109° anniversario genocidio popolo armeno – Comunicato delle Associazioni e Organizzazioni armene in Italia

24 APRILE 1915 – 24 APRILE 2024
109°ANNIVERSARIO DEL GENOCIDIO DEL POPOLO ARMENO

Anche quest’anno, il 24 aprile, noi, italiani di origine armena ed armeni in Italia, raccolti insieme alle comunità cittadine e alle Istituzioni italiane, siamo chiamati a rispondere alla domanda: perché fare memoria del Genocidio subito dagli Armeni nel 1915?
Il primo pensiero non può che andare alle vittime innocenti dell’immane tragedia del Metz Yeghern: a loro, contro l’ostinato e criminale silenzio che vorrebbe rimuovere il loro ricordo, va restituita la giusta luce, quella di martiri che si sono offerti al destino di morte senza perdere la propria umanità e di testimoni, anche per le nostre coscienze, di valori di fede e cultura che nemmeno la furia dei carnefici riuscì a cancellare.
Ma la memoria serve, soprattutto, a noi vivi, perché è a noi che viene affidato un compito: custodire e salvare quei valori, con un impegno che non possiamo lasciare ai sopravvissuti, ormai tutti scomparsi, né solo ai loro discendenti. Sono valori che ci appartengono come uomini e trovano la sintesi più vera nel diritto di ogni persona, gruppo, popolo di mantenere la propria identità, fisica e spirituale, e di avere un futuro nella libertà e nella sicurezza.
In un contesto internazionale quale quello attuale, così segnato da conflitti sanguinosi, instabilità ed incertezza, scegliere questa prospettiva significa guardare anche agli eventi che accadono oggi senza piegarsi alla logica dei rapporti di forza e delle convenienze, ritrovare il coraggio di testimoniare contro le ingiustizie, indagando le complessità dei fatti e dando voce a chi non ce l’ha, contro ogni retorica e ipocrisia.
Non possiamo, allora, in questa giornata, non ricordare e sentirci tutti vicini ai 120 mila Armeni vittime dell’occupazione militare da parte dell’esercito dell’Azerbaijan del territorio dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh). Dopo il drammatico epilogo a settembre dello scorso anno, essi sono stati costretti ad abbandonare la terra in cui erano insediati da secoli. Il silenzio che è seguito a quel dramma rischia di renderci conniventi con l’atteggiamento minaccioso del Governo azero nei confronti dell’identità stessa del popolo armeno e con la sua volontà, già realizzata in altri territori, di procedere alla sistematica distruzione delle tracce della sua esistenza.
Ricordare è, dunque, un’assunzione di responsabilità collettiva che si rinnova a presidio di valori che fondano la nostra convivenza civile.
Se crediamo che la forma delle cose sia nella loro durata, forse è in questo che possiamo ritrovare il senso di questa ricorrenza: il cammino è lungo ma è una sfida che è giusto raccogliere insieme.

Coordinamento organizzazioni e associazioni armene in Italia

COMUNICATO STAMPA Cerimonia Commemorazione Genocidio Armeno – Roma 24 aprile 2024

 

Il 24 aprile è la Giornata della Memoria del popolo armeno che in tale data ricorda l’inizio di uno dei più atroci crimini contro l’umanità: il genocidio del 1915, che gli armeni ricordano come “Metz Yeghern” il “Grande Male”.

In tutta Italia e nel mondo, sono stati organizzati iniziative, convegni, incontri, preghiere, per ricordare il milione e mezzo di armeni e per ribadire insieme il forte “mai più” contro ogni violenza e contro ogni crimine contro l’umanità.

Cerimonia di Commemorazione

A Roma la giornata sarà ricordata con una cerimonia che si svolgerà alle ore 11,00, presso il Giardino del Genocidio Armeno di piazza Augusto Lorenzini (quartiere Portuense), alla quale parteciperanno oltre ai rappresentanti diplomatici della Repubblica di Armenia in Italia esponenti del mondo politico, diplomatico, ecclesiastico e della società civile.

Lo slogan scelto per la cerimonia commemorativa è “La forza di un popolo che sfida l’oscurità dell’indifferenza” ed è rappresentato nell’immagine da un uomo che ha scalato la montagna arrivando in cima, come simbolo di fatica, ma anche di forza. Mentre la sfida all’indifferenza e all’oscurità viene presentata come l’alba alla quale l’uomo volge il suo sguardo di speranza, tenendo in mano la bandiera che rappresenta il popolo armeno.

