Il giro del mondo in… tante birre: Armenia (Giornaledellabirra 10.04.23)

La posizione strategica dell’Armenia è come un ponte che collega due mondi apparentemente distanti: Oriente ed Occidente. Un ponte non solo geografico, l’Armenia si trova, infatti, incastonata ai piedi del Caucaso tra Georgia, Azerbaigian, Turchia e Iran, ma soprattutto un ponte culturale. È una terra che fin dall’antichità ha dato vita a grandi civiltà, terra di conquiste e di ricchezze quasi leggendarie, l’incontro tra la religione ebraica e quella cristiana. Il simbolo dell’Armenia, infatti, è il Monte Ararat, anche se oggi appartiene alla Turchia, luogo sacro dove si è posata l’Arca di Noè al termine del diluvio universale.

Come avete già capito questo Paese è denso di storia: provincia dell’Impero Persiano, le sue vicende si sono intrecciate con l’Impero Romano e con l’Impero Bizantino, senza contare la fondazione del Regno Armeno di Cilicia (1078-1375). Ma il popolo armeno è stato vittima anche di un atroce genocidio compiuto dall’Impero Ottomano durante la Prima Guerra Mondiale, in cui persero la vita circa un milione e mezzo di persone. L’Armenia è quindi un Paese sempre al centro della storia sia nel bene che, purtroppo, nel male. Un Paese che ha conosciuto vette impensabili ma anche abissi terrificanti, per questo mi piace pensare che sia un popolo sempre in “fermento” pronto a rialzarsi.

Chissà se in questo fermento la birra ci ha messo lo zampino! Scopriamolo insieme…

LA STORIA DELLA BIRRA IN ARMENIA

La birra in Armenia vanta un cronista d’eccezione, lo storico greco Senofonte. Nella sua opera “Anabasi di Ciro” (IV sec. a.C.), scrive: “C’erano barili pieni di grano e orzo, con i chicchi di quest’ultimo che galleggiavano in superficie. La gente afferrava i chicchi, se li metteva in bocca e si dissetava con i raccolti succosi. Quando i greci chiesero il nome del paese, gli fu risposto che si chiamava Armenia”.

Questa premessa farebbe pensare che la birra sia stata la bevanda distintiva del Paese e invece, negli anni, ha dovuto cedere il passo al vino, come in tanti altri paesi, incluso l’Italia.

Quel poco che si sa sulle tradizioni brassicole armene si sviluppa principalmente negli ultimi duecento anni e ricalca l’andamento della parabola del socialismo russo. Alla fine del XIX sec., nell’Impero Russo, i birrifici iniziavano ad essere un’attività molto redditizia ed anche in Armenia furono aperte le prime fabbriche di birra. Nel 1917 Lenin salì al potere e la maggior parte delle aziende fu nazionalizzata, anche quelle armene tra cui il birrificio più importante della capitale: Zanga Brewery. In questo periodo, l’alcol fu quasi messo al bando perché era diventato un vero problema sociale. L’alcolismo, diffuso tra i lavoratori delle fabbriche, incideva pesantemente sulla produttività.

Negli anni successivi la Seconda Guerra Mondiale, la produzione birraria, finalmente, riprese ma la proposta era monotematica, le uniche birre prodotte erano tutte Pilsner. Chi voleva bere qualcosa di diverso doveva rivolgersi al fiorente mercato nero che riusciva a scavalcare la “cortina di ferro”. La caduta del muro di Berlino e la riorganizzazione della vecchia Unione Sovietica non solo hanno modificato la geopolitica del mondo ma hanno dato addirittura un input insperato alla produzione armena. Due date sono da ricordare: il 2012 segna l’inizio di un vero e proprio cambiamento culturale con l’apertura di nuovi birrifici e taproom che diventano luoghi accessibili a tutti (donne e famiglie comprese). Mentre nel 2016 si assiste alla rivoluzione craft armena, brewpub e birrifici iniziano a differenziare la propria offerta utilizzando anche materie prime locali.

