La comunità armena in Friuli cerca una Chiesa dove celebrare messa (Il Giornale di Udine 07.10.21)

“Al Plan di Paluz” di Tarcento (UD) si è svolta la riunione dell’Associazione Armena Friulana Zizernak (Rondine).

L’ argomento principale all’ordine del giorno riguardava la possibilità di celebrare mensilmente, ad eccezione del periodo estivo, una Messa armena in una chiesa del Friuli.

Tale iniziativa è stata accolta con vivo calore dai componenti del sodalizio.

Attualmente sono in corso dei contatti con la Diocesi di Udine affinché venga concessa una
chiesa per questa celebrazione liturgica. A tal proposito vi è già  l’assenso dei Padri Mechitaristi, dell’Isola di San Lazzaro degli Armeni di Venezia, e del parroco della Chiesa Apostolica Armena di Milano.

“Sarebbe nostra intenzione che la Messa venga celebrata alternativamente (potrebbe essere il primo sabato del mese) una volta dal parroco della Chiesa Apostolica Armena di Milano ed un’altra volta dai Padri Mechitaristi. Il tutto, se Dio vuole, dall’inizio del prossimo anno”.

Durante la riunione sono stati espressi ringraziamenti nei confronti delle Amministrazioni Comunali che nel 2020, hanno discusso ed approvato in Consiglio Comunale la mozione
inerente “Riconoscimento della verità storica sul Genocidio del Popolo Armeno”.

E cioè il 12 giugno Majano, Sindaca Raffaella Paladin; il 25 novembre San Giorgio di Nogaro, Sindaco Roberto Mattiussi e, nel corrente anno, il 29 luglio Fiumicello Villa Vicentina, Sindaca Laura Sgubin .

Un sincero ringraziamento è stato espresso al Consiglio Regionale del Friuli-Venezia Giulia, Presieduto da Piero Mauro Zanin, che, il 19 maggio del corrente anno, ha votato
all’unanimità la mozione che impegna il Friuli Venezia Giulia a riconoscere il Genocidio del popolo armeno.

I presenti hanno ringraziato particolarmente il Consigliere Regionale Alberto Budai,
proponente della mozione 208, che tanto ha operato al fine di giungere all’approvazione di questa mozione e che perciò ha irritato i rappresentanti diplomatici del Governo Turco in Italia.

E’ stato evidenziato che il 31 ottobre 2020 a Trieste, in Piazza Unità d’Italia, di fronte alla sede del Consolato Onorario della Repubblica Turca, è avvenuta una manifestazione pacifica di protesta da noi organizzata, riguardante le ingerenze della Turchia nella Guerra in Artsak (Nagorno Karabakh).
In tale circostanza la massiccia presenza della Polizia di Stato ha garantito la libera manifestazione ed ha prevenuto che le minacce di morte, giunte telefonicamente, potessero concretizzarsi con atti terroristici nei confronti dei pacifici dimostranti.

Va ricordata, con sincera riconoscenza, l’opera dell’onorevole Sergio Berlato che, sulla base della documentazione da noi fornitagli, e superando le ben note difficoltà, ha contribuito in maniera determinante all’adozione, da parte del Parlamento Europeo, di una risoluzione favorevole all’Armenia.

Qui di seguito viene riportato il testo del suo intervento:

La dichiarazione trilaterale di cessate il fuoco siglata il 10 novembre 2020 con la mediazione della Russia ha posto fine alla guerra nel Nagorno-Karabakh, cui prendevano parte combattenti terroristi schierati dalla Turchia. Il punto 8 della dichiarazione prevede che si proceda allo scambio dei prigionieri di guerra, degli ostaggi e di altri detenuti, come pure dei corpi delle vittime. La parte armena ha restituito tutti i
prigionieri azeri, mentre l’Azerbaigian non ha rispettato pienamente tale obbligo. Esistono prove del fatto che l’Azerbaigian sta violando in modo manifesto i diritti umani dei prigionieri di guerra armeni, contravvenendo così al diritto internazionale umanitario(1).

Può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:

1. In seguito alla dichiarazione del portavoce del SEAE in data 29 gennaio 2021, quali provvedimenti concreti ha preso l’UE per garantire il rispetto del punto 8 della
dichiarazione, in particolare per quanto concerne la restituzione dei prigionieri e dei prigionieri di guerra armeni, inclusi civili e donne, trattenuti dall’Azerbaigian in violazione dell’accordo?

2. Quali misure ha adottato l’UE per evitare gli abusi e le strumentalizzazioni ai danni dei prigionieri e dei prigionieri di guerra armeni per scopi politici nonché per garantire che la Croce rossa possa visitarli?

3. L’UE ha chiesto all’Azerbaigian di comunicare il numero esatto dei prigionieri, dal momento che esso non è chiaro? In caso affermativo, qual è il numero comunicato?”

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