Iran e Armenia, sì a una nuova ferrovia. Mosca blocca lo scambio energetico. Asianews

di Armen Grigoryan
La costruzione della ferrovia risale al 2008. Il ministro iraniano degli Esteri spinge alla collaborazione con Yerevan, che cerca investitori per pagare il suo tratto. La Russia gestisce il transito ferroviario armeno ma non vuole cedere all’Iran la distribuzione del gas. L’adesione dell’Armenia all’Eurasian Economic Union ostacola le basi militari della NATO in Georgia.

Yerevan (AsiaNews) – Durante la conferenza stampa del 27 gennaio a Yerevan, il Ministro iraniano degli Esteri Mohammad Javad Zarif ha sostenuto che diverse opportunità di cooperazione economica bilaterale tra Iran e Armenia “possono essere vantaggiose”, e che l’adesione dell’Armenia alla Eurasian Economic Union (EEU) “può rappresentare una di queste”. Egli ha fatto notare che le discussioni trilaterali (a quanto pare, con la partecipazione dei rappresentanti russi) sulla costruzione di un collegamento ferroviario tra l’Armenia e l’Iran hanno avuto successo, e che i negoziati sulla cooperazione in materia di energia e di forniture di gas possono rivelarsi produttivi. Il Ministro degli Esteri Zarif ha anche sottolineato la rapidità con cui l’Iran ha completato il progetto dell’impianto idroelettrico sul fiume Arax, mentre le questioni finanziarie legate ad altri progetti verranno risolte a breve dal governo armeno [Aravot.am, 27 gennaio].

La costruzione di un collegamento ferroviario tra l’Armenia e l’Iran è stata promessa per la prima volta dal presidente armeno Serzh Sargsyan nel discorso all’Assemblea Nazionale nell’ottobre 2008. Finanziare la costruzione, ad ogni modo, si è rivelato una questione problematica: mentre i funzionari iraniani confermano l’impegno a voler costruire una linea che connetta la rete ferroviaria iraniana esistente fino al confine armeno, un investimento notevole è comunque necessario per portare avanti la costruzione anche da parte armena. Secondo le stime, i costi di costruzione della sezione armena della ferrovia si aggirano intorno ai 3,2 miliardi di dollari, esclusi i costi per l’acquisto dei terreni e i dazi doganali sulle apparecchiature. Il costo totale del progetto è comparabile al bilancio annuale del Paese.

Il 7 agosto 2014 il governo dell’Armenia ha approvato il progetto iniziale. Un documento preparato dal Ministro degli Esteri riporta che la Export-Import Bank of China avrebbe fornito un prestito per il 60% dei costi di costruzione, con un tasso di interesse annuale del 3,5% [News.am, 8 agosto 2014]. In seguito, in ottobre, il primo ministro armeno  Hovik Abrahamyan, rispondendo ad un’inchiesta parlamentare, ha affermato che il governo sta ancora cercando investitori e che non è stata ancora presa nessuna decisione specifica [Tert.am, 22 ottobre 2014]. Il Ministro dei trasporti e delle comunicazioni Gagik Beglaryan ha poi indicato che sono in corso negoziati con qualche probabile investitore, sebbene finora senza risultati. Egli ha anche aggiunto che un accordo firmato durante la visita a Teheran del viceministro dei trasporti Arthur Arakelyan prevede un investimento di 400 milioni di dollari da parte dell’Iran per la costruzione di una linea ferroviaria fino al confine con l’Armenia [Azatutyun.am, 11 dicembre 2014]. Da parte sua, Victor Rebets, amministratore dell’impresa russa che gestisce le attuali ferrovie armene, ha dichiarato la ferma intenzione a gestire anche il collegamento Iran-Armenia, a partire dal 2022 quando si attende la fine del lavoro di costruzione [Arka.am, 22 dicembre 2014].

