La Camera discute mozione riconoscimento genocidio armeno La Turchia scatena i canali diplomatici. (Rassegna Stampa 08.04.19)

Mozione genocidio armeni, Ankara convoca ambasciatore Italia (Adnkronos 08.04.19)

Il ministero degli Esteri turco ha convocato l’ambasciatore italiano ad Ankara, Massimo Gaiani, al quale ha espresso il “dispiacere” del governo di Ankara per la mozione presentata in Parlamento che chiede al governo il riconoscimento del genocidio degli armeni. E’ quanto apprende l’Adnkronos.
Un gesto che non è arrivato inaspettato, considerato quanto la Turchia sia sensibile all’argomento: Ankara ha ribadito all’ambasciatore la posizione sempre sostenuta, secondo cui il massacro degli armeni commesso durante la prima guerra mondiale non è configurabile come un genocidio. Sono una ventina i Paesi nel mondo, tra cui Italia, Russia, Argentina e Città del Vaticano, che hanno ufficialmente riconosciuto come genocidio il massacro degli armeni. Il primo Stato al mondo a riconoscere il genocidio armeno, nel 1965, fu l’Uruguay. L’Italia, sebbene solo a livello parlamentare, l’ha già riconosciuto nel novembre 2000 con una risoluzione della Camera dei Deputati. L’anno successivo lo stesso fece la Francia, mentre l’ultimo Paese europeo a riconoscere il massacro è stato a febbraio dell’anno scorso l’Olanda. A giugno 2018 il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, accettò invece la raccomandazione del ministero degli Esteri di far slittare il dibattito alla Knesset sul riconoscimento del genocidio.

LA MOZIONE – Il governo si impegni a “riconoscere ufficialmente il genocidio armeno e a darne risonanza internazionale”. Così una mozione a prima firma Formentini (Lega) di cui oggi alla Camera sono state discusse le linee generali. “Con questa mozione chiediamo al nostro governo di riconoscere il genocidio degli armeni come tale, e ci piacerebbe che altri governi, compreso quello turco, facessero lo stesso, per dare tutti insieme uno sguardo al futuro”, ha detto in aula il deputato leghista Giulio Centemero, cofirmatario della mozione sottoscritta, tra gli altri, anche da De Carlo (M5S), Delmastro Delle Vedove (Fdi), Quartapelle Procopio (Pd). Per il governo è intervenuto il sottosegretario Vincenzo Santangelo. “L’Italia – ha detto – ritiene che la questione dei massacri perpetrati in Anatolia nel 1915 debba essere affrontata mediante un dialogo costruttivo fra le parti, scevro da pregiudizi e preconcetti”. Pertanto, ha proseguito Santangelo, “incoraggiamo la Turchia e l’Armenia a intensificare e portare avanti gli sforzi volti a venire a patti con il passato, aprendo così la strada a un’autentica riconciliazione tra i due popoli”.


Che cos’è il genocidio armeno e perché la Turchia è irritata con l’Italia
„La Turchia richiama l’ambasciatore italiano: “Italia non riconosca genocidio armeno”“

L’ambasciatore italiano ad Ankara, Massimo Gaiani, è stato convocato al ministero degli Esteri turco, che ha espresso il proprio disappunto per la mozione in discussione alla Camera che chiede al governo di riconoscere il genocidio degli armeni. Un gesto che non è arrivato inaspettato, considerato quanto la Turchia sia sensibile all’argomento: Ankara ha ribadito all’ambasciatore la posizione sempre sostenuta, secondo cui il massacro degli armeni commesso durante la prima guerra mondiale non è configurabile come un genocidio.

Casus belli la mozione a prima firma Formentini (Lega) che impegna il governo a “riconoscere ufficialmente il genocidio armeno e a darne risonanza internazionale”. Oggi alla Camera sono state discusse le linee generali di un atto cofirmato dal deputato leghista Giulio Centemero, De Carlo (M5S), Delmastro Delle Vedove (Fdi), Quartapelle Procopio (Pd). Per il governo è intervenuto il sottosegretario Vincenzo Santangelo: “L’Italia – ha detto – ritiene che la questione dei massacri perpetrati in Anatolia nel 1915 debba essere affrontata mediante un dialogo costruttivo fra le parti, scevro da pregiudizi e preconcetti”.

