Il Panthéon accoglie Missak Manouchian, Bordighera ricorda il poeta e partigiano armeno (Foto e video) (Sanremonews 07.03.24)

Bordighera ricorda Missak Manouchian che, a ottant’anni dalla sua esecuzione, è stato accolto nel Panthéon di Parigi. Il professor Lorenzo Vizzini ha, infatti, tenuto, sabato scorso, una conversazione, corredata di immagini di documenti, sul poeta, scrittore, partigiano e combattente armeno della resistenza francese durante la seconda guerra mondiale nella sede dell’Anpi-Ucd in via Al Mercato.

 

 

Un attento e interessato pubblico ha potuto conoscere e apprendere aneddoti sulla vita del membro di punta della Francs-Tireurs et Partisans de la Main d’Oeuvre Immigrée, un gruppo partigiano composto da operai e lavoranti stagionali stranieri che lottò duramente contro i nazisti e i collaborazionisti di Vichy, intervallati da brani musicali eseguiti alla fisarmonica. Del gruppo facevano parte anche alcuni giovani italiani (Spartaco Fontanot, Rino Della Negra, Amedeo Usseglio, Cesare Luccarini) fucilati il 21 febbraio del 1944 dai nazisti con altri 19 compagni. “La particolarità di questo movimento è che gli appartenenti erano tutti stranieri che non esitarono, però, a entrare nella resistenza, per difendere i valori di giustizia, di democrazia e di libertà” – fa sapere Lorenzo Vizzini.

Missak nacque ad Adıyaman, nell’odierna Turchia, il 1º settembre del 1906 da una famiglia armena. Il padre fu ucciso durante il genocidio armeno e sua madre morì di stenti e per malattia poco dopo. Con il fratello fu, quindi, ospitato, alla fine della prima guerra mondiale, in un orfanotrofio della Siria sotto mandato francese. Nel 1925 emigrò in Francia dove, inizialmente, si stabilì a Marsiglia e, in seguito, a Parigi. Insieme a molti connazionali, Manouchian iniziò a lavorare per una rivista letteraria di sinistra ed espressione della cultura armena in Francia. Si iscrisse poi alla Confédération générale du travail (CGT). Nel 1934 aderì al Partito Comunista Francese e, nel 1935, venne eletto segretario del Comitato di Soccorso per l’Armenia (HOC). Quando il Partito Comunista venne messo fuori legge, passò in clandestinità. Venne arrestato in seguito a un raid nel giugno 1941 e fu detenuto a Compiègne per alcune settimane.

Diventò poi responsabile politico della sezione armena clandestina della MOI, di cui si conosce l’attività fin dal 1943. Manouchian entrò nel FTP-MOI di Parigi, gruppi armati costituiti nell’aprile 1942 sotto il comando dell’ebreo bessarabo Boris Holban. Il 17 marzo partecipò alla sua prima azione armata, a Levallois-Perret, ma la sua indisciplina gli valse una nota di biasimo e l’allontanamento. Nel luglio 1943 diventò commissario tecnico dei FTP-MOI parigini e nell’agosto fu nominato commissario militare, sostituendo Boris Holban che era stato esautorato dalle sue funzioni per ragioni disciplinari. I gruppi di Manouchian compirono circa trenta operazioni in tutta Parigi dall’agosto alla metà novembre del 1943. Il 16 novembre 1943 Manouchian fu arrestato alla stazione di Évry Petit-Bourg. Missak, che fu torturato, e ventidue suoi compagni furono fucilati dalla Geheime Feld Polizei (GFP), che sfruttò la situazione a scopo di propaganda. Il 21 febbraio 2024, le salme di Missak Manouchian e sua moglie Mélinée sono state tumulate nel Pantheon francese, a ottant’anni dalla sua esecuzione.

Nel 2009, inoltre, il regista marsigliese Robert Guédiguian realizzò il film L’Armée du crime, basato sulle vicissitudini di Manouchian e dei suoi compagni. Nel 2016 l’album della Banda popolare dell’Emilia rossa “Viva la lotta partigiana” si è chiuso con la traccia n°11 “Lettera d’addio di Missak Manouchian” che prese spunto proprio dalla lettera che Missak scrisse alla sua amata poche ore prima dell’esecuzione.

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