5 BIRRIFICI ARMENI E 5 CURIOSITA’

  1. Il birrificio più popolare dell’Armenia: KILIKIA BEER

 

 

(foto etichetta gentilmente concessa da Mario Bughetti)

Prima di diventare Kilikia Beer, il birrificio si chiamava “Yerevan Beer”. Venne fondato a Erevan, la capitale, nel 1952. Il marchio Kilikia Beer, invece, venne creato nel 1997, per celebrare il passato glorioso del Regno Armeno di Cilicia, da cui prende il nome. Negli anni Duemila “Kilikia” è stato il leader indiscusso del mercato armeno grazie anche ad una vasta gamma di bevande (acque minerali, succhi di frutta e limonate) e prodotti alimentari (composte, marmellate e foglie di vite). 12 le birre in linea, tra cui:

KILIKIA: lager chiara tradizionale dai sentori maltati di cereali bilanciati dall’amaro del luppolo. La birra quotidiana. Gradazione alcolica: 4,6%

DARK: birra che si ispira alle Dunkel tedesche, dal colore bruno. Gli aromi spaziano dal caramello, al biscotto fino ad arrivare alla liquirizia. L’amaro dato dai malti tostati chiude la bevuta. Gradazione alcolica: 4,4%

CELEBRATORY: birra ambrata tipo Vienna Lager. I sentori del malto prevalgono (crosta di pane e caramello) ma sono alleggeriti da una nota fruttata. Gradazione alcolica: 5,3%

  1. Il birrificio armeno con la sede più antica: GYUMRI BREWERY

(foto etichetta gentilmente concessa da Mario Bughetti)

Gyumri Brewery fu fondato nel 1970 con il nome di “Leninakan Brewery”, in onore dello statista russo Lenin e divenne ben presto il secondo produttore di birra del Paese. Ma è la sede attuale a destare molto interesse. L’edificio, infatti, risale al 1898 e all’epoca ospitava la storica fabbrica di birra “Alexandrapol”. Costruito in tufo nero, ha finiture di pregio eco di fasti lontani. È stato parzialmente distrutto durante il periodo sovietico e reso poi inagibile dal devastante terremoto del 1988. Oggi si possono visitare i locali moderni del birrificio e quelli più antichi del monumentale stabilimento.

GYUMRI GOLD: lager chiara di stampo tedesco. L’erbaceo del luppolo è equilibrato dalle note del malto che ricordano il pane bianco. Gradazione alcolica: 4,5%

GYUMRI EXTRA: una lager ambrata con le note maltate in primo piano. La birra più forte della gamma. Gradazione alcolica: 8%

ARARAT: lager chiara dedicata al simbolo dell’Armenia, il monte Ararat. Facile da bere e dal giusto tocco amaro. Gradazione alcolica: 4,5%

ALEKSANDRAPOL: lager chiara dedicata all’antico nome della città di Gyumry. Classici sentori di pane bianco dati dal malto e quelli erbacei derivanti dal luppolo. Emerge anche una lievissima nota agrumata. Gradazione alcolica: 4,5%

  1. Il primo birrificio artigianale in Armenia: DARGETT

 

(foto etichetta gentilmente concessa da Mario Bughetti)

Inaugurato come brewpub a Erevan nel 2016, vanta subito una collaborazione italiana d’eccezione: Canediguerra. Insieme hanno prodotto una Wheat Ale al melograno, uno dei frutti simbolo dell’Armenia, ottenendo una birra beverina con un piacevole tocco di acidità (gradazione alcolica 4,8). Dal 2019, invece, diventa un vero e proprio birrificio con annessa taproom. Affascinante la storia del nome e del logo che deriva dall’antica mappa del mondo di Babilonia (Imago Mundi). Questo reperto mostra l’incontro dei fiumi Tigri ed Eufrate, le sette città e le sette isole intorno a Babilonia. Conquistando le terre limitrofe, il controllo della città arrivò fino al mare che gli abitanti chiamarono “fiume”, assaggiarono le sue acque che avevano un gusto amaro e da qui il nome Dargett (in armeno Dar-fiume, Get-amaro).

OATMEAL STOUT: birra scura di ispirazione anglosassone con aggiunta di avena. Sentori di caramello, cioccolato e caffè. Gradazione alcolica: 5%

BELGIAN TRIPEL: Ale d’abbazia che presenta note speziate e fruttate supportate bene dal malto. Facile da bere nonostante il grado alcolico. Gradazione alcolica: 8%

APRICOT ALE: una fruit beer che prevede l’uso di frumento e dell’albicocca armena, uno dei simboli del Paese. Golosa come una fetta di torta. Gradazione alcolica: 6%

PALE ALE: birra chiara inglese rivisitata in chiave americana grazie alle note tropicali, fruttate e agrumate dei luppoli statunitensi. Gradazione alcolica: 5,5%

PILSNER: classica Pils boema dagli aromi speziati e floreali dati dal luppolo Saaz. Le note maltate arrotondano la bevuta. Molto beverina. Gradazione alcolica: 4,2%

