La Macchina di Santa Rosa pubblicizzata nel mondo grazie alla Rete delle grandi macchine a spalla (Tusciaweb 05.06.19)

Roma – Presentato ieri, martedì 4 giugno, nella sala stampa della camera dei deputati, “Unwritten structures” che è un progetto espositivo itinerante sul patrimonio culturale immateriale italiano che sarà dall’‪11 giugno‬ in Cile e in Armenia e che farà tappa in varie città, destinato alla diffusione della conoscenza del patrimonio culturale immateriale italiano nell’Europa dell’Est e in Sud America.

Viterbo sarà presente con il tradizionale trasporto della Macchina di Santa Rosa.

Le esposizioni, infatti, saranno focalizzate sulle feste della tradizione italiana caratterizzate dal trasporto di grandi macchine cerimoniali, portate devozionalmente a spalla, con un’attenzione particolare alle celebrazioni delle città di Nola, Palmi, Viterbo e Sassari dichiarate dall’Unesco nel 2013 Patrimonio immateriale dell’umanità, alle quali si aggiunge la Corsa dei Ceri di Gubbio, in attesa dell’estensione del riconoscimento richiesta dalle comunità della Rete. Il trasporto della Madonna del Soccorso di Sciacca, protagonista di uno dei quattro coinvolgenti short film, chiude il tema delle feste della tradizione mediterranea.

Il progetto è stato elaborato dall’Istituto centrale per la demoetnoantropologia, in collaborazione con il Muciv – museo delle Arti e Tradizioni popolari, le società Glocal project consulting e openlabcompany, in sinergia con il coordinamento tecnico-scientifico della Rete delle grandi macchine a spalla italiane patrimonio Unesco e con il contributo di curatori, artisti e registi, propone una reinterpretazione in chiave artistica di pratiche e conoscenze della tradizione italiana, promuovendo una forma avvincente e innovativa di salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, attraverso la sperimentazione di codici multi-espressivi propri dell’arte contemporanea e dell’antropologia dialogica.

Presenti alla conferenza stampa il parlamentare Paolo Russo, Nicola Sanna sindaco di Sassari, Patrizia Nardi coordinatrice del progetto tecnico scientifico Unesco della Rete delle Grandi Macchine a spalla, Mecarini vicepresidente della Rete delle grandi Macchine a spalla, Raffaele Ascenzi ideatore della Macchina di Santa Rosa, Leandro Ventura direttore dell’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia del Mibac, Francesco De Melis regista, Stefania Baldinotti funzionario e antropologo del Mibac, Matteo Morelli responsabile del settore Cultura del Comune di Gubbio, Francesco Mariucci del settore Cultura del Comune di Gubbio, Claudio Bocci di Federculture.

Il percorso espositivo si svolgerà all’interno di un vero e proprio accerchiamento audiovisivo realizzato attraverso 4 “micro cinema” (unità di esposizione multimediale ad alta tecnologia progettate appositamente per le mostre dagli exhibition designer di Openlabcompany) all’interno dei quali sarà possibile “tuffarsi” nei documentari immersivi di Francesco De Melis, regista, musicista e antropologo forte di 40 anni di ricerche sul campo, in Italia e all’estero, sul tema della festa, della ritualità, della sonorità, della gestualità.

Come Sodalizio Facchini di Santa Rosa – afferma il presidente Massimo Mecarini – siamo orgogliosi di far parte di questo nuovo progetto internazionale destinato a far conoscere nel mondo, tra gli altri, anche il patrimonio culturale viterbese rappresentato dal trasporto della Macchina di Santa Rosa, tradizione più importante della città di Viterbo, che si è tramandata, soprattutto per merito dei Facchini, da generazione in generazione. Inoltre sono certo che questa nuova esperienza, grazie anche alla globalizzazione, arricchirà tutta la comunità viterbese di nuove conoscenze riguardanti le consuetudini sociali delle altre realtà nell’ambito delle pratiche di svolgimento degli altri riti e delle altre feste. Occasioni di contaminazioni del patrimonio culturale utili sempre per crescere e migliorare. La conferma che, come Sodalizio,  stiamo procedendo sulla strada giusta”.