Proiezione Film Aurora’s Sunrise

Giovedì 2 maggio 2024 alle ore 18.30, presso l’Institut français Centre Saint-Louis  – (Largo Toniolo 22) di Roma sarà proiettato il film vincitore del premio della giura del Francofilm Festival  “AURORA’S SUNRISE”  di Inna Sahakyan che narra la storia vera di una sopravvissuta al genocidio armeno.  L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti.

 

Consiglio per la comunità armena di Roma

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COMUNICATO STAMPA Nuove inqualificabili dichiarazioni del viceministro Cirielli: si dimetta subito!

Il “Consiglio per la comunità armena di Roma” esprime ferma condanna per le ultime dichiarazioni rilasciate dal viceministro italiano degli Esteri, Edmondo Cirielli, che ancora una volta fa da cassa di propaganda al regime dell’Azerbaigian.

L’esponente di governo è arrivato ad attaccare il ministro francese Stephane Sejourne, perché in una conferenza stampa congiunta con il Segretario di Stato USA Blinken aveva invitato l’Azerbaigian a cessare la sua retorica di minaccia contro l’Armenia.

Il viceministro italiano si allinea così, ancora una volta, alla retorica minacciosa del regime di Aliyev che in queste ultime settimane sta attaccando pesantemente la Francia per il suo sostegno all’Armenia, contrasta la recente politica dell’Unione europea nel Caucaso meridionale e, di fatto, scavalca il ministro Tajani.

Il “Consiglio per la comunità armena di Roma” chiede al ministro degli Esteri, Antonio Tajani se:

  • è al corrente di queste dichiarazioni fatte dal suo vice che vasta eco, negativa, stanno avendo non solo da parte armena e francese;
  • condivide questo attacco rivolto a un Paese membro dell’Unione Europea;
  • non ritiene opportuno rettificare le stesse ed esprimere solidarietà alla Francia per l’attacco rivolto al ministro di Parigi;
  • non ritiene che il viceministro Cirielli debba essere rimosso dal suo incarico in quanto incompatibile a quel principio di imparzialità e correttezza che dovrebbe contraddistinguere la sua missione diplomatica.

Il “Consiglio per la comunità armena di Roma” chiede al parlamento italiano di condannare questo ennesimo sostegno di Cirielli, eventualmente sollecitando un’audizione del viceministro al fine di chiarire le ragioni “personali” di tali ripetute esternazioni a favore del regime di Aliyev.

Il “Consiglio per la comunità armena di Roma” ricorda, a questo riguardo, che qualsiasi rapporto economico e commerciale tra Italia e Azerbaigian non implica la sottomissione alla propaganda di quella che è la nona peggiore dittatura al mondo (fonte “Freedom house”).

Il “Consiglio per la comunità armena di Roma” chiede ai media di porre in giusta evidenza il comportamento di Cirielli che, oltretutto, rilascia dichiarazioni proprio in un momento di grave crisi su più fronti mondiali.

Consiglio per la comunità armena di Roma

Segreteria

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Comunicato stampa: L’Armenia premiata come migliore destinazione storica

L’Armenia è tra i vincitori dei PATWA International Travel Awards 2024 assegnati a ITB Berlino come migliore destinazione storica

 

L’Armenia ha ricevuto il premio internazionale come migliore destinazione nella categoria “Storia”  durante un’imponente cerimonia di premiazione all’ITB di Berlino, la più grande fiera di viaggi del mondo, nella quale la Pacific Area Travel Writers Association (PATWA) ha annunciato i vincitori degli ambiti PATWA International Travel Awards 2024 alla presenza di ministri del turismo, governatori, ambasciatori e i vertici di catene alberghiere, compagnie aeree, tour operator e media internazionali. Susanna Hakobyan, vicedirettrice del Tourism Committee of Armenia ha dichiarato: “Siamo onorati di aver ricevuto il prestigioso premio Destinazione dell’anno nella categoria storia da PATWA agli International Travel Awards 2024. Questo riconoscimento evidenzia il patrimonio culturale e il significato storico dell’Armenia. Estendiamo la nostra gratitudine a PATWA per questo stimato riconoscimento e restiamo impegnati a condividere la nostra ricca storia con viaggiatori provenienti da tutto il mondo.”

