Il ritorno del Papa nel Caucaso, incontri con ebrei e musulmani (La Stampa 11.08.16)

Da oggi mancano 50 giorni per il ritorno di papa Francesco nel Caucaso: in concreto per la visita in Georgia il 30 settembre e 1° ottobre (41 ore) e poi in Azerbaigian il 2 ottobre (9 ore 45m). Dunque un pellegrinaggio lampo: 50 ore e 45m. Per raggiungere la capitale della Georgia il Papa dovrà coprire con l’aereo dell’Alitalia 2.668 km. Poi tra questa capitale e quella dell’Azerbaigian, Baku, ne coprirà altri 445 e, infine, per rientrare a Roma dalla capitale azera i chilometri da percorrere sono altri 3.105. In totale, andata e ritorno: 6.218 km. Questi due Paesi fanno parte della seconda tappa del pellegrinaggio pontificio nel Caucaso cominciato con il viaggio in Armenia dal 24 al 26 giugno 2016.

 

Lo stesso papa Francesco, nell’udienza giubilare del 30 giugno scorso, dopo il suo pellegrinaggio in Armenia, così ricordò i suoi impegni pastorali nelle Nazioni del Caucaso: «Nei giorni scorsi il Signore mi ha concesso di visitare l’Armenia, la prima nazione ad avere abbracciato il cristianesimo, all’inizio del quarto secolo. Un popolo che, nel corso della sua lunga storia, ha testimoniato la fede cristiana col martirio. Rendo grazie a Dio per questo viaggio, e sono vivamente grato al Presidente della Repubblica Armena, al Catholicos Karekin II, al Patriarca e ai Vescovi cattolici, e all’intero popolo armeno per avermi accolto come pellegrino di fraternità e di pace. Fra tre mesi compirò, a Dio piacendo, un altro viaggio in Georgia e Azerbaigian, altri due Paesi della regione caucasica. Ho accolto l’invito a visitare questi Paesi per un duplice motivo: da una parte valorizzare le antiche radici cristiane presenti in quelle terre – sempre in spirito di dialogo con le altre religioni e culture – e dall’altra incoraggiare speranze e sentieri di pace. La storia ci insegna che il cammino della pace richiede una grande tenacia e dei continui passi, cominciando da quelli piccoli e man mano facendoli crescere, andando l’uno incontro all’altro. Proprio per questo il mio auspicio è che tutti e ciascuno diano il proprio contributo per la pace e la riconciliazione. Come cristiani siamo chiamati a rafforzare tra noi la comunione fraterna, per rendere testimonianza al Vangelo di Cristo e per essere lievito di una società più giusta e solidale. Per questo tutta la visita è stata condivisa con il Supremo Patriarca della Chiesa Apostolica Armena, il quale mi ha fraternamente ospitato per tre giorni nella sua casa. Rinnovo il mio abbraccio ai Vescovi, ai sacerdoti, alle religiose e ai religiosi e a tutti i fedeli in Armenia. La Vergine Maria, nostra Madre, li aiuti a rimanere saldi nella fede, aperti all’incontro e generosi nelle opere di misericordia».

 

Una visita del Papa con un programma particolare

In queste due antiche Nazioni caucasiche, i cattolici sono pochissimi, ma mentre la Georgia è a maggioranza cristiana (gli ortodossi sono il 54%) l’Azerbaigian è a maggioranza musulmana (63% sciiti e 33% sunniti – Totale: 96%).

 

Occorre tenere conto di questi dati statistici e delle parole del Papa riportate sopra (udienza del 30 giugno scorso) per capire perché i programmi delle visite di papa Francesco sono un po’ particolari.

 

Georgia  

Venerdì 30 settembre, papa Francesco, dopo il benvenuto nell’aeroporto internazionale di Tbilisi-Novoalexeyvka, nell’arco della giornata avrà quattro incontri. Prima con il presidente, Giorgi Margvelashvili, in carica dal 17 novembre 2013, leader del Partito Sogno georgiano, eletto con il 62% dei voti. Seguirà l’incontro di Francesco con le autorità, con la società civile e con il corpo diplomatico nel cortile del palazzo presidenziale. Poi ci saranno due momenti religiosi molto importanti: l’incontro con Ilia II, Catholicos e patriarca di tutta la Georgia nel palazzo del patriarcato e l’incontro con la comunità assiro-caldea nella chiesa cattolica caldea di S. Simone Il Tintore (il calzolaio).