Il genocidio armeno

Gli armeni fanno risalire l’inizio del genocidio alla notte tra il 23 e 24 aprile del 1915, quando il governo ottomano ordinò l’arresto e l’esecuzione di 50 tra intellettuali e leader della comunità armena, con il pretesto che fossero “una quinta colonna” dei russi.

Dopo quel primo episodio, centinaia di migliaia di armeni vennero deportati e uccisi alla fine dell’Impero ottomano tra il 1915 e il 1917. Secondo l’Armenia, le vittime di quei massacri furono almeno 1,5 milioni. Ankara riconosce che un gran numero di armeni furono uccisi dai turchi durante quel periodo, ma contesta l’idea che ci fosse un piano per sterminarli, rifiutando così il termine “genocidio”, mentre l’Associazione internazionale degli studiosi di genocidi (Iags) ritiene che gli armeni uccisi furono “oltre un milione”.

Sono una ventina i Paesi nel mondo, tra cui Italia, Russia, Argentina e Città del Vaticano, che hanno ufficialmente riconosciuto come genocidio il massacro degli armeni. Il primo Stato al mondo a riconoscere il genocidio armeno, nel 1965, fu l’Uruguay. L’Italia, sebbene solo a livello parlamentare, l’ha già riconosciuto nel novembre 2000 con una risoluzione della Camera dei Deputati.

Nel 2015 Papa Francesco definì l’uccisione degli armeni “il primo genocidio del XX secolo”, scatenando l’ira della Turchia, dove l’utilizzo del termine genocidio è punito con il carcere in base all’articolo 301 del codice penale, che prevede il reato di “vilipendio dell’identità turca”: per questo sono stati perseguiti lo scrittore Nobel per la letteratura, Orhan Pamuk, e il giornalista di origine armena Hrant Dink, che venne ucciso da un ultranazionalista nel gennaio del 2007.

Nel 2014 l’allora premier oggi presidente Recep Tayyip Erdogan, in un gesto senza precedenti, offrì le sue “condoglianze ai nipoti degli armeni uccisi nel 1915”, auspicando che “gli Armeni che hanno perso la vita nelle circostanze dell’inizio del XX secolo riposino in pace”. Malgrado il gesto distensivo del ‘Sultano’ la questione è sempre stata motivo di attrito tra Ankara e i governi che hanno riconosciuto il genocidio.

Fortissime tensioni fecero da corollario al voto con cui il 2 giugno 2016 il Bundestag approvò quasi all’unanimità la risoluzione che definiva come genocidio il massacro degli armeni da parte dell’Impero Ottomano.

Anche di recente, a febbraio, il governo turco ha “condannato con fermezza” la decisione del presidente francese, Emmanuel Macron, di dichiarare il 24 aprile giornata della commemorazione del genocidio armeno, invitandolo ad occuparsi dei “problemi politici” nel suo Paese con un chiaro riferimento ai gilet gialli.

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Turchia-Italia: mozione genocidio armeno, convocato ambasciatore italiano ad Ankara

Ankara, 08 apr 18:30 – (Agenzia Nova) – La Turchia ha convocato l’ambasciatore italiano ad Ankara, Massimo Gaiani, a poche ore dal voto con il quale la Camera dei deputati potrebbe impegnare il governo di Giuseppe Conte a riconoscere ufficialmente il genocidio armeno. Secondo quanto appreso da “Agenzia Nova”, le autorità di Ankara hanno ribadito al diplomatico la posizione della Turchia, che non ha mai riconosciuto la natura genocidaria dei massacri e delle deportazioni di armeni sotto l’Impero ottomano all’epoca della Prima guerra mondiale. (Res)


Alla Camera la discussione sul riconoscimento del Genocidio Armeno (Il Messaggero 08.04.19)