Altre birre prodotte: Pilsner, Cherry Ale, American Wheat Ale, Weizen, Imperial IPA, IPA, Munich Lager, Baltic Porter, Black IPA, Blonde Ale, Vienna Lager, Blanche, Russian Imperial Stout,

  1. Il primo birrificio biologico in Armenia: BEER ACADEMY

 

 

 

Brewpub aperto nel 2012, si trova poco distante dalla famosa “Cascata”, la scalinata monumentale simbolo della capitale. L’atmosfera del locale è di ispirazione tedesca dai lederhosen indossati dallo staff agli stili di birra proposti. E’ il primo birrificio biologico dell’Armenia perchè utilizza solo malti e luppoli certificati. 7 tipi di birre biologiche in lineatra cui:

ACADEMIA WEIZEN: birra chiara di frumento, con aromi fruttati e floreali. Disponibile solo da maggio ad ottobre. Gradazione alcolica: 4,8%

ACADEMIA DUNKEL: birra scura prodotta con cinque tipi di malto d’orzo e un tipo di grano rosso armeno. Aromi prevalenti di caramello, frutta secca e caffè.  Gradazione alcolica: 4,8%

ACADEMIA HOT: bevanda a base di birra Dunkel con aggiunta di miele, cannella, pepe e noce moscata. La particolarità sta tutta nel servizio: si beve calda a 45°C. Gradazione alcolica: 2,5%

ACADEMIA GINGER: lager chiara con aggiunta di zenzero naturale. Fresca e dissetante. Gradazione alcolica: 4,7%

Le altre birre: ACADEMIA WEIZEN BOCK (gradazione alcolica: 4,6%); ACADEMIA PILS (gradazione alcolica: 4,6%); ACADEMIA BITTER (gradazione alcolica: 6,2%)

  1. Il birrificio armeno dalle origini più strane: DORS CRAFT BEER

Inaugurato nel 2019 nel cuore della capitale, è il più giovane birrificio artigianale di Erevan.

Il suo nome ha origini lontanissime, in olandese “dors” indica il luogo dove in passato veniva immagazzinato il luppolo per essere poi essiccato, una specie di fienile. Questo nome è poi legato ad una storia che i soci fondatori non specificano se sia leggenda o realtà ma merita di essere raccontata: Sven produceva birra nel suo fienile in Olanda e riforniva i pub e i locali giù in città. Tutti quanti ne andavano pazzi perché aveva un gusto particolare, diverso dalle altre birre. Che ci fosse un segreto dietro a tutto questo successo? È merito della bravura di Sven, si diceva. Ma solo lui conosceva il vero motivo. Tutte le notti un cavallo misterioso andava a rubare un sorso di birra nel fienile. Sven non hai mai pensato di catturarlo anzi lo considerava il suo portafortuna. E questo amuleto, oggi, è diventato il logo del birrificio.

FARMHOUSE ALE: birra chiara dai sentori speziati e floreali, nota luppolata sul finale supportata dal malto. Gradazione alcolica: 4,5%

BAVARIAN WEIZEN: birra di frumento in stile tedesco con le classiche note fruttate e speziate, lieve acidità che invoglia la bevuta. Gradazione alcolica: 4,5%

DARK LAGER: birre scura che riprende le Dunkel tedesche. Prevalenti le note maltate di caramello, biscotto e un tocco di cioccolato. Gradazione alcolica: 5,8%

APA: American Pale Ale dal colore ambrato. La luppolatura statunitense si fa sentire con i toni agrumati e fruttati, tutto bilanciato dal malto. Gradazione alcolica: 5,4%

IPA: India Pale Ale color ambra di stampo americano. Sentori maltati di caramello e note agrumate e resinose date dai luppoli. Gradazione alcolica: 5,9%

Completano la gamma: Cherry ale (birra aromatizzata con ciliegie. Gradazione alcolica: 4%); Belgian Blond (gradazione alcolica: 7,1%) e due sidri (uno con le mele e l’altro con le pere).

Mi sorprende sempre scoprire che dietro ad un birrificio, un nome o un logo ci sia tanto da raccontare e l’Armenia non è stata affatto da meno. D’altronde un Paese così ricco di storia, la cui cultura è stata influenzata dai popoli latini, arabi ed orientali non poteva non portarsi dietro un bagaglio pieno di tradizioni e memorie, e questo si riflette anche in tutte le curiosità che vi ho descritto.

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