INVITO al IX Edizione del riconoscimento giornalistico “Hrant Dink”

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in collaborazione con

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Il Consiglio per la comunità armena di Roma

è lieto di invitare la S. V. alla celebrazione

della IX edizione del Riconoscimento giornalistico

“Hrant Dink “ per la libertà di informazione

che sarà conferito alle giornaliste

Franca Giansoldati e Anna Mazzone

Martedì 1 Marzo 2016 ore 17.00

Biblioteca Rispoli

p.zza Grazioli 4—Roma

 


 

Perché il riconoscimento “Hrant Dink”

L’idea di un premio giornalistico italiano intitolato ad “Hrant Dink” nasce all’indomani dell’uccisione ad Istambul (19 gennaio 2007) del giornalista armeno di cittadinanza turca.

Dink non era un rivoluzionario; era un uomo buono, mite, propenso al dialogo ed alla tolleranza.

Dalle pagine del suo giornale bilingue “Agos” si è sempre battuto per la conciliazione, cercando di avvicinare per quanto possibile, lui armeno e cittadino turco, i due popoli.

La sua unica colpa è stata quella di scrivere ciò che pensava anche se ben consapevole che quelle sue parole di speranza non erano gradite a chi dell’intolleranza faceva il proprio credo politico.

Un giornalista “scomodo” che ha pagato con la propria vita il coraggio di fare il suo mestiere.

Lui, già condannato ai sensi del famigerato art. 301 del codice penale turco, ha vissuto la propria passione lavorativa alla stessa stregua di tutti quei suoi colleghi che nel mondo rischiano la propria vita per fare ciò che altrove è considerata una tranquilla ed ambita professione.

Il riconoscimento giornalistico italiano “Hrant Dink” si propone dunque due obiettivi: ricordare la figura di questo giornalista e sottolineare la vitale importanza della libertà di informazione, collante fondamentale della società moderna.


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“Sono come un colombo che si guarda sempre intorno, incuriosito e impaurito.  Chissà quali ingiustizie mi troverò davanti.  Ma nel mio cuore impaurito di colombo so che la gente di questo paese non mi toccherà.  Perché qui non si fa male ai colombi.  I colombi vivono fra gli uomini. Impauriti come me, ma come me liberi.”  Hrant Dink.

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