 

L’Armenia ha una storia di quasi tre millenni che si è preservata fino ad oggi attraverso un ricco patrimonio storico e culturale, che hanno forgiato l’identità dei suoi abitanti. Primo stato al mondo ad adottare il Cristianesimo come religione di stato nel 301, l’Armenia conserva siti archeologici, monumenti e monasteri medievali che testimoniano il suo importante passato. Alcuni dei principali luoghi storici sono parte dei tre siti patrimonio UNESCO: i due monasteri di Haghpat e Sanahin, il monastero di Geghard e l’Alta Valle dell’Azat, e la cattedrale e le chiese di Etchmiatzin insieme al sito archeologico di Zvartnots.

 

I premi di viaggio internazionali PATWA sono stati istituiti in modo indipendente e sono giunti alla loro 24° edizione. Hanno un rigoroso processo di selezione e nomina, e si sono guadagnati la reputazione di essere i primi e più importanti premi nel settore dei viaggi, del turismo, dell’aviazione e dell’ospitalità. I premi riconoscono governi, organizzazioni, brand, ministri e individui che si sono distinti nella promozione del turismo. Il segretario generale della PATWA, Yatan Ahluwalia, ha affermato: “Quest’anno l’attenzione della giuria si è concentrata sulla regione del Mediterraneo e del Sud America, oltre all’India. La sostenibilità è stata un fattore chiave per la nostra selezione. Oltre a riconoscere organizzazioni e individui, la nostra eccellenza nella categoria governance includeva premi per otto ministri del turismo di tutto il mondo che hanno avuto un impatto con le loro politiche e visione”.

 

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La Casa Armena di Milano festeggia i sui 70 anni di attività con una serata musicale dedicata ad Aram Khachaturyan

In occasione del 120° anniversario della nascita di Aram Khachaturyan, si è tenuto un concerto presso l’ associazione culturale Casa Armena – Hay Dun che celebra quest’anno 70 anni dalla sua fondazione e ha sempre svolto una intensa attività culturale. Al concerto hanno partecipato musicisti di altissimo livello professionale, giunti da varie parti del mondo per valorizzare l’attività dell’associazione e per offrire assaggi della musica armena. In un ambiente intimo tipico dei salotti e perfettamente adatto per i concerti di musica da camera, sia per l’equilibrata acustica dei suoi spazi, sia per l’atmosfera di raccoglimento che è in grado di offrire, si è svolto un programma ricco di contrasti, generati dall’alternanza tra la musica d’arte occidentale e quella di alcuni compositori armeni. La sempre emozionante musica di Aram Khachaturyan, a cui l’evento era dedicato, la cantilena dell’Aria di Arno Babagianyan; la danza popolare Shatakh, trascritta da padre Komitas, compositore ed etnografo che negli anni bui del genocidio armeno del secolo scorso contrastò il piano di sterminio degli armeni messo in atto dal governo turco con i suoi studi sulla musica nazionale, dimostrandone il valore e l’originalità e restituendo ad essa la sua dignità. Presente anche la musica di Gurdjieff, un intellettuale a cavallo tra la cultura ufficiale e quella esoterica e tra l’Armenia, suo paese nativo, e Parigi, città che lo accolse negli anni venti del ‘900. Mistico, lasciato ai margini della cultura ufficiale sia in Europa che in Armenia e artefice non riconosciuto di numerosi ponti che collegano il mondo armeno a quello occidentale, Gurjieff è stato qui rappresentato dalla esecuzione di brani che propongono una raffinata combinazione tra la viola e il tar persiano.