Città del Vaticano  – La Camera apre la discussione di una mozione che impegna il Governo a riconoscere ufficialmente il genocidio armeno e «a darne risonanza internazionale». La mozione 1-00139 esorta l’esecutivo a dare ufficiale riconoscimento al piano di sterminio pianificato sotto l’Impero ottomano tra il 1915 e il 1916 e costato la vita a un milione e mezzo di armeni. Uno scenario che l’attuale Turchia ridimensiona in termini di vittime, negandone la natura genocidaria. Il testo discusso alla Camera inquadra gli elementi che secondo i promotori rendono necessario un riconoscimento ufficiale, partendo dal fatto che «il riconoscimento e la memoria delle persecuzioni e degli orrori occorsi nel XX secolo deve costituire un monito perenne, affinché il Parlamento sia per sempre baluardo della libertà umana e della dignità della persona secondo i principi e le disposizioni della Costituzione della Repubblica».

«La Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio, ratificata dall’Italia con la legge 11 marzo 1952, n. 153, riconosce che il genocidio ha inflitto gravi perdite all’umanità in tutte le epoche storiche – prosegue il testo – la Sottocommissione per i diritti umani delle Nazioni Unite nel 1973 riconobbe che lo sterminio di oltre un milione e mezzo di armeni nell’impero Ottomano avvenuto negli anni 1915-1917 era da considerarsi il primo genocidio del XX secolo, ai sensi della predetta Convenzione».

La mozione 1-00139 evidenzia che «più di venti Paesi del mondo hanno riconosciuto ufficialmente il genocidio armeno; il Parlamento europeo con la Risoluzione su una soluzione politica del problema armeno, adottata il 18 giugno 1987, riconobbe che i tragici eventi del 1915-1917 occorsi agli armeni nel territorio ottomano costituivano genocidio, e ritenne altresì che il rifiuto da parte del Governo turco di riconoscere il genocidio commesso dai «Giovani turchi» rappresentava un ostacolo all’adesione della Turchia alla Comunità europea; con la risoluzione del 12 marzo 2015 inerente alla Relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2013, in vista del 100° anniversario di detto genocidio, il Parlamento europeo chiese a tutti gli Stati membri di provvedere al suo riconoscimento (paragrafo 77)». Inoltre, «con la risoluzione del 15 aprile 2015 sul centenario del genocidio armeno, il Parlamento europeo, considerando l’importanza di mantenere vivo il ricordo del passato, ritenendo fondamentali verità e memoria per la riconciliazione tra i popoli, invitava nuovamente la Turchia a riconoscere il genocidio armeno, «aprendo così la strada a un’autentica riconciliazione tra il popolo turco e il popolo armeno». Il Parlamento europeo invitava altresì Armenia e Turchia a concentrarsi su un’agenda che metta in primo piano la cooperazione tra i popoli ed a procedere alla normalizzazione delle loro relazioni, ratificando e attuando senza condizioni preliminari i protocolli sull’istituzione di relazioni diplomatiche, aprendo la frontiera e migliorando attivamente le proprie relazioni, con particolare riferimento alla cooperazione transfrontaliera e all’integrazione economica».

Tra i Paesi membri dell’Unione europea hanno dato seguito alla richiesta del Parlamento europeo: Austria, Belgio, Francia, Germania, Grecia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Svezia e lo stesso ha fatto la Svizzera. In Italia, la Camera dei deputati, con la risoluzione n. 6-00148, approvata il 17 novembre 2000, pur richiamando la summenzionata risoluzione del Parlamento europeo sul riconoscimento del genocidio armeno, si limitava ad impegnare il Governo ad adoperarsi per il completo superamento di ogni contrapposizione tra popoli e minoranze diverse nell’area.

Papa Francesco, il 12 aprile 2015, in occasione di una solenne celebrazione in San Pietro, ricordava il massacro degli armeni  ritenuto «il primo genocidio del XX secolo». Il Pontefice richiamava quanto già espresso nel 2001 da Papa Giovanni Paolo II, che in una dichiarazione congiunta con il Patriarca Karekin II, aveva utilizzato il termine «genocidio» per definire il massacro della popolazione armena avvenuto da parte dell’impero ottomano a partire dal 1915». ) firmatari sono: Formentini, Sabrina De Carlo, Delmastro Delle Vedove, Quartapelle Procopio, Colucci, Centemero, Carelli, Capitanio, Piccoli Nardelli, Molinari, D’Uva, Zóffili, Cecchetti, Coin, Bordonali, Ziello, Eva Lorenzoni, Bisa, Paolini, Colla».