Per la mostra ho realizzato un modello di Gloria stampato in 3d – racconta l’architetto Raffaele Ascenzi – e fornito una selezione di tavole tecniche e disegni delle due macchine che ho ideato, e spero che possano rappresentare degnamente l’evoluzione tecnologica e compositiva che la Macchina di Santa Rosa ha avuto nei secoli. Credo che la divulgazione della nostra tradizione a questo livello sia frutto di un progetto che ha visto la partecipazione e la forza di una intera comunità, e deve essere motivo di vanto per tutti i viterbesi“.

“Un’occasione straordinaria di divulgazione delle feste della Rete delle Macchine – afferma Patrizia Nardi coordinatrice della Rete – in Paesi nei quali grande attenzione è stata data, negli ultimi trent’anni, al patrimonio culturale immateriale che in molti casi ha dato linfa vitale a comunità e territori. Ringrazio molto l’Istituto centrale per la demoetnoantropologia e i curatori della mostra, così come le comunità della Rete che hanno messo a disposizione i modelli delle Macchine. Anche in questo caso, un bel lavoro di squadra che conferma che i Piani di salvaguardia non possono farsi se non con l’apporto di tutti i soggetti coinvolti, ministero, esperti, istituzioni territoriali, comunità come del resto dallo spirito della Convenzione del 2003. Questo succede quando si è patrimonio Unesco. Particolarmente soddisfatta anche per la presenza, nell’offerta culturale, dei Ceri di Gubbio, che si sono riuniti alla famiglia della Rete e per i quali si lavora ad un’estensione della candidatura”.

L’itinerario sudamericano, si inaugurerà il prossimo ‪11 giugno‬ a Santiago del Chile al Centro cultural Las Condes, proseguirà poi in Argentina, Buenos Aires negli spazi espositivi del Centro de arte contemporáneo Uade art ‪dal 9 agosto al 6 ottobre‬. A seguire, Merida inaugurerà l’itinerario messicano nel Museo Fernando García Ponce-Macay, ‪dal 20 ottobre al 6 gennaio 2020‬, itinerario che proseguirà alla Fundación Pape di Cohauila dal 24 gennaio al 26 aprile, per concludersi a Città del Messico con l’esposizione nel museo de Arte popular ‪dal 6 maggio al 6 agosto 2020‬.
 
L’itinerario dell’est-europeo, invece, avrà inizio contemporaneamente presso la Styles Gallery di Gyumri, in Armenia, con il patrocinio dell’Ambasciata Italiana d’Armenia, per proseguire poi in Bosnia, Museum of Contemporary Art di Banja Luka, ‪dal 12 settembre al 12 novembre 2019‬ e Mostar, ‪dal 20 novembre al 10 gennaio 2020‬, per toccare poi la National Gallery di Sofia e quindi Skopye, Novisad, e Lubiana.

Accanto alle testimonianze materiali, ai documenti d’archivio e ad alcune proposte di reinterpretazione di matrice antropologico-visiva, saranno esposte le opere di artisti contemporanei ispirate alle strutture non scritte del patrimonio culturale italiano all’interno di un viaggio che, tra il vissuto e l’immaginato, propone la conservazione della memoria e la creatività come chiavi d’accesso privilegiate al dialogo intergenerazionale e al rispetto della diversità culturale.

Tra gli artisti coinvolti per il Sud America, Bertozzi e Casoni, Tommaso Cascella, Flavio Favelli, Dario Ghibaudo, Silvia Giambrone, Maria Lai, Francesco Lauretta, Davide Monaldi, Luana Perilli, Roxy in the box, Marinella Senatore, Giuseppe Stampone, Sergio Tumminello, Angelo Marinelli e Zaelia Bishop.

Per l’Europa dell’Est, Tommaso Cascella, Gaia Scaramella, Flavio Favelli, Dario Ghibaudo, Silvia Giambrone, Maria Lai, Francesco Lauretta, Davide Monaldi, Luana Perilli, Roxy in the box, Marinella Senatore, Angelo Marinelli, Giuseppe Stampone, Sergio Tumminello, Zaelia Bishop e, per l’occasione, l’artista armeno Arshak Sarkissian.

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