Con un programma che alternava voci operistiche a brani per pianoforte e strumenti ad arco, i musicisti hanno conquistato il pubblico grazie al loro gusto innato, al loro rigore professionale, alla loro spiccata musicalità, raffinatezza ed espressività d’esecuzione. L’alta caratura artistica, la ricchezza e la grande padronanza della voce operistica di Syuzanna Hakobyan; il garbato e raffinato gusto musicale del violista Maurizio Redegoso Kharitian, fondatore del progetto Nor Arax volto allo studio e alla divulgazione della musica armena, il quale ha eseguito musiche di Gurdjieff e Komitas accompagnato dal tar persiano di Antonio Sernia; Shushan Hovakimyan, ormai avviata verso la carriera pianistica; Babak Khayami, violoncellista persiano che oltre che per la sua professionalità, ha colpito e commosso il pubblico per la dedica a sostegno delle sue connazionali che lottano per i propri diritti civili; la violinista Nobuko Murakoshi, che con la sua emozionante interpretazione ha acceso i colori brillanti della musica di Khachaturyan spaziando dall’impeto dei Valzer alla tenerezza della cantilena dell’Adagio; Padre Nerses Harutyunyan con la robusta voce di basso, le cantanti Anì Balyan, e Rosy Svaslyan con il loro grande senso artistico e la loro espressività e la dodicenne Chiara, la più piccola tra i musicisti, la cui presenza in un concerto di così alto livello professionale testimonia della sensibilità degli organizzatori nei confronti delle nuove generazioni che stanno svolgendo ora i primi passi nell’ambito musicale.

In conclusione del concerto, Anì Martirosyan, responsabile degli eventi musicali di Casa Armena, attiva promotrice fin dal 1993 della cultura musicale armena in Italia e motore dell’evento musicale sia nelle questioni organizzative che come accompagnatrice per quasi tutte le esecuzioni, ha eseguito la irruente Toccata di Kachaturyan con slancio rigoroso, sottolineando, insieme ai colleghi, la vitalità e l’energia assertiva della musica nazionale armena.

In conclusione, val la pena di ricordare, in questo periodo oscuro della storia dell’Armenia odierna in cui forze antinazionali mirano ad indebolire la cultura musicale attraverso l’abolizione del Conservatorio Statale Komitas, che la maggior parte dei musicisti presenti al concerto si sono formati professionalmente proprio in questo ente, fonte inestimabile e inesauribile, fin dalla sua fondazione, di musicisti di ottima qualità.

Articolo a cura di Mariam Asatryan

 

Comunicato stampa: Anche il grande Charles Aznavour vittima del vandalismo azero!

Il busto dedicato al grande cantante franco-armeno Charles Aznavour è stato abbattuto dagli azeri a Stepanakert nel Nagorno Karabakh (Artsakh) finito sotto controllo dell’Azerbaigian dopo l’ennesimo attacco militare nel settembre scorso.
Il monumento era stato inaugurato nel 2021 e si trovava nei pressi del circolo francofono della città.
Il “Consiglio per la comunità armena di Roma” denuncia questo ennesimo atto vandalico, frutto di odio contro gli armeni, che purtroppo segue molti altri compiuti in questi mesi di occupazione.
Statue, katchkar (croci di pietra), chiese, tombe, iscrizioni di ogni genere vengono abbattuti in una furia alimentata dal regime di Aliyev che ha il solo scopo di eliminare – in un vero e proprio genocidio culturale – ogni traccia della millenaria presenza armena nella regione.
L’abbattimento del monumento a Charles Aznavour (di cui il prossimo 22 maggio ricorre il centenario della nascita) è un insulto alla musica e alla cultura mondiale.
Il Consiglio invita i media, anche italiani, a denunciare con fermezza queste intolleranti azioni di demolizione che nulla hanno a che fare con le discussioni politiche ma esprimono solo odio, razzismo e inciviltà.
CONSIGLIO PER LA COMUNITÀ ARMENA DI ROMA
Segreteria

ANCHE LE FORMICHE NEL LORO PICCOLO SI VENDONO?

Ci perdoneranno Gino & Michele se abbiamo parafrasato il loro fortunatissimo libro di battute ma la storia che andiamo a raccontarvi ha il sapore (tragico) della commedia all’italiana.

C’è “Formiche”, una testata prestigiosa, molto seguita non solo in ambito politico, fondata da Paolo Messa che fino a poco tempo fa è stato Executive Vice Presidente responsabile delle Relazioni Geo-Strategiche con gli Usa di Leonardo.

Leonardo, per quei pochi che non lo sapessero, è una società pubblica italiana attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza. Il suo maggiore azionista è il Ministero dell’economia e delle finanze italiano, che possiede circa il 30% delle azioni. E fa ottimi affari con l’Azerbaigian dell’autocrate Aliyev che è fautore della destabilizzazione del Caucaso meridionale.