L’iniziativa ha subito avuto contraccolpi turchi. L’ambasciatore italiano ad Ankara, Massimo Gaiani, è stato convocato al ministero degli Esteri turco, che ha espresso il proprio disappunto per la mozione in discussione alla Camera che chiede al governo di riconoscere il genocidio degli armeni. Un gesto che non è arrivato inaspettato, considerato quanto la Turchia sia sensibile all’argomento: Ankara ha ribadito all’ambasciatore la posizione sempre sostenuta, secondo cui il massacro degli armeni commesso durante la prima guerra mondiale non è configurabile come un genocidio.

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La Camera discute mozione per riconoscimento del genocidio armeno (Askanews.it 08.04.2019)

Roma, 8 apr. (askanews) – Discussione oggi in aula alla Camera dei deputati su una mozione che impegna il Governo a riconoscere ufficialmente il genocidio armeno e “a darne risonanza internazionale”. La mozione 1-00139 esorta l’esecutivo a dare ufficiale riconoscimento di genocidio ai massacri e le deportazioni di armeni sotto l’Impero ottomano tra il 1915 e il 1916, che l’attuale Turchia ridimensiona in termini di vittime, negandone la natura genocidaria.

Il testo oggi discusso alla Camera inquadra gli elementi che secondo i promotori rendono necessario un riconoscimento ufficiale, partendo dal fatto che “il riconoscimento e la memoria delle persecuzioni e degli orrori occorsi nel XX secolo deve costituire un monito perenne, affinché il Parlamento sia per sempre baluardo della libertà umana e della dignità della persona secondo i principi e le disposizioni della Costituzione della Repubblica”.

“La Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio, ratificata dall’Italia con la legge 11 marzo 1952, n. 153, riconosce che il genocidio ha inflitto gravi perdite all’umanità in tutte le epoche storiche – prosegue il testo – la Sottocommissione per i diritti umani delle Nazioni Unite nel 1973 riconobbe che lo sterminio di oltre un milione e mezzo di armeni nell’impero Ottomano avvenuto negli anni 1915-1917 era da considerarsi il primo genocidio del XX secolo, ai sensi della predetta Convenzione”.

La mozione 1-00139 evidenzia che “più di venti Paesi del mondo hanno riconosciuto ufficialmente il genocidio armeno; il Parlamento europeo con la «Risoluzione su una soluzione politica del problema armeno», adottata il 18 giugno 1987, riconobbe che i tragici eventi del 1915-1917 occorsi agli armeni nel territorio ottomano costituivano genocidio, e ritenne altresì che il rifiuto da parte del Governo turco di riconoscere il genocidio commesso dai «Giovani turchi» rappresentava un ostacolo all’adesione della Turchia alla Comunità europea; con la risoluzione del 12 marzo 2015 inerente alla «Relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2013», in vista del 100° anniversario di detto genocidio, il Parlamento europeo chiese a tutti gli Stati membri di provvedere al suo riconoscimento (paragrafo 77)”. Inoltre, “con la risoluzione del 15 aprile 2015 sul centenario del genocidio armeno, il Parlamento europeo, considerando l’importanza di mantenere vivo il ricordo del passato, ritenendo fondamentali verità e memoria per la riconciliazione tra i popoli, invitava nuovamente la Turchia a riconoscere il genocidio armeno, «aprendo così la strada a un’autentica riconciliazione tra il popolo turco e il popolo armeno». Il Parlamento europeo invitava altresì Armenia e Turchia «a concentrarsi su un’agenda che metta in primo piano la cooperazione tra i popoli» ed «a procedere alla normalizzazione delle loro relazioni, ratificando e attuando senza condizioni preliminari i protocolli sull’istituzione di relazioni diplomatiche, aprendo la frontiera e migliorando attivamente le proprie relazioni, con particolare riferimento alla cooperazione transfrontaliera e all’integrazione economica”.

