per altri Paesi, inclusa l’Armenia

Secondo Aliyev non vi sarebbero intenzioni, da parte di Baku, di escludere Erevan dall’ordine che verrà: “L’Armenia, al momento, non ha collegamenti ferroviari con il suo alleato, la Russiae questo collegamento può essere stabilito dal territorio dell’Azerbaigian. L’Armenia non ha collegamenti ferroviari con il suo vicino, l’Iran, e questo collegamento può essere creato attraverso il Nakhchivan“.

Sempre in riferimento al proposito di creare una linea diretta tra Nakhchivan e Baku, il presidente azerbagiano ha evidenziato ai presenti quale sia la sua effettiva importanza a livello regionale e internazionale: “L’Azerbaigian verrà connesso alla Turchia attraverso la repubblica autonoma di Nakhchivan, e l’Asia centrale sarà collegata all’Europa; in questo modo verrà a crearsi un nuovo corridoio di trasporto, al quale stiamo già lavorando”. Ultimo ma non meno importante, Aliyev ha auspicato che “i nostri Paesi partner sfrutteranno queste opportunità”, ergo ha invitato gli stati membri del Consiglio turco (e non solo) a partecipare attivamente al concretamento della rotta Europa-Anatolia-Caucaso meridionale-Asia centrale.

Il supporto prezioso panturco

Aliyev ha anche sfruttato il tempo a disposizione per enfatizzare l’importanza del sodalizio turco-azerbagiano e ringraziare gli Stati membri del Consiglio turco per la mobilitazione diplomatica in occasione della guerra del Nagorno Karabakh. Il presidente azerbagiano ha ringraziato l’omologo turco, Recep Tayyip Erdogan, spiegando come il supporto da egli ricevuto abbia consentito a Baku “di condurre una controffensiva di successo ed evitare a forze esterne di interferire”.

Gratitudine è stata poi espressa al Consiglio turco, del quale Aliyev ha voluto ricordare la dichiarazione di supporto all’Azerbaigian dello scorso 28 settembre, pubblicata il giorno dopo l’accensione delle ostilità, “e le [altre] simili dichiarazioni emesse diverse volte durante la guerra”. In riferimento alle indiscrezioni che vorrebbero armeni e azerbagiani in procinto di una nuova guerra, Aliyev ha smorzato ogni dubbio e rassicurato i presenti: il documento di cessate il fuoco del 9 novembre ha risolto la questione, suggelando “una storica vittoria” e permettendo a Baku “di iniziare i lavori di ricostruzione nelle aree distrutte”.

Lo sguardo dell’Azerbaigian, in sintesi, è posato ovunque, perché la sua politica estera è multivettoriale, ma in un luogo è fissato più che altrove: il mondo turco. Perché non può esistere un’Eurasia prospera e indipendente senza il contributo delle nazioni turciche, né un ordine multipolare senza il supporto pivotale di quella realtà integrativa chiamata Consiglio turco, e Baku ne è pienamente consapevole: il futuro parla le lingue del mondo turco.

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