D’altra parte, sarà difficile realizzare il progetto armeno-iraniano di recente proposto dal Ministro Zarif sulla cooperazione in materia di fornitura di gas naturale, anche se i costi previsti sono molto inferiori rispetto a quelli per la ferrovia sopra citati.  Mentre l’Iran mostra un interesse costante nella possibilità di esportare gas in Europa attraverso l’Armenia e la Georgia, Mosca usa in maniera costante la sua influenza su Yerevan per impedire all’Iran di svilupparsi in quella direzione.

La sezione armena del gasdotto tra Armenia e Iran lanciato nel 2007 è larga 71 centimetri, invece che 142 come pianificato all’inizio, mentre la parte armena costruita apposta per questo collegamento è larga 142 centimetri. Il governo dell’Armenia ha deciso di ridurre il diametro della sua sezione di gasdotto sotto pressione russa e poi ha venduto la sua parte ad ArmRosgazprom – l’azienda che gestisce la distribuzione del gas armeno, con l’80% delle sue quote possedute dalla russa Gazprom. Nel dicembre 2013 la Russia ha convinto l’Armenia a cedere anche il restante 20% di quote, con un nuovo accordo bilaterale che assicura a Gazprom un monopolio per i prossimi 20 anni.

Si deve anche notare che mentre si discuteva l’accordo firmato nel dicembre 2013, l’ambasciatore iraniano in Armenia, Mohammad Reyisi, ha annunciato che l’Iran era pronto a fornire gas più economico rispetto alla Russia [Lragir.am, 6 dicembre 2013]. Comunque il governo armeno non ha considerato questa possibilità e ha scelto invece di soddisfare le richieste di Mosca.

La Russia ha ostacolato di continuo il transito del gas iraniano attraverso l’Armenia, considerandolo come una minaccia particolare agli interessi geopolitici russi. Dopo tutto, come Paese di transito, l’Armenia vorrebbe ottenere maggior potere di manovra e diventare meno dipendente dalla Russia. Al contrario, Mosca non si oppone alla ferrovia proposta tra Armenia e Iran, sebbene non sia chiaro se la Russia voglia investire in maniera diretta in questo progetto di trasporti. Rappresentanti russi hanno affermato che l’adesione dell’Armenia alla EEU fornirebbe una scusa ulteriore per convincere la Georgia a fornire corridoi di trasporto per collegare la Russia con l’Armenia, cosa che aumenterebbe il potenziale strategico della base militare russa in Armenia. Mosca vorrebbe anche prendere il controllo dell’assistenza  doganale sul confine armeno-iraniano, sostituendo gli ispettori doganali armeni con una assistenza doganale “eurasiatica”. Inoltre fonti russe indicano in modo esplicito che l’adesione dell’Armenia all’EEU, così come il recente accordo che la Russia ha stipulato con l’Abkhazia e quello pianificato con l’Ossetia meridionale, dovrebbe aiutare a impedire alla North Atlantic Treaty Organization (NATO) di stabilire infrastrutture militari in Georgia – per non parlare del blocco di una maggiore integrazione economica della Georgia con l’Unione Europea [vedi EDM, 11 dicembre 2014].

In conclusione, la possibile costruzione della ferroviaria Armenia-Iran è soprattutto una questione economica per l’Armenia, anche se i potenziali benefici saranno limitati senza un collegamento diretto con la Russia, fino a quando il confine senza sbocchi sul mare con la Turchia rimarrà chiuso. Allo stesso tempo, anche se la Russia è interessata ad un collegamento ferroviario con l’Iran, in alternativa può utilizzare il percorso attraverso l’Azerbaijan. Il possibile contributo russo alla costruzione della ferrovia tra Armenia e Iran è legato agli interessi geopolitici russi, come i piani di Mosca per rafforzare la sua stretta sul Caucaso meridionale.

(Per gentile concessione della Jamestown Foundation, traduzione in italiano a cura di AsiaNews)