Tra i Paesi membri dell’Unione europea hanno dato seguito alla richiesta del Parlamento europeo: Austria, Belgio, Francia, Germania, Grecia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Svezia e lo stesso ha fatto la Svizzera. In Italia, la Camera dei deputati, con la risoluzione n. 6-00148, approvata il 17 novembre 2000, pur richiamando la summenzionata risoluzione del Parlamento europeo sul riconoscimento del genocidio armeno, si limitava ad impegnare il Governo ad adoperarsi per il completo superamento di ogni contrapposizione tra popoli e minoranze diverse nell’area.

“Sua Santità Papa Francesco, il 12 aprile 2015, in occasione di una solenne celebrazione in San Pietro, ricordava il massacro degli armeni perpetrato dall’impero Ottomano ritenuto «il primo genocidio del XX secolo». Il Pontefice richiamava quanto già espresso nel 2001 da Papa Giovanni Paolo II, che in una dichiarazione congiunta con il Patriarca Karekin II, aveva utilizzato il termine «genocidio» per definire il massacro della popolazione armena avvenuto da parte dell’impero ottomano a partire dal 1915”.

Quindi “il riconoscimento e la memoria delle persecuzioni e degli orrori occorsi nel XX secolo deve costituire un monito perenne, affinché il Parlamento sia per sempre baluardo della libertà umana e della dignità della persona secondo i principi e le disposizioni della Costituzione della Repubblica, impegna il Governo a riconoscere ufficialmente il genocidio armeno e a darne risonanza internazionale

I firmatari sono: Formentini, Sabrina De Carlo, Delmastro Delle Vedove, Quartapelle Procopio, Colucci, Centemero, Carelli, Capitanio, Piccoli Nardelli, Molinari, D’Uva, Zóffili, Cecchetti, Coin, Bordonali, Ziello, Eva Lorenzoni, Bisa, Paolini, Colla».

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Genocidio degli armeni, mozione bipartisan. La Turchia si irrita e convoca l’ambasciatore italiano (Secoloditalia.it 08.03.19)

Il ministero degli Esteri turco ha convocato l’ambasciatore italiano ad Ankara, Massimo Gaiani, al quale ha espresso il “dispiacere” del governo di Ankara per la mozione presentata in Parlamento che chiede al governo il riconoscimento del genocidio degli armeni.
Un gesto che non è arrivato inaspettato, considerato quanto la Turchia sia sensibile all’argomento: Ankara ha ribadito all’ambasciatore la posizione sempre sostenuta, secondo cui il massacro degli armeni commesso durante la prima guerra mondiale non è configurabile come un genocidio. Sono una ventina i Paesi nel mondo, tra cui Italia, Russia, Argentina e Città del Vaticano, che hanno ufficialmente riconosciuto come genocidio il massacro degli armeni. Il primo Stato al mondo a riconoscere il genocidio armeno, nel 1965, fu l’Uruguay. L’Italia, sebbene solo a livello parlamentare, l’ha già riconosciuto nel novembre 2000 con una risoluzione della Camera dei Deputati. L’anno successivo lo stesso fece la Francia, mentre l’ultimo Paese europeo a riconoscere il massacro è stato a febbraio dell’anno scorso l’Olanda. A giugno 2018 il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, accettò invece la raccomandazione del ministero degli Esteri di far slittare il dibattito alla Knesset sul riconoscimento del genocidio.