Orbene, proprio sul tema del Caucaso meridionale Formiche fino ad alcuni mesi fa aveva tenuto un corretto ed oggettivo posizionamento con diversi articoli a firma di Francesco De Palo.
Poi, verso l’agosto 2023, la testata ha cominciato a spostarsi verso Baku sempre più velocemente: sempre a firma di De Palo, sono usciti diversi articoli che riportavano prevalentemente la posizione azera, ha ignorato totalmente l’ultimo attacco all’Artsakh e il dramma della popolazione sfollata, ha cominciato a utilizzare termini (come ad esempio “Garabagh”) che denotavano un’attenzione solo ed esclusivamente alle tesi di Baku.

Un paio di altri pezzi un po’ più equilibrati non hanno cancellato l’impressione di un repentino cambio di rotta politica della testata.

Il capolavoro fu l’intervista al viceministro degli esteri italiano, Edmondo Cirielli, che – forse per mettersi in bella mostra con la leadership di Aliyev – sciorinò una sequela di castronerie storiche e politiche condite da velati insulti alla comunità armena anche italiana.

Il “Consiglio per la comunità armena di Roma” protestò, inviò una lettera che, almeno a quanto riferito dalla redazione, sarebbe stata pubblicata. Poi ovviamente non se ne fece più nulla.

L’ultima perla viene da un pezzo del 14 febbraio scorso a firma di Paolo Falliro che, a onor del vero, due giorni prima aveva anche scritto un articolo sull’Armenia che guarda all’Occidente (ripetendo però l’errore sulla sentenza della Corte Internazionale di Giustizia…): incredibilmente, l’attacco azero alla postazione di soldati armeni (4 morti) viene rovesciato e la colpa – nel titolo – scaricata sui soldati armeni. Inutile cercare qualche traccia nell’articolo sulla ricostruzione dell’accaduto, o il fatto, per esempio, che i soldati dell’Azerbaigian occupano porzioni del territorio sovrano della repubblica di Armenia. Unica concessione dell’autore sono due righe nelle quali si riporta la notizia data dal ministero della Difesa di Yerevan. Il resto del breve paragrafo “Qui Yerevan” è occupato dalle dichiarazioni di Baku… 

Era ampiamente prevedibile che all’indomani della schiacciante vittoria di Aliyev alle elezioni in Azerbaigian ci potesse essere un nuovo episodio di tensione con l’Armenia. E gli spari da parte armena contro i soldati azerbaigiani lo testimoniano” così attacca incredibilmente l’articolo di Formiche con tanto di foto del dittatore.

Non possiamo non rilevare che quello di Formiche è, in questo caso, un pessimo esempio di giornalismo. Il magazine denota una evidente sottomissione ai voleri dell’azienda di riferimento (Leonardo) e forse anche al governo italiano che evidentemente ha tutto l’interesse a curare buone relazioni con il regime di Aliyev.

Con il paradosso di una testata che nei colori e negli slogan si dichiara apertamente a favore dell’Ucraina, ma poi appoggia uno Stato (l’Azerbaigian) che ultimamente ha fatto della partnership con la Russia uno dei suoi punti di forza (anche esportandone il gas in Italia).

Ci si vende non solo accettando materialmente il “caviale” azero, ma anche scrivendo (obtorto collo) simili articoli per compiacere un dittatore?

A farne le spese è, purtroppo, il giornalismo: quello serio, che cerca la verità dei fatti, che indaga e non ha paura di quel che scrive.

 

@formichenews

“Un genocidio culturale dei nostri giorni. Nakhichevan: la distruzione della cultura e della storia armena

“Un genocidio culturale dei nostri giorni. Nakhichevan: la distruzione della cultura e della storia armena”
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E’ POSSIBILE RIVEDERE LA PRESENTAZIONE QUI https://webtv.camera.it/evento/24358
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Il 23 gennaio 2024 presso la sala stampa della Camera dei Deputati si e’ tenuta la presentazione del volume “Un genocidio culturale dei nostri giorni. Nakhichevan: la distruzione della cultura e della storia armena”, edito da Guerini e Associati (Milano, 2023), a cura di Antonia Arslan e Aldo Ferrari.
Sono intervenuti Antonia Arslan, scrittrice, saggista e curatrice del libro, Giulio Centemero, Presidente del Gruppo Parlamentare di Amicizia Italia-Armenia, Aldo Ferrari, professore presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e curatore del libro e Marco Pizzo, Direttore del Museo Centrale del Risorgimento di Roma.