 

Elia II (Vladikavkaz, 4 gennaio 1933) è l’attuale primate della Chiesa apostolica autocefala ortodossa georgiana ed è in carica dal 1977. Possiede i titoli di Catholicos Patriarca di tutta la Georgia, Arcivescovo di Mtskheta e Tbilisi e Vescovo metropolita di Abcasia e Bichvinta.

 

La storica comunità assiro-caldea in Georgia negli ultimi tempi ha accolto nuovi profughi fuggiti dalle zone controllate dall’Isis soprattutto in Iraq.

 

Il 1° ottobre, papa Francesco, nello stadio Mikheil Meskhi, Tbilisi, presiederà la prima Celebrazione eucaristica delle due previste in questo viaggio e poi ci saranno l’incontro con sacerdoti, religiose e religiosi nella chiesa dell’Assunta e l’incontro con gli assistiti e con gli operatori delle opere di carità della Chiesa davanti al «Centro di assistenza» dei Camilliani. I primi missionari camilliani giungono a Tbilisi nel 1998 su invito di papa san Giovanni Paolo II, il quale affida loro la conduzione di un poliambulatorio situato alla periferia Temka della capitale Tbilisi.

 

Seguirà il trasferimento di papa Francesco a Mskheta per una visita alla cattedrale patriarcale Svietyskhoveli, reintegrata recentemente al «Patrimonio Unesco». Mskheta è una delle più antiche città della Georgia nella regione di Mtskheta-Mtianeti e si trova nella provincia storica di Kartli, vicino a Tbilisi. La Città fu la capitale del regno di Georgia fra il III secolo a.C. e il V secolo d.C. Qui i georgiani si convertirono al cristianesimo nel 317 e Mtskheta rimane la città in cui ha sede la Chiesa ortodossa e apostolica georgiana. A Mskheta si trovano numerosissimi edifici molto antichi, entrati a far parte nel 1994 dell’elenco dei «Patrimoni dell’umanità dell’Unesco». Fra questi edifici vale la pena ricordare: la cattedrale di Svetitskhoveli (dell’XI secolo), il monastero di Jvari (VI secolo), la fortezza di Armaztsikhe (III secolo a.C.), l’acropoli (con costruzioni del I millennio a.C.), oltre ad altri edifici di culto di quasi 2mila anni fa.

 

Domenica 2 ottobre nell’aeroporto Internazionale Tbilisi-Novoalexeyvka, papa Francesco, si congederà dalle autorità e raggiungerà Baku, la capitale dell’Azerbaigian.

 

Azerbaigian  

Il 2 ottobre la cerimonia di benvenuto si svolgerà presso l’aeroporto internazionale Baku-Heydar Aliyev. Subito dopo, il Santo Padre presiederà la seconda Eucaristia di questo pellegrinaggio e sarà presso la chiesa dell’Immacolata nel Centro salesiano a Baku, dove dal 18 ottobre 2015 ci sono anche le Figlie di Maria Ausiliatrice. Dopo il pranzo nella Casa dei Salesiani ci sarà la visita di cortesia al presidente della Repubblica, Ilham Aliyev, nel palazzo presidenziale di Genclik. Seguirà l’incontro con le autorità nel Centro Heydar Aliyev. Il Presidente, nato il 24 dicembre 1961, è in carica dal 2003. È figlio del terzo presidente dell’Azerbaigian Heydar Aliyev. I risultati ufficiali delle elezioni del 15 ottobre 2003 hanno assegnato la vittoria a Ilham Aliyev, che ha ottenuto il 76,84% dei voti. Tuttavia l’opposizione si è rifiutata di accettare i risultati dello scrutinio organizzando manifestazioni di protesta. Le proteste sono state scatenate dalle accuse di corruzione e di brogli elettorali.

 

Prima del congedo, previsto per le 19,15 (ora locale), il Santo Padre avrà tre incontri privati importanti: con lo sceicco dei musulmani del Caucaso nella moschea Heydar Aliyev, Hadji Allahchukur Pachazadeh, con il vescovo ortodosso di Baku, Alessandro, e con il presidente della Comunità ebraica, Shneor Segal.

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