LA MOZIONE

Il governo si impegni a “riconoscere ufficialmente il genocidio armeno e a darne risonanza internazionale”. Così una mozione a prima firma Formentini (Lega) di cui oggi alla Camera sono state discusse le linee generali. “Con questa mozione chiediamo al nostro governo di riconoscere il genocidio degli armeni come tale, e ci piacerebbe che altri governi, compreso quello turco, facessero lo stesso, per dare tutti insieme uno sguardo al futuro”, ha detto in aula il deputato leghista Giulio Centemero, cofirmatario della mozione sottoscritta, tra gli altri, anche da De Carlo(M5S), Delmastro Delle Vedove (Fdi), Quartapelle Procopio (Pd). Per il governo è intervenuto il sottosegretario Vincenzo Santangelo. «L’Italia – ha detto – ritiene che la questione dei massacri perpetrati in Anatolia nel 1915 debba essere affrontata mediante un dialogo costruttivo fra le parti, scevro da pregiudizi e preconcetti». Pertanto, ha proseguito Santangelo, “incoraggiamo la Turchia e l’Armenia a intensificare e portare avanti gli sforzi volti a venire a patti con il passato, aprendo così la strada a un’autentica riconciliazione tra i due popoli”.

 

 


Il genocidio dimenticato: gli Armeni (Oltrelalinea 08.04.19)

Fra il 1915 ed il 1916 vennero brutalmente massacrati circa 1,5 milioni di Armeni. Il genocidio, perché di genocidio si parla, avvenne ad opera delle autorità dell’allora Impero Ottomano. Fu un massacro terribile, raggiunto attraverso la deportazione forzata, stupri e violenze, esecuzioni sommarie, impiccagioni e altre terribili forme di tortura.

L’origine di questo gesto è da ricercarsi in due diversi motivi: il primo era l’ideologia aggressiva dei giovani turchi, che volevano raggiungere l’omogeneità etnica e nazionale della Turchia. Il secondo fu dovuto all’entrate in guerra dell’Impero Ottomano a fianco degli Imperi Centrali contro l’Impero dei Romanov e l’Intesa. La secolare amicizia fra Armeni, (cristiani), e i Russi, fu il pretesto per epurare dal paese la presunta “minaccia” armena.

Alcuni storici parlano perfino di “genocidio cristiano”,(Michael Hesemann), essendo gli Armeni una popolazione cristiana da tempo immemore. Addirittura il primo sovrano a convertirsi ufficialmente alla fede cristiana fu proprio un Armeno, quando ancora nell’Impero Romano i cristiani venivano perseguitati.

Il genocidio armeno non è, purtroppo, riconosciuto in tutto il mondo. Una legge in Turchia prevede il carcere per chi si riferisce ai “fatti del 1915”, come ama dire Erdogan, con il termine di “genocidio”. Una vera e propria legge contro le idee, ma soprattutto contro la verità. Purtroppo molti storici come Bernard Lewis, Stanford Shaw e Guenter Lewy negano il genocidio armeno; per loro questo termine è da associare con il solo genocidio ebraico. Perché a quanto pare esistono genocidi di prima categoria e altri di seconda…

Storicamente parlando, gli Armeni erano una minoranza, molto attiva e intellettualmente colta, all’interno dell’Impero del Sultano. Allo scoppiare della guerra, molti Armeni che servivano per l’esercito turco, disertarono, imbracciando il fucile a fianco dei Russi. Questo scatenò le ire dei Giovani Turchi e dell’esercito turco in generale, si decise allora di rispondere in maniera più che violenta. Accusando poveri innocenti, intellettuali, studiosi, borghesi e semplici cittadini armeni di complotti contro il governo, tra il 23 e il 24 aprile 1915 vennero eseguiti i primi arresti a Costantinopoli, l’allora capitale.

Da quel momento in poi si diede inizio ad un vero e proprio rastrellamento per tutto il paese. Gli Armeni venivano raccolti e sfiancati in marce infinita, dove venivano seviziati e brutalmente uccisi. Le donne soprattutto erano a piena disposizione delle truppe, che facevano di loro ciò che volevano.

Ancora oggi il dibattito è aperto, scandaloso è il fatto che alcune grandi e rinomate Università italiane, come quella veneziana, abbiano per anni assunto professori e professoresse negazioniste di storia dell’impero Ottomano. Fortunatamente le vittime non sono totalmente dimenticate. Proprio in questi giorni, (08/04/2019), viene discussa alla Camera dei deputati una mozione che impegna il Governo a riconoscere il genocidio armeno e a “darne risonanza internazionale”.

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